Ciao, sono il Sensei.
Avrei tanto voluto fare un commento rapido ed indolore come quello del mese scorso, ma stavolta purtroppo mi tocca un pò più di lavoro, sia perché il 120 permette sconfinate pippe mentali, sia perché noto che sono in molti a non aver chiari degli elementi chiave presentati in questo capitolo.
Iniziamo dunque senza ulteriori preamboli, che stavolta le cose da dire sono un pò. Questo mese, oltre ad i consueti paragrafi ci saranno anche dei piccoli sottoparagrafi. Il motivo di facciata è che aiutano voi gentaglia a navigare meglio fra gli argomenti che tratto in questo interminabile papiro, il motivo vero è che semplicemente rendono il post molto più figo (e mi permettono di fare battutine extra che non avrei saputo dove mettere altrimenti ). Bene, dopo questo preambolo, iniziamo senza ulteriori preamboli (*cough cough*).
— LA PROGENITRICE YMIR —
Dal mio commento del capitolo 119, parlando della possibilità che Eren fosse morto:
«[…] Ovviamente si avrebbe ancora l’attivazione del potere del Progenitore in un modo o nell’altro, magari tramite il contatto di Zeke con la testa Beyblade di Eren, cosa che sarebbe figa accadesse, perlomeno per vedere il modo in cui la scena verrebbe censurata nell’anime. Ma in fin dei conti, siamo onesti: per quale buon motivo il potere del Progenitore dovrebbe attivarsi al contatto fra Zeke ed il cadavere di Eren?
“Perché il cervello rimane attivo anche per pochi istanti dopo la morte di una persona”.
Davvero credete che Isayama si riduca ad usare una motivazione come questa?
:v»
Beh che dire, in un certo senso ci avevo preso in pieno
Nei seguenti sottoparagrafi andremo ad analizzare nel dettaglio le principali regole che governano la “dimensione” nella quale al momento si trovano Eren e Zeke. Spero di essere stato il più preciso ed esaustivo possibile, visto che è proprio questo l’argomento su cui ho riscontrato il maggior numero di dubbi nella community.
Iniziamo.
– Un’eternità in un istante –
Una volta avvenuto il contatto, Eren e Zeke – o per meglio dire, le loro coscienze – vengono trasportati nell’ormai noto luogo metafisico in cui Ymir Fritz vaga senza meta. Questa volta però ci troviamo direttamente alla sorgente dei paths, nel luogo in cui quelle irraggiungibili scie che attraversano il cielo viste nelle altre due occasioni analoghe (rigenerazione di Zeke ed Ymir, rispettivamente nei capitoli 115 e 89) hanno origine, dove tutte le invisibili vie che uniscono ogni eldiano si ricollegano alla Coordinata. In un chiaro richiamo alla Yggdrasill della mitologia norrena, la fonte da cui provengono i paths è rappresentata come un albero luminoso (o per essere più corretti, come un grande fascio di luce che ricorda moltissimo un albero) dal quale dipartono tutti i 9 sentieri esattamente come se fossero rami.
I fratelli Yeager arrivano in questo “posto” contemporaneamente, ma Eren ha perso quasi completamente il suo corpo, gli rimane solo la testa, e pertanto necessita del processo di rigenerazione che abbiamo già visto all’opera in passato con Ymir e Zeke.
Dunque, mentre Eren viene ricostruito pezzo per pezzo, Zeke ha la possibilità di osservare e studiare il luogo, le sue meccaniche e le sue leggi. Il tempo necessario affinché Eren si rigeneri è molto, abbastanza per far crescere unghie, barba e capelli ad uno Zeke (o per essere più precisi, al riflesso del suo corpo in quel posto) che risulta visibilmente più “vecchio” di quello a cui eravamo abituati (nota a margine: prendendo nota della condizione in cui appare Zeke, è impossibile non ricollegarsi, perlomeno per analogia visiva, ad Alphonse di Fullmetal Alchemist. Non mi dilungo troppo per evitare spoiler). Eppure, se guardando Zeke fossimo spinti a credere che siano passati anni, in realtà sembrerebbe che sia trascorso solo una quantità infinitesima di tempo.
