Capitolo 95

Commento veloce ed indolore (si spera :v) sull’ultimo capitolo di snk, sia perchè non c’è moltissimo da dire sul #95, ma anche siccome questo mese ho gia rotto abbastanza i cojoni con Shingeki (:v).

— ZEKE E MAHLE (ANCORA) —

Anche in questo capitolo, uno degli aspetti più interessanti che si possono analizzare, è senza dubbio il comportamento di Zeke. Di nuovo.
Zeke infatti, riunisce gli altri 5 guerrieri per conferire con loro in “privato”; sostanzialmente, quello che appare essere come una discussione sui piani di Mahle riguardo la conquista di Paradis, in realtà è un vero e proprio test ideologico. Così come anche il buon Reiner afferma, la prima cosa a cui il regno tiene, è la lealtà nei suoi confronti (d’altronde, chi meglio del corazzato può portare in luce questa lezione?).
In ogni caso, quello che si evince maggiormente dalla situazione, è che Mahle si fida ciecamente di Zeke, al punto che gli affida l’incarico di sondare l’affidabilità dei suoi compagni, come se quasi non fosse uno di loro. E Zeke ricambia la fiducia: difatti, sembra che lo shifter del gigante bestia, non abbia mai preso una posizione propria in questo ambito, neanche a favore di suoi “simili”, restando invece, sempre in linea con l’ideologia voluta da Mahle. Questo corrisponde a dire, che le parole del comandante dei guerrieri, riecheggiano i dettami del regno. Le uniche volte in cui sembra “mollarsi” con le sue posizioni, sono:

– Quando è da solo contro l’armata ricognitiva a Shiganshina, durante la manovra suicida di Erwin. Fra se e se, inizia ad empatizzare in parte con gli eldiani “rinchiusi” dentro le mura (sottolineando quasi la “sfortuna” che hanno avuto a non aver consapevolezza dei propri “peccati”, e quindi rammaricandosi per il loro destino), anche se, una volta capito che questo convincimento lo avrebbe portato ad essere ideologicamente “simile” al padre, e contro il suo status di Mahleano, lo rifiuta completamente;
– Il più recente scambio di battute con Colt, in cui sembra per un attimo “uscire dal personaggio” e dire al suo successore che prima o poi, avrebbe compreso i suoi segreti.

In sostanza, Zeke si dimostra sempre fedele a Mahle con i fatti: anche durante l’incontro fittizio, sebbene sapesse che le interferenze di Mahle erano solo di tipo “acustico”, non ha fatto nulla per far capire agli altri guerrieri cosa stava succedendo (per esempio con gesti o altri messaggi non orali), lasciando che il regno li esaminasse per quel che realmente erano. Ciononostante, sembra che invece, nel profondo, abbia un qualcosa che lo porta ad andare oltre il guerriero, e in alcuni casi, anche a divergere dal pensiero canonico al quale invece si attiene nella pratica. Questo tuttavia, non vuol dire che ha dei sentimenti reversivi nei confronti della sua “madrepatria”. Dal mio punto di vista infatti, possiamo vedere questo atteggiamento di Zeke come quello di un professionista, che svolge il suo mestiere con coerenza e lealtà. A questi può anche capitare di fare dei pensieri non del tutto in linea con il proprio “lavoro”, ma non porta mai queste elucubrazioni a galla, rimanendo invece ligio al dovere. In poche parole, Zeke segue una sua deontologia professionale, che non lo porta mai ad opporsi con i fatti a Mahle.
(Ovviamente, tutto questo è relativo a ciò che finora abbiamo visto. Tutto è ancora in gioco, ma per il momento, questo è ciò che penso riguardo la caratterizzazione del personaggio)

— IL GIGANTE IGNOTO (ANCORA) —

Altro elemento di interesse in questo capitolo, è la rivelazione del nono (almeno nominalmente): il gigante martello.
Stiliamo quindi finalmente, l’elenco completo dei 9 titani:

– Gigante Progenitore (Paradis -> Eren)
– Gigante dell’Avanzata (Paradis -> Eren)
– Gigante Colossale (Paradis -> Armin)
– Gigante Femmina (Paradis -> Annie?)

– Gigante Bestiale (Mahle -> Zeke)
– Gigante Corazzato (Mahle -> Reiner)
– Gigante Ganascia (Mahle -> Pokko)
– Gigante Cargo (Mahle -> Pieke)
– Gigante Martello (Mahle -> Taybar)

