Ad Aprile provai quattro volte a scrivere l’analisi del capitolo 139: nel migliore dei casi finii di scrivere l’introduzione, nel peggiore interruppi bruscamente la stesura lasciando incompleto il primo periodo. L’unica cosa a cui riuscì a dare forma completa fu la pic allegata a questo post, che doveva essere la copertina dell’analisi.
Per il 9 Settembre 2021 avevo in programma un post breve per ricordare il dodicesimo anniversario dell’uscita del primo capitolo, ma non sono riuscito a completare neanche quello. Stavo cercando le parole giuste per dire che l’unica cosa che mi mancava veramente di Shingeki no Kyojin era Hajime Isayama. Poi mi sono reso conto che il 9 Settembre 2009, Hajime Isayama aveva la stessa età che ho io ora.
Volevo scrivere due paroline fast sul capitolo 138 di Shingeki, giusto per trascrivere ed ampliare tutte le considerazioni che ho fatto nelle 29 live a cui ho partecipato nella scorsa settimana (che sono state davvero 29, non sto esagerando). Poi però nell’ampliare i pareri dati in live mi sono venute in mente altre cose da dire, che hanno triggerato a loro volta altri pensieri e considerazioni. Sì insomma, volevo postare uno di quei grossi elenchi puntati che faccio quando non ho sbatti di scrivere tanto, ma le mie intenzioni sono andate ancora una volta in fumo. Incredibilmente, in 4 anni e mezzo di post su Shingeki, non sono mai riuscito effettivamente ad adeguarmi ai limiti di brevità che io stesso mi auto-imponevo di mese in mese. Beh, guardiamo gli aspetti positivi: perlomeno questa cosa delle analisi lunghissime sta per finire. Non so voi, ma io la vedo come una vittoria assoluta.
Ok, direi che è il caso di iniziare a parlare di cose serie prima di impantanarci definitivamente nei soliti meme. Inizierò considerando il capitolo in generale, andando poi nel dettaglio dei singoli oggetti narrativi di cui ho qualcosa da dire (ovviamente, la struttura è sempre la solita con i paragrafetti dai titoli che vogliono dire tutto e niente). Bando alle ciance.
— Stick vs Rope (ovvero, per quale motivo la battaglia continua) —
Il capitolo 137 sembrava rappresentare la conclusione dello scontro: gli sforzi congiunti e la cooperazione di tutti i soldati e guerrieri (vivi e morti) avevano portato all’esplosione della nuca e del Gigante di Eren. Capitolo 138: la marcia dei colossali è ancora ferma, ma Eren torna alla carica con un prepotentissimo Gigante Colossale ed il centipede continua a fare casini (per inciso, dopo essere sopravvissuto ad una bomba nucleare sul muso). Se Isayama voleva “solo” mostrare la sconfitta di Eren e del centipede, allora quello che abbiamo visto nel capitolo precedente era abbastanza, non trovate? Da qui, sorge spontanea una domanda: “per quale motivo la battaglia continua?” Il quesito può sembrare a prima vista banale, ma ad uno sguardo più attento indica la strada per un’interessante prospettiva narrativa. Partiamo dal caso di Eren, il più facile da trattare perlomeno perché il segmento di battaglia aperto dal 138 si è già concluso. Riusciamo immediatamente a convincerci che lo scontro con Eren è stato “prolungato” affinché fosse Mikasa a dare il colpo di grazia al protagonista, sia per completare il ciclo narrativo del controverso rapporto fra i due, sia in favore dell’evoluzione della stessa Mikasa. Altro importante motivo per cui è stato necessario proseguire la battaglia con Eren: mostrare al lettore il “lungo sogno” di Mikasa (di questo ne parleremo in un paragrafetto verso la fine del post). Passiamo ora al centipede. A che finalità far sopravvivere il centipede e fargli trasformare tutti gli eldiani astanti in Giganti Puri? Di primo impatto, questo sviluppo mi era sembrato estremamente controverso e nocivo per la narrazione, in quanto mette in una posizione difficile le sorti di alcuni personaggi fondamentali. Da una parte abbiamo la trasformazione di Jean e di Connie, due personaggi di un certo calibro la cui conclusione, per quanto toccante e romantica, risulta un po’ economica rispetto alla costruzione narrativa dei due (soprattutto rispetto quella di Jean, personaggio di grandissimo rilievo nella prima parte del fumetto). Dall’altra parte c’è da considerare la trasformazione di Gabi, che è il vero tasto dolente dell’improvviso sviluppo di cui stiamo parlando. Difatti, se nel caso di Jean e Connie l’osservazione fatta è di tipo non qualitativo, per Gabi invece entriamo nella sfera del rigore narrativo. Il problema principale risiede nel rapporto fra Gabi e Falco: il cardine principale di questa relazione risiedeva nella promessa stipulata fra Falco e Reiner nel lontano capitolo 93, rievocata (presumibilmente non a caso) anche pochi capitoli fa, nel 136: “tu salverai Gabi… da questo nostro oscuro destino”. Capite benissimo che nel momento in cui Gabi si trasforma in Gigante, queste fondamentali parole rischiano di perdere ogni valore in quanto sia nel caso in cui Gabi ritorni umana assorbendo uno dei nove, sia in quello in cui la ragazzina rimanga Gigante, Falco non sarebbe in grado di mantenere la promessa (nel primo caso perché Gabi sarebbe vittima della maledizione di Ymir, nel secondo perché banalmente rimarrebbe un Gigante). Ovviamente, nulla impedisce ad Isayama di far prendere una deviazione inaspettata nella relazione tra i due ragazzini, ma in tal caso ci deve essere una ragione per questa scelta, da contestualizzare bene nel prossimo capitolo (ergo ennesimo nodo grosso da sciogliere nel finale). Principalmente per questo motivo, in un primo momento la scelta della trasformazione degli eldiani in stile Ragako mi dava abbastanza prurito al cervello: perché complicare in questo modo la narrazione, specialmente ad un capitolo di distanza? Prima di mettermi a scrivere ero ancora a grattarmi la testa su questo inghippo, ma nel momento esatto in cui ho scritto le prime parole di questo paragrafetto ho posto il problema in un’altra prospettiva Una delle soluzioni più telefonate a cui si può pensare per superare questo impasse è che i signori divenuti Giganti nel 138, tornino umani grazie ad un qualche deus ex machina. Le trasformazioni degli eldiani devono avere una qualche conseguenza materiale nella narrazione, caso contrario rappresenterebbero uno sviluppo non necessario ed evitabile. Pertanto, a mio parere l’ipotesi di riportare umani Gabi & co. senza che le trasformazioni di questi siano servite a qualcosa di concreto, non ha senso. Ciononostante, il pensiero appena esposto si collega in maniera diretta all’idea che mi sono fatto per “risolvere” il problema in esame, che ora riporto senza ulteriori giri di parole: Isayama potrebbe aver fatto trasformare quei certi eldiani in Giganti Puri al fine di mostrare la scomparsa del potere dei Giganti. Cioè non soltanto quegli eldiani tornerebbero umani, ma anche tutti gli altri Giganti Puri ancora in circolazione riprenderebbero le loro fattezze (come per esempio la madre di Connie). Ciò implica inoltre che i possessori dei nove perderebbero la possibilità di trasformarsi, liberandosi tuttavia del peso della maledizioni di Ymir. In tal senso, lo step narrativo effettuato dal capitolo 138 servirebbe nel 139 per fornirci la dimostrazione materiale del fatto che il potere dei Giganti in generale sia scomparso senza distinzioni, e quindi l’impiccio creato dal centipede avrebbe una finalità ben precisa, un senso di esistenza e consistenza narrativa. Ovviamente, ciò non toglie che le modalità in cui sciogliere il potere dei Giganti devono essere ben contestualizzate. Non solo, prendendo in considerazione quanto detto prima su Gabi, se questa dovesse tornare umana per via dello scioglimento del potere, allora uno degli ingranaggi principali nel processo di eliminazione dei Giganti deve essere Falco, che altrimenti non avrebbe fatto nulla per mantenere la promessa (in altre parole, se non fosse lui a salvare Gabi, la promessa perderebbe comunque di senso). Ragionando su questo impiccio, una cosa naturale che si potrebbe pensare è che il potere dei Giganti potrebbe essere collegato alla vita del centipede. Dunque, se Falco deve avere un ruolo nell’eliminazione del potere, ed il potere può presumibilmente essere sciolto uccidendo il centipede, allora Falco potrebbe avere un ruolo di spicco nell’uccidere il centipede. Questo pensiero potrebbe anche andare bene, ma bisogna considerare che il coso luccicante è sopravvissuto ad una bomba atomica, quindi Isayama deve trovare un modo abbastanza convincente per mettere in scena la sua eliminazione. Idea buttata a sentimento: Falco lo porta in volo ad un’altezza elevatissima e lo fa precipitare. Idea buttata a sentimento MA fanfiction: Reiner deve trattenere il centipede affinché si faccia acchiappare da Falco, quindi deve cadere assieme ad esso, quindi deve morire assieme ad esso.
Concludo questa tristemente lunga sezione riportandovi un pensiero nato da un dialogo con ant. Ad Isayama è piaciuto tanto il finale di The Mist (lo dice in uno dei primi post del suo blog), quindi (semi-SPOILER di The Mist) qualcuno dei Giganti potrebbe essere ucciso prima di tornare umano, cioè alcuni personaggi potrebbero morire immediatamente prima della risoluzione finale del problema. Jean e Connie hanno già detto le loro ultime parole e sembra che non abbiano più nulla da fare nel manga. In parole povere, non hanno alcun motivo per “tornare”. A voi le conclusioni, io devo sbrigarmi a finire ‘sto post.
— A Final Waltz (ovvero, il rapporto fra Armin ed Eren) —
Se la relazione fra Gabi e Falco può essere ancora risolta (si veda il paragrafo precedente), non si può dire altrimenti per il rapporto fra Armin ed Eren. Difatti, il capitolo 138 ha decretato la fine di Eren, e con lui anche le speranze dell’illuminante confronto che Armin insegue sin dal capitolo 108. Ahimè, non sapremo mai come Eren avrebbe risposto alla domanda che l’amico avrebbe voluto porgli una volta tirato fuori dal Gigante: “Che cosa ti rende libero?” (capitolo 134). Considerando il modo in cui il rapporto Armin-Eren si è concluso, in questo momento ad Isayama non rimane che contestualizzare la svolta narrativa della relazione, attestando che le cose fra i due non sono andate bene (la stessa cosa che dovrebbe fare se anche le cose fra Gabi e Falco non andassero bene, come già ho detto nel paragrafo di prima). Osserviamo esplicitamente però che, a differenza di Gabi-Falco, nel caso specifico di Eren ed Armin esiste un importante sostegno narrativo su cui si poggia lo sviluppo finale fra i due. Sto facendo riferimento al capitolo 133, in cui Eren porta nei sentieri Armin e tutti gli altri, in modo da parlare con loro prima dello scontro finale. Isayama dà la parola ad Armin, Jean, Connie e Mikasa, permettendo loro di svuotare lo stomaco da tutto ciò che avrebbero voluto dire prima al loro amico. In tal senso, il dialogo finale fra tutti i compagni ricercato sia da Armin che da noi lettori, ci era già stato concesso cinque capitoli fa, ma con una conclusione non proprio conciliante. E così, all’implorazione di Armin di dialogare, Eren risponde: “Finché resteremo fermi sulle nostre convinzioni, saremo destinati a scontrarci. Ci resta solo una cosa da fare… combattere.” Da questo punto di vista, i cazzottoni finali fra Armin ed Eren prendono un sapore più drammatico, celando uno dei temi fondanti di Shingeki nonché lezione molto cara ad Isayama: la comunicazione fra diversi individui è talvolta impossibile. Naturalmente, Armin rimane intenzionato fino alla fine di voler dialogare con Eren, ne è prova il suo discorso sul finire del capitolo 134. Non so cosa ci riserverà il 139, ma credo sia doveroso che quelle parole debbano essere riprese proprio in concomitanza della “contestualizzazione” di cui stavo parlando all’inizio del paragrafo. Da notare che suddetta contestualizzazione rappresenterebbe il finale del rapporto fra Armin ed Eren, la risoluzione narrativa del loro rapporto: come ho detto prima i due personaggi hanno avuto modo di parlare nel 133, ma la loro relazione merita una conclusione, allo stesso modo di quella con Mikasa.
— I’ll wait and soon / I’ll see your smile / In our dream —
Passiamo ora a trattare l’argomento più dibattuto del capitolo, ovvero il sogno di Mikasa. Non mi soffermerò sulla natura del sogno in sé, in quanto credo sia abbastanza ovvio che si tratti di una pura fantasia di Mikasa (in caso non fosse chiaro, ant ne ha parlato in un post sia in questa pagina, sia in quella di Instagram). Ciò di cui invece voglio parlare è il modo in cui il sogno potrebbe ricollegarsi a quello fatto da Eren nel capitolo 1. Partiamo dal principio: perché dovrebbe essere lo stesso sogno? Le Mikasa dei due sogni hanno gli stessi vestiti, gli stessi capelli e dicono le stesse cose, quindi le due situazioni sono di fatto identiche. Pertanto mettendoci nel piano meta narrativo delle intenzioni dell’autore, risulta abbastanza evidente che Isayama, costruendo quella sequenza del capitolo 138, abbia volontariamente rappresentato la stessa Mikasa del sogno di Eren. Detto questo, arriviamo al punto principale del paragrafo: com’è possibile che Eren veda in sogno le stesse fantasie che ha immaginato Mikasa? Onestamente, non ne ho la minima idea. C’è però una strada che si può percorrere per dire qualcosa di sensato, perlomeno più sensato di altro. La presenza di Ymir al momento del bacio fra Mikasa e la testa di Eren deve avere un qualche significato, così come deve avere un significato il sorriso creepy di Ymir stessa. Pertanto, posto che Ymir è l’unico oggetto narrativo in grado di agire “fuori dal tempo” (perlomeno per quel che riguarda i singoli eldiani), è lecito supporre che il sogno di Eren sia stato “causato” proprio da Ymir, in conseguenza dell’essere stata testimone di quell’evento. In altri termini è come se la progenitrice, colpita emotivamente dalla storia a cui sta assistendo, decidesse di rendere partecipe anche Eren della fantasia di Mikasa, facendogli dono del lungo sogno della loro vita insieme. Naturalmente, la tavola in questione rievoca un preciso scorcio del flashback di Ymir (capitolo 122, ripreso anche nel 137 in parallelo alle parole di Zeke), e dunque la scena alla fine del 138 rappresenta uno step importante verso la conclusione del personaggio della progenitrice (come detto nell’analisi del 137, ormai Ymir ha una caratterizzazione che deve essere completata). In quest’ottica, il “regalo” del sogno ad Eren sarebbe da contestualizzare come passaggio conclusivo dell’evoluzione di Ymir. A questo punto è lecito farsi un po’ di domande, prima tra tutte: come potrebbe avvenire materialmente la trasmissione del sogno? Anche qui, non sono in grado di dare risposte univoche. Ogni qualvolta deve essere messo in scena un elemento “fantasy”, ovvero qualcosa di non appartenente al nostro mondo (come per esempio il meccanismo con cui i giganti vengono creati), Isayama sceglie una rappresentazione “concreta” del fenomeno, legata ad una normale attività della nostra realtà (nel caso dei giganti, una bambina li costruisce materialmente con la sabbia in una dimensione in cui il concetto di tempo non esiste). Pertanto, se davvero è stata Ymir a trasmettere la visione di Mikasa ad Eren, allora credo che la soluzione che ci proporrà Isayama sarà del tipo appena esplicato, qualcosa di “reale” in un contesto non reale. Per fare un esempio, potremmo vedere Ymir estrarre dalla sabbia un oggetto importante per Eren e Mikasa (così come fa Armin con la foglia nel 137, oggetto che agli occhi di Zeke è una palla da baseball), per poi farne materialmente dono al piccolo Eren del capitolo 1. Ovviamente, non ho nessun elemento su cui basarmi per quanto appena detto, che più che previsione vuole essere un’esplicazione del concetto che voglio passarvi. Altro spunto su cui riflettere: il discorso che stiamo facendo porta a pensare che Ymir riesca a vedere anche i sogni degli eldiani. In questo caso sfociamo realmente nella speculazione nuda e cruda, quindi non possiamo né confermare né smentire questa osservazione. In realtà tutto quello che ho presentato per spiegare il sogno di Eren è slegato da cose univocamente determinate, perché di fatto non c’è molto di univocamente determinato riguardo ad Ymir e soprattutto ai sentieri. Si tratta quindi di un modo di unire due eventi della trama (sogno di Eren ed immaginazione di Mikasa) la cui connessione è fattualmente riscontrabile, facendo eco a meccanismi già presenti all’interno del manga che al contrario non sono stati precisati. Difatti, stiamo pur sempre parlando di un non possessore del Gigante dell’Avanzata che riceve una visione da un tempo futuro. Non abbiamo mai visto una cosa del genere prima d’ora, ma in realtà non ci sono reali motivi per buttare quest’ipotesi, considerando la flessibilità dell’oggetto narrativo dei paths. Considerando anche che Eren bambino (senza poteri) ha materialmente quella visione, le cose che possiamo fare sono due:
1) ragionare sul problema prendendo in esame le ipotesi più “concrete”; 2) aspettare pazientemente l’uscita dell’ultimo capitolo di Shingeki per vedere come (e SE) Isayama spiegherà quella cosa.
Sarò onesto: se non avessi dovuto scrivere questo post, avrei sicuramente optato per la seconda opzione.
Basta, ho sproloquiato fin troppo. Fine dell’analisi del penultimo capitolo di Shingeki. Ci terrei a sottolineare “penultimo”. Questo vuol dire che il prossimo post lungo che scriverò sarà incentrato sul capitolo finale di Shingeki no Kyojin. A questo punto, la fine è ormai concreta.
Per riprendere il parallelo della precedente analisi, se il mese scorso avevamo varcato la soglia della cantina, ora abbiamo trovato i diari di Grisha. Tutto ciò che dobbiamo fare, è aprire la prima pagina.
Non ho le parole adatte per iniziare a parlare di un capitolo come il 137. Densissimo di eventi gestiti magistralmente, ritmo narrativo incessantemente elevato, tematiche di una sorprendente maturità e, inutile sottolinearlo, importanza cruciale ai fini della trama. Insomma, quello del mese corrente è un capitolo incredibile, sicuramente uno dei migliori di tutta l’opera. Le cose di cui parlare sono tantissime, e non credo di essere in grado di trattare adeguatamente e/o completamente gli infiniti spunti narrativi (e meta-narrativi) che Isayama ci lascia nelle 45 tavole, ma farò del mio meglio per restituirvi un quadro quanto più decentemente accurato sullo stato di Shingeki no Kyojin al capitolo 137.
Ah sì, questa è un’analisi di un capitolo di SnK. Una vera analisi scritta, come non succedeva dal capitolo 130. Purtroppo per me, stavolta non potevo sottrarmi a questo tanto sofferto cimento com’è mio solito fare (chi è più stagionato in questi lidi saprà che non ho esattamente un buon rapporto con la realizzazione di testi del genere), effetto collaterale dei capitoli 11/10 (e del finale incombente). Purtroppo per me.
PREMESSA (AKA il solito disclamer che riscrivo ogni volta un po’ per sgranchirmi le dita un po’ per fare il simpatico): come tutte le altre, anche quest’analisi presenta una suddivisione degli argomenti in paragrafi, sia perché così potete rintracciare subito i topic che vi interessano maggiormente, sia perché in tal modo posso flexare dando titoli strani/meme/nonhocapitoperché a suddetti paragrafi. Da notare come il concetto di “rintracciare i topic interessati” stia al “dare nomi di non immediata comprensione ai paragrafi” come la Russia sta al pluralismo politico.
Fine dei preamboli, partiamo con l’analisi.
— 42 —
Qual è lo scopo della “vita”? Che senso ha vivere? Sono questi i binari su cui si muove il dialogo iniziale fra Zeke ed Armin, due personaggi con prospettive diverse del mondo, plasmate da vite completamente differenti, ma al contempo uniti da una comune sensibilità per la realtà circostante. Il confronto scorre senza attrito, come se fosse il flusso di pensieri di un’unica mente pensante, che nel suo processo di elaborazione mette al vaglio osservazioni razionali e percezioni personali. Anzi, possiamo andare oltre, ed affermare che è lo specifico flusso di pensieri di una specifica mente, ovvero quella dell’autore, Hajime Isayama. Difatti, è impossibile non pensare come quel caldo venticello, quella lettura in un giorno di pioggia e quella passeggiata insieme a degli amici provengano dalla reale esperienza di vita di una persona vera. Immagino che chiunque stia leggendo questo post abbia degli analoghi ricordi, dei momenti di un lontano presente dalla nulla importanza materiale, ma che rivivrebbe all’infinito tale è il loro valore affettivo. Così è anche per Hajime Isayama, che prima di essere il creatore de L’Attacco dei Giganti è una persona con il suo vissuto personale, la sua visione delle cose. Nella prima parte di questo capitolo quello che leggiamo non è solo un dialogo che porta avanti la trama, non è solo lo sviluppo finale di uno dei temi principali del fumetto, ma è soprattutto un’autentica riflessione fatta dalla persona di Hajime Isayama. Qual è lo scopo della “vita”? Che senso ha vivere? Isayama cerca di rispondere a queste domande nella maniera più cristallina ed onesta possibile, senza mai scadere in facile e superficiale retorica. La vita è un organismo il cui unico scopo è un’infinita espansione anelante. Vivere è fatica, morire è liberazione. Ma nonostante questo, la vita è un dono che vale la pena accettare per quegli unici, irripetibili, fugaci momenti di calore che ci fanno inaspettatamente trovare un motivo per far parte di quell’infinita espansione. Un motivo per cui siamo nati in questo mondo. Isayama è sempre stato un autore “presente” nella sua opera in varie formule, principalmente tramite la costante onestà e trasparenza con cui intreccia le fila della narrazione, ma mai prima d’ora avevamo assistito ad un momento così intimamente personale. Mai avevamo visto Isayama così nitidamente all’interno del suo fumetto. Un fumetto che sta per finire. Mi mancherai.
— Primo giorno sulla Terra —
Zeke è morto. Non è una cosa che ci ha stupito, anzi. Ormai è sin dal capitolo 122 che reputo la sua fine solo questione di tempo, l’unico dubbio che rimaneva era sul “quando”. Ad essere onesti, neanche su quello avevo così tanti dubbi all’epoca, pensando che Isayama non avesse più nulla in serbo per il personaggio (se non un saluto finale prima della buonanotte) e che quindi non avrebbe aspettato molto per concluderlo. In questo momento siamo arrivati al terzultimo capitolo, il 137: abbiamo dovuto aspettare 15 mesi per vedere il completamento narrativo di Zeke. Ma ne è valsa la pena.
“Che splendida giornata. Se solo me ne fossi accorto prima… Beh, dopo tutti gli omicidi che ho commesso… Forse chiedo un po’ troppo.”
Nelle sue ultime parole c’è tutta la consapevolezza che una persona può avere su di sé e sulle proprie azioni. Zeke è perfettamente cosciente di tutto ciò che sta succedendo, di tutto ciò che è stato e di tutto ciò che sta per accadere. Il confronto con Armin gli ha permesso di mettere a fuoco un orizzonte che già poteva scrutare, portandolo ad una completa accettazione di sé e del mondo. Sa che ha trascorso la sua vita inseguendo un piano che non si avvererà mai, ma non se ne pente, rimanendo fedele alle sue motivazioni. Sa che per soddisfare i suoi obiettivi ha ucciso centinaia di persone, prendendosi piena responsabilità di ogni singola vita strappata. Sa che, nonostante tutti i dolori provocati dai genitori, è grazie a loro che è venuto al mondo, ed è dunque grazie a loro che ha potuto fare esperienza di tutti quegli istanti che hanno reso la sua vita degna di essere vissuta. Ed è così che il bambino prodigio può scaricare tutti i fardelli gravanti sulle sue spalle sin dalla prima infanzia, deporre la missione di salvare il mondo e riuscire, per la prima volta nella sua vita, a godersi realmente quei fugaci momenti di calore di cui la vita fa dono. Dopodiché, la morte. Fredda, istantanea, intransigente. Credo che sia la fine più romantica ma al contempo brutale di tutto il fumetto.
— Gas gas gas —
Paragrafo non inizialmente preventivato, la cui esistenza è dovuta ad alcune cose che ho letto sull’internet (anche nell’ambito della Locanda) circa il capitolo in generale. Nello specifico, faccio riferimento a molti pareri secondo cui il 137 sia un capitolo rushato o sbrigativo. Personalmente, non sono d’accordo per niente con questo pensiero, al contrario credo che il capitolo abbia una gestione incredibilmente armonica ed equilibrata, andando dritto al punto senza sprecare nessuna tavola o pannello. Difatti, possiamo notare che il capitolo 137 è deputato a svolgere una specifica funzione di trama nel contesto della battaglia finale, che è quella di far accadere gli eventi preparati dal capitolo 136. Guardando la questione da più in alto, possiamo notare come tutto il volume 34 (capitoli dal 135 al 139) finora sia stato costruito scientemente da Isayama in modo da dividere l’azione narrativa fra i vari capitoli: – capitolo 135: inizio della battaglia, introduzione dei task da svolgere (per esempio far esplodere la nuca ad Eren o salvare Armin) al fine di superare lo scontro; – capitolo 136: riposizionamento dei personaggi in modo che ognuno di essi possa portare a termine uno dei task (o un sotto-task) precedentemente introdotti; – capitolo 137: tutti i personaggi portano a termine i task a cui sono stati assegnati, facendo sì che la battaglia si concluda. Pertanto, dal mio punto di vista, giudicare il capitolo 137 come troppo veloce è abbastanza fuori luogo, sia in virtù dello scopo per il cui il capitolo stesso è stato progettato (che ripetiamo essere quello di far accadere le cose), sia di tutta la costruzione narrativa “edificata” dai capitoli 135 e 136. Fine del paragrafo. A proposito di cose rushate e sbrigative, quanto si nota che questo “paragrafo” l’ho scritto controvoglia in 20 minuti netti?
