Capitolo 123

Il capitolo 123 suggella ufficialmente l’ingresso del manga nel suo atto finale. Dopo il cruciale sviluppo narrativo del 122, questo mese Isayama esplora gli ultimi elementi della trama rimasti ancora in ombra, fornendo al lettore gli ultimi “strumenti” di cui necessita per affrontare il climax finale del fumetto.
Nella seguente analisi, come al solito suddivisa in vari paragrafi a seconda dei temi, mi concentrerò principalmente sul personaggio di Eren, cercando di trattare l’argomento inquadrandolo prima nell’ottica generale suggerita dal capitolo 123, per poi scendere nei dettagli.
Un’analisi un pò “Erencentrica” potreste dire, ma a ben pensare, al momento la situazione stessa è Erencentrica. Ragionare sulle azioni ed intenzioni del personaggio, alla luce degli ultimi sviluppi, implica ragionare sull’ultima parte di “vita” del manga in cui stiamo per addentrarci.
Senza ulteriori preamboli, partiamo ad analizzare il capitolo.

— I demoni dell’isola —

Il capitolo si apre con il già preannunciato flashback della gitarella (*cough cough*) a Marley dei nostri simpatici amiconi di Paradis. Il loro scopo è quello di “farsi conoscere” dal mondo, trovare un contatto con quella civiltà più avanzata di un secolo per riuscire a farne parte e confutare tutti gli alienanti preconcetti che descrivono il popolo delle mura come “i demoni dell’isola”.
Dunque, tutta la prima parte del capitolo risulta essere incentrata sull’esplorazione del rapporto fra gli Eldiani di Paradis, Marley ed il resto del mondo.
Concentriamoci principalmente sui due eventi che danno sostanza al flashback e rappresentano la chiave di lettura non solo del capitolo, ma anche di tutta la situazione attuale, comprese le azioni di Eren. I due eventi a cui mi riferisco sono, manco a dirlo, la serata di baldoria all’accampamento, e la conferenza delle nazioni. Entrambi i fatti hanno dei significati chiari ed univoci. La notte da leoni dell’allegra cricca di Paradis nell’accampamento dei rifugiati significa: “al di là del mare o all’interno delle mura siamo tutti uguali”, mentre il talk alla conferenza delle nazioni si traduce con: “fino a quando ogni mio nemico sarà annientato”.
Non è un caso che i due episodi vedano come protagonisti da una parte dei reietti, persone rigettate dalla società, senza casa e sicurezze, incapaci addirittura di parlare la lingua del paese in cui “vivono”, mentre dall’altro chi invece la società la rappresenta.
Pertanto due episodi agli antipodi, la cui finalità è modellizzare l’umanità oltre il mare.
È verosimile che anche quei rifugiati conoscessero e temessero gli eldiani, ma in quel momento, fra tutte le difficoltà dovute al loro involontario soggiorno, hanno trovato nei “demoni dell’isola” un collegamento, un punto d’incontro che risponde al nome di “umanità”, e lo stesso vale per gli eldiani di Paradis. Due popolazioni così diverse, distanti ed al loro primo contatto, nonostante tutto si rivedono l’una nell’altra, riuscendo ad andare oltre le diversità e ad ammazzarsi di alcolici fino a stare male. Certo, è quasi sicuro che quei rifugiati non si fossero accorti della vera identità dei loro compagni di bevute, ma altra cosa altrettanto sicura, è che non si fossero neanche fatti domande sull’etnia di coloro che avevano avuto affianco quella notte. Eldiani o marleyani, poco importa: si trattava di persone che avevano salvato un piccolo componente della loro comunità da morte certa.
Ma all’affresco di utopistica fratellanza appena descritto, Isayama contrappone la dura e fredda realtà, perchè come sappiamo ormai sin dal capitolo 6, “questo è un mondo crudele”.
Tanti uomini in giacca e cravatta sono riuniti in una sala. Uno di loro incita i suoi uditori all’odio verso una popolazione di cui non sa niente, e neanche prova a comprendere. Tutti applaudono.
Problema: quei signori sono a capo delle nazioni di un intero continente, ne fanno le veci, rappresentano in un modo o in un altro la volontà collettiva dei loro stati.
E tutti loro applaudono. Neanche un dissenso.
Il significato della scena è così lampante che neanche Isayama si ferma a commentarla.

La ricerca di un legame con una popolazione tanto ostile, la realizzazione del non essere da soli al mondo.
La speranza del domani, la verità dell’oggi.
Nel mondo non c’è spazio per gli eldiani. C’è spazio per le persone, per gli esseri umani.
Ma non per gli eldiani. Loro sono solo demoni travestiti da uomini, nemici per tutta l’umanità, che per il bene del mondo devono restare in quarantena nella loro isola.