Dunque, veniamo a conoscenza della prima regola di questo posto (già anticipata nel capitolo 115): qui il tempo scorre molto più lentamente rispetto al mondo “normale”, tanto che un istante (nella dimensione “reale”) equivale ad una quantità praticamente infinita di tempo nel reame della progenitrice. Possiamo quindi assumere senza problemi che nella dimensione di Ymir il tempo si fermi.
Questa informazione proviene dalle lunghe ore di riflessione di Zeke, e così è anche per tutte le altre cose che sappiamo di questo posto: sostanzialmente, tutto ciò che conosciamo della dimensione di Ymir non sono altro che supposizioni fatte da Zeke, pertanto potrebbero anche non corrispondere al vero, essere false o inesatte. Ma che motivo avrebbe Isayama per mentirci adesso su delle questioni “burocratiche” come queste?
Passiamo ora ad un’informazione più interessante, che risponde alla domanda: “come nascono i giganti?”
– Come nascono i giganti –
Dalle parole di Zeke, sembrerebbe che tutti i poteri da gigante abbiano origine proprio qui, nel senso materiale nel termine. Mi spiego meglio.
La dimensione di Ymir non dovrebbe essere solo un reame onirico senza legami – se non sul piano della coscienza – con il mondo reale, al contrario in questo luogo la progenitrice “costruisce” materialmente i giganti, che poi vengono “trasmessi” all’eldiano in procinto di trasformarsi tramite il relativo path (ricordiamo che in questo mondo il tempo è praticamente fermo, quindi per quanto tempo possa volerci per creare un gigante di terra nella dimensione di Ymir, nel mondo reale corrisponderà sempre ad un attimo, una manciata di secondi).
In generale, ricordando le parole di Xaver del capitolo 114, in questa dimensione, dalla terra presente, Ymir crea sangue, ossa e carne che vengono inviati agli eldiani tramite i paths ogni qualvolta ce ne sia bisogno: quando un eldiano si trasforma, il suo gigante viene creato qui; quando uno shifter si ferisce, il suo corpo viene ricostruito qui; in altri termini, qualsiasi cosa riguardi il potere dei giganti ha come origine questo luogo, che dunque potremmo definire a tutti gli effetti come un “pannello di controllo” del potere dei giganti.
La questione è molto interessante, soprattutto in quanto dona un tocco più materiale e concreto al potere dei giganti, senza però andare a svilire la sua natura fantasy e mistica. Insomma, la risposta alla domanda “come nascono i giganti?” è, quasi come in un racconto biblico/mitologico: “li crea una bambina dalla terra”.
Ed è la migliore risposta che potessimo ricevere.
Alla faccia delle teorie pseudo scientifiche che si sono sentite in tutti questi anni
[Shorts, sappi che quella più simpatica era la tua <3].
Infine, arriviamo ad una rivelazione inaspettata su questo mondo, che rappresenta a tutti gli effetti una rottura netta con uno degli elementi all’apparenza più consolidati del manga.
– Slave to the royal blood –
Ebbene sì, non è il possessore del Gigante Progenitore a decidere come utilizzare il potere, bensì lo shifter di sangue reale. Per tutto il manga ci è stato fatto credere il contrario, non soltanto con dimostrazioni implicite (come il contatto fra Eren ed il gigante puro di Dina Fritz, che in realtà rappresentava l’unica vera prova a favore di quanto pensavamo), ma anche tramite le parole di moltissimi personaggi come Armin e Xaver, che esplicitamente affermavano il diritto dello shifter del Progenitore ad utilizzare i poteri del gigante.
Dunque, il ruolo del possessore non di sangue reale del Progenitore è soltanto quello di aprire l’accesso per la dimensione di Ymir allo shifter di sangue reale, senza che questi venga “corrotto” dal patto di non belligeranza. Come dice lo stesso Zeke, Eren non è nient’altro che una “chiave” per lui, un elemento necessario affinché sia in grado di utilizzare i poteri del Gigante Progenitore, senza essere in qualche modo influenzato dalla volontà di Karl Fritz.