— 4 fanfiction —
Finalmente, il paragrafo delle previsioni. Dico “finalmente” perché voi potreste aver saltato tutto il resto ed essere arrivati qui a costo zero, ma io invece mi sono dovuto accollare sequenzialmente tutte le pippe di tutte i paragrafi precedenti (le analisi non si scrivono da sole, purtroppo). Ok, lo ammetto: potrei avere una certa preferenza per questo paragrafo rispetto a tutti gli altri. Capitemi però, sono le cose che scrivo qui quelle che mi permettono di flexare maggiormente. A patto che riesca a beccare le previsioni, ovviamente. Ora che ho scritto queste cose, sento che farei una discreta figura dimmerda se nemmeno una delle ipotesi nel seguito risultasse essere corretta. Vabbè, in tal caso posso usare la tattica del comico dicendo “eheheh io ve l’avevo detto”. Tutto calcolato. A parte i meme e le paraculate e le paraculate meme, direi che è il caso di iniziare a scrivere qualcosa di serio su Shingeki. In questo paragrafo vorrei concentrarmi sul destino di alcuni personaggi il cui futuro prossimo non è particolarmente immediato da immaginare. Quindi, quei personaggi che dovrebbero fare altro, ma il cui ruolo è ancora oscuro. Cercheremo di delineare i loro ultimi sviluppi, gli ultimi momenti di vita narrativa: praticamente, dove Isayama vuole andare a parare con la costruzione dei personaggi di cui parleremo. Piccola precisazione prima di partire: in generale, ogni previsione non corretta, con il senno di poi, risulta essere una supercazzola più o meno fondata. Ebbene, le previsioni che ho scritto stavolta sono tali che, se si rivelassero non (sufficientemente) corrette, risulterebbero essere così supercazzole da sfociare nell’ambito della fanfiction. La paraculata di prima prende tutto un altro significato ora, vero?
– EREN Questo capitolo vede la conclusione della battaglia contro Eren: la sua nuca è stata fatta esplodere, il suo corpo nuclearizzato dalla trasformazione di Armin e la marcia si è fermata. Ho letto molti pareri secondo cui il nostro protagonista potrebbe essere morto in seguito a tutti i boom kaboom subiti, ma onestamente credo che questa ipotesi sia molto poco plausibile. Difatti, c’è la necessità di uno step finale per chiudere il personaggio di Eren, l’ultimo tassello del suo sviluppo narrativo. Credo che sia abbastanza lampante ed universalmente condivisibile l’osservazione che tale “pezzo” mancante sia legato al rapporto con Armin e Mikasa. Le due parti hanno ancora moltissimo da dirsi a vicenda, specialmente Eren e Mikasa il cui rapporto è particolarmente in bilico sia per il “distruttivo” modo in cui si è concluso il precedente confronto fra i tre, sia per l’attenzione che Isayama ha più volte posto sui veri sentimenti che Eren proverebbe per Mikasa (mi riferisco ad Eren che a Marley chiede quasi esplicitamente a Mikasa cosa provi per lui, e allo stesso Eren che prova a capire la natura dell’interesse dell’Ackerman parlando con Zeke). A tal proposito, non dimentichiamoci della sciarpa di Mikasa, oggetto che dovrà avere una funzione narrativa importante. Anzi, mi correggo: una funzione narrativa importantissima. Difatti, dal mio punto di vista, lo snodo finale del rapporto con Mikasa si baserà proprio su quest’oggetto e alla “mitologia” che vi gira attorno. Mi aspetto un esplicito richiamo al capitolo 50 (quello in cui Eren usa per la prima volta il potere del Progenitore toccando il gigante di Dina) nello specifico, alle parole con cui Eren risponde al ringraziamento di Mikasa di averla avvolta nella sciarpa: “Lo farò ancora… ancora ed ancora. Per sempre.” Non trovate che sia molto calzante con l’attuale situazione di una Mikasa che non riesce/vuole indossare la sciarpa? Da notare che a sua volta quel momento richiama il flashback del primo incontro fra i due, contenuto nel capitolo 6. Insomma, un momento che racchiude il fulcro del loro rapporto. Detto ciò, passiamo ora ad allargare il nostro obiettivo includendo anche Armin nel quadro degli eventi. Vogliamo trovare una delle possibili strade che Isayama potrebbe percorrere per concludere il rapporto del trio, cioè la relazione esistente fra i tre personaggi di Eren, Armin e Mikasa. Su questo punto in realtà non ho ipotesi solide, ma soltanto una certa pippa mentale super citazionista (spero che almeno apprezzerete la fantasia). La prima cosa che mi viene in mente è richiamare un importante episodio del capitolo 11, il primo momento di vera coesione e vicendevole comprensione di Eren, Mikasa ed Armin nel gestire una situazione avversa. Per contestualizzare il ragionamento, faccio un breve riepilogo dello specifico evento a cui mi sto riferendo (se avete già inteso dove voglio andare a parare, potete leggere le prossime righe con la mente su “off”). Sotto le accuse di essere un mostro, Eren è tenuto sotto scacco da dei soldati del Corpo di Guarnigione, terrorizzati dal suo potere da gigante. La prima idea che ha Eren per sciogliere la situazione è quella di fuggire, scappare verso Shiganshina per arrivare alla cantina di Grisha. Mikasa insiste di non poterlo lasciare andare da solo e quindi di volerlo seguire. Armin è impotente, l’unica cosa che può fare è ripensare a tutti i momenti passati in compagnia dei due: se davvero Eren e Mikasa fuggiranno, allora quelli che sta vivendo sono gli ultimi istanti in cui i tre amici d’infanzia saranno insieme (con annesso pannello very toccante che ti fa pensare “oh man, questa cosa è fatta per essere ripresa alla fine”). Ma in realtà, Eren sa che la soluzione da lui proposta è irrealistica e che la crisi può essere risolta in maniera molto più ragionevole. Quindi Armin parla con il corpo di Guarnigione, Pixis interviene dando fiducia ad Eren eccetera eccetera. Torniamo al presente (e su “on” con la mente). Se Eren fosse davvero sconfitto, allora risulterebbe essere circondato ovunque da “nemici”, messo all’angolo dal mondo intero con a suo “sostegno” solo Armin e Mikasa (“sostegno” inteso come “appoggio emotivo”. Ovviamente anche gli altri allegri amichetti si possono dimostrare vicini ad Eren, ma è indubbio come Mikasa ed Armin siano in assoluto le persone con più remore nel prendere un’azione decisa contro di lui). Direi quindi che la corrente situazione “materiale” è piuttosto compatibile con quella del lontano capitolo 11, a parte per le opzioni di Eren e per la gravità della crisi, chiaramente. Pertanto, possiamo dire che esistono gli estremi affinché Isayama possa richiamare quel momento, proporre un parallelo con quell’apparente fine del rapporto fra i tre contestualizzandola negli eventi attuali e dandole la forma di un vero finale (finale per il rapporto fra i tre non per l’intero manga, ovviamente). Dove potrebbe portarci concretamente l’ipotesi che stiamo vagliando? Credo che siamo tutti concordi nel dire che non esista modo in cui Eren possa uscire pulito da quello che ha fatto. Anche Armin e Mikasa lo sanno. Anche Eren stesso lo sa. Nessuna argomentazione di Armin potrà essere in grado di scagionare il responsabile del massacro di gran parte dell’umanità. Così come ho avuto modo di ripetere a più riprese, la mia personale ipotesi è che Mikasa uccida Eren. A sostegno del mio pensiero porto una singola “prova narrativa” (non perché non ce ne siano altre, ma perché al momento è la motivazione più forte che mi passa per la testa): la riflessione di Reiner del capitolo 133:
Reiner: “se fossi io [se Reiner fosse Eren], probabilmente… vorrei che qualcun altro prendesse il potere del Progenitore al posto mio. E se non fosse possibile, vorrei essere fermato. Da qualcuno.” *inquadratura su una Mikasa confusa*
Ah sì, in tutto questo non scordiamoci che nel confronto finale fra i tre ci deve essere uno spazio appositamente dedicato per le cose EreMika di cui abbiamo sopra. Beh che dire, il finale degli EMA sembra essere piuttosto trafficato. Ovviamente, tutto il discorso che abbiamo fatto riguarda il completamento del rapporto con Armin e Mikasa necessario per chiudere Eren, ma la fine narrativa del protagonista deve necessariamente trattare anche altri specifici elementi di trama. Più in dettaglio, nella conclusione di Eren devono essere presenti: – collegamenti ad Ymir (con cui ora sembrano essere bff); – dettagli su Histroia e sulla sua gravidanza; – elementi che ci possano ricollegare al famigerato sogno del capitolo 1. A tal proposito, notiamo esplicitamente che il luogo del delitto, l’albero sulla collina fuori le mura di Shiganshina, viene rievocato da Armin in questo capitolo. Mi verrebbe da dire che è proprio una grande coincidenza. A tre capitoli di distanza, oltretutto. Assurdo.
Come possono tutti questi elementi accostarsi omogeneamente fra di loro? Anzi, saranno proprio questi gli elementi che vedremo per chiudere Eren? Boh. Non ne ho idea. Siamo già andati un bel po’ oltre i ragionamenti ragionati sfociando nell’ambito della speculazione a cavallo fra citazionismi incredibili e fanfiction un po’ melense. Andiamo avanti.
– LEVI Un imprevedibile quanto telefonatissimo sviluppo di trama squassa questo capitolo: Levi uccide Zeke. Così, di botto. Del tipo che si fionda su di lui e lo ammazza con un colpo secco. In una pagina Zeke è vivo, in quella dopo è mortissimo. Zssssssssk. Devo ammettere che dopo il capitolo 136 iniziavo a crederci di meno, considerando la riflessione che aveva fatto Levi sul ruolo dell’armata ricognitiva. Sembrava in effetti essere giunto alla conclusione che strappare vite è un obiettivo non appartenente all’armata ricognitiva, e quindi alla realizzazione che uccidere Zeke era una sua personale ossessione. Dunque, per quale ragione non assecondare la prospettiva appena maturata, ma continuare a farsi guidare dal proprio tormento? La risposta a questa domanda sta proprio nella domanda stessa. Levi è, così come tutti gli altri “figli” di Isayama, un personaggio con una caratterizzazione “tridimensionale”, umanamente sfaccettata. Per quanto forte potesse essere l’epifania, l’intenzione di uccidere Zeke aveva strabordato i confini del semplice “soddisfacimento di una missione”, andando persino anche oltre al desiderio di vendetta: come già detto, Levi nutriva una vera e propria ossessione nei confronti della sua nemesi, non dissimile da quella di Erwin per la cantina. Uccidere Zeke era un prurito insopportabile, Levi non poteva ignorarlo anche se avesse voluto. E dunque finalmente l’ha fatto: Levi ha ucciso Zeke. Ed ora? A parte il materiale risultato dello stop della marcia (cosa irrilevante per la nostra discussione, Levi avrebbe comunque voluto ammazzare Zeke), cos’ha ottenuto Levi dall’uccidere Zeke? Lo abbiamo già (indirettamente) scritto prima: niente. Credo che questa risposta costituirà il punto conclusivo della caratterizzazione di Levi, cioè, il capire per diretta esperienza che lo strenuo inseguimento di una vana ossessione non porti a nulla. Notiamo che sarebbe uno sviluppo finale piuttosto calzante anche perché richiamerebbe la fine del personaggio di Erwin. Infatti, l’ex comandante finisce il suo ciclo narrativo riuscendo a comprendere la vera natura dei suoi “desideri” e quindi a metterli da parte, sacrificandosi per il bene comune e morendo ad un passo dal traguardo. Si può anche dire che Levi abbia “ereditato” la sua ossessione da Erwin, e dunque la conclusione che abbiamo appena descritto è più che consona per il capitano badass più fanfictionato dal fandom. A proposito di fanfiction, notare che anche in questo paragrafetto siamo abbondantemente sfociati in quell’ambito. Bravo Sensei.
– YMIR Sì, anche Ymir deve essere conclusa. Nel corrente volume 34 la progenitrice è stata incredibilmente esposta a livello narrativo, sia per l’importanza avuta nel plot, sia per il focus sulla sua caratterizzazione. Andando nello specifico, in questo capitolo Isayama si sofferma a più riprese sulla “persona” di Ymir, esplicitandone i rimpianti verso il mondo materiale ed il “volere qualcosa” dai suoi discendenti eldiani. Il dado è tratto: la progenitrice necessita una degna conclusione. Non riesco ad immaginare modi specifici in cui verrà gestita la questione di Ymir, ma non posso non collegarla alla soluzione finale del problema dei Giganti: se davvero alla fine vedremo i Giganti scomparire, allora questo evento sarà strettamente connesso alla conclusione della persona di Ymir. “E grazie al cazzo”, si potrebbe dire. Ok, visto che non ho detto niente di interessante, vi concedo una vera piccola previsione (no scam): che sia Ymir la responsabile dell’incontro di Zeke ed Armin con gli amichetti ex shifter? Notiamo infatti la presenza della dea nella scena: certo, potrebbe essere stata inserita solo per esplicitare meglio lo spiegozzo di Armin/Isayama, ma potrebbe anche essere un gancio verso uno sviluppo dell’immediato futuro, oltre che fornire una motivazione un po’ più solida del perché Armin e Zeke incontrano quegli allegri signori poco vivi. Fine paragrafetto. Per mia fortuna stavolta è stato breve e poco fanfictionoso. Evviva.
– REINER Infine, come non pensare anche al nostro amato secondo protagonista del fumetto? Con abnegazione ed eroica determinazione, Reiner sta trattenendo il “centipede” fuoriuscito dalla spina dorsale del Coso Gigante, affinché questi venga travolto dall’esplosione di Armin. Domanda: riuscirà il nostro eroe a sopravvivere alla deflagrazione? Come potrete capire dal solo fatto che abbia dedicato uno spazio apposito per Reiner, la mia risposta è sì, Reiner sopravvivrà. Ma c’è un ma. Facciamo un passetto indietro. Come ho già avuto modo di ribadire più volte in svariate sedi (analisi scritte, live e discussioni sparse sull’internet) io mi aspetto che, come chiusura narrativa del personaggio, Reiner riesca finalmente a trovare la morte, venendo riconosciuto come un “eroe” dall’opinione pubblica (o da “una” opinione pubblica. Insomma, da un bel po’ di gente, cosa non difficile in un mondo in cui l’umanità è stata praticamente decimata). Il motivo per cui una conclusione del genere sarebbe calzante è così lampante nella costruzione del personaggio, che preferisco evitare di spendere troppe parole in merito (in brevissimo: tanta voglia di vivere + le sue ingenue fantasie da bambino. Per maggiori approfondimenti si rileggano i capitoli del suo flashback e le ragioni saranno più che cristalline) e passare subito al fulcro del discorso. Com’è evidente, la situazione in cui si trova al momento Reiner è compatibile con quella della “morte eroica” di cui sopra, MA manca qualcosa. Manca quel poco in più affinché il suo sforzo possa essere incoronato, ed il suo sacrificio possa essere riconosciuto dal mondo (o da quel che ne resta) in modo tale che il vice comandante dei guerrieri possa essere definitivamente consacrato come eroe. Osservazione: in questo momento Reiner si trova da solo assieme alla testa mozzata del Gigante di Eren. Vi suona familiare? La possibilità esiste: Isayama potrebbe rievocare la suggestione visiva della statua di Heros facendone un “live action” con protagonisti Reiner e la testa di Eren gigante. Oltre ad esistere, la possibilità è anche ben concreta considerano che la necessità di avere un vero Heros è uno dei pilastri su cui si poggia narrativamente l’arco di Marley. In altre parole, la figura di Heros dovrà per forza ricomparire nei prossimi due capitoli, e chi meglio può rivestire tale ruolo se non quell’eldiano che da ragazzino, fra un’umiliazione e l’altra, sognava di salvare il mondo diventando un eroe? Take away message: Reiner = nuovo Heros fattuale oggettivo. E dopodiché, il meritato riposo di cui il nostro guerriero ha bisogno. E di cui anch’io ho bisogno, come avrete notato dal fatto che metà di questo paragrafetto è stato “com’è evidente”.
Fine delle previsioni. In realtà ci sarebbe un’altra ipotesi di cui vorrei parlarvi, una che riguarda Armin ed è strettamente collegata al finale. Ad essere onesti, è una congettura estremamente diffusa sull’internet, una cosa a cui io non ho mai creduto, ma che ultimamente sto riprendendo in considerazione per un certo motivo (che saluto con grande affetto). Al momento non mi va di metterla per iscritto sia perché non sono ancora sicuro che gli indizi a disposizione siano abbastanza, sia perché sono all’ottava pagina di questo porcoddue di post. Lasciatemi andare plz.
Bene, direi che possiamo chiudere qui l’analisi del 137, il terzultimo capitolo di Shingeki no Kyojin. Giusto per evitare equivoci, terzultimo capitolo vuol dire che fra due capitoli Shingeki no Kyojin è finito. In altre parole, fra due mesi leggeremo la conclusione del manga “Shingeki no Kyojin – Attack on Titan” di Hajime Isayama, edito da Kodansha dal 9 Settembre 2009. Mi sono realmente reso conto di questa cosa e delle sue implicazioni solo durante la scrittura del paragrafo delle previsioni: rivolgendomi al futuro del manga, non ho potuto non pensare che sta davvero per finire. Fra due mesi finirà tutto, ed a prescindere da qualsiasi supposizione chiunque di noi possa fare, è certo che dal 9 Aprile 2021 in poi, sapremo tutto quello che c’è da sapere su Shingeki no Kyojin. Ora so cos’hanno provato Eren e compagnia nel concretizzare il pensiero di varcare la soglia della cantina.
Ciao, sono il Sensei. C’erano un po’ di cose che volevo dire sul capitolo 135, e considerando che l’uscita del 136 potrebbe essere più vicina di quel che ci aspettiamo (potrebbe venire leakato nella settimana immediatamente successiva a Natale. “Potrebbe”.), non potevo permettermi di farmi sentire a fine mese (come quando scrivevo le analisi sui capitoli).
PREMESSA: questa NON è un’analisi del capitolo 135. Si tratta di uno sciallo post di considerazioni/previsioni/trascrizione di cose dette in live. Come avevo già spiegato nell’ultima analisi fatta (quella del capitolo 130), la sola idea di rimettermi a scrivere approfondimenti di 10 pagine mi appesantisce parecchio. Anyway, se chi sta leggendo questo post è nuovo in quel della Locanda, probabilmente non sa manco a che cosa mi sto riferendo. In tal caso, fate finta che non abbia detto nulla, non è importante per il seguito del post. Per tutti gli altri, non c’è bisogno di spiegazioni: sapete benissimo che lamentarmi dei miei tempi è un rituale che sopraggiunge ogni qualvolta mi metto a scrivere qualcosa più lungo di due righe.
Dunque, dicevamo. Considerazioni sparse sul capitolo 135 di Shingeki no Kyojin. Iniziamo senza ulteriori indugi, altrimenti rischio davvero di fare un’analisi.
— Ah yes, il Diavolo della Terra —
Uno dei dettagli grafici del capitolo che mi ha colpito maggiormente, è la rappresentazione del (presunto) Gigante che attacca a sorpresa Armin (sì, quello della slinguazzata). L’aspetto completo di quel coso non è ancora stato svelato, venendo mostrato soltanto in ombra in lontananza. Eppure, anche solo da questa fugace rappresentazione, è possibile individuare un interessante elemento grafico: il nostro simpaticissimo amico dalla lingua lunga, apparentemente possiede due (piccole) corna sulla testa. La conclusione più naturale a cui si può arrivare (perlomeno, la prima cosa che mi è venuta in mente) è che quel gigante abbia un character design che ricalchi quello di un vero e proprio diavolo. In soldoni: quel gigante ha l’aspetto di un diavolo. Un ulteriore interessante dettaglio che spinge a favore di questa ipotesi, è la lingua biforcuta del Gigante in esame (che si può notare nel pannello in cui il Gigante Satana inserisce di prepotenza suddetta lingua nella bocca di Armin). Difatti, come mi ha fatto notare ant (in una live sul canale Twitch onepiece_it), questa caratteristica fisica potrebbe essere un’associazione ai serpenti, e quindi trasversalmente all’episodio biblico del peccato originale, e di conseguenza a quel cattivone del diavolo. Non c’è bisogno che vi ricordi la storiella del serpente che convince Eva a rubare il frutto proibito, vero? Così come credo che non ci sia neppure bisogno di ricordarvi il modo in cui l’episodio del patto di Ymir Fritz con il Diavolo della Terra venga rappresentato nella propaganda di Marley. Al netto di queste osservazioni, direi che è più che ragionevole unire i puntini in modo tale che formino la figura di un vero diavolo, ironicamente (ma neanche tanto) la stessa rappresentazione con cui vengono da sempre dipinti gli eldiani.
— Eren did nothing (wrong) —
Questo paragrafo vuole essere una piccola parentesi da aprire (e chiudere) velocemente, per precisare una certa cosa che ha creato un po’ di confusione in molti lettori (tipo Kenzo). È stata Ymir ad aver deciso ed attuato l’offensiva degli ex 9 Giganti contro Armin & friends, non Eren. Eren non ha avuto alcun ruolo diretto né nella comparsa dei vecchi Giganti, né nel “rapimento” di Armin. Lo dice anche esplicitamente Armin stesso, mentre è in stato semi-cosciente all’interno del Gigante Satana (o da qualche parte all’interno dello scheletrone di Eren): è Ymir la sola responsabile di tutto ciò che sta avvenendo sull’enorme spina dorsale del Gigante dell’Avanzata. Chiusa parentesi. Era davvero necessario precisare una cosa tanto scontata e lapalissiana? Da quel che leggo in giro sull’internet, sì, era necessario. Molto necessario.
— Finale esplosivo —
Con una serie di bombe attaccate alla nuca ed un ordigno nucleare nei pressi del culo (perlomeno secondo le stime di Levi) dello scheletrone di Eren, non possiamo fare a meno di dire che il finale che ci promette Isayama è una bomba. Letteralmente. Battute tristi a parte, in pieno stile “paragrafo delle predizioni” cerchiamo di capire cosa ne sarà degli esplosivi di Pieck e dell’atomica del Gigante Colossale.
Risposta breve: esploderanno.
Risposta lunga:
– Partiamo dalle bombe che Pieck ha avvolto attorno al collo di Eren. Sicuramente dovranno avere qualche sorta di effetto rilevante sul Gigante, visto che Isayama ce le sta riproponendo da 7 capitoli, e soprattutto che Ymir ne ha prontamente impedito la detonazione, fermando Pieck con il Gigante Martello. Quest’ultima interruzione ha anche una grossa valenza narrativa, dal momento che crea nei lettori un senso di attesa per un avvenimento che prima o poi dovrà avere luogo, preparando il terreno per un climax intorno all’evento. Quindi mi aspetto che le bombe avranno una discreta importanza nello scontro. Quindi mi aspetto che che il kaboom di suddette bombe faccia danni grossi al Gigante di Eren. Parlando delle bombe sul collo, non possiamo non fare ipotesi anche sul ruolo che avrà Pieck in questo contesto. È con cuore duro che devo scrivere queste parole: Pieck potrebbe abbandonarci proprio a causa delle bombe. Il suo destino al momento è appeso ad un filo, anzi, ad un tridente. Lo scenario che vedo maggiormente possibile è quello in cui la nostra best girl si sacrifica per far detonare le bombe, esplodendo insieme ad esse. Una fine cliché ma evergreen per una guerriera che fino all’ultimo ha onorato la sua missione. Mi preparo psicologicamente a sfondare la F.
