Ciao.
Sì, sono il Sensei, e questa è l’analisi di un capitolo di SnK.
Negli ultimi mesi è diventata una vera rarità trovare nello stesso luogo questa specifica coppia di oggetti, pertanto il seguente post rappresenta uno sfuggevole momento da scolpire nella memoria. Oppure uno sfuggevole post spuntato sul vostro feed di fb. Sfuggevole perché sono tante pagine di parole e pippe mentali, quindi tempo rubato per i meme esattamente sotto questo post. Speriamo che almeno non siano meme tt/bt, quelli sarebbero proprio da mettere fuori legge.
…
*cough cough*
…
Credo che queste ultime righe esprimano molto bene il motivo per cui <Sensei, analisi dei capitoli di SnK> sia ormai un raro evento da osservare nell’universo.
Ah sì, quasi dimenticavo, in questo post dovrei analizzare il capitolo 130 di SnK.
Beh, direi che è ora di iniziare.
Come sempre, l’analisi sarà divisa in più paragrafi per aumentare la scorrevolezza della lettura. No scherzo, questo è solo un motivo di facciata. In realtà divido l’analisi in paragrafi per sembrare simpatico dando titoli stupidi ad argomenti importanti. Basta dare una sola occhiata ai titoli per capire che il loro scopo è decisamente NON indirizzare nella lettura gli utenti. Lo ammetto: dare i titoli ai paragrafi è la mia parte preferita della scrittura delle analisi.
Siccome però non voglio far perdere tra le pagine del seguente papiro quei pochi utenti realmente intenzionati di sapere la mia modesta opinione sul capitolo, ecco un breve “indice” dell’analisi (in realtà non è propriamente un indice, spiego solo di cosa trattano i singoli paragrafi, visto che il loro titolo non aiuta nella comprensione):
– L’Alba dei Giganti Nuotanti: sulla struttura del capitolo in generale;
– DSTIWMBWY: sulle relazioni Eren/Historia e Eren/Mikasa;
– ɪdioʊsɪŋkrætɪk: su di Eren, sul suo nuovo Gigante, sul suo vero piano.
(Ve l’avevo detto che lo scopo dei titoli non è facilitare la lettura )
Fine dei preamboli, entriamo subito nel vivo dell’analisi, prima che mi penta di non aver impiegato il mio tempo in altri modi.
— L’alba dei Giganti Nuotanti —
In questo paragrafo mi propongo di dare il mio personale parere sul capitolo 130 in generale, senza concentrarmi sui singoli fatti mostrati, ma considerandolo nella sua interezza, trattando la sua struttura globale. Nelle mie analisi, questa sezione è un rituale che si rinnova ogni mese (*inserire battuta sulla discontinuità del Sensei nel fare le analisi*) e che ciclicamente si conclude con le lodi al nostro Isayama. Purtroppo, il seguente papiro non seguirà la via dei suoi predecessori, dovendo differire notevolmente da essi nella conclusione. È con cuore pesante che questo mese devo scrivere una cosa: il capitolo ha problemi narrativi. Nello specifico, problemi di solidità narrativa.
Andiamo subito al dunque senza girarci intorno: non c’è alcun motivo materiale per cui, nelle circostanze di questo capitolo, sarebbe dovuto partire un flashback di Eren.
La sequenza in questione è molto interessante di per sé, aprendoci nuovi scenari speculativi e facendoci rivedere consolidate ipotesi, ma il modo in cui essa si incastra nella narrazione rende il capitolo molto poco consistente. Il flashback di Eren inizia da un momento all’altro senza un adeguato “trigger” o espediente narrativo che possa legittimare il salto nel passato, e così il flashback rimane sospeso nelle tavole, senza una fattuale contestualizzazione negli eventi del capitolo.
Per esplicare meglio quanto sto dicendo, porto degli esempi pratici di transizioni al passato ben contestualizzate, ovviamente sempre in SnK. Il materiale che posso prendere come testimonianza è tanto, Isayama è sempre stato magistralmente bravo nel collegare presente e passato, per cui sceglierò due dei casi più recenti a nostra disposizione: il flashback di Zeke nel capitolo 115 e quello di Grisha nella sequenza di capitoli 120/121/122.