A questo punto è necessario fare una precisazione. Quello che è successo fra Eren ed il gigante di Dina (qualunque fraintendimento sarebbe molto inquietante in questo contesto ) rimane comunque una testimonianza del fatto che, sotto certe condizioni, un eldiano di sangue NON reale possessore del Gigante Progenitore possa riuscire ad usare consapevolmente i suoi poteri. Eppure il capitolo 120 stabilisce invece una legge piuttosto chiara sul come “funzioni” Ymir (cioè, obbedisce solo alle istruzioni di un eldiano di sangue reale). Prendendo atto di questi due fatti, la cosa più saggia che si possa pensare è che la legge sopra accennata abbia delle eccezioni di cui al momento non siamo a (piena) conoscenza. Possiamo però dire con una certa sicurezza che un motivo che potrebbe essere causa di un’eccezione è l’eventualità che l’eldiano di sangue reale sia trasformato in un gigante puro. Probabilmente, il soggetto di Ymir di sangue reale in questo stato non è materialmente in grado di dare ordini ad Ymir per il suo stato di incoscienza, o magari perchè non esiste più in quanto “persona” (ricordiamo che un eldiano quando si trasforma in gigante puro, si fonde a livello fisico con il proprio gigante), o per altri motivi comunque correlati. Quindi, sarà stato per questa motivo (cioè perchè Dina Fritz era trasformata in un gigante puro) che Eren all’epoca è stato in grado di usare coscientemente il potere del Progenitore? Per il momento questa è la migliore ipotesi che possiamo fare (o che io possa fare, lol) quindi faremo finta che sia così, almeno fin quando Isa non ci dirà il vero motivo (se mai ce lo dirà).
Torniamo al discorso principale. Zeke è dunque riuscito ad accedere alla dimensione di Ymir senza essere “deviato” dalla volontà di Karl Fritz, e pertanto è libero di utilizzare il potere del Gigante Progenitore come meglio crede. Sebbene nel capitolo sembri molto sicuro delle sue doti da shifter di sangue reale, in realtà è ragionevole supporre che inizialmente Zeke non fosse consapevole del suo diritto ad usare i poteri di Ymir, o perlomeno, non abbiamo motivo di ipotizzare che Zeke fosse a conoscenza del fatto che sarebbe stato l’individuo di sangue reale a poter utilizzare il potere del Gigante Progenitore una volta avvenuto il contatto. Come già detto in precedenza, per quel che ne sappiamo tutti i personaggi che hanno avuto voce in capitolo sulla questione, non hanno mai neanche avuto il minimo dubbio sul diritto del possessore del Progenitore di utilizzare i poteri di Ymir. D’altronde, anche nel flashback di Zeke nel capitolo 115, Xaver, parlando con Zeke stesso del piano dell’eutanasia, dice esplicitamente che sarebbe stato l’host del Gigante Progenitore ad usare i poteri, nel caso di contatto con uno shifter di sangue reale. Pertanto, visto che non abbiamo validi motivi per percorrere altre strade, diamo per buono che neanche Zeke si aspettava di essere colui che avrebbe potuto utilizzare i poteri di Ymir. Da questo punto di vista, non possiamo non ammettere che Zeke sia stato mooooolto fortunato, in quanto nel caso in cui le cose fossero andate come tutti noi ci aspettavamo, il suo piano sarebbe andato malamente all’aria.
In ogni caso, una volta resosi conto di avere in mano il completo controllo dei poteri di Ymir, la prima cosa che Zeke fa è, naturalmente, liberarsi delle “catene” (metaforicamente parlando, ovviamente) che Karl Fritz aveva imposto ad ogni suo successore. In giro sull’internet ho trovato molti dubbi su questo punto, e cioè, molta gente che si interrogava sulla seguente questione:
Come ha fatto Zeke a rompere il tanto declamato patto di non belligeranza stipulato 111 anni prima dal 145° re dell’Impero Eldiano Karl Fritz?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima fare (tanto per cambiare) una piccola premessa. Notiamo esplicitamente che “utilizzare i poteri del Gigante Progenitore” vuol dire comandare materialmente ad Ymir ciò che si intende fare, la propria volontà: chi materialmente “fa qualcosa” non è lo shifter, ma Ymir la progenitrice, che dalla sua dimensione ultra terrena ha praticamente pieno controllo su tutto ciò che riguarda gli eldiani ed il potere dei giganti. Questo vuol dire che, tutti gli shifter di sangue reale che fossero entrati in quella dimensione, possano far eseguire ad Ymir ciò che vogliono, purchè lo vogliano. Ed è proprio qui che agisce il patto di non belligeranza, che dovrebbe impedire agli shifter di sangue reale possessori del Gigante Progenitore di “chiedere” ciò che vogliano ad Ymir. Pertanto, un eldiano di sangue reale MA senza il Progenitore che ha accesso a quella dimensione, non viene influenzato dal voto di Karl Fritz, e quindi è libero di comandare alla progenitrice tutto ciò che desidera.