– Passiamo ad Armin all’interno di satana. Anche lui dovrà fare kabooom fra non molto, ma le cose per il nuovo comandante dell’armata ricognitiva non vanno affatto bene. È completamente in balìa di Ymir, apparentemente l’unica cosa che può fare è aspettare di venire strangolato. Ma per sua fortuna, Armin ha un asso nella manica che gli assicura la salvezza da ogni situazione di pericolo di vita: il plot armor narrativo (). Dunque, Armin in un modo o nell’altro si libererà dalla morsa e dopodiché… esploderà? Non sono sicuro su quali saranno le tempistiche degli eventi, ma credo che il ruolo di Armin nella battaglia sia ben più che nuclearizzare Eren. Nello specifico, il capitolo 135 indirizza il personaggio di Armin verso una direzione che lo possa portare ad un confronto con Ymir. Difatti, il soldato di Paradis è l’unico personaggio ad aver realizzato che Eren non è il solo a voler sterminare l’umanità, che esiste qualcuno di ben più forte da temere, e quindi l’importanza di fare i conti con la progenitrice. Inoltre, in questo momento si trova in una posizione completamente diversa rispetto a quella del gruppo principale, il che lo mette nelle condizioni di poter soddisfare una funzione narrativa distinta da quella di Mikasa and friends. In aggiunta, questo capitolo di per sé impone che ci sia un confronto finale con il personaggio di Ymir, visto il suo esplicito ingresso nella macchina degli eventi. Alla luce di tutto questo, credo che sia quanto meno ragionevole ipotizzare che sia proprio Armin il personaggio designato da Isayama per assumere questo ruolo nel finale del manga. Non riesco ad immaginare che tipo di confronto possa esserci, né in che modo Armin possa riuscire a fermare Ymir, però è certo che il capitolo indichi come percorribile la strada sopra esposta. Arrivati a questo punto però ci chiediamo: “e l’esplosione nucleare? Quando si trasformerà in Gigante Colossale?”. Bella domanda. Sono abbastanza sicuro che entro la fine della battaglia rivedremo il fungo atomico che accompagna l’esplosione del Colossale, ma non so definirne le tempistiche se mettiamo in conto la questione di Ymir. In realtà, ne metterei in dubbio anche l’utilità: a che potrebbe servire il superkaboom se è sufficiente il kaboom alla nuca di Eren? Compito per casa: rispondete voi a questa domanda, che mi sono un po’ rotto le palle di scrivere.
In conclusione, due osservazioni random su cose altrettanto random che non ho avuto modo di inserire nei tre paragrafetti, e che quindi vi butto qui a caso (potrebbe essere una citazione alla prima analisi in assoluto che ho scritto, oppure un modo di chiudere velocemente ‘sto post. A voi la scelta): – Zeke potrebbe essere morto. Personalmente, mi sembra un po’ narrativamente sprecato averlo fatto morire lontano dai riflettori, però la possibilità esiste dal momento che il Gigante Bestia comparso nello scorso capitolo non era altri che un guscio vuoto, esattamente come i Giganti ricreati da Ymir. Forse la condizione in cui al momento si trova Zeke è un ignoto stato che permette ad Ymir di sfruttarne il Gigante anche se il possessore è ancora in vita. Ma da qui in poi, si entra nell’ambito della pura speculazione nuda e cruda. Andiamo oltre. – Ymir avrebbe potuto fermare Armin dal trasformarsi in Gigante semplicemente non creando il suo Gigante. Ricordiamoci che è da Ymir che dipendono materialmente i poteri di tutti i Giganti, e lo stesso Armin nel capitolo 133 si chiede come mai Eren stesse lasciando gli attuali shifters in grado di usare le proprie abilità. Ebbene, Ymir nell’opporsi all’offensiva dell’umanità, sta rispettando le volontà di Eren, lasciando liberi i suoi amici (NOTA: così come i poteri di tutti i Giganti dipendono da Ymir, anche il potere di Eren stesso dipende dalla progenitrice. Ergo, se volesse Ymir potrebbe togliere a Reiner & co. tutti i loro poteri).
Vabbè, basta così. Avevo detto che questo post non sarebbe stato un’analisi, ma a posteriori, quello che ho scritto somiglia un po’ al contenuto di un’analisi. Certo, una di quelle sbrigative e frettolose che uscivano a fine mese, appena in tempo per il capitolo successivo. Scommetto che se togliessi tutti i disclamer e scrivessi all’inizio “ANALISI #135”, voi penserete che sia un’analisi. Di sicuro, esattamente come in una generica analisi, sto tirando i saluti fin troppo per le lunghe. Ultima battuta, davvero.
Ciao, sono il Sensei. Questo mese dovevo necessariamente dire (almeno) una cosa sul capitolo, ma non avevo voglia di fare un’analisi. Quindi provo a fare un post veloce ed indolore, sperando che le mie belle speranze non vadano in fumo.
Suddetta cosa riguarda quello che probabilmente è diventato il topic di discussione più caldo dopo il capitolo 131, e cioè gli uccelli (no, “caldo” ed “uccelli” non compaiono nelle stessa frase per un caso ).
Nell’analisi del capitolo 130, avevo criticato il modo in cui il flashback di Eren venisse contestualizzato all’interno della narrazione del capitolo stesso. Riassumendo brevemente il mio punto di vista, nelle tavole del 130 non ritrovavo alcun elemento narrativo che potesse fungere da “trigger” per transitare al POV di Eren, ergo il salto al passato mi sembrava inconsistente (vi invito a leggere il primo paragrafo dell’analisi del 130 per approfondire meglio la questione). Non contento delle motivazioni materiale date a sostegno della mia tesi, ho fatto anche una battuta:
“[…] qual è l’elemento narrativo che funge da trigger per il flashback? Il gabbiano che vola sopra la nave? :v”
Non riesco ancora a credere come sia possibile che a distanza di un mese da allora, io stia scrivendo un post sul fatto che Eren avrebbe davvero potuto essere nel gabbiano in quel momento.
Il capitolo 131 infatti, non solo ci ripropone lo stesso pattern del 130 facendo partire un nuovo flashback/flusso di coscienza di Eren al passaggio di uno stormo di corvi, ma rincara la dose tratteggiando una connessione fra Eren ed un (altro) gabbiano di passaggio sopra la nave di Armin e compagnia (ultime due tavole). Tre casi di associazione di Eren a dei volatili. Tre di fila, per giunta. Direi che è quindi legittimo pensare che esista una connessione materiale fra Eren ed i volatili in generale. Anzi, gli elementi che abbiamo ci permettono di spingerci oltre, e supporre che Eren riesca a vedere attraverso gli occhi degli uccelli, in un modo o in un altro. Sì lo so, sembra una cosa un sacco assurda, e d’altrocanto esistono argomentazioni per controbattere a quest’ipotesi. Prima fra tutte, l’idea che Isayama usi gli uccelli solo come mezzo registico per transitare ad Eren in quanto animali sinonimo di libertà (non a caso Isayama ha scelto un paio di ali d’uccello come simbolo della legione esplorativa). Da questa prospettiva, gli uccelli servirebbero solo per collegare scene senza Eren a scene con Eren. Tuttavia, questa lettura dell’utilizzo dei volatili è a mio parere incompleta. Notiamo infatti che nei casi di nostro interesse, gli uccelli non segnano una semplice transizione di scena, bensì l’inizio di un flusso di coscienza, l’introduzione del dialogo interiore del personaggio di Eren. Possiamo dire che è quasi come se fossero quegli stessi uccelli a “produrre” le riflessioni, cioè come se Eren fosse (in) quegli uccelli, rievocando il suo passato mentre osserva dall’alto la distruzione provocata dalla marcia. Altra cosa da notare, è che Isayama si focalizza sempre su singoli e specifici uccelli, non su stormi. Il caso da prendere in considerazione è lo stormo di corvi all’inizio del capitolo 131: l’analogia con la libertà era chiarissima anche solo fermandosi al gruppo di uccelli, eppure Isayama va concentrarsi su uno specifico corvo. Per di più, lo zoom in sull’occhio del corvo in questione, sembra anche proporre uno sguardo “all’interno” dell’animale, come se questi fosse una persona con qualcosa da dire. In definitiva, alla luce di tutte le scelte narrative di Isayama che coinvolgono gli uccelli nei capitoli 130-131, la teoria di “Eren è negli uccelli” diventa una cosa da prendere in considerazione. O perlomeno, una cosa che è legittima pensare, anche solo per l’insistenza con cui Isayama utilizzi i volatili come ponte verso Eren. Questa teoria ovviamente non mina in alcun modo l’interpretazione degli uccelli come “mezzo registico”, che quindi rimane valida pur aprendo certi buchi (tipo quello di cui abbiamo parlato nell’analisi del 130).
Vabbè, ho finito le cose da dire. Evviva, questa volta sono stato breve. Circa
-Sensei-
P.S. Spero che dopo il capitolo 132 non dovremo rivalutare anche l’infame teoria del loop. Quello sì che farebbe degenerare malissimo lo già crazy ride in cui ci troviamo.
Ciao. Sì, sono il Sensei, e questa è l’analisi di un capitolo di SnK. Negli ultimi mesi è diventata una vera rarità trovare nello stesso luogo questa specifica coppia di oggetti, pertanto il seguente post rappresenta uno sfuggevole momento da scolpire nella memoria. Oppure uno sfuggevole post spuntato sul vostro feed di fb. Sfuggevole perché sono tante pagine di parole e pippe mentali, quindi tempo rubato per i meme esattamente sotto questo post. Speriamo che almeno non siano meme tt/bt, quelli sarebbero proprio da mettere fuori legge. … *cough cough* … Credo che queste ultime righe esprimano molto bene il motivo per cui <Sensei, analisi dei capitoli di SnK> sia ormai un raro evento da osservare nell’universo. Ah sì, quasi dimenticavo, in questo post dovrei analizzare il capitolo 130 di SnK. Beh, direi che è ora di iniziare.
Come sempre, l’analisi sarà divisa in più paragrafi per aumentare la scorrevolezza della lettura. No scherzo, questo è solo un motivo di facciata. In realtà divido l’analisi in paragrafi per sembrare simpatico dando titoli stupidi ad argomenti importanti. Basta dare una sola occhiata ai titoli per capire che il loro scopo è decisamente NON indirizzare nella lettura gli utenti. Lo ammetto: dare i titoli ai paragrafi è la mia parte preferita della scrittura delle analisi. Siccome però non voglio far perdere tra le pagine del seguente papiro quei pochi utenti realmente intenzionati di sapere la mia modesta opinione sul capitolo, ecco un breve “indice” dell’analisi (in realtà non è propriamente un indice, spiego solo di cosa trattano i singoli paragrafi, visto che il loro titolo non aiuta nella comprensione):
– L’Alba dei Giganti Nuotanti: sulla struttura del capitolo in generale; – DSTIWMBWY: sulle relazioni Eren/Historia e Eren/Mikasa; – ɪdioʊsɪŋkrætɪk: su di Eren, sul suo nuovo Gigante, sul suo vero piano.
(Ve l’avevo detto che lo scopo dei titoli non è facilitare la lettura ) Fine dei preamboli, entriamo subito nel vivo dell’analisi, prima che mi penta di non aver impiegato il mio tempo in altri modi.
— L’alba dei Giganti Nuotanti —
In questo paragrafo mi propongo di dare il mio personale parere sul capitolo 130 in generale, senza concentrarmi sui singoli fatti mostrati, ma considerandolo nella sua interezza, trattando la sua struttura globale. Nelle mie analisi, questa sezione è un rituale che si rinnova ogni mese (*inserire battuta sulla discontinuità del Sensei nel fare le analisi*) e che ciclicamente si conclude con le lodi al nostro Isayama. Purtroppo, il seguente papiro non seguirà la via dei suoi predecessori, dovendo differire notevolmente da essi nella conclusione. È con cuore pesante che questo mese devo scrivere una cosa: il capitolo ha problemi narrativi. Nello specifico, problemi di solidità narrativa. Andiamo subito al dunque senza girarci intorno: non c’è alcun motivo materiale per cui, nelle circostanze di questo capitolo, sarebbe dovuto partire un flashback di Eren. La sequenza in questione è molto interessante di per sé, aprendoci nuovi scenari speculativi e facendoci rivedere consolidate ipotesi, ma il modo in cui essa si incastra nella narrazione rende il capitolo molto poco consistente. Il flashback di Eren inizia da un momento all’altro senza un adeguato “trigger” o espediente narrativo che possa legittimare il salto nel passato, e così il flashback rimane sospeso nelle tavole, senza una fattuale contestualizzazione negli eventi del capitolo. Per esplicare meglio quanto sto dicendo, porto degli esempi pratici di transizioni al passato ben contestualizzate, ovviamente sempre in SnK. Il materiale che posso prendere come testimonianza è tanto, Isayama è sempre stato magistralmente bravo nel collegare presente e passato, per cui sceglierò due dei casi più recenti a nostra disposizione: il flashback di Zeke nel capitolo 115 e quello di Grisha nella sequenza di capitoli 120/121/122. Per quanto riguarda il primo caso, il “trigger” che porta dal presente al passato è lo stato morente in cui si trova Zeke: quel flashback si contestualizza concretamente come “film della vita” che scorre nella testa di un individuo negli attimi prima dell’ultimo respiro. Il secondo caso, il flashback più esotico in assoluto di SnK, si presenta come un vero e proprio viaggio dei fratelli Yeager nelle memorie di Grisha, e dunque il trigger ricercato risiede nella “fusione” narrativa fra passato e presente. Parlando invece di questo capitolo, qual è l’elemento narrativo che funge da trigger per il flashback? Il gabbiano che vola sopra la nave? Naturalmente, esiste una ragione che ha portato Isayama ad inserire la sequenza in esame nel capitolo, che sebbene non abbia una contestualizzazione, ha senso di stare nelle 46 tavole di questo mese. Difatti, notiamo come la funzione del capitolo 130 sia quella di materializzare le intenzioni e le azioni di Eren, darci prova della forza della sua avanzata, materiale ed ideologica, in vista dell’ormai sempre più vicina “battaglia” finale. Da questo punto di vista, una sequenza che mostrasse alcuni significativi retroscena del piano di Eren era necessaria per rendere al meglio il messaggio del capitolo, che altrimenti avrebbe deficitato di contesto. Questo equivale a dire che, nei fatti, Isayama ha scelto di introdurre senza contesto un flashback, in modo tale da dare contesto all’inizio del massacro di Eren che vediamo nelle tavole finali, che a loro volta daranno concretezza alla prossima fase finale del fumetto. Per completezza, osserviamo anche che il capitolo si snoda principalmente in tre fasi, che possono essere brevemente riassunte:
– Annie dice che non vuole più uccidere nessuno, associandosi alla volontà di Hanji & co. di voler agire per salvare migliaia di persone innocenti; – Flashback in cui viene resa esplicita la volontà di Eren nel compiere un genocidio che ucciderebbe migliaia di persone innocenti; – I Giganti Colossali arrivano alla costa di Marley: inizia il genocidio di Eren.
Dunque, è innegabile che il flashback ed in generale tutto il capitolo di questo mese avesse un obiettivo ben preciso, volendo trasmettere un certo messaggio al lettore (come ogni capitolo di SnK, del resto) e delineando il percorso per i prossimi numeri. Ciononostante, rimane il fatto che il tuffo nel passato manca di contestualizzazione, e ciò toglie al 130 molti punti, rendendolo un capitolo con non molta solidità narrativa. Non avrei mai pensato che in un’analisi di SnK avrei dovuto parlare di alcuni difetti narrativi. Ovviamente, nulla di grave, il capitolo 130 rimane comunque un capitolo dignitoso con la solita regia da sbrodata incontrollata (vedasi per esempio la transizione di scena del beneamato flashback di cui stiamo parlando da due pagine). Però. Però siamo a fine fumetto. Spero tantissimo che questo fosse un caso isolato, ed il flashback tirato fuori dal cilindro sia stata una scelta narrativa obbligata in vista degli eventi del prossimo volume. Spero.
– Eren ha ingravidato Historia ma voleva sinceramente capire che cosa provasse realmente per lui Mikasa (cioè, se quello di Mikasa fosse amore o una sorta di “dovere” dettato dal suo sangue); – Eren né ha ingravidato Historia né ha voluto aprirsi con Mikasa, probabilmente perché gli rimangono solo quattro anni da vivere ed avrebbe portato dolore sia all’una che all’altra se si fosse avvicinato troppo per poi morire dopo (relativamente) poco.
Per il modo in cui Isayama ha posto le due diverse situazioni, sembra che l’ipotesi più papabile sia la prima, la quale perlomeno rappresenta l’idea che l’autore vuole insinuare nei lettori. Difatti, anche se scoprissimo che lo scenario più vicino alla realtà dei fatti fosse equivalente a quello espresso nella seconda ipotesi, rimarrebbe comunque vero ed indubbio che Isayama con questa sequenza del capitolo 130, abbia voluto far prendere in considerazione ai lettori la possibilità che il figlio di Historia fosse di Eren. Ciononostante, se mi chiedeste per quale delle due opzioni parteggio, in maniera molto onesta vi risponderei che sono indeciso. Subito dopo aver letto il capitolo, sono stato più propenso per la prima opzione, però ripensando alla questione a mente fredda, trovo che la seconda opzione sia ancora valida (dico “ancora” perché “Historia sa tutto ma il padre di suo figlio non è Eren” era l’ipotesi più quotata sul rapporto fra i due personaggi fino al 129). Nello specifico, la chiave di lettura di tutta la sequenza, risiede nelle parole di Eren sul suo poco tempo da vivere, seguite dalla domanda di Historia sull’avere un bambino. Come interpretare questa giustapposizione? Come domanda e risposta (i.e. H: “Eren hai per caso dello sperma da prestarmi per fare un figlio?”, E: “scusa ma non posso, fra quattro anni crepo”)? Oppure come risposta indiretta al dubbio sollevato dalla sequenza (i.e. che Eren ha effettivamente ingravidato Histroia senza aver compreso i sentimenti di Mikasa)? A questo punto, non saprei proprio per cosa propendere, dal momento che entrambi gli scenari appaiono verosimili. In conclusione, faccio notare un’ultima cosa. Eren sembra comunque essere interessato a capire cosa Mikasa provi realmente per lui, provando prima a chiederglielo direttamente, e poi cercando di capire se ci potesse essere qualche correlazione fra il comportamento della ragazza ed il sangue degli Ackerman. Inoltre, sempre dal flashback, sappiamo con sicurezza che Eren tiene molto a Mikasa, provando per lei un sentimento di forte affetto, perlomeno (“voglio che vivano a lungo e felici…”). Come possono inserirsi queste osservazioni nel ragionamento sul triangolo Eren-Mikasa-Historia? Onestamente, non ne ho idea. L’unica cosa su cui sono sicuro, è che durante il confronto finale, il rapporto di Eren con Mikasa ed Historia sarà nuovamente intrecciato (in termini narrativi) e giocherà un ruolo cruciale per lo svolgimento degli eventi.
— ɪdioʊsɪŋkrætɪk —
Credo che sia obbligatorio dedicare un paragrafo al personaggio di Eren. Partiamo innanzitutto con l’analisi del Gigante, per poi passare a parlare delle sue intenzioni. Con questo capitolo, abbiamo finalmente avuto modo di vedere come appare la parte anteriore del Gigante Progenitore, grazie alla quale ora abbiamo una visione completa del suo design. Anche questa volta, Isayama non tradisce il suo distintivissimo stile nella caratterizzazione grafica dei Giganti, donando al lettore l’ennesimo Gigante con fattezze tanto strane, creepy e grottesche, quanto unico e memorabile. Il design è semplicissimo: si tratta di uno scheletro gigantesco, con una colonna vertebrale di grandezza estremamente maggiore rispetto al resto del “corpo”, la cui parte anteriore risulta essere appesa a penzoloni all’ultima abnorme vertebra. Naturalmente, la gigantesca () colonna vertebrale, richiama fortemente la struttura del mitologico essere vermiforme che donò il potere dei Giganti ad Ymir Fritz, ma questo dettaglio già l’avevamo notato nel capitolo 123, dunque non vi ci soffermeremo. La vera parte interessante del design riguarda la parte “nuova” dello scheletro, quella rivelata dal capitolo di cui stiamo discutendo, ovvero per l’appunto, la parte anteriore del Gigante. Osservando attentamente la doppia tavola finale del capitolo, si può notare che il busto di Eren è collegato alla colonna vertebrale tramite quelli che sembrano dei sottili tendini, che partono dagli “spuntoni” uscenti dalle vertebre per attaccarsi (sembrerebbe) a gomiti e collo. L’immagine che ne risulta è questa: un busto cadente attaccato in maniera instabile al resto del corpo e tenuto in posizione rigida grazie ad una serie di fili. Il primissimo collegamento che viene in mente alla vista di un simile “oggetto”, è quello con un burattino, tenuto in piedi e fatto muovere a distanza da dei fili, secondo la volontà del proprio padrone. Possiamo quindi farci la prima legittima domanda del paragrafo: “chi è il burattinaio?”. Visto il design del gigante e considerando che di fatto è Ymir ad aver “approvato” la marcia dei colossali, potremmo chiederci se non sia in realtà Ymir stessa ad avere il controllo di quel Gigante, usando Eren come mezzo per portare avanti l’attacco. Tuttavia, ci ricordiamo del fatto che la marcia sta seguendo un percorso già preparato in precedenza da Eren (deve necessariamente essere così, vista l’importanza centrale che ha avuto questo dettaglio nella preparazione del piano di Armin & co.) e questo è sufficiente per confermare che effettivamente sia Eren ad avere il controllo dei Giganti (sia dei Colossali che di quello in cui si trova). In realtà sarebbe bastata anche solo l’osservazione che Isayama avesse fatto indicare ai soldati quel gigante come “il Gigante dell’Avanzata”, o la ricorrenza con cui viene citata la famosa frase di Eren del capitolo 2 (“Li ucciderò tutti… finché non ne sarà rimasto nemmeno uno”), o anche solo la presenza del flashback riguardante il protagonista: il tutto concorre a sottolineare la responsabilità diretta e la volontà di Eren nel compiere l’omicidio di massa a cui stiamo assistendo. Detto ciò, si pone in maniera naturale la seconda domanda del paragrafo: “Ma quindi, realmente il piano di Eren è quello di sterminare l’intera umanità al di fuori di Paradis?” Fino al capitolo precedente, quel che volesse fare Eren con la marcia dei colossali era legittimamente messo in dubbio da tutta la community. Se da un lato l’intenzione di distruggere il mondo annunciata nel capitolo 123 aveva la sua ragion d’essere per un’infinità di motivi, dall’altro vi si riscontravano problemi meta-narrativi. Senza scendere troppo nel dettaglio (ne ho già parlato molto approfonditamente nell’analisi del capitolo 123, se volete maggiori dettagli su quanto sto per dire potete dare un’occhiata a quel vecchio papiro), sapevamo dalle parole di Grisha che Eren sarebbe riuscito a realizzare il suo sogno, e se avesse realmente voluto distruggere il mondo, allora questo sarebbe successo indipendentemente da ciò che sarebbe successo in seguito nel manga: questo fatto implica l’assenza di importanti stravolgimenti di trama da lì in avanti, e avrebbe rischiato di “appiattire” il climax del fumetto. Tale osservazione (che io ho esplicitato materialmente, ma che nella community centinaia di utenti hanno contemplato implicitamente) ha portato la maggior parte della community a credere che Eren non volesse realmente sterminare l’umanità fuori da Paradis, e che questa intenzione fosse solo una copertura per il suo vero piano. Qual è il suo vero piano allora? Anche solo un mezzo secondo all’interno di qualsiasi community internazionale di SnK era abbastanza per capire quale fosse la volontà del popolo: Eren stava facendo finta di sterminare l’umanità per farsi vedere al mondo come il nemico pubblico, l’uomo da abbattere e su cui concentrare tutto l’odio e la vendetta, a favore degli abitanti dell’isola di Paradis che sarebbero stati “scagionati” da qualsiasi “colpa” dal resto dell’umanità (parlai anche di questa possibilità nell’analisi del capitolo 123). Tuttavia, il capitolo 130 sembra rimettere in chiaro la volontà di Eren espressa nel 123, ed anzi, sottolinea la determinazione con la quale il Gigante dell’Avanzata stia perseguendo il genocidio di massa. Ergo, l’ipotesi del “piano di facciata” perde moltissimi punti, diventando una teoria in “via d’estinzione”. Lo vogliamo dimostrare? Ok, lo dimostriamo. Supponiamo per assurdo che il piano di Eren non sia realmente il genocidio dell’umanità, e che in questo momento stia solo fingendo di voler distruggere il mondo: allora è necessario supporre anche che questo capitolo sia costruito in maniera appositamente misleading, al fine di sviare il lettore verso una direzione presumibilmente sbagliata (cioè, lo scenario di Eren che distrugge il mondo). Se così fosse, anche le scene del flashback sarebbero dovute essere fuorvianti, e quindi Eren, nei momenti raccontati dall’analessi, avrebbe mentito sia a Floch che a Historia. Ma possiamo ipotizzare in maniera legale solo che Eren possa aver mentito a Floch, mentre con Historia arriviamo ad una contraddizione, o perlomeno ad una situazione con davvero molto poco senso. Difatti, non c’è nessun motivo logico per cui Eren avrebbe dovuto mentire ad Historia, visto che in principio non c’era neppure alcuna ragione affinchè Eren parlasse ad Historia del suo piano. Certo, Isayama non ci ha mostrato materialmente la scena in cui Eren dice chiaramente ad Historia di voler distruggere il mondo (come avviene con Floch), e quindi si potrebbe ipotizzare che la reazione di Historia mostrata sia quella al vero piano di Eren, in definitiva quindi, che quella sequenza sia frutto di un fraudolento taglia e cuci. Ma questo non può essere possibile, perché nel discorso con Historia, Eren si riferisce comunque al genocidio dell’umanità come al suo unico piano. Pertanto, non ci resta che ipotizzare che Eren abbia detto ad Historia un piano falso senza alcun motivo apparente, oppure al fine di manipolarla per arrivare ad un certo obiettivo. Sul primo caso non c’è niente da dire, visto che è semplicemente un “perché sì”. Per quando riguarda la possibilità della manipolazione, stiamo supponendo che Eren abbia di sua spontanea volontà introdotto Historia in un suo piano segreto per trarne un vantaggio personale (o comunque, sempre in termini del suo piano super segreto). Tuttavia questa supposizione ha dell’assurdo, considerando che pur di lasciare fuori dal suo piano Mikasa ed Armin, le persone a cui presumibilmente tiene maggiormente, è arrivato al punto di dire a Mikasa “ti ho sempre odiata” e di fare a botte con Armin. Con questo, la “dimostrazione” può dirsi conclusa. A margine, aggiungo un’altra “piccola” considerazione personale per rafforzare le tesi sopra esposte: Isayama non ci ha mai “mentito” in nessun capitolo di SnK, anche quando “non mentire” era sinonimo di “spoilerare”. Non sarebbe nel suo stile fare un capitolo pensato appositamente per ingannare i lettori, spingendoli nel verso sbagliato. Il messaggio contenuto nel capitolo 130 è chiaro e distinto: Eren vuole distruggere il mondo. I dubbi dovrebbero essere molto pochi a questo punto. Ritorna però il “problema” della narrazione: stiamo davvero osservando un treno in corsa su un binario che porta verso un dirupo? La mia risposta è la stessa di quella del paragrafo precedente: non ne ho idea. Da un lato credo che ormai sia quasi certo che Eren voglia davvero distruggere il mondo, dall’altro non so realmente cosa possa esserci dietro l’angolo. Quindi sospendo il mio giudizio, rimettendomi alla penna di Nostro Signore Isayama.
