Capitolo 117

Come preannunciato dal 116, questo mese ci tocca il capitolo di bbotte: Eren contro Reiner e Galliard, o meglio, più in generale, Eren (e amichetti rivoltosi che però sono inutili) contro le forze di Mahle.
In realtà sul capitolo non ci sarebbe molto da dire, visto che per l’appunto sono mazzate, che per loro natura si commentano da sole, per cui mi limiterò a fare le solite osservazioni sulle cose che ho reputato più interessanti in questo capitolo.
Visto che gli argomenti di cui andrò a discutere sono piuttosto eterogenei e non troppo vasti, l’analisi non avrà l’usuale struttura a paragrafi, bensì, sarà più che altro un elenco di cose organizzato secondo il sempreverde schema a CDC [NdR: cazzo di cane]. Insomma, “un’analisi” poco analisi e molto scazzata :v

PICCOLO ANNUNCIO PRIMA DI INIZIARE:
Pochi giorni dopo la pubblicazione di quest’analisi, uscirà un piccolo post dove vi esporrò una mia ipotesi circa quali potrebbero essere le intenzioni di Eren. Ero indeciso se includere o meno questa teoria all’analisi che state per leggere, poi però mi sono reso conto che quel tipo di contenuti non poteva farne parte, in quanto è a tutti gli effetti un’illazione, e come tale, non può trovare luogo in un post dove analizzo e faccio riflessioni su “cose materiali” ed effettivamente accadute in un capitolo. Effettivamente, è solo una questione di forma, ed in passato mi è capitato di inserire cose del genere in varie analisi, però in questo caso, visto che il topic è molto “caldo”, vorrei dargli maggiore importanza, dedicandogli un post a sé.

Cazzate a parte, iniziamo a dire cose.

– EREN
Le battaglie sono le “scuse” migliori che può trovare un autore, per mostrare le abilità ed i punti di forza “materiali” di un certo personaggio. Così, anche Isayama sfrutta lo scontro del presente capitolo, per sottolineare una volta per tutte (come se non fosse già abbastanza chiaro) quale sia il vero asso nella manica di Eren.
Non il gigante primordiale, non il potere di indurimento del gigante martello, bensì, avanzare sempre e comunque.
Pur avendo la possibilità di allontanarsi di soppiatto, Eren decide di affrontare in uno scontro diretto Reiner, e persino una volta ritrovatosi faccia a terra, circondato dai suoi avversari, non si dà per vinto, continuando a lottare con ciò che gli rimane.
Insomma, quel “continuo ad avanzare fino a quando ogni mio nemico sarà annientato” del capitolo 100, non era solo una cosa figa da dire per farsi il badass :v.

– REINER
Parlando di Eren e dalla sua indole, è impossibile non considerare la sua controparte, nonchè secondo protagonista del fumetto, Reiner. Come ormai sappiamo più che bene, al contrario del detentore dello SnK, Reiner non vede l’ora di “andare a dormire”, lasciarsi andare. Nonostante questo, in molte occasioni ha mostrato un atteggiamento in apparenza sensibilmente differente da come ci si aspetterebbe da qualcuno che attende la morte allo stesso modo di come si attende un pacco da amazon.
Difatti, persino nella battaglia di Liberio, nella sua fase più “bassa” emotivamente nella storia (ma che indubbiamente, finora in termini di caratterizzazione è la vetta più alta mai toccata dal personaggio), nel momento del bisogno “si attiva”, riuscendo efficacemente a svolgere il suo lavoro come guerriero (?) e salvare Poruk da morte certa. Anche in questo capitolo, Reiner continua a fare il suo lavoro, tuttavia, è chiaro come l’atteggiamento che presenta è molto diverso rispetto a quello dell’arco di Mahle. Non più un “attivarsi” per fare il suo dovere da guerriero, bensì, la consapevolezza del proprio essere, di quello che sta facendo, di quello che ne sarà. La consapevolezza di essere un soggetto di Ymir, che prima o poi morirà venendo divorato da un suo simile, e che questo destino è comune a tutti gli altri fratelli eldiani legati dalla maledizione del potere dei giganti.
Ebbene, se prima il “lasciarsi andare” a cui accennavo all’inizio era legato a quel complesso, contorto, ed incompleto puzzle che era la sua mente, ora possiamo leggerlo nell’ottica dell’aver accettato il proprio sè stesso, come soggetto di Ymir, come guerriero, come soldato, come persona.
Arrivati a questo punto è lecito che vi chiediate, “come mai il parallelo con Eren?”.
Semplicemente, perché il primo passo verso questo suo nuovo atteggiamento, è proprio dovuto al suo incontro/scontro con lo Yeager a Liberio che a sua volta, ha già raggiunto durante la sua “latitanza” a Mahle, questo tipo di consapevolezza di sè e di ciò che lo circonda.
Da notare come anche Eren debba moltissimo a Reiner: se il guerriero di Mahle non avesse fatto il suo dovere a Shiganshina distruggendo il Wall Maria, Eren probabilmente non sarebbe mai venuto a contatto con il suo vero sé, con quello che è ora.