Per quanto riguarda il primo caso, il “trigger” che porta dal presente al passato è lo stato morente in cui si trova Zeke: quel flashback si contestualizza concretamente come “film della vita” che scorre nella testa di un individuo negli attimi prima dell’ultimo respiro.
Il secondo caso, il flashback più esotico in assoluto di SnK, si presenta come un vero e proprio viaggio dei fratelli Yeager nelle memorie di Grisha, e dunque il trigger ricercato risiede nella “fusione” narrativa fra passato e presente.
Parlando invece di questo capitolo, qual è l’elemento narrativo che funge da trigger per il flashback? Il gabbiano che vola sopra la nave?
Naturalmente, esiste una ragione che ha portato Isayama ad inserire la sequenza in esame nel capitolo, che sebbene non abbia una contestualizzazione, ha senso di stare nelle 46 tavole di questo mese.
Difatti, notiamo come la funzione del capitolo 130 sia quella di materializzare le intenzioni e le azioni di Eren, darci prova della forza della sua avanzata, materiale ed ideologica, in vista dell’ormai sempre più vicina “battaglia” finale. Da questo punto di vista, una sequenza che mostrasse alcuni significativi retroscena del piano di Eren era necessaria per rendere al meglio il messaggio del capitolo, che altrimenti avrebbe deficitato di contesto. Questo equivale a dire che, nei fatti, Isayama ha scelto di introdurre senza contesto un flashback, in modo tale da dare contesto all’inizio del massacro di Eren che vediamo nelle tavole finali, che a loro volta daranno concretezza alla prossima fase finale del fumetto.
Per completezza, osserviamo anche che il capitolo si snoda principalmente in tre fasi, che possono essere brevemente riassunte:
– Annie dice che non vuole più uccidere nessuno, associandosi alla volontà di Hanji & co. di voler agire per salvare migliaia di persone innocenti;
– Flashback in cui viene resa esplicita la volontà di Eren nel compiere un genocidio che ucciderebbe migliaia di persone innocenti;
– I Giganti Colossali arrivano alla costa di Marley: inizia il genocidio di Eren.
Dunque, è innegabile che il flashback ed in generale tutto il capitolo di questo mese avesse un obiettivo ben preciso, volendo trasmettere un certo messaggio al lettore (come ogni capitolo di SnK, del resto) e delineando il percorso per i prossimi numeri. Ciononostante, rimane il fatto che il tuffo nel passato manca di contestualizzazione, e ciò toglie al 130 molti punti, rendendolo un capitolo con non molta solidità narrativa.
Non avrei mai pensato che in un’analisi di SnK avrei dovuto parlare di alcuni difetti narrativi. Ovviamente, nulla di grave, il capitolo 130 rimane comunque un capitolo dignitoso con la solita regia da sbrodata incontrollata (vedasi per esempio la transizione di scena del beneamato flashback di cui stiamo parlando da due pagine).
Però.
Però siamo a fine fumetto.
Spero tantissimo che questo fosse un caso isolato, ed il flashback tirato fuori dal cilindro sia stata una scelta narrativa obbligata in vista degli eventi del prossimo volume.
Spero.
— DSTIWMBWY (ovvero il paragrafo di Histroia) —
Prima di leggere questo capitolo, c’era una specifica teoria sul manga che mi faceva non poco ridere (o perlomeno sorridere), quella secondo cui il vero padre del figlio di Historia fosse Eren. Fino al capitolo 129 non c’era alcun motivo interno per attribuire ad Eren la paternità del bambino, solo il pensiero che fosse “impossibile” che il padre potesse essere un personaggio anonimo come il contadino indicato da Historia. Insomma, un’ipotesi con prove solide quanto quelle a supporto delle ship Levi x *qualsiasi personaggio di sesso maschile di SnK*. O quanto quelle della teoria del loop (). Ma a volte succede che alcune teoriedelcazzo© escano dal loro stato di teoriedelcazzo©, e dopo questo capitolo, bisogna ammettere che la teoria di Historia incintata da Eren abbia preso molti punti, diventando a tutti gli effetti un’ipotesi doverosa da prendere in considerazione.