Con questo, non ho più nulla da dire sul capitolo. L’analisi finisce così, senza nessuna ipotesi figa o spoiler prepotente sui capitoli futuri. Addirittura, due paragrafi su tre sono finiti con “non ne ho idea”. E pensare che a Luglio dell’anno scorso, nel post di commento al capitolo 119 anticipai l’intera struttura del volume 30 (composto da quello stesso capitolo e dai 3 successivi), spoilerando che nel capitolo 122 sarebbe iniziata la marcia dei colossali. Da notare anche come al contrario delle solite analisi, in uno dei paragrafi sottolineo un problema del capitolo. Ricapitolando, un’analisi di tre paragrafi di cui uno contiene una critica vera al capitolo, e gli altri due sono così inconcludenti che terminano con un “non ne ho idea”. Perfetto, direi. Chissà che cosa avrebbe scritto il Sensei dell’anno scorso nell’analisi del capitolo 130. Anzi. Chissà cosa avrebbe scritto il Sensei attuale nelle analisi dei capitoli dell’anno scorso. Sapete, credo che questa potrebbe essere l’ultima analisi che scrivo su un capitolo di Shingeki no Kyojin. Ci sarà un’analisi per il capitolo 131? No, non credo. E per il 132? Non saprei, ma solo il pensiero di mettermi a scrivere un nuovo post di 7+ pagine, mi appesantisce lo stomaco in maniera non indifferente. Penso di abbandonare il format delle “analisi” dopo questa che state leggendo, non tanto perché non ho più abbastanza tempo per scrivere altri papiri di 7 pagine, quanto perché non ho voglia di spendere altro tempo per scrivere suddetti papiri. Forse è la volta buona per passare a fare post sintetici su singoli argomenti, oppure è la volta buona per sparire completamente dalla faccia dell’internet. Ah già, quasi dimenticavo: è da due anni che mi impongo di fare articoletti sintetici su SnK, trovandomi sempre misteriosamente a pagina 5. Credo di sapere il finale di questa storia. Finale triste. Un po’ me l’aspettavo.
-Sensei-
P.S. Non vorrei rovinare la drammaticità del finale dell’analisi, ma mi sono appena ricordato che in realtà avrei dovuto scrivere di una certa previsione sul futuro a cui avevo pensato. Vabbè, sticazzi. Forse scriverò un post veloce a fine mese. Forse.
Ciao. Come state? Tutti vivi, spero. Lo so, è da un po’ che non scrivo qualcosa su SnK in pagina, ma come vi ho già detto in altre occasioni, scrivere il testo di un’analisi o di un altro post alla mia maniera, è molto dispendioso dal momento che mi ritrovo sempre misteriosamente alla decima pagina del documento Word su cui lavoro. Il mese scorso ho avuto modo di sviare il problema portandovi l’analisi del capitolo in live su Twitch (assieme a Jake8, che salutiamo tanto tanto), ma purtroppo, per cause di forza maggiore, in questo momento sono impossibilitato a streammare in qualsiasi modo (con imbarazzanti risultati che chiunque ci segua ha già avuto modo di apprezzare). L’alternativa sarebbe stata girarmi i pollici e far finta di non aver mai scritto analisi e/o post di qualsiasi tipo su SnK finchè suddetta causa di forza maggiore non fosse “switchata” ad OFF, ma così facendo avrei rischiato che il prossimo post sarebbe stato l’analisi dell’ultimo capitolo. Prospettiva poco allettante, non vi pare?
Quindi, ecco a voi il magro compromesso fra un’analisi di 10 pagine ed il nulla: uno scazzato post di discussione. Ricordate: poteva andare peggio
Vabbè, bando alle ciance, iniziamo a parlare di quest’ultimo capitolo di Shingeki no Kyojin. Il seguente, come già detto, è un post di commenti al capitolo, strutturato come al solito in un elenco puntato “in grande” contente mie principali osservazioni.
– MONTAGNE RUSSE Sembra che i giganti colossali guidati da Eren siano già arrivati sull’altra sponda del mare, e che abbiano perfino distrutto alcune città marleyane. Naturalmente, questa osservazione lascia perplessi tanto i protagonisti della scena quanto noi lettori, dal momento che Isayama ci aveva mostrato la marcia come una lenta e ieratica processione. In questo capitolo la situazione cambia drasticamente aspetto, e la minaccia della distruzione del mondo da parte dei giganti colossali si concretizza. Dunque anche il tempo, l’unico vantaggio che il nostro gruppetto aveva nei confronti di Eren, è andato perso: direi che ora sono cazzi non troppo dolci per la nostra nuova gang di amikony . Personalmente, ho apprezzato moltissimo la scelta esattamente per questo motivo, e cioè che ora siamo in una reale emergenza, il fattore “tempo” diventa un elemento rilevante per la narrazione, che ora torna ad essere “bollente”, incalzata da un incombente disastro. Insomma, eccoci di nuovo ai climax di Shingeki no Kyojin. Dopo averci fatto prendere fiato con il volume 31 e con lo scorso capitolo, Isayama prepara noi lettori per un nuovo giro su quelle montagne russe che infinite volte sono state capaci di toglierci il fiato. Consiglio spassionato: godetevi quanto più possibile il prossimo tornante, perchè non ce ne saranno altri. (o perlomeno credo ).
– MAGAT Parlando sempre della prima sequenza, come non dire due cose anche su Magat? Ho trovato estremamente umana la sua disumanità nello scagliarsi contro Yelena, spezzandole un braccio. Ovviamente non mi riferisco al gesto in sé, ma alle motivazioni dietro di esso, a ciò che ha portato il generale di Marley ad agire così d’impulso e così brutalmente. Un uomo rude, freddo, schietto, che (apparentemente) vive solo per il suo lavoro. Un uomo che somiglia più ad una macchina che ad un “uomo”. Quest’ultimo capitolo però, ci ha dimostrato che sotto la fredda faccia austera di Magat esiste un essere umano capace di provare sentimenti sinceri, al di là di ogni missione e/o grado militare. Un uomo che assistendo impotente alla distruzione del suo Paese, non riesce a non trattenere la rabbia, una rabbia vera, che denota la presenza di una persona a tutto tondo dietro la figura di militare. Naturalmente, Isayama non si ricorda del personaggio di Magat solo in questo capitolo, al contrario, nel corso degli eventi più volte ci viene mostrato il lato umano del generale. Certo, non in maniera esplicita come avviene per Jean o Reiner, piuttosto ce ne viene data una dimostrazione in “gocce”, coerentemente con il suo carattere freddo ed austero. Possiamo prendere per esempio un momento del capitolo 117, nello specifico quando il nostro Magat rivede Gabi per la prima volta dopo l’attacco a Liberio: inizialmente la chiama per nome accennando quasi un abbraccio, salvo poi tornare subito al rigido formalismo militare riprendendo ad usare il cognome, e parlandole nelle vesti di suo superiore. Degno di nota è il pannello in mezzo alle due “fasi” della reunion, rappresentante il generale di Marley a denti stretti e sguardo oscurato, a farci intendere che qualcosa si è mosso dentro quella fredda figura, qualcosa che però non può essere portata alla luce. Forse allora non era il momento adatto per lasciarsi andare, o forse, più in generale, Magat non è in grado di esprimersi altrimenti, di far uscire ciò che è davvero. Ma ciò che Isayama ha voluto rendere evidente con quei pochi pannelli, è che in fondo al militare ci sia una persona come tutte le altre. Questo capitolo ne dà dimostrazione finale, portando Magat a concludere quel gesto di conforto accennato nei confronti di Gabi nel capitolo scorso, attraverso l’ammissione delle colpe sue e di tutta Marley (che rappresenta in quanto vertice delle forze armate del regno) verso il popolo di Paradis. I momenti sono molti di più rispetto a quelli che ho riportato, ma in ogni caso si tratta di piccole perle che messe insieme ci restituiscono la persona dietro al personaggio. Non avrei mai pensato che ci sarebbe stato il bisogno di dedicare dello spazio di un’analisi/commento alla caratterizzazione di Magat. È proprio difficile trovare un personaggio con una caratterizzazione non banale (o perlomeno non contestualizzata) in questo manga. Bravo Isayama, anche stavolta 10/10.
– REINER Doveroso spendere due parole anche su Reiner, sia perché è da un bel po’ che non diciamo nulla sul nostro amichetto possessore del Gigante Plot Corazzato (), ma soprattutto per via dell’interessante (seppur breve) momento di “realizzazione” che lo ha colto nel capitolo. Reiner ha finalmente capito il senso di quelle parole nella notte dell’attacco a Liberio, il perché Eren abbia voluto parlare con lui prima di dar inizio alla sua strage. Nel momento di generale insicurezza che precede lo scontro dalle mille variabili con gli Yeageristi, Reiner ha una sola certezza, la stessa certezza che aveva 9 anni prima, appena sbarcato sull’isola di Paradis: continuare ad avanzare. Esattamente come Eren, Reiner ha sempre continuato a portare avanti la sua missione indipendentemente da tutto, da vero soldato, ed anche ora avanzare è l’unica opzione che riesce a contemplare. L’unica opzione che rimane ad un involucro ormai quasi del tutto svuotato e rotto come lui. L’unica opzione che abbia mai voluto seguire, fino al punto da vanificare il senso di ogni altra possibile strada. Ed è in questo momento, ad un passo dal confronto finale, che Reiner comprende di essere uguale alla sua controparte di Paradis: se le parti fossero state invertite, sotto quell’albero fuori dal Wall Maria Eren avrebbe deciso di sfondare le mura, ed in questo esatto momento al largo della costa di Paradis, Reiner starebbe marciando su Marley seguito da migliaia di Giganti Colossali. Due facce della stessa medaglia, tanto diverse quanto uguali allo stesso tempo.
(Ok, frase fatta e già ripetuta in almeno altre 3 analisi/post di discussione/papiri vari su Reiner per togliermi l’impiccio di scrivere una vera conclusione ad effetto ed uscire da ‘sto paragrafo. Già mi sto pentendo di aver voluto scrivere ‘sta roba.)
– TRADITORI L’elemento che rende questo capitolo veramente degno di nota (sottolineato anche dal suo titolo), è la presenza del punto di arrivo del graduale ed incredibilmente naturale gioco di grigi e sfumature che Isayama ha sapientemente sviluppato attraverso tutto il manga, e che dalla saga di Marley in poi si è imposto come focus principale della narrazione (o perlomeno, quello in preponderanza). La tematica della relatività dei punti di vista è arrivata allo stadio finale della sua evoluzione, dando luogo a quello che è il ribaltamento definitivo dell’ambiente narrativo relativo al mondo di Paradis: dopo il passaggio di stato da “uccelli in gabbia” a “cacciatori” con l’attacco a Liberio, ora i nostri protagonisti vestono il ruolo di “traditori”. Ed è così che Armin e Connie si ritrovano ad essere visti da Samuel e Daz con lo stesso sguardo che 4 anni prima era stato riservato a Reiner e Bertolt. Traditori. Eppure tutti e quattro i militari sono ancora indubbiamente compagni, entrambe le coppie riconoscono di esserlo: sebbene gli obiettivi (apparentemente) completamente opposti, Armin, Connie, Samuel e Daz sono ancora uniti da un filo invisibile che li lega da 4 anni, che resiste persino alla conflittualità degli interessi. Probabilmente, Samuel e Daz non hanno avuto neanche il tempo per chiedersi quali fossero le ragioni di questa contrapposizione, cosa muovesse Armin e Connie ad agire apparentemente così irragionevolmente. Insomma, ai loro occhi i due erano solo “traditori”, compagni che hanno tradito la causa comune. Ma Armin e Connie al contrario, sanno benissimo cosa stanno provando i compagni “traditi”, loro hanno già fatto esperienza del sentimento di rabbia ed incredulità che comporta questa situazione. Ciononostante, è arrivato il momento per i due veterani dell’armata ricognitiva di cambiare ruolo, di fare la parte dei “cattivi” pur portando avanti una missione con ragionevoli scopi: è arrivato il momento di fare la parte di Reiner e Bertolt. Questa immedesimazione da parte di Armin e Connie chiude il cerchio della relatività dei punti di vista relativi al contesto di Paradis, che non poteva trovare migliore sviluppo se non quello di mettere gli uni contro gli altri quelli che un tempo erano compagni uniti sotto un unico scopo. La cosa più ironica da considerare riguardo questa osservazione, è che anche ora tutti i militari, Yeageristi e non, stanno combattendo in realtà per lo stesso motivo, ed anzi, più precisamente per lo stesso motivo per cui hanno sempre combattuto, sin da quando il nemico era “i giganti”: la salvezza dell’umanità. Ciò che è cambiato (come anche espresso da Hanji nel capitolo 127) è il differente modo di intendere questa frase.
– PREVISIONI TIME Va bene, passiamo ora a qualcosa che potrebbe interessarvi di più, visto che finora non ho fatto altro che ripetere singoli concetti ma con quanti più giri di parole possibili (). Come da titolo, in questo paragrafo cerchiamo di fare un po’ di previsioni sul futuro, provando a non dire troppe stronzate. In realtà non ho molte cose da scrivere in questa sede, in quanto vorrei concentrarmi solo sull’immediato futuro del manga, cioè su come potrebbe risolversi lo scontro con gli Yeageristi. Quindi se vi aspettavate un paragrafo del tipo “come finirà snk”, mi spiace deludervi ma siete nel posto sbagliato. Inoltre, probabilmente prima dell’uscita del capitolo 129, farò un post in cui dirò la mia sul topic che ormai domina (comprensibilmente) ogni discussione su reddit, per cui a maggior ragione, nel seguito eviterò di trattare l’argomento del finale dell’opera. Fatta quest’inutile precisazione, entriamo nel merito dell’argomento. Come potrebbe risolversi la battaglia con gli Yeageristi? In realtà non ne ho la minima idea (), però c’è un’interessante osservazione che vorrei fare. Nel capitolo 126, mentre Armin e compagnia si stanno allontanando da Shiganshina, da una finestra del forte militare compare una figura in ombra, la cui identità non è ancora stata chiarita. Fra i più papabili al ruolo di “mistery-kun” vi erano Floch e Shadis, ma credo che con questo capitolo i dubbi rimasti siano ormai ben pochi, anche se onestamente, sin dal primo momento era abbastanza chiaro chi fosse quel tizio che casualmente aveva la stessa pelata e gli stessi vestiti di Shadis . Frecciatine al fandom a parte, considerando che Floch non aveva la certezza che Armin & co. fossero alleati con Marley (certezza che al contrario avrebbe avuto se avesse visto la nuova gang di amyketty), allora il nostro uomo è l’unico altro indiziato, ovvero Keith Shadis. Se Isayama ha deciso di farci vedere l’ex leader dell’armata ricognitiva in quella circostanza, vuol dire che avrà necessariamente un ruolo nel futuro immediato, dunque, è ragionevole pensare che Shadis interverrà nel conflitto attuale con gli Yeageristi. Non so quale sarà il suo contributo alla battaglia, ma questa è l’unica opzione possibile per non lasciarsi per strada il tassello “mistery-kun”, che non potrebbe avere altra utilità ai fini della trama. Difatti, Isayama l’ha introdotto legandolo a stretto filo con l’alleanza Eldia/Marley, quindi il suo ruolo nel fumetto non può concretizzarsi in altro modo se non in relazioni ai nostri amiconi interetnici. Considerando che lo step del manga successivo al conflitto con gli Yeageristi è (presumibilmente) il confronto finale con Eren (che impone un completo cambiamento di tutto il contesto, sia “materialmente” in quanto a luogo dell’azione, sia in quanto a focus narrativo), direi che la fase attuale è l’unico momento adatto per vedere diradarsi la (non così fitta) nebbia attorno al nostro uomo. Sintetizzando tutto quello che ho detto: Keith Shadis irromperà nella battaglia contro gli Yeageristi. Oppure no. Sono solo ipotesi in fin dei conti, e magari mistery-kun è qualcun altro che non ha nulla a che vedere con Shadis. Siccome però le probabilità che si tratti proprio di quel pelatone sono abbastanza alte, diamo per buono che si tratti proprio di lui, e già che ci siamo, supponiamo anche che succeda proprio quello che ho ipotizzato (cioè Shadis arriva al porto dal nulla). A questo punto, chiediamoci cosa potrebbe succedere con l’ingresso in scena di questo personaggio. Come già detto prima, non riesco ad immaginare cosa potrebbe accadere di preciso, però ci sarebbe un certo particolare di questa ipotetica situazione che non posso non far notare. Shadis e Floch rappresentano le due facce dell’esercito di Paradis, i due esponenti principali della vecchia e della nuova dimensione militaresca dell’isola. Isayama ha già voluto sottolineare questa contrapposizione nel capitolo 113, facendo scontrare (nel senso più generale del termine) i due personaggi in quello che era a tutti gli effetti un conflitto fra due generazioni diametralmente opposte, l’antico contro il nuovo, la tradizione contro la rivoluzione. Dunque, il ruolo che Floch e Shadis si portano sulle spalle in quanto campioni delle rispettive concezioni militari, è qualcosa di ormai consolidato nella struttura del manga. Considerando che quella che stiamo vivendo al momento è la battaglia finale con l’esercito, o meglio, la sequenza che completerà a livello narrativo la componente dell’opera relativa all’esercito, allora credo che non ci sia migliore modo di chiudere il cerchio se non con uno scontro fra ciò che era l’esercito nel capitolo 1, e ciò che è allo stato attuale. Da questo punto di vista quindi, l’intervento di Shadis potrebbe essere fondamentale per mettere un punto alla questione degli Yeageristi, ed essere la chiave per risolvere definitivamente il conflitto con Floch. Potrebbe. Oppure potrebbe tranquillamente non fare niente, rimanere al sicuro dov’è ora e lasciare che siano i gggiovani a sbrigarsela fra loro, vanificando l’ultima pagina e mezzo di pippe mentali. Sì, esiste questo rischio, ne sono consapevole. Ne sarà valsa la pena? Soltanto il tempo ce lo dirà.
Ah sì, prima di chiudere il paragrafo vi lascio un’ultima ipotesi sul futuro, così de botto, senza girarci attorno: Magat potrebbe morire. Potrebbe morire perché si è “confessato”, ha chiesto scusa per gli ingiusti torti che la popolazione di Paradis ha subito, lasciando uscire allo scoperto l’uomo dietro il grado militare (per riprendere ciò che abbiamo detto nel primo paragrafo di questo post). In definitiva, il discorso che ha fatto potrebbe rappresentare il suo testamento, le sue ultime parole. Anche in questo caso, sottolineiamo il “potrebbe”, perché si tratta sempre di un’ipotesi, e ad essere onesti, anche un po’ deboluccia in questo caso. Però ormai ero arrivato quasi alla fine della quinta pagina, non concluderla per così poco non avrebbe soddisfatto il mio senso dell’ordine
Vaaaa bene, pippone finito. Questo commento è stato un pochino più lungo da scrivere in quanto a tempistiche, sia perché il tempo libero “standard” che di solito dedico a post di questo tipo, nelle ultime settimane è ridotto all’osso a causa delle live a tema SnK che stiamo facendo sul nostro canale Twitch (se non sapete di che sto parlando potete trovare info più sotto), sia perché in realtà me la sono presa molto più scialla a causa della pausa del BSM. L’importante è avercela fatta in tempo per il prossimo capitolo
Prima di lasciarci, piccolo reminder (AKA auto-spam): vi ricordo che ogni Lunedì, Martedì, Venerdì e Sabato alle 21:30, sul nostro canale Twitch (aristofano_treehouse, link nei commenti) ant è in live per leggere il manga partendo dai primi capitoli (il Lunedì ed il Venerdì), mentre Kenzo riguarda l’anime dalla prima stagione (Martedì e Sabato). Io a volte compaio nelle live di ant per dire cose sul fumetto (tipo Isayama genio, SnK capolavoro oggettivo 10/10, ed altre un po’ meme ma con un solido fondo di verità sotto), quindi se non vi frega nulla dei miei due colleghi (cosa molto comprensibile) almeno fatelo per beccare la mia profonda voce da doppiatore (SPOILER: non è né profonda né tantomeno da doppiatore). Per maggiori informazioni, in pagina pubblichiamo ogni domenica il programma settimanale delle live, oppure, molto più eazy peazy, potete seguirci direttamente su Twitch in modo da essere sempre avvisati su quando andiamo in live.
Detto questo, non ho davvero più nulla da aggiungere. Beeeeeene, ci sentiamo in pagina e, nel caso voleste seguirci, su Twitch.
Il capitolo 124 non presenta un vero e proprio elemento in evidenza su cui concentrarsi, bensì porta avanti la vicenda lasciata in sospeso, muovendosi attraverso richiami e sviluppando un nucleo tematico già trattato nel manga. Quindi, in questa analisi non scenderò troppo nel merito delle situazioni, parlando in generale di tutto ciò che abbiamo letto nel capitolo. Iniziamo.
— Hajime Isayama: passione scrittura circolare —
Leggendo il 124, appare chiarissimo come ormai siamo alla frutta, di quanto manchi poco alla fine dei giochi. Questo capitolo più di ogni altro, porta alla conclusione o a sviluppi cruciali determinate situazioni e personaggi basandosi, come ogni narrazione consistente dovrebbe fare, esclusivamente su ciò che Isayama ha seminato in passato. Il primo livello di “comprensione” a cui queste chiusure narrative arrivano a noi lettori è quello di “citazione”, ed in effetti, a conti fatti, sciogliere un certo nodo richiamando un qualcosa già avvenuto in precedenza è esattamente una “citazione”. Ma si badi bene, una citazione dietro cui si cela molto di più, perchè Isayama nel capitolo 124 non ha semplicemente buttato scene a caso dai vecchi capitoli del manga, tutt’altro. Ogni “citazione” si pone a tutti gli effetti come naturale punto di arrivo del percorso tracciato da quel certo personaggio o situazione. Andiamo a vedere nello specifico le principali “citazioni” più o meno velate del capitolo (perlomeno, quelle che io sono riuscito a rintracciare ).
– Gabi che si lega i capelli. Chiara citazione al capitolo 106, in cui Eren fa esattamente la stessa cosa (cioè, si lega i capelli davanti ad uno specchio). I personaggi di Eren e Gabi, più volte nel corso del manga si sono intrecciati come storyline, ma soprattutto in quanto a caratterizzazione. Non è un caso che prima della sua crescita, Gabi fosse in tutto e per tutto l’Eren dei povery, con il suo odio e la sua rabbia nei confronti degli eldiani dell’isola di Paradis. D’altronde, la sua voluta somiglianza con Eren è anche sottolineata da Armin nel capitolo 112 (“sei identica ad uno che conosco”). Pertanto, considerando che il gesto di Eren del capitolo 106 era una chiara “attestazione narrativa” dell’evoluzione del personaggio, la citazione in esame può essere letta come una parallela legittimazione della crescita di Gabi. Isayama, accostando i due personaggi in questione, mette in risalto le caratteristiche per cui divergono, le differenti strade che hanno preso in conseguenza dei loro vissuti. In entrambi i casi, i personaggi si preparano a combattere per lo stesso motivo: salvare ciò che più sta loro a cuore. Quello che cambia è lo spirito con cui Gabi ed Eren hanno deciso di perseguire queste strade.
