Capitolo 112

Vi ricordate a che punto eravamo l’anno scorso con snk? Era il periodo del capitolo 100 (uscito proprio a dicembre del 2017), uno dei momenti più importanti ed emblematici di tutta la storia fino a quel momento. Tutti noi lo abbiamo aspettato impazientemente, l’hype era insostenibile, ma quando uscì, l’attesa venne ricompensata più che adeguatamente.
A distanza di un anno, continuo ad aspettare il prossimo capitolo di Shingeki così come si aspetterebbe l’arrivo del messia, con ancora più ansia, con ancora più hype, di quelle che avevo un anno fa. Solo che ora stiamo parlando di capitolo “ordinari”, non di numeri tondi come il 100.
E niente, anche in questa analisi non riesco a trattenermi dall’elogiare Isayama per il modo in cui sta gestendo la storia: quando un’opera riesce così tanto a coinvolgere i lettori, significa che l’autore sa fare veramente molto bene il proprio mestiere.
Panegirici a parte, iniziamo a dire cose sull’ultimo capitolo uscito di Shingeki no Kyojin, “Ignoranza”

Questo capitolo si presenta come un unico “monolite” narrativo, che reggendosi sull’ormai brevettata struttura composta da crescendo emotivo + climax squarcia-stomaco (detto in maniera del tutto riduttiva), mostra le dirette conseguenze dei “fatti” mostrati nei capitoli precedenti. Capirete quindi, che siamo davanti ad uno di quei capitoli che non si presta molto bene alla mia classica suddivisione in paragrafetti, ragion per cui ho deciso di raggruppare tutte le mie considerazioni sulle “cose” materialmente successe, in un unico paragrafo (l’ultimo per essere precisi).
Bene, detto questo possiamo partire con l’analisi vera e propria.

— ESSERE LIBERI: LA VIRTÙ DELL’IGNORANZA —

C’era una cosa che tutti noi (ed intendo proprio TUTTI), stavamo aspettando sin da quando Isa ha “riportato” il centro dell’attenzione a Paradi, e cioè, il confronto fra Armin, Mikasa ed il “nuovo” Eren.
Ebbene, il 112 viene incontro a questa nostra fantasia erotica, dimostrandoci quanto cazzo non fossimo emotivamente pronti.
Il dialogo fra i tre si presenta in maniera molto poco “dialogica”, e non mi riferisco (solo) al fatto che sostanzialmente è un monologo di Eren intervallato da lamenti di Mikasa e urletti di Armin. Una cosa che traspare sin dalle prime parole di Eren, è che il motivo per cui si trova in quella stanza a parlare con i suoi due amici d’infanzia, non ha niente a che vedere con il “dialogo”, ed anzi, Eren non ha assolutamente nessuna voglia di dialogare con Armin e Mikasa. Il nostro eroe è lì in veste di maestro di vita, che da grande uomo vissuto quale egli è, ci tiene a voler mettere in chiaro il motivo delle sue azioni, precisando come esse siano frutto di una profonda maturazione ideologica. In breve, ha una semplice e chiara lezione su cui vorrebbe istruire i suoi cari amici:

“Nulla ci allontana dalla libertà più dell’ignoranza”

Sia Armin che Mikasa, non sono altro che degli schiavi, asserviti l’uno alla volontà del nemico, l’altra ai suoi stessi istinti atavici. Nessuno dei due si rende conto di questo stato di schiavitù mentale, dimostrando anzi di non avere neanche il dubbio di essere non-liberi, e continuando a pascolare nella loro ignoranza.
Eren però è diverso.
Lui è libero.
E di sua spontanea iniziativa, in massima libertà, ha scelto di attraversare l’oceano, infiltrarsi a Mahle, e di incontrare il fratello Zeke.
Tutto questo lo ha reso superiore, cosciente di ciò che realmente significa, per l’appunto, “essere libero”. Dunque, in virtù di tale crescita, è legittimato ad accusare gli amici d’infanzia, a ferire i sentimenti di coloro che gli hanno sempre dato man forte nei momenti di difficoltà: in fondo non sono nient’altro che un inutile rammollito, ed un inutile cane da guardia.