Consideriamo la sequenza del dialogo fra Eren ed Historia. Osserviamo che nel momento in cui il discorso fra i due passa sul personale, questo viene alternato da una parte del dialogo fra Zeke ed Eren avvenuto durante il soggiorno di quest’ultimo nell’ospedale psichiatrico di Liberio. La cosa fondamentale da dover notare, è che i due fratelli nelle scene mostrate stanno parlando di Mikasa, più nello specifico, del fatto che Mikasa provi genuinamente qualcosa per Eren, e che i suoi sentimenti non dipendano dall’essere un Ackerman. Risulta quindi lampante l’intenzione che ha la giustapposizione delle due scene: focalizzarsi sui sentimenti di Eren verso Historia e Mikasa, mettendo a confronto il suo rapporto con le due. Nella scena del dialogo con Historia, Eren parla apertamente del suo piano con la regina, sembra essere in intimità con lei mostrando molta fiducia nei suoi confronti. Insomma, un dialogo che sembra ci voglia far vedere quanto sia profondo il rapporto fra Eren e Historia. Al contrario, nel dialogo con Zeke (che più che un “dialogo” è un monologo di Zeke stesso), Eren è freddissimo, a tratti quasi imbarazzato nel sentire le parole del fratellone: non una parola esce dalla sua bocca, sguardo verso il basso, occhi che scrutano un vuoto infinito nella speranza di concludere il discorso il prima possibile, tutto mentre Zeke parla di quanto Mikasa voglia fare con lui cose rated 18+. Chicca finale: alla domanda di Zeke: “tu che cosa provi [per Mikasa]?”, segue la fredda risposta di Eren: “mi restano al massimo quattro anni da vivere [bruh].”, alternata dalla calda ( ) domanda di Histroia: “cosa penseresti… se avessi un figlio [;))))]?”.
Insomma, da una parte abbiamo un Eren molto aperto ed intimo, dall’altra lo stesso personaggio con un aspetto marmoreo, che non mostra alcun segno di coinvolgimento: due scene parallele con dei finali (apparentemente) agli antipodi, che nella loro diversità sembra vogliano dirci qualcosa. Ma cosa?
Le interpretazioni possibili sul modo di comportarsi di Eren nelle due situazioni sono molte, ma ognuna di esse si concretizza nella trama in due modi distinti:
– Eren ha ingravidato Historia ma voleva sinceramente capire che cosa provasse realmente per lui Mikasa (cioè, se quello di Mikasa fosse amore o una sorta di “dovere” dettato dal suo sangue);
– Eren né ha ingravidato Historia né ha voluto aprirsi con Mikasa, probabilmente perché gli rimangono solo quattro anni da vivere ed avrebbe portato dolore sia all’una che all’altra se si fosse avvicinato troppo per poi morire dopo (relativamente) poco.
Per il modo in cui Isayama ha posto le due diverse situazioni, sembra che l’ipotesi più papabile sia la prima, la quale perlomeno rappresenta l’idea che l’autore vuole insinuare nei lettori. Difatti, anche se scoprissimo che lo scenario più vicino alla realtà dei fatti fosse equivalente a quello espresso nella seconda ipotesi, rimarrebbe comunque vero ed indubbio che Isayama con questa sequenza del capitolo 130, abbia voluto far prendere in considerazione ai lettori la possibilità che il figlio di Historia fosse di Eren.
Ciononostante, se mi chiedeste per quale delle due opzioni parteggio, in maniera molto onesta vi risponderei che sono indeciso. Subito dopo aver letto il capitolo, sono stato più propenso per la prima opzione, però ripensando alla questione a mente fredda, trovo che la seconda opzione sia ancora valida (dico “ancora” perché “Historia sa tutto ma il padre di suo figlio non è Eren” era l’ipotesi più quotata sul rapporto fra i due personaggi fino al 129). Nello specifico, la chiave di lettura di tutta la sequenza, risiede nelle parole di Eren sul suo poco tempo da vivere, seguite dalla domanda di Historia sull’avere un bambino. Come interpretare questa giustapposizione?
Come domanda e risposta (i.e. H: “Eren hai per caso dello sperma da prestarmi per fare un figlio?”, E: “scusa ma non posso, fra quattro anni crepo”)?
Oppure come risposta indiretta al dubbio sollevato dalla sequenza (i.e. che Eren ha effettivamente ingravidato Histroia senza aver compreso i sentimenti di Mikasa)?