– Gabi che salva Kaya Inutile specificare il chiarissimo richiamo al salvataggio di Kaya da parte di Sasha nel capitolo 36. Ma quanto è bello che Kaya, messa alle strette dal gigante di Nile, invochi l’aiuto della sorella, riferendosi naturalmente a Sasha, ed al suo posto arrivi in soccorso Gabi? Un modo perfetto per delineare il rapporto fra i due personaggi, due sorelle che a causa di un muro di sospetti e rancore non hanno mai realmente accettato il loro rapporto, ma che ora finalmente riescono a congiungersi: il rischioso salvataggio di Gabi prima e le parole di Kaya dopo, fanno sciogliere quel muro, disgelando il loro rapporto (da cui il titolo del capitolo, che letteralmente vuol dire esattamente “scioglimento di dubbi e rancore”. Per maggiori dettagli a tal proposito, si vedano le note alla traduzione del Digital Team, che potete trovare alla fine della loro versione del capitolo). Prima di andare avanti, è d’obbligo evidenziare anche il rimando al capitolo 111 individuato dalle parole di Nicolò, che riporta in luce la tematica del mondo come una foresta, in cui chiunque vi si trovi può suo malgrado essere trascinato in una spirale di odio e sangue: l’unica soluzione sicura per “salvarsi” da questa foresta, è uscirne.
– Shadis che fa il figo Finalmente, in questo capitolo anche Shadis ha il suo (dovuto) momento di sintesi narrativa. Nel capitolo 113, le reclute del 109° corpo di addestramento si chiedono a che serva fare una simulazione della difesa di Shiganshina da un eventuale attacco dei giganti, e più in generale, a quale scopo l’istruttore Shadis continui a farli addestrare nel combattimento contro i giganti. Nel capitolo 124, quelle stesse reclute si trovano a dover affrontare l’assedio della città da parte dei giganti. Per loro sarebbe tutto perduto se non ci fosse stato lui, l’istruttore Keith Shadis, che con una “spadata” old-style, salva la situazione, riportando il manga al 2010. Ma la “pars costruens” dedicata a Shadis non è ancora finita. Difatti, in una tavola successiva, ci viene riportato l’esito dello scontro fra il cocciuto istruttore e “l’orso”, a cui Shadis stesso aveva fatto accenno nel capitolo 118. Ebbene, Shadis ha infine gettato la spugna, ammesso le proprie mancanze ed accettato l’incalzante cambiamento che 9 anni prima lo aveva costretto ad abbandonare il suo posto da comandante dell’armata ricognitiva. Ed è così che lo vediamo guidare le sue reclute usando la stessa manovra che ha decretato il successo di Erwin come comandante: non più un attacco a capofitto degno del testardo orso refrattario ai cambiamenti qual era, bensì un più saggio “slalom” per attirare i giganti verso una trappola. Personalmente, sono davvero rimasto soddisfatto di questa poco aspettata rivincita di Shadis, che così raggiunge a sua volta lo status di personaggio “in via di conclusione”. E naturalmente, inutile dirlo, lo fa coerentemente con le sue radici ed i suoi trascorsi. Morale della favola: Isayama è bravissimo a chiudere i cerchi anche quando il cerchio rappresenta l’evoluzione di un personaggio secondario come Shadis.
— La situazione attuale + Bingo card prossimo capitolo —
In questo lungo paragrafo vorrei fare il punto della situazione attuale, dal momento che il capitolo ha silenziosamente portato la trama del fumetto di molto avanti. Tutti (o quasi) i soldati di Marley sono morti, così come i Giganti Puri di Zeke. Pieck, Magat, e Zeke sono momentaneamente “dispersi”, ovvero non sappiamo dove siano, come stiano e che tipo di intenzioni abbiano. Reiner sta dormendo. Insomma, a Shiganshina non sembra ci siano altri “nodi” da sciogliere, tutte le principali situazioni di interesse narrativo sono state portate a termine, tanto che potremmo dire a pieno titolo che la battaglia di Shiganshina sia conclusa. Il che è strano. Onestamente, pensavo che questa battaglia fosse un viaggio diretto verso il finale del manga, certamente con le dovute deviazioni per prendere fiato, ma di fatto un crescendo narrativo sempre più incalzante e ansiogeno. Sembra invece che il viaggio designato da Isayama per giungere alla conclusione dell’opera preveda degli scali intermedi, un percorso con più respiro e con più tempi. Ed è così che questo capitolo chiude una situazione e ne apre altre due. Ciò che più sorprende però, non è il movimento del fumetto verso queste due nuove strade, bensì esattamente in cosa consistano queste strade. Sebbene prima o poi Annie sarebbe dovuta uscire dal beneamato bozzolo, non avrei mai immaginato che Isayama riuscisse ad incastrare questa situazione nello scenario corrente. A maggior ragione, non avrei mai pensato che Isayama, a questo punto, tirasse fuori la questione della madre di Connie. Per dirla tutta, non mi aspettavo affatto che Isa riprendesse questa situazione, che per me poteva benissimo essere chiusa anche senza ulteriori rimaneggiamenti. A tal proposito credo di essere in buona compagnia: ammettetelo, chi di voi aveva immaginato che Connie se ne uscisse a casissimo con “gne gne e a mia mamma non ci pensa nessuno????????”. Con quest’ultimo capitolo, SnK ha preso un’inaspettata direzione, una via che ancora non so ben identificare e contestualizzare. Certamente, come già accennato poc’anzi, dietro questa mossa vi è la volontà, da parte di Isayama, di prendere un percorso più ampio, al fine di far salire a bordo quanti più passeggeri possibile sulla locomotiva diretta verso la conclusione del manga. Ergo, questi momenti di distensione servono a creare lo spazio necessario per riuscire a raccogliere tutti i fili narrativi lasciati in sospeso, in modo da poterli sviluppare e portarli alla loro dovuta conclusione. Insomma, Isayama sta recuperando gli ultimi pezzi del mosaico che per motivi di forza maggiore non erano ancora stati inclusi, per poter finalmente mettere il punto alla sua storia. C’è da dire però, che sia la questione di Annie che quella della madre di Connie sono abbastanza delicate da gestire, se non altro perché entrambe le situazioni sono estranee a questo contesto, e quindi potenzialmente potrebbe succedere di tutto. In uno scenario così sarebbe molto facile fare un passo falso, il che consisterebbe in un problemino non da poco per Isayama, visto che siamo a fine fumetto: se c’è una cosa che ci ha insegnato questo 2019, è che le stronzate di scrittura commesse nell’ultima fase di vita di un’opera si ripercuotono malamente su tutta l’opera stessa. Ma d’altronde, queste sono solo pippe mentali visto che l’autore di cui stiamo parlando è Hajime Isayama, che da 10 anni continua ininterrottamente a soddisfare ed oltrepassare le aspettative di noi lettori con la sua magistrale capacità di scrittura: anche se il futuro del manga in questo momento può sembrarci incerto, possiamo fidarci ciecamente di Isayama.
Parlando del “futuro” dell’opera, che ne dite se facciamo un pò di previsioni per il prossimo capitolo? Basiamoci proprio sulle due nuove situazioni del 124, e chiediamoci il loro senso, in che modo potrebbero essere utili alla narrazione in questo momento. Partiamo dalla più “semplice” da trattare, cioè, il rapimento di Falco da parte di Connie. A cosa potrebbe servire spostare l’attenzione sulla madre di Connie? Innanzitutto, le cose ovvie (credo ): Falco non morirà, ci sono due chiarissimi motivi per cui questo personaggio non può lasciarci. Il primo è che il cadetto è appena “resuscitato”, e quindi farlo morire ora sputerebbe in faccia a ciò che ci è stato raccontato negli scorsi capitoli. Il secondo è per via della tematica della foresta introdotta dal capitolo 111 e ripresa anche da Nicolò in questo capitolo [ne ho parlato in volata nel paragrafo precedente NdA], che in buona sostanza si traduce in termini narrativi come: “bisogna lasciare i bambini fuori dai conflitti degli adulti”, ergo “Gabi e Falco non devono morire”. Ovviamente, si consideri anche che non c’è neanche un solo motivo per far morire Falco, quindi in definitiva, diamo per assodato che rimarrà in vita. L’implicazione più importante di quanto detto, è che Falco non verrà divorato dalla madre di Connie, e quindi in buona sostanza, che qualcuno/qualcosa impedisca a Connie di fare quello che sta facendo, o ancora, che cambi idea riguardo le sue azioni. A questo punto però viene spontaneo chiedersi a che serva questa farsa, visto che chiaramente lo scopo principale per cui è stata imbastita l’intera situazione (cioè far “resuscitare” la madre di Connie) non verrà raggiunto. L’idea più popolare vuole che serva ad uccidere il personaggio di Connie, ma personalmente, non vedo come questo potrebbe verificarsi: non mi sento di dire che esista qualche possibilità che il soldato troverà la morte in questa impresa, visto che materialmente non abbiamo nessun indizio che ci porti verso questa direzione. Ovviamente, come già detto poco sopra, questo scenario è abbastanza imperscutabile, quindi nulla vieta che nel capitolo 125/126 assisteremo alla morte del personaggio di Connie. Per il momento però, vista la mancanza di “tracce”, non me la sento di puntare su questa possibilità. Una cosa su cui invece punterei, è l’evenienza di rivedere in questo contesto Hanji e Levi. Difatti, parlando con un amico dell’ultimo capitolo, questi mi ha fatto notare che tutti i nostri simpaticoni dell’armata ricognitiva, dovendosi recare al villaggio Ragako, si sposterebbero nella parte interna delle mura, e dunque esiste la non indifferente possibilità di un loro incontro nel tragitto proprio con Hanji e Levi. A pensarci, sarebbe un modo piuttosto “compatto” per far rientrare in scena i personaggi in questione, un utile aggancio che Isayama potrebbe sfruttare per ricollegare dei personaggi assolutamente fuori dalla situazione corrente. Ovviamente, dovrà anche succedere qualcosa fra Connie, Armin e tutti gli altri dell’armata in soccorso di Falco, ma non riesco a fare supposizioni ragionevoli, quindi preferisco non dire altro, ed evitare di lanciarmi in ridicole illazioni. Detto questo, passiamo a fare ipotesi su ciò che potrebbe con il ritorno in ballo di Annie. Onestamente, non ne ho la più pallida idea. Bene argomenti finiti, possiamo chiudere l’analisi.
A parte le stronzate, credo che per il momento Annie dobbiamo metterla un pò da parte, visto che si è appena svegliata dal letargo e non ha alcuna idea di quel che è successo nel mondo negli ultimi 4 anni. Probabilmente, vista la volontà di Isayama di prendersi una lunga boccata d’aria prima di buttarsi nel finale, avremo un “timeskip” di un pò di tempo, in modo da riorganizzare la situazione generale, rimettere insieme i cocci sparsi per terra, e far affrontare al meglio ad i protagonisti la “battaglia finale”. Direi che il salto temporale in questione possa essere anche di giorni, ma non troppi, direi al massimo 2. Quindi al massimo 2 giorni di riorganizzazione generale, e dopodichè dritti verso il climax finale. Ricordo che il tutto dovrebbe durare altri 6 capitoli, considerando che il fumetto “dovrebbe” finire nel volume 32, ed il capitolo 124 è il secondo capitolo del volume 31 (ogni volume contiene 4 capitoli di solito). Vabbè mi sono rotto di continuare a scrivere, fine dell’analisi. Stavolta davvero .
L’analisi di questo mese è stata un pò meh. Lo ammetto, stavolta non avevo la benchè minima voglia di scrivere cose sul capitolo 124. Ma eccoci qua. Almeno siamo rientrati nei limiti dell’umano con “sole” 4 pagine di pippe. Traguardi. Ciao.
Il capitolo 123 suggella ufficialmente l’ingresso del manga nel suo atto finale. Dopo il cruciale sviluppo narrativo del 122, questo mese Isayama esplora gli ultimi elementi della trama rimasti ancora in ombra, fornendo al lettore gli ultimi “strumenti” di cui necessita per affrontare il climax finale del fumetto. Nella seguente analisi, come al solito suddivisa in vari paragrafi a seconda dei temi, mi concentrerò principalmente sul personaggio di Eren, cercando di trattare l’argomento inquadrandolo prima nell’ottica generale suggerita dal capitolo 123, per poi scendere nei dettagli. Un’analisi un pò “Erencentrica” potreste dire, ma a ben pensare, al momento la situazione stessa è Erencentrica. Ragionare sulle azioni ed intenzioni del personaggio, alla luce degli ultimi sviluppi, implica ragionare sull’ultima parte di “vita” del manga in cui stiamo per addentrarci. Senza ulteriori preamboli, partiamo ad analizzare il capitolo.
— I demoni dell’isola —
Il capitolo si apre con il già preannunciato flashback della gitarella (*cough cough*) a Marley dei nostri simpatici amiconi di Paradis. Il loro scopo è quello di “farsi conoscere” dal mondo, trovare un contatto con quella civiltà più avanzata di un secolo per riuscire a farne parte e confutare tutti gli alienanti preconcetti che descrivono il popolo delle mura come “i demoni dell’isola”. Dunque, tutta la prima parte del capitolo risulta essere incentrata sull’esplorazione del rapporto fra gli Eldiani di Paradis, Marley ed il resto del mondo. Concentriamoci principalmente sui due eventi che danno sostanza al flashback e rappresentano la chiave di lettura non solo del capitolo, ma anche di tutta la situazione attuale, comprese le azioni di Eren. I due eventi a cui mi riferisco sono, manco a dirlo, la serata di baldoria all’accampamento, e la conferenza delle nazioni. Entrambi i fatti hanno dei significati chiari ed univoci. La notte da leoni dell’allegra cricca di Paradis nell’accampamento dei rifugiati significa: “al di là del mare o all’interno delle mura siamo tutti uguali”, mentre il talk alla conferenza delle nazioni si traduce con: “fino a quando ogni mio nemico sarà annientato”. Non è un caso che i due episodi vedano come protagonisti da una parte dei reietti, persone rigettate dalla società, senza casa e sicurezze, incapaci addirittura di parlare la lingua del paese in cui “vivono”, mentre dall’altro chi invece la società la rappresenta. Pertanto due episodi agli antipodi, la cui finalità è modellizzare l’umanità oltre il mare. È verosimile che anche quei rifugiati conoscessero e temessero gli eldiani, ma in quel momento, fra tutte le difficoltà dovute al loro involontario soggiorno, hanno trovato nei “demoni dell’isola” un collegamento, un punto d’incontro che risponde al nome di “umanità”, e lo stesso vale per gli eldiani di Paradis. Due popolazioni così diverse, distanti ed al loro primo contatto, nonostante tutto si rivedono l’una nell’altra, riuscendo ad andare oltre le diversità e ad ammazzarsi di alcolici fino a stare male. Certo, è quasi sicuro che quei rifugiati non si fossero accorti della vera identità dei loro compagni di bevute, ma altra cosa altrettanto sicura, è che non si fossero neanche fatti domande sull’etnia di coloro che avevano avuto affianco quella notte. Eldiani o marleyani, poco importa: si trattava di persone che avevano salvato un piccolo componente della loro comunità da morte certa. Ma all’affresco di utopistica fratellanza appena descritto, Isayama contrappone la dura e fredda realtà, perchè come sappiamo ormai sin dal capitolo 6, “questo è un mondo crudele”. Tanti uomini in giacca e cravatta sono riuniti in una sala. Uno di loro incita i suoi uditori all’odio verso una popolazione di cui non sa niente, e neanche prova a comprendere. Tutti applaudono. Problema: quei signori sono a capo delle nazioni di un intero continente, ne fanno le veci, rappresentano in un modo o in un altro la volontà collettiva dei loro stati. E tutti loro applaudono. Neanche un dissenso. Il significato della scena è così lampante che neanche Isayama si ferma a commentarla.
La ricerca di un legame con una popolazione tanto ostile, la realizzazione del non essere da soli al mondo. La speranza del domani, la verità dell’oggi. Nel mondo non c’è spazio per gli eldiani. C’è spazio per le persone, per gli esseri umani. Ma non per gli eldiani. Loro sono solo demoni travestiti da uomini, nemici per tutta l’umanità, che per il bene del mondo devono restare in quarantena nella loro isola.
Ed al netto di tutto questo, non è estremamente ironico come tutte le paure del mondo riguardo quei demoni, si stiano effettivamente concretizzando in questo esatto momento?
(comunque sì, mi rendo conto che quella cosa della speranza del domani che ho scritto sopra, sembra presa direttamente da un adattamento di Cannarsi )
— Eren Yeager vuole fare un nuovo record in Command and Conquer —
Finalmente, è giunto il momento di scoprire quale fosse il cazzo di piano di Eren. Da quasi due anni ormai ci stiamo chiedendo quali siano le vere intenzioni del possessore del Gigante che Avanza, cosa ne voglia fare del potere di Ymir ed a quale scopo userà la rumbling. Ebbene, il 123 ci dà (apparentemente) la risposta a queste domande: distruggere il mondo. Letteralmente. Come può esserci qualcuno a discriminare gli eldiani, se non c’è nessun altro essere umano vivo a parte gli eldiani? Ragionamento ineccepibile In realtà il piano già lo sapevamo, Eren lo aveva detto in maniera più sbrigativa nel capitolo scorso, il 122, anche se personalmente non mi aspettavo che “porre fine a questo mondo” fosse da interpretare in senso letterale. Riflettendo qualche secondo però, è facile rendersi conto che il nostro simpatico protagonista aveva svelato il suo piano ancora prima del capitolo 122, molto tempo fa. Molto molto tempo fa. Rileggiamo con attenzione le famose parole di Eren che chiudono il capitolo 90 e tutta la prima parte del manga: “Oltre il mare ci sono i nostri nemici, è esattamente tutto come nei ricordi di mio padre. Vedete? Il nemico è da quella parte. Se li uccidessimo tutti, allora noi… saremo finalmente liberi?” Beh. Che. Dire. Non c’è neanche bisogno di sottolineare come quanto detto da Eren, ora abbia un sapore completamente diverso. Non più una considerazione estremamente disfattista causata da destabilizzanti rivelazioni, bensì la realizzazione di una dura realtà. Quale dura realtà? Quella che soltanto uccidendo tutta l’umanità oltre il mare, gli eldiani delle mura potrebbero essere effettivamente liberi. Difatti, dobbiamo tener presente che già all’epoca Eren aveva avuto accesso alla più interessante feature del suo potere da gigante: la preveggenza. Non vi siete dimenticati che Eren si era già spoilerato tutto il futuro toccando la mano di Histroia durante la cerimonia di celebrazione dell’armata ricognitiva, no? Del resto, sarebbe piuttosto difficile dimenticarsi uno dei più grandi plot twist del manga . Nell’ottica del capitolo 123, le sopracitate parole di Eren suonano come una domanda retorica: “davvero uccidere tutti gli uomini oltre il mare è l’unica soluzione?” In altre parole, con ogni probabilità Eren in quel momento si riferiva alle sue future azioni, quelle che Isayama ci sta mostrando in questi ultimi capitoli, e quindi, al fatto che in futuro avrebbe attivato la marcia dei colossali per uccidere l’intera umanità oltre il mare. Il che ci porta ad un’altra considerazione un pò critica: Eren ucciderà l’intera umanità oltre il mare con la marcia dei colossali. Lo so, sembra difficile da credere, ed anche io ho i miei dubbi a riguardo. Proviamo però a mettere un attimo in ordine tutte le osservazioni che abbiamo fatto sinora:
1) Eren ha sicuramente visto la conclusione degli eventi attuali del manga, sa come andranno a finire le cose, perlomeno a grosse linee. Per fissare le idee, il risultato della situazione attuale dovrebbe essere quello “scenario” a cui Eren fa riferimento nel capitolo 121. 2) La visione dello “scenario” è avvenuta durante la cerimonia di celebrazione della legione esplorativa, pertanto nel momento in cui Eren pronuncia quelle parole in spiaggia, davanti al mare, è già consapevole di ciò che succederà in futuro, cioè ha già visto lo “scenario”. 3) 3 anni dopo il “beach episode”, Eren sembrerebbe essere in procinto di fare esattamente ciò che aveva detto in quell’occasione, ovvero uccidere tutti i “nemici” oltre il mare.
Al netto di tutto questo, credo che la conclusione a cui siamo arrivati poco fa sia tutt’altro che improbabile. Non siete ancora convinti a riguardo? In tal caso, alle 3 osservazioni di sopra possiamo aggiungerne altre 2, che rafforzano l’ipotesi presa in esame.
4) Nel capitolo 121, Grisha dice esplicitamente che sarà il “desiderio” di Eren a realizzarsi. 5) Nel capitolo 118, dopo essere stati liberati, Armin e Mikasa discutono brevemente riguardo Eren. Nello specifico, Mikasa chiede ad Armin il suo parere sui motivi per cui Eren stia agendo in maniera così controversa: a quale scopo combinare così tanti casini e fare così tanto lo stronzo? Armin si prende un attimo per riflettere. Indovinate a quale momento ripensa? Se la risposta è: “al preciso momento di cui stai parlando dall’inizio del paragrafo, ossia quello in cui Eren dice che l’unica opzione per la salvezza per gli eldiani delle mura è massacrare tutto il resto dell’umanità” allora complimenti, avete vinto un milione di dollari . A parte le stronzate, leggendo per la prima volta il capitolo 118, arrivato a quella tavola non sapevo come interpretarla: sembrava fare riferimento a qualcosa di specifico, ma al contempo non riuscivo a trovare l’altro capo del filo. Dunque misi quella scena da parte, etichettandola momentaneamente come una riflessione di Armin sull’effettivo cambiamento in “negativo” dell’amico d’infanzia. Ebbene, credo che il capitolo 123 abbia messo ben in luce “l’altro capo del filo”: Armin in quel momento, ripensando a quelle parole dette in tempi non sospetti, aveva immaginato che non era impossibile che l’Eren attuale avrebbe potuto davvero perseguire quel certo obiettivo. In altre parole, aveva immaginato che il piano di Eren avrebbe potuto essere quello di sterminare tutta l’umanità all’infuori di Paradis. A confermare il fatto che Armin avesse avuto questa illuminazione, ci sono le parole che Isayama fa pronunciare al personaggio immediatamente dopo il flash: “…non può essere.” Se Isayama ha reputato opportuno mostrare la riflessione del nuovo possessore del Colossale, vuol dire che questa è rilevante per la narrazione. O meglio, sono rilevanti per la narrazione sia la riflessione in sé, sia il contenuto della riflessione, ovvero le fatidiche parole di Eren del capitolo 90. In altri termini, questo veloce passaggio del capitolo 118 solidifica la base da cui siamo partiti, legittimando la costruzione di tutte le pippe di questo paragrafo e dunque, rafforzando la conclusione a cui siamo arrivati.
Pertanto, l’eventualità che Eren porti veramente a termine il suo piano non è una fantasia così lontana dalla realtà, ma anzi, esistono molteplici ragioni a suo sostegno. Come ho detto anche sopra però, neanche io sono realmente convinto riguardo la realizzazione di questo scenario, soprattutto per ragioni narrative. Difatti, nel caso davvero succedesse quello che Eren ha annunciato, vorrebbe dire che d’ora in avanti non ci saranno più “twist” radicali nella trama, o comunque, svolte tali da far cambiare sensibilmente il corso degli eventi, rispetto a ciò che ci aspettiamo. Ovviamente, di incidenti di percorso ce ne potrebbero essere comunque, ed anzi è certo che nella realizzazione del piano di Eren si verifichino inaspettate “modifiche della situazione”, ma in ogni caso sapremmo che strada percorrerà il manga. E si badi, il problema narrativo non riguarda il “cosa”: Isayama spoilera continuamente in maniera più o meno velata elementi di trama anche importanti, senza che questo influisca sulla narrazione (due esempi lampanti sono la “profezia” di Grisha a Zeke, e le stesse parole di Eren del capitolo 90) la quale, al contrario, ne giova sempre. Un conto è conoscere la destinazione del viaggio, un altro conto è conoscere la “strada”, per l’appunto. Pertanto, ho dei dubbi riguardo la realizzazione del piano di Eren, ma sono sicuro che Isayama non ci deluderà in nessun caso. Non ci ha deluso per 10 anni, perchè dovrebbe farlo proprio ora? Quindi in definitiva, anche nel caso in cui il futuro del manga sia quello preannunciato da Eren in questo capitolo, sono convinto che il nostro Isa modellerà la situazione in modo da renderla quanto più narrativamente interessante e soddisfacente possibile. Ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di Hajime Isayama .