Quest’ultimo è proprio il caso del nostro Zeke, che in quanto individuo di sangue reale non influenzato dal patto di non belligeranza, una volta avuto accesso a quella dimensione, ha potuto chiedere ad Ymir di sciogliere il patto.
Ed è così che terminano 111 anni di influenza da parte di Karl Fritz.
Le catene che imprigionavano Zeke ad inizio capitolo erano tutt’altro che una metafora del patto di non belligeranza, come Zeke stesso invece intendeva far credere. In realtà, Zeke voleva unicamente sondare le intenzioni di Eren, capire se davvero fosse favorevole al suo piano oppure, come temeva, si stava solamente servendo di lui per suoi interessi personali. Così ha elaborato una trappola, creando grazie ai poteri di Ymir delle catene, al fine di simulare la condizione di “impotenza” dovuta al patto, che Eren si aspettava.
Bene, mi pare che non resti molto da aggiungere sulle regole del mondo di Ymir che abbiamo avuto modo di incontrare in questo capitolo.
Avrei però un’ultima breve cosa da dire riguardante la progenitrice, che in realtà è una mia personale osservazione.
Zeke, subito dopo aver svelato ad Eren il suo colpo da maestro, riferendosi ad Ymir dice (cito la traduzione del Digital Team):
“[…] si è convinta che i membri della famiglia reale siano i suoi padroni ed obbedisce ciecamente ai loro ordini”
Queste parole mi hanno fatto riflettere sul motivo per cui Ymir si trovasse in quel momento (ed in quello stato) lì, e la ragione più convincente (ed ovvia) che ho trovato è la seguente. La progenitrice Ymir potrebbe essere costretta ad obbedire ciecamente agli ordini degli eldiani di sangue reale ed in generale a gestire materialmente tutto ciò che riguarda il potere dei giganti (cioè costruire corpi, arti e quant’altro con la terra nei dintorni, che è un lavoro abbastanza duretto), come conseguenza del patto stipulato migliaia di anni prima con il Diavolo della Terra. Sin dalla prima volta che è stato introdotto il patto (nell’ormai remoto capitolo 86), mi sono sempre chiesto quale prezzo avesse dovuto pagare Ymir Fritz pur di avere tutto quel potere. Ebbene, questa potrebbe essere la risposta.
Ok, la storia del patto con il Diavolo potrebbe essere l’ennesima storiella inventata da Marley (anche se dopo tutto quello che abbiamo visto in questo capitolo inizio a dubitarne), ma in ogni caso, Ymir dovrà pure aver ottenuto i poteri da Gigante in qualche modo, ed un’abilità così grande non è mai gratis, quindi i presupposti di partenza rimangono validi e legittimi.
Detto questo, mi sono rotto di parlare di Ymir. Passiamo ad altro
— EREN E ZEKE —
Siete sopravvissuti alle 5 pagine di spiegozzi sul mondo di Ymir? Bene, eccovene altre 3 sulla best coppia di fratelli che si potesse mai desiderare in uno shōnen, Eren e Zeke . Inizieremo parlando del loro rapporto reciproco in generale, per poi continuare soffermandoci sugli ultimi sviluppi venuti alla luce dal loro viaggio onirico/temporale (della natura del viaggio e delle sue sfaccettature intrippose ne parleremo nell’ultimo paragrafo dell’analisi).
Pronti?
– Eren e Zeke: amore fraterno –
Dopo aver sciolto il patto di non belligeranza, Zeke è liberissimo di fare ciò che vuole non essendo più limitato da alcun vincolo. Potrebbe persino scegliere di divorare Eren per assorbirne i poteri da gigante, gli darebbe solo giovamento ed anzi, probabilmente sarebbe la cosa migliore che potrebbe fare: la condizione di potere di cui attualmente gode è dovuta al suo momentaneo contatto con il fratello, ed è dunque molto “situazionale” e precaria.