A questo punto, non saprei proprio per cosa propendere, dal momento che entrambi gli scenari appaiono verosimili.
In conclusione, faccio notare un’ultima cosa. Eren sembra comunque essere interessato a capire cosa Mikasa provi realmente per lui, provando prima a chiederglielo direttamente, e poi cercando di capire se ci potesse essere qualche correlazione fra il comportamento della ragazza ed il sangue degli Ackerman. Inoltre, sempre dal flashback, sappiamo con sicurezza che Eren tiene molto a Mikasa, provando per lei un sentimento di forte affetto, perlomeno (“voglio che vivano a lungo e felici…”). Come possono inserirsi queste osservazioni nel ragionamento sul triangolo Eren-Mikasa-Historia? Onestamente, non ne ho idea. L’unica cosa su cui sono sicuro, è che durante il confronto finale, il rapporto di Eren con Mikasa ed Historia sarà nuovamente intrecciato (in termini narrativi) e giocherà un ruolo cruciale per lo svolgimento degli eventi.
— ɪdioʊsɪŋkrætɪk —
Credo che sia obbligatorio dedicare un paragrafo al personaggio di Eren. Partiamo innanzitutto con l’analisi del Gigante, per poi passare a parlare delle sue intenzioni.
Con questo capitolo, abbiamo finalmente avuto modo di vedere come appare la parte anteriore del Gigante Progenitore, grazie alla quale ora abbiamo una visione completa del suo design. Anche questa volta, Isayama non tradisce il suo distintivissimo stile nella caratterizzazione grafica dei Giganti, donando al lettore l’ennesimo Gigante con fattezze tanto strane, creepy e grottesche, quanto unico e memorabile. Il design è semplicissimo: si tratta di uno scheletro gigantesco, con una colonna vertebrale di grandezza estremamente maggiore rispetto al resto del “corpo”, la cui parte anteriore risulta essere appesa a penzoloni all’ultima abnorme vertebra.
Naturalmente, la gigantesca () colonna vertebrale, richiama fortemente la struttura del mitologico essere vermiforme che donò il potere dei Giganti ad Ymir Fritz, ma questo dettaglio già l’avevamo notato nel capitolo 123, dunque non vi ci soffermeremo. La vera parte interessante del design riguarda la parte “nuova” dello scheletro, quella rivelata dal capitolo di cui stiamo discutendo, ovvero per l’appunto, la parte anteriore del Gigante.
Osservando attentamente la doppia tavola finale del capitolo, si può notare che il busto di Eren è collegato alla colonna vertebrale tramite quelli che sembrano dei sottili tendini, che partono dagli “spuntoni” uscenti dalle vertebre per attaccarsi (sembrerebbe) a gomiti e collo. L’immagine che ne risulta è questa: un busto cadente attaccato in maniera instabile al resto del corpo e tenuto in posizione rigida grazie ad una serie di fili. Il primissimo collegamento che viene in mente alla vista di un simile “oggetto”, è quello con un burattino, tenuto in piedi e fatto muovere a distanza da dei fili, secondo la volontà del proprio padrone. Possiamo quindi farci la prima legittima domanda del paragrafo: “chi è il burattinaio?”.
Visto il design del gigante e considerando che di fatto è Ymir ad aver “approvato” la marcia dei colossali, potremmo chiederci se non sia in realtà Ymir stessa ad avere il controllo di quel Gigante, usando Eren come mezzo per portare avanti l’attacco. Tuttavia, ci ricordiamo del fatto che la marcia sta seguendo un percorso già preparato in precedenza da Eren (deve necessariamente essere così, vista l’importanza centrale che ha avuto questo dettaglio nella preparazione del piano di Armin & co.) e questo è sufficiente per confermare che effettivamente sia Eren ad avere il controllo dei Giganti (sia dei Colossali che di quello in cui si trova). In realtà sarebbe bastata anche solo l’osservazione che Isayama avesse fatto indicare ai soldati quel gigante come “il Gigante dell’Avanzata”, o la ricorrenza con cui viene citata la famosa frase di Eren del capitolo 2 (“Li ucciderò tutti… finché non ne sarà rimasto nemmeno uno”), o anche solo la presenza del flashback riguardante il protagonista: il tutto concorre a sottolineare la responsabilità diretta e la volontà di Eren nel compiere l’omicidio di massa a cui stiamo assistendo.