A conclusione di questo ormai lunghissimo paragrafo, per spirito di completezza (per mia sfortuna, sono uno scrupoloso ) dobbiamo parlare dell’eventualità opposta a quella finora trattata, ovvero che il reale piano di Eren non sia quello che ha annunciato nel capitolo. Dal mio punto di vista, al momento ci sarebbe solo un’unica, grande, buona ragione per cui il piano di Eren potrebbe non essere quello “pubblicizzato”, ed è quella di cui ho parlato ampiamente fino a poco fa (ovvero, la potenziale brutta piega che il fumetto potrebbe prendere in termini di “narrazione”, nel caso Eren avesse davvero intenzione di compiere la strage annunciata). Parlando concretamente, quali elementi potrebbero farci pensare che Eren non voglia percorrere la strada del genocidio? Anche stavolta la risposta è unica, ma in questo caso molto meno solida, dove “molto meno solida” è un eufemismo per dire che è una vera e propria arrampicata sugli specchi . Possiamo pensare che Eren voglia in realtà solo attirare l’attenzione del mondo su sé stesso, farsi identificare come il “nemico pubblico”, ed in questo modo riuscire ad “unificare” ogni popolo sotto un comune obiettivo. Quest’ipotesi si basa sull’osservazione che materialmente, l’annuncio “mentale” di Eren rivolto a tutti i soggetti di Ymir non è molto utile. D’altronde, nessun assassino avverte la polizia prima di andare a commettere un omicidio. La situazione però cambia quando l’assassino in questione ha il pieno controllo della più terrificante e potente arma di distruzione di massa esistente sulla terra, oltre ad una serie di altri poteri che potrebbero rendere un tantino complicato e difficile l’intervento della polizia. Al momento, ci ritroviamo proprio in questo caso: non c’è nessun motivo materiale per cui Eren dovrebbe dire le sue intenzioni all’intero mondo, ma al contempo, non ci sono neanche motivi per cui non dirle. Ormai il potere che sembrerebbe (e sottolineo “sembrerebbe”, visto che ancora non sappiamo concretamente di quali poteri stiamo parlando) aver raggiunto, dovrebbe essere impossibile da contrastare per qualsiasi altra “cosa” esistente nel mondo di SnK, e pertanto, è Eren che tiene il coltello dalla parte del manico. Un coltello lungo e affilato. In definitiva, alla domanda “perché annunciare a tutti i soggetti di Ymir le proprie intenzioni?”, possiamo rispondere “perché può permetterselo”. Eren può permettersi di seviziare la sua vittima, torturarla per vedere il dolore, l’angoscia e la disperazione nei suoi occhi. Ne sente il bisogno, allo stesso modo di come la sera dell’attacco a Liberio, sentiva il bisogno di confrontarsi con Reiner, la sua controparte (ovviamente, per motivi diversi). Non dobbiamo dimenticarci infatti di un importante dettaglio: ci sono delle ragioni per cui Eren punti ad eliminare qualsiasi forma di vita sulla terra, per quanto poco condivisibili o controverse possano essere. Le sue azioni quindi hanno un senso, e nessuno di noi vuole che il senso delle cose che facciamo vada perduto, vero? Ovviamente, ho volutamente eliminato dal computo delle ragioni, il motivo più importante per cui Eren dovrebbe fare la commare spiattellando a tutti il suo piano, e cioè, i beneamati motivi di narrazione. Isa doveva pur trovare un modo per far capire a noi lettori cosa cazzo voleva fare Eren, no?
Avevo un’altra cosa da scrivere su Eren, ma mi sono rotto le palle. ‘Sto mese è andata molto meh con i tempi dell’analisi, vista la mia testardaggine nel farla ad ogni costo sebbene fossi (e sia) impicciatissimo. Forse il mese prossimo niente analisi, o forse no. Chissà. Ah comunque alla fine Zeke non è morto (nell’analisi scorsa avevo ipotizzato che sarebbe morto in questo capitolo), non materialmente perlomeno, visto che l’unica vignetta in cui lo vediamo non sembra molto soddisfatto del risultato della situazione. Mi sa che nel prossimo capitolo però, dovremmo realmente dirgli addio. Stavolta vi evito le pippe sentimentali del mese scorso, ormai avete capito che Zeke è il mio personaggio preferito. Devo essere forte. La pianto qui prima che mi riprenda l’impulso a scrivere cose su questo fottutissimo manga che è da 10 cazzo di anni che non ci delude neanche una volta. Speriamo che finisca presto, non ce la faccio più a NO SCHERZO NON SO COME FARÒ SENZA SNK AIUTO. Perché dovevi creare un manga così bello Isayama, perchè.
Basta, quest’analisi sta sfociando in un post tragicomico da sbronza presa male. Ci risentiamo nel prossimo post in cui parlo di una delle mie passioni più grandi che sta per finire. Ciao.
Ciao. Vi è piaciuto il capitolo 122? Carino vero? La storia di Ymir, finalmente. I veri piani di Eren (circa), era ora. Per non parlare del colpo di scena finale. Chi se lo sarebbe mai aspettato che alla fine del capitolo 122 avrebbe avuto inizio la marcia dei colossali? Risposta: Io. Dal commento del capitolo 119, pubblicato il 29 Luglio scorso:
«Considerando che il 119 sarà il primo capitolo del volume 30 e che ogni volume ha 4 capitoli, direi sia lecito pensare che Isayama voglia far accadere qualcosa di grosso entro la fine del volume 30 (cioè entro i prossimi 3 capitoli). Mi spiego meglio. La velocità del capitolo 119 sarebbe dovuta ad una questione “organizzativa”, cioè, per fare in modo che nel volume 30 ci sia spazio per un certo fatto che Isa voglia ad ogni costo inserire, magari anche in vista dell’ormai prossimo finale. Si tratterebbe dunque di un elemento di pesante rilevanza ai fini della trama, di una tematica che richiederebbe un po’ di tempo per essere sviluppata a pieno, o comunque, di un qualcosa la cui “durata” non è ben chiara nella mente di Isayama. Se così fosse, questo “qualcosa” di cui stiamo parlando porterebbe ad un plot twistone (o ad una svolta) bello grosso, e considerando le tempistiche che un’opera di narrativa dovrebbe rispettare per raggiungere i risultati ottimali in termini di effetto sul lettore, il momento più opportuno per mostrare suddetta svolta sarebbe a fine volume (in altre parole, plot twist nell’ultimo capitolo del volume 30, il 122). Per concludere il discorso, mi lancio in un’illazione su cosa possa essere questo twist. Vista la situazione corrente, visto il finale alle porte, direi che non sarebbe così assurdo pensare di vedere il potere del Gigante Progenitore all’opera: che sia finalmente la volta buona per assistere alla proverbiale marcia dei colossali?»
Io ve l’avevo detto. Ve l’avevo detto nel commento del capitolo 119, quasi 4 mesi fa, e ve l’ho anche ripetuto il mese scorso, nell’analisi del capitolo 121 (23 settembre, per essere precisi. Se volete andare a controllare, mi riferisco a quello che scrissi nel paragrafo “cosa vedremo nel capitolo 122?”). Non era una previsione vaga riguardante un’incerta direzione che avrebbe potuto prendere il manga, al contrario, ero stato molto specifico, definendo anche quando sarebbe accaduto quello che è accaduto. Come già detto, non voglio farmi il sommobuta di turno, non sono uno a cui piace dire “ve lo avevo detto”. “Però ve l’avevo detto, maledizione.” (un biscotto a tutti quelli che afferrano la semicit)
Spero possiate scusarmi questo piccolo momento di autocelebrazione, ma capirete che riuscire a beccare una cosa del genere con così tanta precisione e anticipo non è da tutti i giorni. In realtà, da questo punto di vista ci sarebbe un’altra cosa per cui io dovrei scusarmi con voi:
Scusate per avervi spoilerato il capitolo 122 :vvvvvvvvv
Bene, direi che è il momento di chiudere questo momento sfogo molto cringe, ed iniziare a parlare di cose serie. Questo post non sarà un’analisi, sia per gli ormai famosi impicci personali che non mi permettono di fare i vostri amati (?) papironi, sia perchè comunque su questo capitolo non c’è così tanto da “analizzare”. Pertanto, quello che segue è un commento al capitolo (come quello del 119 per intenderci) in cui faccio osservazioni e riflessioni su quello che abbiamo letto, e mi lancio in qualche previsione () per il futuro. Iniziamo.
— Le origini del potere dei Giganti —
Se c’era una cosa che non volevo assolutamente che Isayama ci mostrasse, quella era proprio l’origine del Potere dei Giganti. Sono sempre stato convinto che dando una risposta all’interrogativo, Isa avrebbe privato il Potere della componente che maggiormente lo rendeva così affascinante a noi lettori: il suo essere un totale mistero, un mosaico impossibile da mettere in ordine. Ma non si trattava soltanto di una questione relativa al potere stesso, anzi, le vere conseguenze del sapere cosa effettivamente ci fosse dietro la nascita dei Giganti si sarebbero abbattute sulla macchina narrativa messa in piedi in 10 anni di serializzazione. L’ambiguità e l’ambivalenza della realtà sono alcune delle tematiche principali del manga di Isayama, e si potrebbe dire senza essere troppo generici o imprecisi, che la madre (o perlomeno una delle principali cause) di tutte le ambiguità ed ambivalenze del nostro Shingeki, sia proprio il mistero dell’origine dei Giganti. Ymir Fritz era una dea o un demone? I suoi intenti erano benefici o tirannici? Questi interrogativi sono alla base di numerose riflessioni che il fumetto ci ha indotto a fare nel corso della storia, e dunque, risposte univoche a suddetti quesiti vanificherebbero ogni nostra considerazione, interpretazione e meta-lettura del manga, facendo crollare di fatto tutto lo spessore che l’opera si è costruita in questi 10 anni di serializzazione. Ed è proprio questo spessore, questa maturità, ciò che rende Shingeki no Kyojin uno dei manga shonen più belli ed interessanti degli ultimi 20 anni (non esagero, lo ha detto pure Dario Moccia quindi vi potete fidare ). Potete quindi immaginare quanto forte strinsi il culo quando capì ciò che il capitolo 122 aveva in serbo per noi. Spero che Nostro Signore Isayama mi possa perdonare per questo piccolo momento di mancanza. Come ho potuto, seppur per un attimo, non avere fiducia in Lui? Il flashback di Ymir è semplicemente perfetto in ogni suo aspetto. Seriamente, non mi aspettavo che Isayama-sensei trovasse sia il modo per raccontare questa storia, sia il modo per non sfanculare mezzo manga nel raccontarla. Il flashback brilla per due elementi in particolare: gli intenti dietro al racconto ed i modi con cui questo viene portato avanti. Per quanto riguarda gli intenti, di solito in uno shonen classico gli autori si perdono nella narrazione, finendo la maggior parte delle volte a raccontare più del dovuto. Il risultato, in genere, è un segmento di manga a sé, un racconto nel racconto. Al contrario dei suoi colleghi, Isayama non vuole raccontarci la storia della piccola schiava per ragioni fine a sé stesse, soltanto per mostrarci un remoto passato senza che questo abbia reali conseguenze sugli eventi attuali, bensì è un’accurata mossa strategica, finalizzata a dare la risoluzione dello “scontro” fra i fratelli Yeager, e al contempo chiudere gli ultimi quesiti sul Potere dei Giganti aperti dal capitolo 120. Da notarsi come questa non sia la prima volta che Isayama usi i flashback per ricollegarsi alla “storia” del presente. Ricordiamo infatti il flashback nel volume 4 dell’addestramento delle reclute del 104° corpo (se non capite a cosa mi sto riferendo, alla fine del post c’è una nota in cui chiarisco il vostro dubbio) che si ricollega perfettamente con il presente sia a livello narrativo (portandoci alla scoperta della morte di Marco) che di tematiche (dando maggior significato ed impatto alla scelta dei nostri amiconi di unirsi alla Legione Ricognitiva). Beh che dire. Parlando delle modalità di racconto del flashback, la narrazione non entra mai troppo nel dettaglio, lasciando gli eventi in quello stato di ambiguità a cui abbiamo fatto riferimento prima. E si badi, non è perchè Isayama volesse sbrigarsi, tutt’altro: il Maestro sa perfettamente che la grande ricchezza narrativa della sua opera sta nella visione grigia del mondo, e dunque rende volutamente il racconto delle origini generico ed impreciso, esattamente come se fosse una favola. Anche se abbiamo materialmente visto il modo in cui Ymir ottiene i suoi poteri, non sappiamo comunque cosa si celi realmente dietro il vermone (con tanto di riferimenti alla mitologia norrena, come mi faceva notare un pò di tempo fa l’utente Peter Oliva) responsabile dell’accaduto. Quindi restiamo sempre nella stessa condizione di ignoranza in cui eravamo prima del capitolo 122. Per fortuna. Ciliegina sulla torta di questo flashback, che sottolinea il modo in cui Isayama eviti volontariamente di essere specifico, è la caratterizzazione grafica dei personaggi. Tutti gli attori del flashback hanno gli occhi coperti con dei forti tratti scuri, quasi come se Isayama volesse nasconderne l’identità. Ovviamente, si tratta di un intelligente espediente grafico per distanziarli quanto più possibile dagli eventi correnti del manga e dal lettore, per privarli della loro umanità e renderli sagome della loro persona, illustrazioni su un libro di storia con la sola utilità di favorire il racconto della favola dark delle origini del mondo di Shingeki no Kyojin.
— Come fa a dividersi il Potere dei Giganti? —
Una cosa mostrata in questo capitolo che potrebbe essere stata fraintesa da molti, è il modo in cui il Potere dei Giganti si divide (d’altronde, Isayama lascia la spiegazione di questo fatto come esercizio per il lettore ). Nel capitolo vediamo esplicitamente il momento del primo “passaggio di testimone”, non dissimile al macabro rituale che già conosciamo se non per un importante dettaglio: il potere viene trasmesso a tre persone contemporaneamente, non solo ad una. Difatti, ad ereditare il potere sono le tre figlie di Ymir, cioè Maria, Rose e Sina. In poche parole, abbiamo assistito al verificarsi di un fenomeno all’apparenza eccezionale: il Potere dei Giganti si è diviso. Ciò vuol dire che, indipendentemente dal numero di persone che assorbono il liquido spinale di un gigante, il potere di questi verrà diviso fra tutti i partecipanti al “banchetto”? Ma se così fosse, perchè solo 9 giganti? Possibile che gli eldiani (e per giunta anche i marleyani in seguito) si siano accontentati di solo 9 giganti coscienti, quando potenzialmente i poteri potevano essere divisi indefinitamente? Capite benissimo che a questa domanda non c’è forzatura che tenga, ci deve essere un motivo per cui non ci siano 40 giganti coscienti. La mia personale ipotesi è che il Potere dei Giganti possa essere suddiviso in più parti (e quindi essere passato a più persone) MA solo in misura limitata, in base a quante ripartizioni ha già subito. Nel corso della storia, nel momento in cui furono raggiunte 9 divisioni del potere (cioè 9 individui di Ymir in grado di trasformarsi in giganti coscienti), nel caso si fosse tentata un’ulteriore suddivisione, questa deve necessariamente non essere andata a buon fine, perchè altrimenti non ci sarebbero motivazioni plausibili per cui non si dovesse andare avanti con le ripartizioni. Pertanto, è verosimile supporre che nel caso si fosse tentato di dividere i poteri di uno dei 9 shifter in più parti (analogamente a com’è stato fatto da Ymir per esempio), la ripartizione non sarebbe andata a buon fine, e soltanto uno degli individui di Ymir partecipante al rito di passaggio avrebbe ottenuto il Potere del Gigante. A questo punto potremmo chiederci: “e gli altri tizi che hanno mangiato lo shifter?”. Credo che la risposta più plausibile a questa domanda, sia la seguente: i SoY (subjects of Ymir) così sfortunati da non ricevere il potere in una cerimonia di passaggio, come conseguenza dell’aver comunque mangiato ed assorbito il liquido spinale di uno shifter, si trasformano in Giganti Puri. Come (piccola) conferma di questa risposta, osserviamo che nel capitolo non c’è assolutamente nessun accenno all’esistenza o alla creazione dei Giganti Puri, come se non ci fosse bisogno di nessun altro elemento per spiegare la loro nascita. Pertanto, arrangiandoci con quello che abbiamo a disposizione, credo che il miglior modo per descrivere la nascita dei Giganti Puri sia proprio quello sopra descritto. Quindi, per concludere il paragrafo, riassumiamo tutte le castronerie (?) che abbiamo detto. Il Potere dei Giganti originale, quello ottenuto dalla piccola Ymir, può essere diviso in al massimo 9 parti (i 9 giganti coscienti che ormai conosciamo più che bene), verosimilmente per motivi di natura fisiologica (ricordiamo che il Potere dei Giganti, per quanto fantasy, rimane comunque un qualcosa di “materiale” ed in quanto tale presenta anch’esso dei limiti fisici). Tutti i SoY che cercano di assorbire i poteri di uno dei 9 giganti già in possesso di qualche altro eldiano, si trasformano in Gigante Puro. Fine delle pippe su Ymir. Passiamo ad altro.
— Verso la Fine —
In quest’ultimo paragrafo del commento, come mia consuetudine, cercherò di fare previsioni sui prossimi capitoli del fumetto basandomi sui suoi ritmi e necessità narrative. Spero di non spoilerarvi nulla questa volta . Parliamo di Zeke. Credo che ormai tutti voi (perlomeno tutti i coraggiosi che leggono ogni mese i miei papiri ) lo abbiate capito, Zeke è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto del manga, se non addirittura il mio preferito. È quindi a cuor pesante che scrivo quanto segue: con grandissima probabilità, Zeke morirà nell’immediato futuro. Zeke Yeager ormai non ha più nulla da darci, né su un piano prettamente materiale, né come personaggio in sé. Per quanto riguarda l’aspetto “materiale”, Zeke ha ormai fatto tutto quello che doveva fare nel manga, ovvero ha usato il potere dell’urlo per trasformare in Giganti Puri i membri dell’esercito, ha preso contatto con Eren innescando il potere del Progenitore, ed ha persino “espresso” il desiderio di “eutanasizzare” gli eldiani ad Ymir (non con gli esiti da lui desiderati ovviamente). Insomma, ha fatto tutto quello che come personaggio doveva fare, o meglio, tutto quello per cui Isayama lo aveva progettato. Passando a parlare del personaggio in quanto tale, anche in quest’ambito non resta più nulla da aggiungere a quanto già detto sul nostro amico. La caratterizzazione di Zeke Yeager è ormai completa, il personaggio è stato eviscerato al punto che ormai sappiamo tutto sul suo conto. Conosciamo il suo passato, conosciamo la sua evoluzione, conosciamo le sue motivazioni. Ma soprattutto, la cosa che più mi fa intravedere in lontananza la sua lapide, è l’abbraccio con Grisha del capitolo 121. Quell’abbraccio ha un’unica ed inequivocabile interpretazione: un’ideale chiusura dell’evoluzione del personaggio. La scena del ricongiungimento con il padre è a tutti gli effetti il momento di sintesi del personaggio, la linea di traguardo della caratterizzazione di Zeke Yeager, che in questo modo si può dire completo. Insomma, su Zeke non c’è nient’altro da raccontare, anche per lui è arrivato il momento di andare. Siccome non mi sono fatto ancora abbastanza male nel parlare della morte di uno dei miei favorites del manga, parliamo di “come” e “quando” potrebbe morire. Sarò rapido e sintetico, non riesco a sopportare oltre tutte queste sofferenze. – Come: divorato da Eren. In effetti una cosa da chiudere nel personaggio di Zeke ci sarebbe, e cioè, il suo rapporto con il fratello Eren, che i capitoli del volume 30 avevano considerevolmente messo in discussione. Farlo morire per mano di Eren sarebbe l’epilogo adeguato della relazione fra i due fratelli, considerando la situazione corrente degli eventi. – Quando: nel prossimo capitolo. Zeke ormai non ha più contributi da dare al manga, non è più utile per la narrazione e pertanto non ha più senso che rimanga vivo ancora a lungo. Considerando che Isayama non si è mai dimostrato un autore molto propenso alla procrastinazione, direi proprio che il 123 sarà quello in cui vedremo l’epilogo di Zeke Yeager.
Quindi, ricapitolando, la mia previsione è che Zeke Yeager morirà nel capitolo 123 divorato da Eren. Spero di aver detto solo un mare di stronzate.
La fine del manga è ormai prossima. Nel 123 probabilmente entreremo nel climax finale vero e proprio, cioè, verremo introdotti alla “situazione finale” del fumetto, la curva più alta delle montagne russe, dopo la quale non rimarrà altro che il “finale” propriamente detto. Ho i brividi al solo pensare che il nostro viaggio insieme a Shingeki no Kyojin stia per finire.
Dopo quest’ultima frase forse un pò troppo sentimentale considerando che stiamo parlando di un fumetto (ma anche no visto che il fumetto è Shingeki no Kyojin, checcazzo), io vi saluto, dandovi l’appuntamento al mese prossimo.
Ciao.
-Sensei-
[NOTA SUL FLASHBACK: forse chi di voi ha visto quella parte SOLO ad anime senza leggere il manga non sa di cosa sto parlando, ma il motivo è semplice: nell’anime quella parte ci viene fatta vedere “in diretta” e non come flashback, anticipandola all’inizio della serie, prima della battaglia di Trost. Nel manga invece si tratta di un flashback messo dopo la battaglia di Trost e prima del risveglio di Eren in cella.]
Se due mesi fa siamo rimasti sbalorditi dal capitolo ed il mese scorso siamo stati spiazzati dalle rivelazioni, questa volta non siamo neanche sicuri di aver letto quello che abbiamo letto. Il capitolo 121 di Shingeki no Kyojin rappresenta uno snodo cruciale del manga, un punto di svolta che rimette in discussione numerosi aspetti della trama all’apparenza già eviscerati, aprendo la strada a nuovi scenari per il futuro. Sicuramente, siamo di fronte ad uno dei più importanti capitoli del manga, se non addirittura il più importante in quanto a “pesantezza” di rivelazioni (finora). O perlomeno questo è quello che sembrerebbe. Voglio dire, avete tutti ben chiaro cosa cacchio è successo nel capitolo? Avete davvero capito come si siano verificate le “interferenze” dal presente al passato ed il loro significato nel contesto della “timeline” degli eventi? No? Beh neanche io Va bene lo ammetto, ho una spiegazione riguardante il casino delle influenze temporali del capitolo – d’altronde, se non avessi capito nulla non avrei scritto la seguente analisi – ma non ho la certezza che quello che penso sia effettivamente quello che Isayama volesse intendere nel capitolo. Ciononostante, visto quanto sia ingarbugliata e di non immediata comprensione la questione, credo che “avere un pensiero” sia già qualcosa
Dunque, in quest’analisi mi concentrerò principalmente nel trattare ciò che è successo nel capitolo riguardo il potere di “vedere il futuro” del Gigante dell’Avanzata, ergo come funziona, come è stato usato da Eren e Grisha, le implicazioni a livello temporale ed altre cose che prima del capitolo 121 potevamo bollare come teorie del complotto al pari dell’allunaggio diretto da Kubrick. Nell’ultima parte del post mi concentrerò invece sul fare ipotesi su ciò che succederà nell’immediato futuro del fumetto (AKA previsioni per i prossimi capitoli).
Introduzione finita, buttiamoci senza ulteriori cincischiamenti nel vivo dell’analisi.
— FAQ TIME: IL GIGANTE DELL’AVANZATA —
In questo paragrafo cercheremo di fare un pò di chiarezza sui numerosi dubbi che il capitolo ha sollevato sul potere del Gigante dell’Avanzata, e sulla struttura temporale del mondo di Isayama. Prima di iniziare, una breve precisazione sulla notazione usata: nei sotto-paragrafi seguenti, faremo utilizzo di tutte le possibili varianti del nome del gigante protagonista del capitolo, in quanto elemento ricorrente nel discorso. Per evitare ripetizioni che renderebbero poco scorrevoli il testo, utilizzeremo le seguenti denominazioni per fare riferimento allo stesso Gigante: “Gigante che Avanza”, “Gigante dell’Avanzata”, Gigante d’Attacco”, “Shingeki no Kyojin”. Dopo queste (non) necessarie pippe burocratiche, possiamo partire con le pippe vere e proprie.
– Manuale di istruzioni del Gigante dell’Avanzata –
«Ognuno dei nove giganti ha una sua peculiare abilità… questo vale anche per il “Gigante che Avanza”, il quale alberga dentro di me… […] “Il Gigante che Avanza” è in grado di scrutare nella memoria dei suoi futuri successori… in pratica può vedere il futuro.»
Con queste parole, Grisha informa i presenti nella cappella Reiss così come il lettore, della vera abilità del Gigante che dà il nome al fumetto. Finora il potere del gigante più mattacchione dei 9 è sempre stato un mistero a metà, nel senso che la domanda “qual è il potere del Gigante dell’Avanzata?”, non ha mai avuto un posto in prima fila nei nostri dubbi sul manga, venendo snobbata in favore di altri interrogativi più sexy o dando per buone risposte del tipo “il suo potere è quello di avanzare xdxdxd”. Ebbene, con questo capitolo, il nostro simpatico SnK passa dall’essere il più sfigato dei 9 giganti, a quello con il potere più sgravo. Non male [cit.]. Tuttavia, il modo in cui è stato presentato il potere nel 121 non è dei più chiari, soprattutto a causa degli “espedienti visivi” messi in atto da Isayama per rendere la narrazione più scorrevole ed efficace. Per cui, credo valga la pena ripetere il motivo che rende il Gigante che Avanza così speciale.
Il potere dello Shingeki no Kyojin è l’abilità di riuscire a guardare il futuro attraverso le memorie dei futuri possessori del Gigante stesso.
Facciamo degli esempi concreti su ciò che il potere del Gigante dell’Avanzata permetterebbe di fare ai suoi possessori, prendendo come riferimento gli unici 3 portatori finora noti del Gigante (Kruger, Grisha ed Eren): – Kruger potrebbe aver visto il futuro tramite le memorie di Grisha, di Eren e dei successori di Eren. – Grisha potrebbe aver visto il futuro tramite le memorie di Eren e dei successori di Eren. – Eren potrebbe vedere il futuro tramite le memorie dei suoi successori Facciamo ora due ovvie (ma doverose) osservazioni:
(i) Vedere il futuro tramite le memorie di un successore, vuol dire semplicemente vedere le memorie del successore. Ovviamente, essendo il successore in un tempo anteriore a quello del possessore attuale dello SnK, vederne le memorie vuol dire, per l’appunto, vedere il futuro. (ii) Il fatto che un possessore del Gigante dell’Avanzata potrebbe vedere il futuro, non implica che questi debba necessariamente farlo, bensì, si tratta di una facoltà che hanno a disposizione, e di cui possono servirsi nei limiti in cui il potere stesso ha effetto. È lecito infatti supporre che il potere di “veggenza” abbia dei limiti, come dimostra il fatto che Eren, sebbene avesse visto il futuro, non sapesse che chi avrebbe potuto usare il potere della Coordinata non era lui, bensì Zeke.