Ed al netto di tutto questo, non è estremamente ironico come tutte le paure del mondo riguardo quei demoni, si stiano effettivamente concretizzando in questo esatto momento?

(comunque sì, mi rendo conto che quella cosa della speranza del domani che ho scritto sopra, sembra presa direttamente da un adattamento di Cannarsi :v)

— Eren Yeager vuole fare un nuovo record in Command and Conquer —

Finalmente, è giunto il momento di scoprire quale fosse il cazzo di piano di Eren. Da quasi due anni ormai ci stiamo chiedendo quali siano le vere intenzioni del possessore del Gigante che Avanza, cosa ne voglia fare del potere di Ymir ed a quale scopo userà la rumbling. Ebbene, il 123 ci dà (apparentemente) la risposta a queste domande: distruggere il mondo. Letteralmente.
Come può esserci qualcuno a discriminare gli eldiani, se non c’è nessun altro essere umano vivo a parte gli eldiani? Ragionamento ineccepibile :v
In realtà il piano già lo sapevamo, Eren lo aveva detto in maniera più sbrigativa nel capitolo scorso, il 122, anche se personalmente non mi aspettavo che “porre fine a questo mondo” fosse da interpretare in senso letterale.
Riflettendo qualche secondo però, è facile rendersi conto che il nostro simpatico protagonista aveva svelato il suo piano ancora prima del capitolo 122, molto tempo fa. Molto molto tempo fa.
Rileggiamo con attenzione le famose parole di Eren che chiudono il capitolo 90 e tutta la prima parte del manga:
“Oltre il mare ci sono i nostri nemici, è esattamente tutto come nei ricordi di mio padre. Vedete? Il nemico è da quella parte. Se li uccidessimo tutti, allora noi… saremo finalmente liberi?”
Beh.
Che.
Dire.
Non c’è neanche bisogno di sottolineare come quanto detto da Eren, ora abbia un sapore completamente diverso. Non più una considerazione estremamente disfattista causata da destabilizzanti rivelazioni, bensì la realizzazione di una dura realtà.
Quale dura realtà? Quella che soltanto uccidendo tutta l’umanità oltre il mare, gli eldiani delle mura potrebbero essere effettivamente liberi. Difatti, dobbiamo tener presente che già all’epoca Eren aveva avuto accesso alla più interessante feature del suo potere da gigante: la preveggenza. Non vi siete dimenticati che Eren si era già spoilerato tutto il futuro toccando la mano di Histroia durante la cerimonia di celebrazione dell’armata ricognitiva, no? Del resto, sarebbe piuttosto difficile dimenticarsi uno dei più grandi plot twist del manga :v.
Nell’ottica del capitolo 123, le sopracitate parole di Eren suonano come una domanda retorica: “davvero uccidere tutti gli uomini oltre il mare è l’unica soluzione?”
In altre parole, con ogni probabilità Eren in quel momento si riferiva alle sue future azioni, quelle che Isayama ci sta mostrando in questi ultimi capitoli, e quindi, al fatto che in futuro avrebbe attivato la marcia dei colossali per uccidere l’intera umanità oltre il mare. Il che ci porta ad un’altra considerazione un pò critica: Eren ucciderà l’intera umanità oltre il mare con la marcia dei colossali.
Lo so, sembra difficile da credere, ed anche io ho i miei dubbi a riguardo. Proviamo però a mettere un attimo in ordine tutte le osservazioni che abbiamo fatto sinora:

1) Eren ha sicuramente visto la conclusione degli eventi attuali del manga, sa come andranno a finire le cose, perlomeno a grosse linee. Per fissare le idee, il risultato della situazione attuale dovrebbe essere quello “scenario” a cui Eren fa riferimento nel capitolo 121.
2) La visione dello “scenario” è avvenuta durante la cerimonia di celebrazione della legione esplorativa, pertanto nel momento in cui Eren pronuncia quelle parole in spiaggia, davanti al mare, è già consapevole di ciò che succederà in futuro, cioè ha già visto lo “scenario”.
3) 3 anni dopo il “beach episode”, Eren sembrerebbe essere in procinto di fare esattamente ciò che aveva detto in quell’occasione, ovvero uccidere tutti i “nemici” oltre il mare.

Al netto di tutto questo, credo che la conclusione a cui siamo arrivati poco fa sia tutt’altro che improbabile. Non siete ancora convinti a riguardo? In tal caso, alle 3 osservazioni di sopra possiamo aggiungerne altre 2, che rafforzano l’ipotesi presa in esame.