E quindi? Che senso ha avuto tutta questa sceneggiata? Perchè Eren desiderava così tanto impartire questa lezione ai suoi (non più) amichetti?
Se guardiamo la situazione in maniera più profonda, il motivo del suo discorsetto sembra non avere alcun senso “materiale”, ovvero, si potevano benissimo evitare tutte quelle parole, visto che non avrebbero comunque portato a nessun cambiamento dei progetti di Eren (AKA non sarebbe cambiato nulla se Armin e Mikasa fossero stati presi con la forza da Floch & co).
Perchè quindi mettere in piedi tutta quella sceneggiata?
Dal mio punto di vista, penso che Eren, più che “volere”, avesse “bisogno” di dire quelle cose ad Armin e Mikasa.
Credo infatti che fino a quel momento, Eren sentisse mancare un “pezzo” alla sua caratterizzazione, come se la sua evoluzione nell’Eren “libero” non fosse completamente terminata, finchè il mondo non fosse venuto a conoscenza della sua nuova prospettiva, frutto di quella stessa maturazione interiore.
Detto in altri termini, Eren sentiva la necessità di presentare il suo nuovo io, per contestualizzare e dare senso alle sue azioni, e, in definitiva, di tracciare una linea netta con il vecchio Eren di 4 anni fa.
E quale palcoscenico migliore per presentare l’Eren 2.0 se non quello dei più cari affetti personali?
Rompere con Armin e Mikasa, le persone che più di tutte per lui rappresentano la “famiglia”, vuole dire rompere con le proprie vecchie convinzioni, con il proprio passato. Vuol dire disfarsi della “forma” che la sua persona ha impresso per tutti quegli anni nelle persone a lui più care, l’idea di sè che Armin e Mikasa si erano costruiti nel tempo. Solo in questo modo avrebbe potuto realmente eliminare qualsiasi vincolo con il vecchio Eren, solo in questo modo sarebbe realmente potuto essere libero.

Ma in fin dei conti, cosa lo renderebbe così libero? Cioè, quali elementi materiali ha per definirsi tale?
A tal proposito, è molto eloquente lo scambio finale di battute fra Armin (mazzuliato male) ed Eren:

– “E’ questa la libertà che desideravi tanto? La libertà di ferire Mikasa? Sei solo lo schiavo di un bastardo.”
– “Chi pensi che sia lo schiavo?”

Con due balloon, Isayama riesce a riportare il discorso sul piano della mera materialità. Quali garanzie ha Eren stesso di non essere a sua volta uno “schiavo” condizionato da fattori esterni, esattamente come coloro che ha brutalizzato a parole (e non solo nel caso di Armin :v) fino ad un attimo prima?
> “gne gne stai zitto, lo schiavo sei tu!!!!!”

Beh, che dire :v

— UNA RAPIDA ESCALATION —

Non so voi, ma è da quando abbiamo abbiamo avuto per la prima volta le “prove” (anche se in realtà era solo un sospetto che confermava delle ipotesi) che Zeke fosse realmente implicato in qualcosa, che sento come la sensazione che la trama abbia preso un’accelerata improvvisa. Fino a questo punto infatti, Isayama non ha fatto altro che creare un enorme castello di carte, il cui instabile equilibrio prometteva una rovinosa caduta da un momento all’altro. Ebbene, le parole di Nicolò alla fine dello scorso capitolo, sono state l’equivalente del togliere le carte alle fondamenta di questo gigantesco castello in bilico, dando il via al violento crollo di tutto ciò che con il tempo era stato accuratamente messo in un incerto equilibrio.
Dallo scorso capitolo in poi dunque, la fitta nebbia sulle intenzioni di Zek & co. (?) inizia a diradarsi, facendo scorgere una vaga forma in lontananza, la promessa che qualcosa sta per avvenire. Ed in questo capitolo, la caduta si fa materiale: la fazione pro-Yeager dimostra l’esistenza di un presunto (e sottolineo, presunto) piano collettivo ai danni della nazione di Eldia, e Zeke interrompe il suo bluff, scendendo in campo a viso aperto.