Detto ciò, si pone in maniera naturale la seconda domanda del paragrafo: “Ma quindi, realmente il piano di Eren è quello di sterminare l’intera umanità al di fuori di Paradis?”
Fino al capitolo precedente, quel che volesse fare Eren con la marcia dei colossali era legittimamente messo in dubbio da tutta la community. Se da un lato l’intenzione di distruggere il mondo annunciata nel capitolo 123 aveva la sua ragion d’essere per un’infinità di motivi, dall’altro vi si riscontravano problemi meta-narrativi. Senza scendere troppo nel dettaglio (ne ho già parlato molto approfonditamente nell’analisi del capitolo 123, se volete maggiori dettagli su quanto sto per dire potete dare un’occhiata a quel vecchio papiro), sapevamo dalle parole di Grisha che Eren sarebbe riuscito a realizzare il suo sogno, e se avesse realmente voluto distruggere il mondo, allora questo sarebbe successo indipendentemente da ciò che sarebbe successo in seguito nel manga: questo fatto implica l’assenza di importanti stravolgimenti di trama da lì in avanti, e avrebbe rischiato di “appiattire” il climax del fumetto. Tale osservazione (che io ho esplicitato materialmente, ma che nella community centinaia di utenti hanno contemplato implicitamente) ha portato la maggior parte della community a credere che Eren non volesse realmente sterminare l’umanità fuori da Paradis, e che questa intenzione fosse solo una copertura per il suo vero piano. Qual è il suo vero piano allora? Anche solo un mezzo secondo all’interno di qualsiasi community internazionale di SnK era abbastanza per capire quale fosse la volontà del popolo: Eren stava facendo finta di sterminare l’umanità per farsi vedere al mondo come il nemico pubblico, l’uomo da abbattere e su cui concentrare tutto l’odio e la vendetta, a favore degli abitanti dell’isola di Paradis che sarebbero stati “scagionati” da qualsiasi “colpa” dal resto dell’umanità (parlai anche di questa possibilità nell’analisi del capitolo 123).
Tuttavia, il capitolo 130 sembra rimettere in chiaro la volontà di Eren espressa nel 123, ed anzi, sottolinea la determinazione con la quale il Gigante dell’Avanzata stia perseguendo il genocidio di massa. Ergo, l’ipotesi del “piano di facciata” perde moltissimi punti, diventando una teoria in “via d’estinzione”. Lo vogliamo dimostrare? Ok, lo dimostriamo.
Supponiamo per assurdo che il piano di Eren non sia realmente il genocidio dell’umanità, e che in questo momento stia solo fingendo di voler distruggere il mondo: allora è necessario supporre anche che questo capitolo sia costruito in maniera appositamente misleading, al fine di sviare il lettore verso una direzione presumibilmente sbagliata (cioè, lo scenario di Eren che distrugge il mondo). Se così fosse, anche le scene del flashback sarebbero dovute essere fuorvianti, e quindi Eren, nei momenti raccontati dall’analessi, avrebbe mentito sia a Floch che a Historia. Ma possiamo ipotizzare in maniera legale solo che Eren possa aver mentito a Floch, mentre con Historia arriviamo ad una contraddizione, o perlomeno ad una situazione con davvero molto poco senso. Difatti, non c’è nessun motivo logico per cui Eren avrebbe dovuto mentire ad Historia, visto che in principio non c’era neppure alcuna ragione affinchè Eren parlasse ad Historia del suo piano. Certo, Isayama non ci ha mostrato materialmente la scena in cui Eren dice chiaramente ad Historia di voler distruggere il mondo (come avviene con Floch), e quindi si potrebbe ipotizzare che la reazione di Historia mostrata sia quella al vero piano di Eren, in definitiva quindi, che quella sequenza sia frutto di un fraudolento taglia e cuci. Ma questo non può essere possibile, perché nel discorso con Historia, Eren si riferisce comunque al genocidio dell’umanità come al suo unico piano.