4) Nel capitolo 121, Grisha dice esplicitamente che sarà il “desiderio” di Eren a realizzarsi.
5) Nel capitolo 118, dopo essere stati liberati, Armin e Mikasa discutono brevemente riguardo Eren. Nello specifico, Mikasa chiede ad Armin il suo parere sui motivi per cui Eren stia agendo in maniera così controversa: a quale scopo combinare così tanti casini e fare così tanto lo stronzo?
Armin si prende un attimo per riflettere. Indovinate a quale momento ripensa?
Se la risposta è: “al preciso momento di cui stai parlando dall’inizio del paragrafo, ossia quello in cui Eren dice che l’unica opzione per la salvezza per gli eldiani delle mura è massacrare tutto il resto dell’umanità” allora complimenti, avete vinto un milione di dollari :v.
A parte le stronzate, leggendo per la prima volta il capitolo 118, arrivato a quella tavola non sapevo come interpretarla: sembrava fare riferimento a qualcosa di specifico, ma al contempo non riuscivo a trovare l’altro capo del filo. Dunque misi quella scena da parte, etichettandola momentaneamente come una riflessione di Armin sull’effettivo cambiamento in “negativo” dell’amico d’infanzia. Ebbene, credo che il capitolo 123 abbia messo ben in luce “l’altro capo del filo”: Armin in quel momento, ripensando a quelle parole dette in tempi non sospetti, aveva immaginato che non era impossibile che l’Eren attuale avrebbe potuto davvero perseguire quel certo obiettivo. In altre parole, aveva immaginato che il piano di Eren avrebbe potuto essere quello di sterminare tutta l’umanità all’infuori di Paradis. A confermare il fatto che Armin avesse avuto questa illuminazione, ci sono le parole che Isayama fa pronunciare al personaggio immediatamente dopo il flash: “…non può essere.”
Se Isayama ha reputato opportuno mostrare la riflessione del nuovo possessore del Colossale, vuol dire che questa è rilevante per la narrazione. O meglio, sono rilevanti per la narrazione sia la riflessione in sé, sia il contenuto della riflessione, ovvero le fatidiche parole di Eren del capitolo 90.
In altri termini, questo veloce passaggio del capitolo 118 solidifica la base da cui siamo partiti, legittimando la costruzione di tutte le pippe di questo paragrafo e dunque, rafforzando la conclusione a cui siamo arrivati.

Pertanto, l’eventualità che Eren porti veramente a termine il suo piano non è una fantasia così lontana dalla realtà, ma anzi, esistono molteplici ragioni a suo sostegno.
Come ho detto anche sopra però, neanche io sono realmente convinto riguardo la realizzazione di questo scenario, soprattutto per ragioni narrative. Difatti, nel caso davvero succedesse quello che Eren ha annunciato, vorrebbe dire che d’ora in avanti non ci saranno più “twist” radicali nella trama, o comunque, svolte tali da far cambiare sensibilmente il corso degli eventi, rispetto a ciò che ci aspettiamo. Ovviamente, di incidenti di percorso ce ne potrebbero essere comunque, ed anzi è certo che nella realizzazione del piano di Eren si verifichino inaspettate “modifiche della situazione”, ma in ogni caso sapremmo che strada percorrerà il manga. E si badi, il problema narrativo non riguarda il “cosa”: Isayama spoilera continuamente in maniera più o meno velata elementi di trama anche importanti, senza che questo influisca sulla narrazione (due esempi lampanti sono la “profezia” di Grisha a Zeke, e le stesse parole di Eren del capitolo 90) la quale, al contrario, ne giova sempre. Un conto è conoscere la destinazione del viaggio, un altro conto è conoscere la “strada”, per l’appunto. Pertanto, ho dei dubbi riguardo la realizzazione del piano di Eren, ma sono sicuro che Isayama non ci deluderà in nessun caso. Non ci ha deluso per 10 anni, perchè dovrebbe farlo proprio ora? Quindi in definitiva, anche nel caso in cui il futuro del manga sia quello preannunciato da Eren in questo capitolo, sono convinto che il nostro Isa modellerà la situazione in modo da renderla quanto più narrativamente interessante e soddisfacente possibile. Ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di Hajime Isayama :v.