Ciononostante non sembra minimamente intenzionato a torcere un capello ad Eren, tutt’altro: sembra che il fratello abbia la priorità su tutto, persino sul suo piano della vita.
Prima di dare inizio alla tanto declamata eutanasia infatti, preferisce “curare” il fratello, di cui crede essere affetto da un lavaggio del cervello da parte di Grisha, e pertanto necessita di essere “salvato”. Il comportamento di Zeke è davvero interessante, in quanto sottolinea un aspetto del personaggio che per gran parte del tempo di cui è stato protagonista prima della rivelazione sul suo passato, non è stato mai lontanamente preso in considerazione da nessuno di noi (o perlomeno da me, lol): la sua umanità. Zeke è probabilmente il personaggio più umano di tutto il manga, il suo flashback ce lo ha detto chiaro e tondo e questo capitolo non fa che rendere questo fatto ancora più evidente e rilevante. Quando Eren dice di non aver mai creduto nel piano di Zeke, l’espressione di quest’ultimo parla da sé: uno sguardo sconvolto, una speranza disattesa, una paura che tutt’un tratto si fa reale. L’espressione di chi sta perdendo qualcosa, qualcosa in cui credeva fermamente non con il cervello, ma con il cuore. Quello sguardo sconvolto non è per il piano dell’eutanasia, ma per un qualcosa di ben più importante, la salute del fratello. Zeke credeva e sperava con tutto sé stesso che Eren fosse dalla sua parte, che fosse quell’individuo da cui “farsi trovare” come gli aveva augurato Xaver: la risposta di Eren in questo capitolo è una pugnalata al cuore per Zeke. Ciononostante, non perde le speranze e sa che la colpa di questo comportamento non è di Eren stesso, ma del padre: Zeke è convinto che anche suo fratello sia stato vittima di un lavaggio del cervello da parte di loro padre Grisha. Zeke immagina cosa possa provare ora il povero fratello in quanto lui stesso era stato nella medesima condizione, sa come potrebbe sentirsi, si immedesima in lui, e pertanto, sa anche come farlo “guarire” da quella malattia. Ha bisogno di qualcuno che lo aiuti, di una mano alla quale aggrapparsi per riuscire a fuggire da quella coltrina di menzogne in cui il padre lo aveva fatto vivere. E quale appoggio più sicuro ci possa essere, se non quello di un amorevole fratello? Zeke si sente chiamato ad aiutare Eren perché è la persona più indicata per farlo: non solo ha avuto lo stesso destino, ma è anche suo fratello maggiore, e, ciliegina sulla torta, il responsabile dei loro mali è il loro comune padre. Per Zeke è un obbligo aiutare suo fratello, una vocazione proveniente dal cuore, probabilmente spinto dall’esempio del suo vero padre Xaver.
Pertanto, una volta preso atto della “malattia” di Eren, l’eutanasia passa in secondo rilievo: la cosa più urgente da fare è salvare il fratello.
Ed Eren?
Qual è l’opinione che Eren mostra riguardo al fratello in tutto questo?
Sebbene non sia a favore del piano dell’estinzione indolore, sebbene si opponga anche alla “diagnosi” fatta da Zeke, possiamo dire che in fondo anche lui potrebbe tenerci al fratello. Anche dopo aver svelato le sue carte, Eren continua a chiamare Zeke “fratellone” (faccio riferimento all’originale giapponese, in cui Eren si rivolge a Zeke sempre usando “niisan”), ergo almeno lo accetta come suo fratello. Ma questo è quanto. Ultimamente Eren è poco sondabile come personaggio, accontentiamoci delle piccole cose
– Eren & Zeke: fratelli nel tempo –
La parte conclusiva del capitolo vede Grisha ed Eren accedere alle memorie condivise del Gigante d’Attacco – o Gigante dell’Avanzata/che Avanza/*inserire sinonimo di avanzare* se siete quelli che “gne gne è più corretto” ma non vi accorgete che come nome fa schifo – durante il mandato di Grisha (che è un modo creativo di dire che vanno nei ricordi di Grisha ). Questo viaggio piuttosto singolare è voluto e reso possibile da Zeke, che con i suoi nuovi superpoteri da Gigante Progenitore sembrerebbe essere capace di introdursi a suo piacere nelle memorie degli altri eldiani e raggiungere da essi le memorie di tutti i predecessori presenti sul loro stesso path, percorrendolo a ritroso. In questo caso, partendo da Eren, percorrendo all’indietro il sentiero che lega tutti i possessori del Gigante d’Attacco, Zeke riesce a raggiungere le memorie di Grisha, il predecessore di Eren stesso nella linea di successione dello SnK. Una volta “dentro i ricordi” di loro padre, Eren e Zeke navigano fra i vari momenti della vita di Grisha come se stessero visitando un “palazzo mentale”, passando di ricordo in ricordo cambiando letteralmente stanza.