Sebbene non vi sia stata alcuna esemplificazione delle sue abilità, il nome restringe il cerchio, inquadrandolo in un ambito perlopiù militare (è vero, un martello può essere usato anche per scopi edili, però credo che, in questo caso specifico, la sua applicazione più importante debba essere bellica. Infatti, durante la rivoluzione, il suo carisma, o la sua posizione, devono essere stati tali da portare gran parte degli eldiani contro il governo legittimo. Non so voi, ma io non ce lo vedo un gigante muratore con così tanta influenza :v). Inoltre, si possono finalmente scartare alcune delle più fantasiose teorie della community, come quella secondo cui dovesse essere alato, o avere un potere in grado di convertire la trasformazione in giganti puri.
Sulla famiglia Taybar, al momento, non c’è molto da dire. Sono delle figure con una certa influenza sul campo internazionale, per il ruolo in primo piano che sembra abbiano avuto durante la rivoluzione.
Per questa ragione, la loro importanza è riconosciuta da tutti gli stati continentali, e Mahle non osa mettere naso nei loro affari, lasciando intoccati i loro privilegi aristocratici. Per cui, se Mahle non agisce in alcun modo contro i Taybar, non è per una sorta di riconoscenza o rispetto, quanto per “diplomazia”: andare contro quest’importante famiglia, significa contrariare anche gli stati nemici del regno, senza contare che figure di una così alta rilevanza nel contesto mondiale, hanno ben più utilità da vivi, come strumenti per influenzare la politica estera (così come in effetti dovrebbe accadere in un prossimo futuro).
Si noti come, inoltre, i Taybar abbiano un simbolo diverso da tutti gli altri eldiani. Probabilmente, in antichità, ogni clan (o famiglia di nobili eldiani, che dir si voglia) aveva un proprio simbolo, ma dopo la guerra civile e la caduta dell’impero eldiano, tutte queste effigi sono cadute con le proprie famiglie di appartenenza, eccezion fatta per i Taybar. Significa quindi, che questo clan è stato l’unico ad opporsi realmente di propria iniziativa al governo eldiano dell’epoca?
Ditemi la vostra nei commenti 😉

— REINER BRAUN (ANCORA) —

Protagonista di questo capitolo, è nuovamente la coscienza di Reiner, a cui è dedicato persino il titolo, che nasconde implicazioni più interessanti di quel che sembra. Difatti, è vero che c’è effettivamente qualcuno che dà del “bugiardo” a Reiner, cioè Gavi, tuttavia, non sembra che la cadetta voglia davvero definirlo come un “bugiardo”, bensì, con le sue parole vuole solo indicare la sensazione che il cugino le stia nascondendo qualcosa. Sostanzialmente, Gavi non vuole dare del “bugiardo” a Reiner, tuttavia, noi in realtà sappiamo che il corazzato lo è per davvero. In definitiva, chi dà dell’impostore a Reiner, non è un personaggio del fumetto, ma siamo noi.
O meglio, Isayama ha scelto di chiamare il capitolo in questo modo, proprio per “materializzare” le nostre sensazioni su questo personaggio. Dopo quanto abbiamo visto negli scorsi capitoli, siamo noi che reputiamo Reiner un bugiardo, ed Isayama, con questo capitolo, non ha fatto altro che dare maggiore forza e sostanza a questa impressione.
In ogni caso, Vorrei fare anche quattro chiacchiere sul personaggio di Reiner in sè.
In questo capitolo vediamo, o anzi, comprendiamo, il vero momento del crollo psichico del guerriero: realizzare che in realtà non era arrivato alla sua prestigiosa posizione per veri meriti, ma grazie alle buone parole di Marcel, porta Reiner ad uno stato di completa scissione. Infatti, la certezza del giovane di ESSERE un guerriero, crolla, gia minata alle fondamente in seguito all’incontro col padre.
Dopo la caduta della motivazione principale che lo ha portato a seguire la strada del mahleano onorario (cioè ricreare il nido familiare ricongiungendosi al padre), arriva anche la falciata di scoprire che neppure la forma che ha comunque acquistato in seguito ai suoi sforzi è autentica. Tutti gli ideali e le certezze di Reiner, erano solo frutto di illusioni, di menzogne. Il giovane guerriero, arriva al punto di non riconoscersi più, e la morte di Marcel, non è nient’altro che la conferma delle sue inquietudini. Il sacrificio del compagno, attesta l’incompetenza e la non preparazione di Reiner per il suo ruolo: essa è come un’epifania per il corazzato, che capisce di non essere nessuno, di aver mentito a sè stesso fino ad allora. Di essere un bugiardo.

Non so se Isayama continuerà a parlare del personaggio in questo modo. Certamente, vedremo un’ulteriore evoluzione di Reiner, ,in relazione alle future vicende di Paradis. Per quel che concerne il suo passato, ci sono un altro paio di elementi che potrebbero essere raccontati, ma arrivati a questo punto, credo personalmente, che siano superflui, dato che ormai abbiamo un quadro completo della psicologia del guerriero. Si potrebbe parlare delle dinamiche che lo hanno portato ad essere il “soldato” del 104°, quindi, della via di uscita che Reiner ha intrapreso per poter sopperire alle sue mancanze. Ma a mio parere, questa condizione è stata gia ben eviscerata in passato, e quindi, sarebbe inutile ed anzi ripetitivo, descrivere quella fase.

Ed anche per questo mese, abbiamo finito. Spero che l’analisi sia stata di vostro gradimento, e come al solito, se avete qualche appunto da farmi, sentitevi liberi di commentare 😉

Alla prossima dal vostro

-Sensei-