Ultima cosa che possiamo/dobbiamo dire su questo potere, è il come questo si attivi. Possiamo supporre che un utilizzatore del Gigante che Avanza, possa usare di sua spontanea iniziativa il potere ed usarlo come preferisce, allo stesso modo di come il Gigante Femmina richiami i Giganti Puri nelle circostanze, oppure di come il Gigante Corazzato indurisca il suo corpo. Ciononostante, tutte le visioni future menzionate nel capitolo, sono state indotte da fattori esterni. Notiamo infatti che Grisha è indotto a vedere il futuro a causa della presenza di Eren e Zeke nelle sue memorie, mentre le visioni del futuro di Eren sono “triggerate” dal contatto con Historia (perlomeno da quel che ne sappiamo al momento). Per il momento quindi, non ci addentriamo troppo nell’argomento dell’attivazione del potere, e ci limitiamo ad osservare che questa potrebbe essere coatta, indotta da fattori esterni.
E con questo la lista delle cose che possiamo dire per ora sul potere del Gigante d’Attacco è finita (AKA al momento non mi vengono in mente altre cose importanti da dire ).
A discapito di tutto quello che abbiamo detto finora, nel capitolo sembrerebbe quasi che Eren abbia un potere non circoscritto al solo “vedere” e al solo “passato”, bensì apparentemente è quasi come se partecipasse attivamente alle scene del “flashback” di Grisha, influendo sul corso degli eventi. Cosa sta succedendo quindi? Nel prossimo sotto-paragrafo ci occuperemo della questione.
– Memorie future V memorie passate –
Come detto poco sopra, nel corso del viaggio attraverso le memorie di Grisha sembra che Eren partecipi attivamente a certi momenti della vita del padre, e non si limiti al solo “vedere” passivamente i ricordi. Facciamo riferimento ovviamente, alla memoria in cui Grisha entra nella cappella dei Reiss minacciando di rubare il potere del Progenitore a Frieda. Eren sembrerebbe essere materialmente in quel luogo a tutti gli effetti ed anzi, le sue parole sono determinanti a convincere Grisha a portare a termine la missione: è innegabile che la presenza dei due fratelli Yeager lì nella cappella, affianco al comune padre, fosse un tassello imprescindibile del mosaico, senza il quale gli eventi non sarebbero andati come sono andati. Eppure Eren e Zeke stanno solo visitando dei ricordi, è possibile che una cosa del genere succeda? E se pure potesse accadere, considerando che Eren è nella sua posizione attuale (anche) per via di quel momento, non sarebbe assurdo pensare che sia lui stesso l’artefice del momento che lo caratterizzerà in modo tale da renderlo artefice del momento che lo caratterizzerà?
In questo sotto-paragrafo cercheremo di dare una “risposta” (fra virgolette perchè potrebbe essere benissimo una stronzata inventata da me e dagli altri stronzi con cui ho discusso prima di scrivere quest’analisi) al primo di questi due quesiti, del secondo interrogativo ne riparleremo nel sotto-paragrafo successivo (ops, spoiler ). Dunque, formalizziamo meglio la domanda, giusto per fissare le idee.
Com’è possibile che Eren riesca ad influenzare il passato durante il viaggio nelle memorie di Grisha?
Prima di tutto, una breve descrizione di ciò che noi lettori “vediamo” materialmente nel capitolo. Nella cappella dei Reiss, Grisha cerca di convincere Frieda ad usare i suoi poteri da Gigante Progenitore per salvare la gente delle mura, ma senza successo. Fin qui nulla di nuovo per noi, la scena era già stata mostrata nel capitolo 90 (proprio contestualmente al fatidico baciamano di Eren ad Histroia). Il capitolo 121 ci mostra il resto di ciò che accadde in quell’occasione, con delle svolte incredibilmente inaspettate. Dopo un breve pippone di Frieda che riecheggia l’ormai nota volontà di Karl Fritz, sembra che Grisha non sappia più che fare, ma certamente non ha intenzione di commettere un massacro, non ne avrebbe il coraggio. Naturalmente, il nostro bad boy Eren non approva assolutamente le titubanze paterne, fissandolo con aria molto poco gioviale mentre cerca di controbattere ai paroloni di Frieda sul perché gli eldiani dovrebbero morire tutti malissimo. Ma per quante occhiate sexy possa fare Eren, la sua posizione è quella di uno spettatore, non può fare nulla per cambiare le cose. O perlomeno è quello che siamo portati a credere sia per il modo in cui il viaggio nelle memorie è stato presentato, sia per quello che sappiamo in generale sul mondo di SnK. Colpo di scena: Grisha non soltanto si accorge della presenza di Eren (cosa di cui in realtà non ci stupiamo troppo, visto che già nel capitolo 120 Grisha aveva “captato” la presenza del nostro best boy Zeke), ma addirittura, questi sente anche le sue parole, esattamente come se fosse affianco a lui in quel preciso istante. Dunque, l’Eren del “nostro” presente (cioè dell’anno 854) rimprovera il Grisha del “nostro” passato (anno 845) per il suo atteggiamento da vigliacco, spronandolo a continuare ad avanzare e portare a termine la sua missione. Il discorso di Eren tocca le corde giuste dell’animo di Grisha, riapre le sue ferite del passato: il dottor Yeager afferra il bisturi e si trafigge la mano. Il resto è storia. È chiaro come quanto accaduto a questo punto abbia dell’incredibile, e rimetta in discussione moltissimi aspetti del manga dati per certi, a partire dai retroscena dietro questo particolare avvenimento. Tutti noi lettori siamo stupiti (?) da quanto letto, non riusciamo ad identificarne le meccaniche ed il significato. Abbiamo perso la bussola e non sappiamo più che pensare sul manga di Shingeki no Kyojin, la vita ci sembra più incerta ed il domani non ha più alcun valore. Ma non disperate, mettete via quelle lamette: il Sensei è qui per spiegarvi cosa cazzo avete letto. Ok, mi rendo conto che probabilmente l’uscita che ho appena fatto è un pò cringe, però non sapevo come ricollegarmi a quello che volevo dire, quindi stacce
In primo luogo, osserviamo che soltanto Grisha riesce a vedere/sentire Eren, dunque possiamo dire con una certa sicurezza che qualsiasi cosa stia avvenendo, è legata ad una particolare condizione che riguarda solo i due personaggi (oltre a Zeke ovviamente, che per il momento escludiamo dal ragionamento per non complicarci la vita). Quindi non vi è stato nessun intervento materiale da altre epoche in quel dato momento, piuttosto l’influenza deve essere su un piano “mentale”. Detto in altri termini, per via di quelle non meglio precisate condizioni che coinvolgono Eren e Grisha a cui accennavamo prima, il Grisha dell’anno 845 riesce a “percepire” e “vedere” l’Eren dell’854, sebbene sia il Grisha che l’Eren di riferimento siano nelle loro rispettive epoche (ovvero come già detto, 845 e 854). Passiamo ora ad identificare le condizioni che permettono ad Eren e Grisha di interagire fra loro, sebbene siano in due momenti storici differenti. Ovviamente, la prima opzione che ci viene in mente è il potere del Gigante dell’Avanzata, che permette al suo possessore di scrutare nelle memorie dei suoi successori. A questo punto, potremmo pensare che il potere della veggenza dello SnK non basti per spiegare tutta la situazione sopra descritta, in quanto per come ci è stata presentata la scena, servirebbe anche qualcosa per andare “dietro” nel tempo, in quanto le parole di Eren vengono recepite da Grisha. In realtà però, abbiamo tutti gli ingredienti necessari per modellizzare la sequenza di eventi in esame. Osserviamo infatti, che se l’influenza non avviene su un piano materiale (come detto poco fa), allora neanche il viaggio “all’indietro” deve essere materiale. Colpo di grazia: il viaggio nella memoria di Grisha che stanno facendo Eren e Zeke è a tutti gli effetti un “viaggio nel tempo” a livello “mentale”, che è proprio la cosa che volevamo noi. Ergo, il secondo potere che stavamo cercando per spiegare il presunto viaggio nel tempo, non è nient’altro che l’abilità di vedere le memorie dei propri predecessori posseduta da ogni shifter. Notiamo però che in questo caso non si tratta di un “semplice” flash di memorie passate così come spesso abbiamo visto nel manga finora, bensì di una vera e propria visita nel mondo “plasmato” dalle memorie dello shifter che si sta “ispezionando”. Possiamo supporre che il motivo di questo “upgrade” del modo di visitare le memorie dei propri predecessori, sia dovuto al potere del Gigante Progenitore, che in pratica starebbe fungendo da “amplificatore”. Per ragioni di chiarezza, precisiamo che il viaggio nelle memorie di Eren e Zeke non ha nulla a che vedere con un viaggio nel tempo vero e proprio: i fratelli Yeager NON stanno andando realmente dietro nel tempo, bensì semplicemente stanno vedendo i ricordi di Grisha come se vi fossero dentro, una specie di flashback in realtà aumentata, quindi per l’appunto una visita nelle memorie, come la stiamo chiamando finora. Arrivati a questo punto, non ci resta che tirare le somme del nostro discorso.
Quello che è accaduto nella cappella Reiss, è dovuto ad un “incidente stradale” fra il potere di guardare nel futuro del Gigante che Avanza, ed il potere di vedere nel passato del Gigante Progenitore. Eren e Zeke stavano osservando le memorie di Grisha tramite il potere del Progenitore, che ha permesso loro di accedere ai ricordi condivisi dello Shingeki no Kyojin come se fossero osservatori esterni. Dall’altra parte, la “presenza” di Eren e Zeke in quei momenti, sebbene solo a livello “mentale”, ha portato all’attivazione del potere del Gigante dell’Avanzata di Grisha, che quindi ha ricevuto le memorie dell’Eren futuro che in quel momento stava visitando i ricordi di Grisha stesso. Detto più semplicemente, Grisha stava vedendo Eren che a sua volta stava visitando le memorie di Grisha relative a quel momento. In questo modo, Grisha è riuscito a “sentire” nell’anno 845, le parole di Eren tramite la veggenza dello SnK e dunque, Eren nell’anno 854 non ha fatto altro che osservare la reazione paterna alle parole che stava dicendo in quel momento, ma che Grisha aveva già sentito nell’anno 845. Un pò confuso come ragionamento? Allora riproviamo. Eren e Zeke stanno visitando i ricordi di Grisha nell’anno 854, mentre Grisha nel passato (anno 845) vede i ricordi di Eren relativi a questa visita. In altri termini, Grisha vede i ricordi dell’Eren dell’anno 854, che esplora le memorie di Grisha stesso dell’anno 845. Non so se quanto ho detto è chiaro, ma in pratica stiamo parlando del verificarsi di due eventi complementari che si incastrano perfettamente tra loro, e creano l’illusione ottica che ci ha mandato in tilt durante la lettura del capitolo.
La risposta (?) a questa domanda, alimenta l’altro dubbio già anticipato all’inizio di questo (lunghissimo) sotto-paragrafo. Ovviamente, faccio riferimento ad un topic molto caro ad i complottisti e ad i fan delle teorie pseudo-scientifiche di SnK, che mai come ora in questo capitolo hanno intravisto la possibilità di vedere realizzate le proprie congetture. Ne parliamo nel prossimo sotto-paragrafo (se ancora non avete chiaro quello che è successo fra Eren e Grisha, nel prossimo sotto-paragrafo c’è un’ennesima esemplificazione. Quant’è buono il vostro Sensei ).
– Teoria del loop confermata? –
Spoiler: NO. Prima di continuare nella lettura, piccola precisazione: il seguente sotto-paragrafo non è assolutamente comprensibile se non si è letto quello precedente. Quindi, se sei una di quelle brutte persone che salta da un paragrafo all’altro senza leggere mai tutto tutto, per capirci qualcosa di quello che ho scritto qui di seguito, dovresti prima leggerti il paragrafo precedente. Lo so, le propedeuticità sono cose brutte. Ma necessarie. Chiusa parentesi, proseguiamo con le pippe.
Sebbene a prima vista questa “influenza” dal presente al passato di cui abbiamo discusso nel paragrafo precedente, possa far pensare che la linea temporale creata da Isayama per il suo manga sia un serpente che si mangia la coda, basta un pochino di riflessione per convincersi che al contrario è a tutti gli effetti una linea retta. Difatti, osserviamo che alla base del fenomeno in esame vi sono due eventi distinti, che sebbene sembrino essere l’uno la causa dell’altro, in realtà sono indipendenti, e quindi non implicano nessun meccanismo ciclico, loop temporale o altre stronzate varie. Spieghiamo meglio quanto detto. Abbiamo due poteri con funzioni “antagoniste” tra loro, il potere del Gigante dell’Avanzata e quello del Gigante Progenitore. Il primo permette al suo utilizzatore di guardare il futuro, mentre il secondo rende possibile “visitare” le memorie condivise dei 9 Giganti, cioè, amplifica la portata dei tipici flash mnemonici che mostrano agli shifter porzioni di ricordi dei loro predecessori, in modo tale che questi siano dei veri e propri “mondi” in cui poter entrare e guardare scorrere la vita di quel certo predecessore. Passiamo alla descrizione materiale di ciò che è accaduto e di come questi poteri sono stati impiegati. In ordine cronologico, nella linea retta che rappresenta il tempo nel mondo di Isa, si sono verificati i seguenti fatti:
1) Nell’anno 845, più in particolare nel giorno della caduta del Wall Maria, all’interno della cappella dei Reiss, Grisha vede nel futuro un Eren che lo sprona a portare a termine la missione affidatagli da Kruger, e di sua spontanea iniziativa decide di assecondare quelle parole. 2) Nell’anno 854, Eren visita assieme a Zeke le memorie di Grisha relative agli avvenimenti della cappella Reiss nel giorno della caduta del Wall Maria, anno 845. Durante la “proiezione” delle memorie del padre, Eren non riesce a trattenersi dal commentare il comportamento di Grisha, e pertanto lo incita a rubare il potere del Gigante Progenitore.
Per cui, da una parte abbiamo Grisha che guarda una cosa che succederà in futuro, dall’altra abbiamo Eren che vede una cosa successa nel passato. Come già detto nel paragrafo precedente, due fenomeni complementari, che messi insieme formano un’intrippantissima illusione ottica. Pertanto, è chiaro come non ci sia alcuna influenza “diretta” dal presente al passato, bensì gli eventi seguono una naturale evoluzione a linea retta. Ovviamente, questa osservazione ha delle implicazioni non da poco, che riguardano la struttura temporale del mondo di Hajime Isayama: il fatto che Grisha abbia visto nel futuro una cosa che poi si è effettivamente verificata, porta necessariamente alla conseguenza che il tempo sia fisso e immutabile. Nulla può modificare il corso degli eventi, le cose devono succedere perché “il futuro è già scritto”, così come dice Grisha stesso. Da questo punto di vista, le predizioni di Grisha a Zeke riguardo l’avverarsi del piano di Eren, e di quello “scenario” nominato anche da Eren stesso a fine capitolo, sono dei veri e propri flashforward di quello che succederà a breve nel manga. Hype.
– Una piccola teoria –
Concludo questo interminabile paragrafo con una mia personale teoria, venutami in mente rileggendo il capitolo. Tranquilli sarà una cosa breve, niente pipponi di 3 pagine che pure io mi rompo il cazzo a scriverli (). Il capitolo precedente, il 120, in apertura mostra dei flash mnemonici appartenenti ad Eren. Fra di essi, accanto a scene iconiche come il risveglio del nostro giovane protagonista dal sonnellino sotto l’albero nel capitolo 1, o scene troll come quella raffigurante Geek Armin e Gothic Mikasa, ne troviamo una che non riusciamo proprio ad identificare. Sto parlando ovviamente, del bambino con i capelli scuri ed il cappello alla medio-orientale (o perlomeno, un cappello che a me ricorda molto quelli tipici della zona. Poi magari quel cappello non ha un cazzo a che vedere con il medio-oriente, anche perché in realtà non ne capisco molto di ‘ste robe. In tal caso ho fatto un’altra figura dimmerda, yay ). Vedendo per la prima volta il rombo storto contente quel ragazzino, non sapevo cosa pensarne in merito: tutte quelle scene erano frame delle memorie di Eren o dei possessori passati del Gigante che Avanza, e quindi anche quel bambino, a rigore, avrebbe dovuto essere un protagonista della sua vita, o di quella di Grisha, o di quella di Kruger (non andrei troppo dietro con gli host, non avrebbe senso che sia il ricordo di un certo possessore sconosciuto prima di Kruger, introdurre un elemento del genere complicherebbe eccessivamente le cose a questo punto della trama). Ciononostante, non riuscivo proprio ad incastrare quel momento nell’evoluzione di uno dei tre indiziati, sarebbe stato in ogni caso un elemento di troppo per la narrazione. Forse, dato il cappello alla medio-orientale, avrebbe potuto essere un ragazzino incontrato da Eren nel periodo da infiltrato a Marley, ma anche in questo caso sarebbe comunque un tassello troppo “ingombrante” per completare il puzzle della caratterizzazione del protagonista. E quindi niente, stallo totale sull’elaborazione dell’identità di quel bimbetto. Poi però arriva settembre, e con esso il capitolo 121. Come abbiamo già discusso ampiamente nel corso dell’analisi, questo capitolo introduce la grande novità del potere del Gigante d’Avanzata di guardare il futuro. Comprendete benissimo che con l’aggiunta di questo dettaglio, c’è un collegamento che si può fare assolutamente aggratis con la questione del bimbo sconosciuto. L’ipotesi che mi è balenata in testa è la seguente: la scena in cui si vede il bambino sconosciuto nel capitolo 120, è in realtà un ricordo futuro di Eren. Cioè, quel bambino appartiene al futuro della storia, e quella scena lo raffigurerebbe in compagnia dell’Eren del futuro, o di un futuro possessore dello SnK (propenderei per la prima, visto che non avrebbe senso mostrare un generico successore di Eren, a meno che questi non sia un personaggio a noi noto). Il senso di tutto questo? Boh. Per il momento, il ragionamento tieno conto del solo fattore della funzionalità narrativa, e per quanto personalmente ci possa pensare, ogni altra soluzione (perlomeno per me) sarebbe di troppo, ingolferebbe la prosecuzione degli eventi aggiungendo nuovo materiale da dover gestire in troppo poco tempo, considerando che il manga sta volgendo al termine. Fine della teoria. Come vi avevo promesso, veloce ed indolore. Forse meno veloce di quel che credevo, ma poteva andare peggio .
E fine anche del paragrafo dedicato al Gigante d’Attacco. Finalmente, sembrava non finisse più
— COSA VEDREMO NEL CAPITOLO 122? —
Titolo molto clickbait per un paragrafo in cui in realtà ho soltanto una cosetta dire, cosetta che tra l’altro vi avevo già detto un pò di mesi fa. Nel commento del capitolo 119, cercando di trovare un motivo all’eccessiva velocità dei fatti, scrissi la seguente cosa:
«La velocità del capitolo 119 sarebbe dovuta ad una questione “organizzativa”, cioè, per fare in modo che nel volume 30 ci sia spazio per un certo fatto che Isa voglia ad ogni costo inserire, magari anche in vista dell’ormai prossimo finale. Si tratterebbe dunque di un elemento di pesante rilevanza ai fini della trama, di una tematica che richiederebbe un po’ di tempo per essere sviluppata a pieno, o comunque, di un qualcosa la cui “durata” non è ben chiara nella mente di Isayama. Se così fosse, questo “qualcosa” di cui stiamo parlando porterebbe ad un plot twistone (o ad una svolta) bello grosso, e considerando le tempistiche che un’opera di narrativa dovrebbe rispettare per raggiungere i risultati ottimali in termini di effetto sul lettore, il momento più opportuno per mostrare suddetta svolta sarebbe a fine volume (in altre parole, plot twist nell’ultimo capitolo del volume 30, il 122). […] Vista la situazione corrente, visto il finale alle porte, direi che non sarebbe così assurdo pensare di vedere il potere del Gigante Progenitore all’opera: che sia finalmente la volta buona per assistere alla proverbiale marcia dei colossali?»
Ora, non vorrei fare il sommobuta della situazione che dice cose ovvie e poi fa il finto modesto vantandosi fra le righe, ma dovete convenire con me che quello che scrissi 2 mesi fa non era proprio una stronzata (). L’elemento di “pesante rilevanza ai fini della trama” che mi aspettavo, si è materializzato nella visita delle memorie di Grisha di questi ultimi 2 capitoli, inoltre la situazione ora sembra proprio volgersi verso l’attivazione del potere del Gigante Progenitore da parte di Eren. Difatti, anche se Zeke ha già dato ad Ymir l’ordine di sterilizzare tutti gli eldiani, sappiamo che questa “transazione” non andrà a buon fine per due motivi:
(i) per motivi narrativi. Le cose prenderebbero una piega estremamente banale se a questo punto Eren non riesca davvero a fare niente, o comunque se non ci fosse un ulteriore twist della situazione corrente. (ii) ce l’ha spoilerato Grisha in questo capitolo, dicendo che sarà il piano di Eren a realizzarsi.
Anche se la ragione (i) potrebbe non convincere, la (ii) invece non dovrebbe lasciare spazio ad alcun “ma”. In poche parole, Eren riuscirà davvero a “fermare” Ymir e a farle esaudire la sua richiesta, per il momento il “come” non ci riguarda. L’unica cosa che rimane su cui fare chiarezza è il “quando”. Converrete però, che anche per quanto riguarda le tempistiche i dubbi dovrebbero essere pochi: il manga sta finendo, il tempo non è molto, ogni capitolo è fondamentale. Aggiungendo al computo il fatto che ci ritroviamo in una situazione critica, in cui deve necessariamente succedere qualcosa legata all’attivazione del potere del Progenitore, (il piano di Zeke si realizzerebbe se non succedesse qualcosa che impedisca ad Ymir di attuarlo, e sappiamo per il punto (ii) che certamente il piano dell’eutanasia di Zeke non verrà portato a termine) direi che una risposta plausibile alla domanda “quando” sia: “nel prossimo capitolo”. Il prossimo capitolo è il 122, l’ultimo del volume 30. Mi ricordate quello che avevo scritto il 29 Luglio a proposito del capitolo 119? Ah no aspettate, non ce n’è bisogno, ve l’ho riportato io poco sopra. :vvvvvvvvvvvv
Ed è così che nel capitolo 122 ogni eldiano perse la facoltà di procreare. Ci farei proprio una figura di merda se succedesse dopo tutto questo raspone autocelebrativo
Beeeeeene, anche per questo mese è tutto. Ultimamente le analisi sono degli ossi duri, e ogni mese è sempre una fatica maggiore scriverne una nuova. La volta scorsa dissi che per Settembre non avrei fatto nessuna analisi, eppure eccoci qua, alla nona pagina del documento Word su cui sto scrivendo la mia ultima fatica. L’andazzo è questo: di base non vorrei flagellarmi scrivendo pagine e pagine di pensieri su un fumetto, d’altro canto però non posso neanche esimermi dallo scrivere qualcosa se Hajime Isayama nel capitolo decidesse di dire quale sia il senso dell’universo. Ciononostante ci sono dei limiti a tutto, limiti che ultimamente sto rasentando piuttosto spesso. Questo mese sono stato impicciato, ma non quanto credevo, quindi ho avuto modo di impacchettare questo interminabile papiro (che comunque per suddetti impicci è arrivato quasi a fine mese), tuttavia non so se per Ottobre avrò la stessa disponibilità. Ergo, anche se Isayama nel 122 mostrasse il contenuto dell’area 51, potrei decidere di fare uscire soltanto un piccolo post in cui commento velocemente il contenuto del capitolo (sottolineo il “potrei”, perché purtroppo non sono dotato dei poteri del Gigante che Avanza e non posso sapere se effettivamente non potrò fare altre 20 pagine di analisi). Ecco, questa piccola nota conclusiva dai toni un “pochitto” autocommiserativi per dire che anche se ‘sto mese ho pubblicato l’analisi di 10 pagine, il mese prossimo forse dovrete accontentarvi un un post di 2 pagine. Ah sì, ridendo e scherzando siamo arrivati a 10 pagine. Evviva.
Nel bene e nel male, ci risentiamo il prossimo mese con un qualcosa sul 122. Ciao.
Ciao, sono il Sensei. Avrei tanto voluto fare un commento rapido ed indolore come quello del mese scorso, ma stavolta purtroppo mi tocca un pò più di lavoro, sia perché il 120 permette sconfinate pippe mentali, sia perché noto che sono in molti a non aver chiari degli elementi chiave presentati in questo capitolo.
Iniziamo dunque senza ulteriori preamboli, che stavolta le cose da dire sono un pò. Questo mese, oltre ad i consueti paragrafi ci saranno anche dei piccoli sottoparagrafi. Il motivo di facciata è che aiutano voi gentaglia a navigare meglio fra gli argomenti che tratto in questo interminabile papiro, il motivo vero è che semplicemente rendono il post molto più figo (e mi permettono di fare battutine extra che non avrei saputo dove mettere altrimenti ). Bene, dopo questo preambolo, iniziamo senza ulteriori preamboli (*cough cough*).