Pertanto, non ci resta che ipotizzare che Eren abbia detto ad Historia un piano falso senza alcun motivo apparente, oppure al fine di manipolarla per arrivare ad un certo obiettivo. Sul primo caso non c’è niente da dire, visto che è semplicemente un “perché sì”. Per quando riguarda la possibilità della manipolazione, stiamo supponendo che Eren abbia di sua spontanea volontà introdotto Historia in un suo piano segreto per trarne un vantaggio personale (o comunque, sempre in termini del suo piano super segreto). Tuttavia questa supposizione ha dell’assurdo, considerando che pur di lasciare fuori dal suo piano Mikasa ed Armin, le persone a cui presumibilmente tiene maggiormente, è arrivato al punto di dire a Mikasa “ti ho sempre odiata” e di fare a botte con Armin. Con questo, la “dimostrazione” può dirsi conclusa.
A margine, aggiungo un’altra “piccola” considerazione personale per rafforzare le tesi sopra esposte: Isayama non ci ha mai “mentito” in nessun capitolo di SnK, anche quando “non mentire” era sinonimo di “spoilerare”. Non sarebbe nel suo stile fare un capitolo pensato appositamente per ingannare i lettori, spingendoli nel verso sbagliato.
Il messaggio contenuto nel capitolo 130 è chiaro e distinto: Eren vuole distruggere il mondo.
I dubbi dovrebbero essere molto pochi a questo punto.
Ritorna però il “problema” della narrazione: stiamo davvero osservando un treno in corsa su un binario che porta verso un dirupo? La mia risposta è la stessa di quella del paragrafo precedente: non ne ho idea.
Da un lato credo che ormai sia quasi certo che Eren voglia davvero distruggere il mondo, dall’altro non so realmente cosa possa esserci dietro l’angolo. Quindi sospendo il mio giudizio, rimettendomi alla penna di Nostro Signore Isayama.
Con questo, non ho più nulla da dire sul capitolo.
L’analisi finisce così, senza nessuna ipotesi figa o spoiler prepotente sui capitoli futuri. Addirittura, due paragrafi su tre sono finiti con “non ne ho idea”.
E pensare che a Luglio dell’anno scorso, nel post di commento al capitolo 119 anticipai l’intera struttura del volume 30 (composto da quello stesso capitolo e dai 3 successivi), spoilerando che nel capitolo 122 sarebbe iniziata la marcia dei colossali.
Da notare anche come al contrario delle solite analisi, in uno dei paragrafi sottolineo un problema del capitolo. Ricapitolando, un’analisi di tre paragrafi di cui uno contiene una critica vera al capitolo, e gli altri due sono così inconcludenti che terminano con un “non ne ho idea”. Perfetto, direi.
Chissà che cosa avrebbe scritto il Sensei dell’anno scorso nell’analisi del capitolo 130.
Anzi. Chissà cosa avrebbe scritto il Sensei attuale nelle analisi dei capitoli dell’anno scorso.
Sapete, credo che questa potrebbe essere l’ultima analisi che scrivo su un capitolo di Shingeki no Kyojin.
Ci sarà un’analisi per il capitolo 131? No, non credo.
E per il 132? Non saprei, ma solo il pensiero di mettermi a scrivere un nuovo post di 7+ pagine, mi appesantisce lo stomaco in maniera non indifferente.
Penso di abbandonare il format delle “analisi” dopo questa che state leggendo, non tanto perché non ho più abbastanza tempo per scrivere altri papiri di 7 pagine, quanto perché non ho voglia di spendere altro tempo per scrivere suddetti papiri.
Forse è la volta buona per passare a fare post sintetici su singoli argomenti, oppure è la volta buona per sparire completamente dalla faccia dell’internet. Ah già, quasi dimenticavo: è da due anni che mi impongo di fare articoletti sintetici su SnK, trovandomi sempre misteriosamente a pagina 5.
Credo di sapere il finale di questa storia.
Finale triste.
Un po’ me l’aspettavo.
-Sensei-
P.S. Non vorrei rovinare la drammaticità del finale dell’analisi, ma mi sono appena ricordato che in realtà avrei dovuto scrivere di una certa previsione sul futuro a cui avevo pensato. Vabbè, sticazzi. Forse scriverò un post veloce a fine mese. Forse.