(NOTA: quanto detto non implica che Zeke e la fazione pro-Yeager abbiano gli stessi scopi e stiano dalla stessa parte. O meglio, Floch e compagnia bella sono certamente sotto l’influenza di Zeke in maniera indiretta, visto che in buona sostanza, il loro punto di riferimento è Eren, che però in effetti è sotto l’influenza di Zeke. Per quanto riguarda Zeke, in questo momento sta seguendo una linea d’azione parallela a quella degli Yaegeristi, che però non significa assolutamente che abbia i loro stessi scopi finali, ed anzi, a mio parere è molto probabile che il gigante bestia abbia degli obiettivi molto più “personali”. Su di questi, come al solito, non oso fare ipotesi :v)

Insomma, sembra che ormai la storia abbia preso un grosso slancio in avanti, verso quella che dovrebbe essere la… la… la conc… conclu…
No, mi rifiuto di dirlo, Shingeki non può finire. Ok che tutte le cose belle prima o poi si concludono ma… ma… Fa male. Molto male.
E fa ancora più male se un personaggio che tira le redini degli eventi allo stesso modo di come sta facendo Eren al momento, se ne esce dicendo:
“Andiamo nel luogo in cui tutto ha avuto inizio, il distretto di Shiganshina.”

…In cui tutto ha avuto inizio.

Una fitta al cuore.

E se ciò non è abbastanza per muovere i vostri sentimenti di pietra, vi porto all’attenzione del seguente fatto.
In questo momento a Paradi, sono presenti tutti gli attori del dramma, compresi Kiyomi Azumabito, ed i guerrieri di Mahle. Nello scorso capitolo, Isa ha concentrato tutti i personaggi principali nel ristorante dove lavora Nicolò, ed in questo 112 li sta facendo tutti muovere verso Shiganshina assieme ad Eren e quelli che dovrebbero essere i “cattivi” del gioco. In un altro scenario abbiamo Zeke, che inizia a muovere le sue pedine con l’intento di incontrare Eren (naturale supposizione, direi), che è a sua volta determinato ad incontrare il fratello. In tutto questo bisogna inserire anche la restante parte dell’esercito rimasta fedele alla monarchia, con Pixis che sta progettando un piano per catturare Zeke, sfruttando proprio l’intenzione di Eren di incontrarsi con il fratello nell’hotel in cui è al momento “rinchiuso” (insomma, si fa per dire :v).
Notate anche voi con quale pericolosità gli eventi stanno per raccordarsi in un comune punto di convergenza? :v

Ad onor del vero, si nota comunque che alla conta dei personaggi in moto verso questo punto comune mancano ancora:
– il corpo di gendarmeria (i cui membri hanno sicuramente assorbito il liquido spinale di Zeke);
– Annie (potrebbero esserci dei collegamenti con i guerrieri di Mahle?);
– Kiyomi (che nel caso abbia seguito i consigli di Pixis, dovrebbe essere in viaggio per tornare al porto, o essere già lì);
– Histroia (probabilmente sta ancora guardando il tramonto :v).

Per cui, nonostante si inizi ad intravedere una luce alla fine del tunnel, ci sono ancora cose da fare, questioni da sviluppare, personaggi da allineare.

Però ecco, quella lucina lì in fondo esiste.
E fa paura.

Beeene, anche sto mese è giunto il momento di dare un taglio ai pipponi.
Avrei voluto parlare anche un pò del comportamento di Levi, considerando il fatto che non si vede praticamente quasi mai assorto nei pensieri come in quest’ultimo capitolo. Ma ormai siamo quasi alla quinta pagina di analisi, e mi sono rotto le palle di scrivere :v

Alla prossima, ciaooooooo

-Sensei-