– GAVI E MAGAT
Sebbene non sia proprio per niente fan di Gavi (d’altronde, chi lo è? :v), ho trovato molto toccante la scena della sua ricongiunzione con Magat per diverse ragioni:
(i) mette in luce il lato umano di due personaggi, che prima di questo momento erano stati mostrati pochissimo come “persone”.
(ii) è in perfetto accordo con il processo di distruzione-ricostruzione del personaggio di Gavi: il gesto di affetto di Magat arriva proprio nel momento in cui è narrativamente più efficace per la caratterizzazione della cadetta guerriera.
(iii) motivazione più importante: nel momento in cui Magat abbraccia Gavi, noi lettori ci dimentichiamo completamente che i due personaggi in questione sono un mahleano ed un eldiano. Brividi.

– “UN NUOVO HEROS”
Altra cosa che mi ha colpito molto di questo capitolo, è il fine ultimo che si prefigge il capit- generale Magat, dietro la conquista del gigante progenitore. Da quel che dice, sembra infatti che il motivo principale che spinge lui e l’esercito di Mahle (di cui ora è a capo, o comunque, vi occupa una posizione molto importante al suo interno) ad attaccare Paradi per prendersi il Primordiale, non sia legato ad una questione di egemonia militare, o ad altre di tipo “politico”. Al contrario, l’intervento delle forze mahleane è più da intendere come una missione per salvare il mondo, come lo stesso Magat dice: “il destino del mondo grava sulle nostre spalle…”.
Di primo impatto, queste parole suonano molto come la vecchia solita retorica eroistica di Mahle, atta a mascherare intenzioni ben meno onorevoli, tuttavia, questa volta c’è qualcosa di diverso.
Questa volta sembra davvero che Mahle sia scesa in campo effettivamente per “salvare” qualcosa, tant’è che persino Eren e quelle altre persone di cacca dei volontari anti-mahleani apparentemente non si aspettavano questo genere di attacco, in quanto dal loro punto di vista “il gioco non vale la candela”.
Questa volta niente eroismo di comodo, Mahle ha il dovere morale di fare qualcosa, perlomeno nel rispetto di Vili Teiber, e del suo ultimo desiderio: riportare la “pace nel mondo”.
E niente, sotto questo punto di vista, considerando anche che personcina poco raccomandabile è il nuovo Eren, i mahleani sembrano dei figoni, e proprio non riesco a non fare il tifo per loro.
Peccato che prima o poi la guerra finisce, e dopo che il nemico comune sarà sconfitto, cosa terrà uniti gli alleati di oggi? O meglio, cosa non dividerà gli alleati di oggi? Ammettendo sempre che il nemico sarà sconfitto.
:v

Beeeeene, mi pare di non avere altro da dire. Questo mese stranamente siamo a sole 2 pagine (in realtà sono 2 e qualcosa, ma arrotondiamo per difetto). Non so perchè, ma tutto ad un tratto i capitoli di mazzate sono diventati i miei preferiti :v

Ci sentiamo a breve con la teoria su Eren.
Ciao.

-Sensei-