Come già detto (nel sottoparagrafo precedente), questo tour è stato voluto da Zeke al fine di “guarire” Eren dal lavaggio del cervello subito, ma al contrario delle aspettative, tale viaggio non si sta rivelando proprio vantaggioso per il nostro Gigante Bestia. Partito con il presupposto di voler mostrare al caro fratellino dove fosse stato plagiato, non solo ha avuto modo di ritrattare la sua posizione sul rapporto fra Eren ed il padre a causa dei momenti #1 dad di Grisha, ma probabilmente è lui quello che sta rivalutando quel cattivone del papà.
Insomma, non esattamente un successo per Zeke, che quasi sta vedendo la sua stessa “cura” rivolgerglisi contro. Dal canto suo, Eren sembra realmente “libero” come diceva nel capitolo 112 o perlomeno non influenzato dal padre come Zeke si ostina ad affermare, ma sappiamo tutti che ci deve essere stato qualcosa che lo abbia portato ad assumere l’atteggiamento che mostra al momento: oltre al sopraggiungere delle memorie di Grisha alla fine della prima parte (che è stata la prima “scossa” di caratterizzazione per Eren), direi che è ragionevole pensare che ci siano stati ulteriori fattori di cui non siamo a conoscenza, che hanno fatto in modo che Eren “diventasse” così com’è ora. Per il momento possiamo solo dire queste due cose, oltre a sperare che qualcuna di queste porte ci conduca alla memoria che potrà fare luce sulle reali intenzioni del nostro simpatico protagonista. Ultimamente Eren è poco sondabile come personaggio, accontentiamoci delle piccole cose
— UNA SIMPATICA TEORIA DEL COMPLOTTO —
Oook, siamo giunti all’ultimo paragrafo di questo tour de force. Qui di seguito vi espongo una teoria maturata in questi giorni, durante le lunghe discussioni sul capitolo con gli altri admin e con gli utenti del nostro gruppo telegram.
Spoiler: riguarda una certa teoria del loop che piace a molti terrapiattisti ingenui.
– “Se vuoi salvare Mikasa, Armin e tutti gli altri…” –
Nella sequenza finale del capitolo, mentre Zeke (e sottolineo, SOLO lui) parla ad Eren nella cantina di casa Yeager alla presenza di un Grisha sonnecchiante (da notare come in quel momento Grisha stava con ogni probabilità scrivendo uno dei suoi 3 famosi libri contenenti le “verità” sul mondo), quest’ultimo si sveglia di soprassalto immaginando di sentire e vedere Zeke. La nostra attenzione è catturata da un fatto molto interessante, e cioè che Grisha riesce a vedere distintamente lo Zeke attuale: la visione di Grisha non è simbolica, non è una sua creazione inconscia, bensì ritrae quello specifico Zeke in quello specifico momento. Questa osservazione, dal mio punto di vista, implica univocamente che quel Grisha sia stato influenzato dalla presenza di quell’Eren e di quello Zeke (per il momento, evitiamo di chiederci se questa influenza sia volontaria o meno). Cosa vuol dire materialmente questo? La risposta alla domanda dipende dalla natura del viaggio che Eren e Zeke stanno compiendo.
A mio dire, potrebbero esserci due modi in cui poter interpretare il viaggio dei fratelli:
(i) come qualcosa che non esiste se non su un piano onirico, sul piano della coscienza. Secondo questa interpretazione, anche se la presenza di Eren e Zeke influisce sul momento visitato, questo comunque non esiste (o meglio, visto che si tratta di ricordi, “non è esistito”) sul piano materiale.