A conclusione di questo ormai lunghissimo paragrafo, per spirito di completezza (per mia sfortuna, sono uno scrupoloso 😕) dobbiamo parlare dell’eventualità opposta a quella finora trattata, ovvero che il reale piano di Eren non sia quello che ha annunciato nel capitolo.
Dal mio punto di vista, al momento ci sarebbe solo un’unica, grande, buona ragione per cui il piano di Eren potrebbe non essere quello “pubblicizzato”, ed è quella di cui ho parlato ampiamente fino a poco fa (ovvero, la potenziale brutta piega che il fumetto potrebbe prendere in termini di “narrazione”, nel caso Eren avesse davvero intenzione di compiere la strage annunciata).
Parlando concretamente, quali elementi potrebbero farci pensare che Eren non voglia percorrere la strada del genocidio? Anche stavolta la risposta è unica, ma in questo caso molto meno solida, dove “molto meno solida” è un eufemismo per dire che è una vera e propria arrampicata sugli specchi :v.
Possiamo pensare che Eren voglia in realtà solo attirare l’attenzione del mondo su sé stesso, farsi identificare come il “nemico pubblico”, ed in questo modo riuscire ad “unificare” ogni popolo sotto un comune obiettivo. Quest’ipotesi si basa sull’osservazione che materialmente, l’annuncio “mentale” di Eren rivolto a tutti i soggetti di Ymir non è molto utile. D’altronde, nessun assassino avverte la polizia prima di andare a commettere un omicidio. La situazione però cambia quando l’assassino in questione ha il pieno controllo della più terrificante e potente arma di distruzione di massa esistente sulla terra, oltre ad una serie di altri poteri che potrebbero rendere un tantino complicato e difficile l’intervento della polizia.
Al momento, ci ritroviamo proprio in questo caso: non c’è nessun motivo materiale per cui Eren dovrebbe dire le sue intenzioni all’intero mondo, ma al contempo, non ci sono neanche motivi per cui non dirle. Ormai il potere che sembrerebbe (e sottolineo “sembrerebbe”, visto che ancora non sappiamo concretamente di quali poteri stiamo parlando) aver raggiunto, dovrebbe essere impossibile da contrastare per qualsiasi altra “cosa” esistente nel mondo di SnK, e pertanto, è Eren che tiene il coltello dalla parte del manico. Un coltello lungo e affilato.
In definitiva, alla domanda “perché annunciare a tutti i soggetti di Ymir le proprie intenzioni?”, possiamo rispondere “perché può permetterselo”. Eren può permettersi di seviziare la sua vittima, torturarla per vedere il dolore, l’angoscia e la disperazione nei suoi occhi. Ne sente il bisogno, allo stesso modo di come la sera dell’attacco a Liberio, sentiva il bisogno di confrontarsi con Reiner, la sua controparte (ovviamente, per motivi diversi).
Non dobbiamo dimenticarci infatti di un importante dettaglio: ci sono delle ragioni per cui Eren punti ad eliminare qualsiasi forma di vita sulla terra, per quanto poco condivisibili o controverse possano essere. Le sue azioni quindi hanno un senso, e nessuno di noi vuole che il senso delle cose che facciamo vada perduto, vero?
Ovviamente, ho volutamente eliminato dal computo delle ragioni, il motivo più importante per cui Eren dovrebbe fare la commare spiattellando a tutti il suo piano, e cioè, i beneamati motivi di narrazione. Isa doveva pur trovare un modo per far capire a noi lettori cosa cazzo voleva fare Eren, no?

Avevo un’altra cosa da scrivere su Eren, ma mi sono rotto le palle. ‘Sto mese è andata molto meh con i tempi dell’analisi, vista la mia testardaggine nel farla ad ogni costo sebbene fossi (e sia) impicciatissimo. Forse il mese prossimo niente analisi, o forse no. Chissà.
Ah comunque alla fine Zeke non è morto (nell’analisi scorsa avevo ipotizzato che sarebbe morto in questo capitolo), non materialmente perlomeno, visto che l’unica vignetta in cui lo vediamo non sembra molto soddisfatto del risultato della situazione. Mi sa che nel prossimo capitolo però, dovremmo realmente dirgli addio. Stavolta vi evito le pippe sentimentali del mese scorso, ormai avete capito che Zeke è il mio personaggio preferito. Devo essere forte.
La pianto qui prima che mi riprenda l’impulso a scrivere cose su questo fottutissimo manga che è da 10 cazzo di anni che non ci delude neanche una volta. Speriamo che finisca presto, non ce la faccio più a NO SCHERZO NON SO COME FARÒ SENZA SNK AIUTO.
Perché dovevi creare un manga così bello Isayama, perchè.

Basta, quest’analisi sta sfociando in un post tragicomico da sbronza presa male.
Ci risentiamo nel prossimo post in cui parlo di una delle mie passioni più grandi che sta per finire.
Ciao.

-Sensei-