(ii) come un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. Non c’è bisogno di aggiungere altro.
Capite benissimo che se assumessimo l’ipotesi (ii), le implicazioni risultanti sono molto, molto interessanti. A prescindere dal tipo o da come l’influenza è stata indotta, un’influenza è avvenuta, e se davvero assumessimo che quello che i due fratelli stanno vedendo è successo (o “sta succedendo nel passato”) realmente, allora arriveremmo alla necessaria conclusione che Eren e Zeke stanno influenzando il passato partendo dal futuro.
A questo punto è chiaro come questo ragionamento ci porti anche ad un’altra conclusione. Non è la prima occasione che abbiamo le prove di un’influenza dal futuro al passato, nel corso del fumetto un’altra volta abbiamo avuto modo di “assistere” ad un evento alquanto particolare che ha triggerato tutti i peggio teorici del complotto e terrapiattisti, facendoli urlare all’unisono “teoria del loop confermata”.
“Se vuoi salvare Mikasa, Armin e tutti gli altri, dovrai portare a termine la tua missione”
Ovviamente, mi sto riferendo a ciò che dice Kruger poco prima del passaggio del Gigante d’Attacco a Grisha. Ripensando al contenuto di quella scena, è facile convincersi che la situazione mostrata è del tutto analoga a quella alla fine del 120: sia Grisha che Kruger hanno improvvisamente delle “interferenze” da un’altra epoca, dei flash la cui durata è di pochissimi secondi riguardanti “qualcosa” del futuro (in un caso le parole di Grisha ad Eren, nell’altro l’immagine di Zeke adulto).
Capite benissimo come, una volta preso nota di ciò, il passo logico successivo venga spontaneamente: considerando che i due fatti sono sovrapponibili l’uno all’altro, è assolutamente plausibile ipotizzare che abbiano anche le stesse cause, e quindi, che anche l’interferenza di Kruger prima dell’iniezione sia dovuta alla presenza di qualche “osservatore” dal futuro. Ed ora arriviamo al fulcro della teoria.
E se quella interferenza fosse dovuta proprio all’Eren del presente durante il viaggio con Zeke nei ricordi del Gigante d’Attacco?
Cioè, e se una di quelle porte che stanno di volta in volta attraversando, conducesse al momento prima della trasformazione di Grisha in gigante, durante il discorso finale di Kruger, ed in quella circostanza Eren interferisse, volontariamente o meno, su Kruger?
Direi che questa ipotesi fila abbastanza no? Oltretutto, quante altre occasioni avremo per risolvere gli ultimi quesiti rimasti veramente oscuri del manga? Isayama ha già sfruttato il viaggio nei ricordi per fare luce sulla motivazione per cui Grisha ha aspettato così tanto prima di rubare il potere del Progenitore, che sebbene fosse decisamente intuibile se non ovvia, non era mai stata esplicitamente citata in alcun modo, venendo lasciata come sottotesto ad altri fatti mostrati. Dunque, visto che lo strumento del trip onirico consentirebbe di mostrare la spiegazione alle ultime parole di Kruger in maniera naturale e senza fastidiose macchinazioni, perché Isayama non dovrebbe sfruttare quest’occasione?
Ovviamente, nella lista delle cose che potrebbero essere spiegate dal viaggio di Eren e Zeke non c’è solo la frase di Kruger, ma anche tutti quegli altri elementi “wtf” o semplicemente di “difficile spiegazione”, e visto che siamo a fine manga, quale momento sarebbe più adatto se non questo?
Nella lista potrebbero rientrare anche il sogno di Eren ed il criptico titolo del capitolo 1?
Personalmente non saprei, in quanto credo che sarebbe molto meglio se Isa ce ne desse la chiave di interpretazione sul finale del manga, come conclusione all’intera storia.
Detto ciò, mi accorgo di essere alla nona pagina del documento Word. Nove pagine di analisi ad agosto. Nove pagine di analisi ad agosto, e per giunta pure sotto ferragosto. Questo coso non lo leggerà nessuno. Perchè c’ho perso così tanto tempo.
Ci vediamo il mese prossimo con NON un’analisi perchè so già da ora che sarò impicciatissimo.
Ciao.
-Sensei-