— LA PROGENITRICE YMIR —
Dal mio commento del capitolo 119, parlando della possibilità che Eren fosse morto: «[…] Ovviamente si avrebbe ancora l’attivazione del potere del Progenitore in un modo o nell’altro, magari tramite il contatto di Zeke con la testa Beyblade di Eren, cosa che sarebbe figa accadesse, perlomeno per vedere il modo in cui la scena verrebbe censurata nell’anime. Ma in fin dei conti, siamo onesti: per quale buon motivo il potere del Progenitore dovrebbe attivarsi al contatto fra Zeke ed il cadavere di Eren? “Perché il cervello rimane attivo anche per pochi istanti dopo la morte di una persona”. Davvero credete che Isayama si riduca ad usare una motivazione come questa? :v» Beh che dire, in un certo senso ci avevo preso in pieno
Nei seguenti sottoparagrafi andremo ad analizzare nel dettaglio le principali regole che governano la “dimensione” nella quale al momento si trovano Eren e Zeke. Spero di essere stato il più preciso ed esaustivo possibile, visto che è proprio questo l’argomento su cui ho riscontrato il maggior numero di dubbi nella community. Iniziamo.
– Un’eternità in un istante –
Una volta avvenuto il contatto, Eren e Zeke – o per meglio dire, le loro coscienze – vengono trasportati nell’ormai noto luogo metafisico in cui Ymir Fritz vaga senza meta. Questa volta però ci troviamo direttamente alla sorgente dei paths, nel luogo in cui quelle irraggiungibili scie che attraversano il cielo viste nelle altre due occasioni analoghe (rigenerazione di Zeke ed Ymir, rispettivamente nei capitoli 115 e 89) hanno origine, dove tutte le invisibili vie che uniscono ogni eldiano si ricollegano alla Coordinata. In un chiaro richiamo alla Yggdrasill della mitologia norrena, la fonte da cui provengono i paths è rappresentata come un albero luminoso (o per essere più corretti, come un grande fascio di luce che ricorda moltissimo un albero) dal quale dipartono tutti i 9 sentieri esattamente come se fossero rami. I fratelli Yeager arrivano in questo “posto” contemporaneamente, ma Eren ha perso quasi completamente il suo corpo, gli rimane solo la testa, e pertanto necessita del processo di rigenerazione che abbiamo già visto all’opera in passato con Ymir e Zeke. Dunque, mentre Eren viene ricostruito pezzo per pezzo, Zeke ha la possibilità di osservare e studiare il luogo, le sue meccaniche e le sue leggi. Il tempo necessario affinché Eren si rigeneri è molto, abbastanza per far crescere unghie, barba e capelli ad uno Zeke (o per essere più precisi, al riflesso del suo corpo in quel posto) che risulta visibilmente più “vecchio” di quello a cui eravamo abituati (nota a margine: prendendo nota della condizione in cui appare Zeke, è impossibile non ricollegarsi, perlomeno per analogia visiva, ad Alphonse di Fullmetal Alchemist. Non mi dilungo troppo per evitare spoiler). Eppure, se guardando Zeke fossimo spinti a credere che siano passati anni, in realtà sembrerebbe che sia trascorso solo una quantità infinitesima di tempo. Dunque, veniamo a conoscenza della prima regola di questo posto (già anticipata nel capitolo 115): qui il tempo scorre molto più lentamente rispetto al mondo “normale”, tanto che un istante (nella dimensione “reale”) equivale ad una quantità praticamente infinita di tempo nel reame della progenitrice. Possiamo quindi assumere senza problemi che nella dimensione di Ymir il tempo si fermi. Questa informazione proviene dalle lunghe ore di riflessione di Zeke, e così è anche per tutte le altre cose che sappiamo di questo posto: sostanzialmente, tutto ciò che conosciamo della dimensione di Ymir non sono altro che supposizioni fatte da Zeke, pertanto potrebbero anche non corrispondere al vero, essere false o inesatte. Ma che motivo avrebbe Isayama per mentirci adesso su delle questioni “burocratiche” come queste?
Passiamo ora ad un’informazione più interessante, che risponde alla domanda: “come nascono i giganti?”
– Come nascono i giganti –
Dalle parole di Zeke, sembrerebbe che tutti i poteri da gigante abbiano origine proprio qui, nel senso materiale nel termine. Mi spiego meglio. La dimensione di Ymir non dovrebbe essere solo un reame onirico senza legami – se non sul piano della coscienza – con il mondo reale, al contrario in questo luogo la progenitrice “costruisce” materialmente i giganti, che poi vengono “trasmessi” all’eldiano in procinto di trasformarsi tramite il relativo path (ricordiamo che in questo mondo il tempo è praticamente fermo, quindi per quanto tempo possa volerci per creare un gigante di terra nella dimensione di Ymir, nel mondo reale corrisponderà sempre ad un attimo, una manciata di secondi). In generale, ricordando le parole di Xaver del capitolo 114, in questa dimensione, dalla terra presente, Ymir crea sangue, ossa e carne che vengono inviati agli eldiani tramite i paths ogni qualvolta ce ne sia bisogno: quando un eldiano si trasforma, il suo gigante viene creato qui; quando uno shifter si ferisce, il suo corpo viene ricostruito qui; in altri termini, qualsiasi cosa riguardi il potere dei giganti ha come origine questo luogo, che dunque potremmo definire a tutti gli effetti come un “pannello di controllo” del potere dei giganti. La questione è molto interessante, soprattutto in quanto dona un tocco più materiale e concreto al potere dei giganti, senza però andare a svilire la sua natura fantasy e mistica. Insomma, la risposta alla domanda “come nascono i giganti?” è, quasi come in un racconto biblico/mitologico: “li crea una bambina dalla terra”. Ed è la migliore risposta che potessimo ricevere. Alla faccia delle teorie pseudo scientifiche che si sono sentite in tutti questi anni [Shorts, sappi che quella più simpatica era la tua <3].
Infine, arriviamo ad una rivelazione inaspettata su questo mondo, che rappresenta a tutti gli effetti una rottura netta con uno degli elementi all’apparenza più consolidati del manga.
– Slave to the royal blood –
Ebbene sì, non è il possessore del Gigante Progenitore a decidere come utilizzare il potere, bensì lo shifter di sangue reale. Per tutto il manga ci è stato fatto credere il contrario, non soltanto con dimostrazioni implicite (come il contatto fra Eren ed il gigante puro di Dina Fritz, che in realtà rappresentava l’unica vera prova a favore di quanto pensavamo), ma anche tramite le parole di moltissimi personaggi come Armin e Xaver, che esplicitamente affermavano il diritto dello shifter del Progenitore ad utilizzare i poteri del gigante. Dunque, il ruolo del possessore non di sangue reale del Progenitore è soltanto quello di aprire l’accesso per la dimensione di Ymir allo shifter di sangue reale, senza che questi venga “corrotto” dal patto di non belligeranza. Come dice lo stesso Zeke, Eren non è nient’altro che una “chiave” per lui, un elemento necessario affinché sia in grado di utilizzare i poteri del Gigante Progenitore, senza essere in qualche modo influenzato dalla volontà di Karl Fritz.
A questo punto è necessario fare una precisazione. Quello che è successo fra Eren ed il gigante di Dina (qualunque fraintendimento sarebbe molto inquietante in questo contesto ) rimane comunque una testimonianza del fatto che, sotto certe condizioni, un eldiano di sangue NON reale possessore del Gigante Progenitore possa riuscire ad usare consapevolmente i suoi poteri. Eppure il capitolo 120 stabilisce invece una legge piuttosto chiara sul come “funzioni” Ymir (cioè, obbedisce solo alle istruzioni di un eldiano di sangue reale). Prendendo atto di questi due fatti, la cosa più saggia che si possa pensare è che la legge sopra accennata abbia delle eccezioni di cui al momento non siamo a (piena) conoscenza. Possiamo però dire con una certa sicurezza che un motivo che potrebbe essere causa di un’eccezione è l’eventualità che l’eldiano di sangue reale sia trasformato in un gigante puro. Probabilmente, il soggetto di Ymir di sangue reale in questo stato non è materialmente in grado di dare ordini ad Ymir per il suo stato di incoscienza, o magari perchè non esiste più in quanto “persona” (ricordiamo che un eldiano quando si trasforma in gigante puro, si fonde a livello fisico con il proprio gigante), o per altri motivi comunque correlati. Quindi, sarà stato per questa motivo (cioè perchè Dina Fritz era trasformata in un gigante puro) che Eren all’epoca è stato in grado di usare coscientemente il potere del Progenitore? Per il momento questa è la migliore ipotesi che possiamo fare (o che io possa fare, lol) quindi faremo finta che sia così, almeno fin quando Isa non ci dirà il vero motivo (se mai ce lo dirà).
Torniamo al discorso principale. Zeke è dunque riuscito ad accedere alla dimensione di Ymir senza essere “deviato” dalla volontà di Karl Fritz, e pertanto è libero di utilizzare il potere del Gigante Progenitore come meglio crede. Sebbene nel capitolo sembri molto sicuro delle sue doti da shifter di sangue reale, in realtà è ragionevole supporre che inizialmente Zeke non fosse consapevole del suo diritto ad usare i poteri di Ymir, o perlomeno, non abbiamo motivo di ipotizzare che Zeke fosse a conoscenza del fatto che sarebbe stato l’individuo di sangue reale a poter utilizzare il potere del Gigante Progenitore una volta avvenuto il contatto. Come già detto in precedenza, per quel che ne sappiamo tutti i personaggi che hanno avuto voce in capitolo sulla questione, non hanno mai neanche avuto il minimo dubbio sul diritto del possessore del Progenitore di utilizzare i poteri di Ymir. D’altronde, anche nel flashback di Zeke nel capitolo 115, Xaver, parlando con Zeke stesso del piano dell’eutanasia, dice esplicitamente che sarebbe stato l’host del Gigante Progenitore ad usare i poteri, nel caso di contatto con uno shifter di sangue reale. Pertanto, visto che non abbiamo validi motivi per percorrere altre strade, diamo per buono che neanche Zeke si aspettava di essere colui che avrebbe potuto utilizzare i poteri di Ymir. Da questo punto di vista, non possiamo non ammettere che Zeke sia stato mooooolto fortunato, in quanto nel caso in cui le cose fossero andate come tutti noi ci aspettavamo, il suo piano sarebbe andato malamente all’aria.
In ogni caso, una volta resosi conto di avere in mano il completo controllo dei poteri di Ymir, la prima cosa che Zeke fa è, naturalmente, liberarsi delle “catene” (metaforicamente parlando, ovviamente) che Karl Fritz aveva imposto ad ogni suo successore. In giro sull’internet ho trovato molti dubbi su questo punto, e cioè, molta gente che si interrogava sulla seguente questione:
Come ha fatto Zeke a rompere il tanto declamato patto di non belligeranza stipulato 111 anni prima dal 145° re dell’Impero Eldiano Karl Fritz?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima fare (tanto per cambiare) una piccola premessa. Notiamo esplicitamente che “utilizzare i poteri del Gigante Progenitore” vuol dire comandare materialmente ad Ymir ciò che si intende fare, la propria volontà: chi materialmente “fa qualcosa” non è lo shifter, ma Ymir la progenitrice, che dalla sua dimensione ultra terrena ha praticamente pieno controllo su tutto ciò che riguarda gli eldiani ed il potere dei giganti. Questo vuol dire che, tutti gli shifter di sangue reale che fossero entrati in quella dimensione, possano far eseguire ad Ymir ciò che vogliono, purchè lo vogliano. Ed è proprio qui che agisce il patto di non belligeranza, che dovrebbe impedire agli shifter di sangue reale possessori del Gigante Progenitore di “chiedere” ciò che vogliano ad Ymir. Pertanto, un eldiano di sangue reale MA senza il Progenitore che ha accesso a quella dimensione, non viene influenzato dal voto di Karl Fritz, e quindi è libero di comandare alla progenitrice tutto ciò che desidera. Quest’ultimo è proprio il caso del nostro Zeke, che in quanto individuo di sangue reale non influenzato dal patto di non belligeranza, una volta avuto accesso a quella dimensione, ha potuto chiedere ad Ymir di sciogliere il patto. Ed è così che terminano 111 anni di influenza da parte di Karl Fritz. Le catene che imprigionavano Zeke ad inizio capitolo erano tutt’altro che una metafora del patto di non belligeranza, come Zeke stesso invece intendeva far credere. In realtà, Zeke voleva unicamente sondare le intenzioni di Eren, capire se davvero fosse favorevole al suo piano oppure, come temeva, si stava solamente servendo di lui per suoi interessi personali. Così ha elaborato una trappola, creando grazie ai poteri di Ymir delle catene, al fine di simulare la condizione di “impotenza” dovuta al patto, che Eren si aspettava.
Bene, mi pare che non resti molto da aggiungere sulle regole del mondo di Ymir che abbiamo avuto modo di incontrare in questo capitolo.
Avrei però un’ultima breve cosa da dire riguardante la progenitrice, che in realtà è una mia personale osservazione. Zeke, subito dopo aver svelato ad Eren il suo colpo da maestro, riferendosi ad Ymir dice (cito la traduzione del Digital Team): “[…] si è convinta che i membri della famiglia reale siano i suoi padroni ed obbedisce ciecamente ai loro ordini”
Queste parole mi hanno fatto riflettere sul motivo per cui Ymir si trovasse in quel momento (ed in quello stato) lì, e la ragione più convincente (ed ovvia) che ho trovato è la seguente. La progenitrice Ymir potrebbe essere costretta ad obbedire ciecamente agli ordini degli eldiani di sangue reale ed in generale a gestire materialmente tutto ciò che riguarda il potere dei giganti (cioè costruire corpi, arti e quant’altro con la terra nei dintorni, che è un lavoro abbastanza duretto), come conseguenza del patto stipulato migliaia di anni prima con il Diavolo della Terra. Sin dalla prima volta che è stato introdotto il patto (nell’ormai remoto capitolo 86), mi sono sempre chiesto quale prezzo avesse dovuto pagare Ymir Fritz pur di avere tutto quel potere. Ebbene, questa potrebbe essere la risposta. Ok, la storia del patto con il Diavolo potrebbe essere l’ennesima storiella inventata da Marley (anche se dopo tutto quello che abbiamo visto in questo capitolo inizio a dubitarne), ma in ogni caso, Ymir dovrà pure aver ottenuto i poteri da Gigante in qualche modo, ed un’abilità così grande non è mai gratis, quindi i presupposti di partenza rimangono validi e legittimi.
Detto questo, mi sono rotto di parlare di Ymir. Passiamo ad altro
— EREN E ZEKE —
Siete sopravvissuti alle 5 pagine di spiegozzi sul mondo di Ymir? Bene, eccovene altre 3 sulla best coppia di fratelli che si potesse mai desiderare in uno shōnen, Eren e Zeke . Inizieremo parlando del loro rapporto reciproco in generale, per poi continuare soffermandoci sugli ultimi sviluppi venuti alla luce dal loro viaggio onirico/temporale (della natura del viaggio e delle sue sfaccettature intrippose ne parleremo nell’ultimo paragrafo dell’analisi). Pronti?
– Eren e Zeke: amore fraterno –
Dopo aver sciolto il patto di non belligeranza, Zeke è liberissimo di fare ciò che vuole non essendo più limitato da alcun vincolo. Potrebbe persino scegliere di divorare Eren per assorbirne i poteri da gigante, gli darebbe solo giovamento ed anzi, probabilmente sarebbe la cosa migliore che potrebbe fare: la condizione di potere di cui attualmente gode è dovuta al suo momentaneo contatto con il fratello, ed è dunque molto “situazionale” e precaria. Ciononostante non sembra minimamente intenzionato a torcere un capello ad Eren, tutt’altro: sembra che il fratello abbia la priorità su tutto, persino sul suo piano della vita. Prima di dare inizio alla tanto declamata eutanasia infatti, preferisce “curare” il fratello, di cui crede essere affetto da un lavaggio del cervello da parte di Grisha, e pertanto necessita di essere “salvato”. Il comportamento di Zeke è davvero interessante, in quanto sottolinea un aspetto del personaggio che per gran parte del tempo di cui è stato protagonista prima della rivelazione sul suo passato, non è stato mai lontanamente preso in considerazione da nessuno di noi (o perlomeno da me, lol): la sua umanità. Zeke è probabilmente il personaggio più umano di tutto il manga, il suo flashback ce lo ha detto chiaro e tondo e questo capitolo non fa che rendere questo fatto ancora più evidente e rilevante. Quando Eren dice di non aver mai creduto nel piano di Zeke, l’espressione di quest’ultimo parla da sé: uno sguardo sconvolto, una speranza disattesa, una paura che tutt’un tratto si fa reale. L’espressione di chi sta perdendo qualcosa, qualcosa in cui credeva fermamente non con il cervello, ma con il cuore. Quello sguardo sconvolto non è per il piano dell’eutanasia, ma per un qualcosa di ben più importante, la salute del fratello. Zeke credeva e sperava con tutto sé stesso che Eren fosse dalla sua parte, che fosse quell’individuo da cui “farsi trovare” come gli aveva augurato Xaver: la risposta di Eren in questo capitolo è una pugnalata al cuore per Zeke. Ciononostante, non perde le speranze e sa che la colpa di questo comportamento non è di Eren stesso, ma del padre: Zeke è convinto che anche suo fratello sia stato vittima di un lavaggio del cervello da parte di loro padre Grisha. Zeke immagina cosa possa provare ora il povero fratello in quanto lui stesso era stato nella medesima condizione, sa come potrebbe sentirsi, si immedesima in lui, e pertanto, sa anche come farlo “guarire” da quella malattia. Ha bisogno di qualcuno che lo aiuti, di una mano alla quale aggrapparsi per riuscire a fuggire da quella coltrina di menzogne in cui il padre lo aveva fatto vivere. E quale appoggio più sicuro ci possa essere, se non quello di un amorevole fratello? Zeke si sente chiamato ad aiutare Eren perché è la persona più indicata per farlo: non solo ha avuto lo stesso destino, ma è anche suo fratello maggiore, e, ciliegina sulla torta, il responsabile dei loro mali è il loro comune padre. Per Zeke è un obbligo aiutare suo fratello, una vocazione proveniente dal cuore, probabilmente spinto dall’esempio del suo vero padre Xaver. Pertanto, una volta preso atto della “malattia” di Eren, l’eutanasia passa in secondo rilievo: la cosa più urgente da fare è salvare il fratello. Ed Eren? Qual è l’opinione che Eren mostra riguardo al fratello in tutto questo? Sebbene non sia a favore del piano dell’estinzione indolore, sebbene si opponga anche alla “diagnosi” fatta da Zeke, possiamo dire che in fondo anche lui potrebbe tenerci al fratello. Anche dopo aver svelato le sue carte, Eren continua a chiamare Zeke “fratellone” (faccio riferimento all’originale giapponese, in cui Eren si rivolge a Zeke sempre usando “niisan”), ergo almeno lo accetta come suo fratello. Ma questo è quanto. Ultimamente Eren è poco sondabile come personaggio, accontentiamoci delle piccole cose
– Eren & Zeke: fratelli nel tempo –
La parte conclusiva del capitolo vede Grisha ed Eren accedere alle memorie condivise del Gigante d’Attacco – o Gigante dell’Avanzata/che Avanza/*inserire sinonimo di avanzare* se siete quelli che “gne gne è più corretto” ma non vi accorgete che come nome fa schifo – durante il mandato di Grisha (che è un modo creativo di dire che vanno nei ricordi di Grisha ). Questo viaggio piuttosto singolare è voluto e reso possibile da Zeke, che con i suoi nuovi superpoteri da Gigante Progenitore sembrerebbe essere capace di introdursi a suo piacere nelle memorie degli altri eldiani e raggiungere da essi le memorie di tutti i predecessori presenti sul loro stesso path, percorrendolo a ritroso. In questo caso, partendo da Eren, percorrendo all’indietro il sentiero che lega tutti i possessori del Gigante d’Attacco, Zeke riesce a raggiungere le memorie di Grisha, il predecessore di Eren stesso nella linea di successione dello SnK. Una volta “dentro i ricordi” di loro padre, Eren e Zeke navigano fra i vari momenti della vita di Grisha come se stessero visitando un “palazzo mentale”, passando di ricordo in ricordo cambiando letteralmente stanza. Come già detto (nel sottoparagrafo precedente), questo tour è stato voluto da Zeke al fine di “guarire” Eren dal lavaggio del cervello subito, ma al contrario delle aspettative, tale viaggio non si sta rivelando proprio vantaggioso per il nostro Gigante Bestia. Partito con il presupposto di voler mostrare al caro fratellino dove fosse stato plagiato, non solo ha avuto modo di ritrattare la sua posizione sul rapporto fra Eren ed il padre a causa dei momenti #1 dad di Grisha, ma probabilmente è lui quello che sta rivalutando quel cattivone del papà. Insomma, non esattamente un successo per Zeke, che quasi sta vedendo la sua stessa “cura” rivolgerglisi contro. Dal canto suo, Eren sembra realmente “libero” come diceva nel capitolo 112 o perlomeno non influenzato dal padre come Zeke si ostina ad affermare, ma sappiamo tutti che ci deve essere stato qualcosa che lo abbia portato ad assumere l’atteggiamento che mostra al momento: oltre al sopraggiungere delle memorie di Grisha alla fine della prima parte (che è stata la prima “scossa” di caratterizzazione per Eren), direi che è ragionevole pensare che ci siano stati ulteriori fattori di cui non siamo a conoscenza, che hanno fatto in modo che Eren “diventasse” così com’è ora. Per il momento possiamo solo dire queste due cose, oltre a sperare che qualcuna di queste porte ci conduca alla memoria che potrà fare luce sulle reali intenzioni del nostro simpatico protagonista. Ultimamente Eren è poco sondabile come personaggio, accontentiamoci delle piccole cose
— UNA SIMPATICA TEORIA DEL COMPLOTTO —
Oook, siamo giunti all’ultimo paragrafo di questo tour de force. Qui di seguito vi espongo una teoria maturata in questi giorni, durante le lunghe discussioni sul capitolo con gli altri admin e con gli utenti del nostro gruppo telegram. Spoiler: riguarda una certa teoria del loop che piace a molti terrapiattisti ingenui.
– “Se vuoi salvare Mikasa, Armin e tutti gli altri…” –
Nella sequenza finale del capitolo, mentre Zeke (e sottolineo, SOLO lui) parla ad Eren nella cantina di casa Yeager alla presenza di un Grisha sonnecchiante (da notare come in quel momento Grisha stava con ogni probabilità scrivendo uno dei suoi 3 famosi libri contenenti le “verità” sul mondo), quest’ultimo si sveglia di soprassalto immaginando di sentire e vedere Zeke. La nostra attenzione è catturata da un fatto molto interessante, e cioè che Grisha riesce a vedere distintamente lo Zeke attuale: la visione di Grisha non è simbolica, non è una sua creazione inconscia, bensì ritrae quello specifico Zeke in quello specifico momento. Questa osservazione, dal mio punto di vista, implica univocamente che quel Grisha sia stato influenzato dalla presenza di quell’Eren e di quello Zeke (per il momento, evitiamo di chiederci se questa influenza sia volontaria o meno). Cosa vuol dire materialmente questo? La risposta alla domanda dipende dalla natura del viaggio che Eren e Zeke stanno compiendo. A mio dire, potrebbero esserci due modi in cui poter interpretare il viaggio dei fratelli:
(i) come qualcosa che non esiste se non su un piano onirico, sul piano della coscienza. Secondo questa interpretazione, anche se la presenza di Eren e Zeke influisce sul momento visitato, questo comunque non esiste (o meglio, visto che si tratta di ricordi, “non è esistito”) sul piano materiale. (ii) come un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. Non c’è bisogno di aggiungere altro.
Capite benissimo che se assumessimo l’ipotesi (ii), le implicazioni risultanti sono molto, molto interessanti. A prescindere dal tipo o da come l’influenza è stata indotta, un’influenza è avvenuta, e se davvero assumessimo che quello che i due fratelli stanno vedendo è successo (o “sta succedendo nel passato”) realmente, allora arriveremmo alla necessaria conclusione che Eren e Zeke stanno influenzando il passato partendo dal futuro. A questo punto è chiaro come questo ragionamento ci porti anche ad un’altra conclusione. Non è la prima occasione che abbiamo le prove di un’influenza dal futuro al passato, nel corso del fumetto un’altra volta abbiamo avuto modo di “assistere” ad un evento alquanto particolare che ha triggerato tutti i peggio teorici del complotto e terrapiattisti, facendoli urlare all’unisono “teoria del loop confermata”.
“Se vuoi salvare Mikasa, Armin e tutti gli altri, dovrai portare a termine la tua missione”
Ovviamente, mi sto riferendo a ciò che dice Kruger poco prima del passaggio del Gigante d’Attacco a Grisha. Ripensando al contenuto di quella scena, è facile convincersi che la situazione mostrata è del tutto analoga a quella alla fine del 120: sia Grisha che Kruger hanno improvvisamente delle “interferenze” da un’altra epoca, dei flash la cui durata è di pochissimi secondi riguardanti “qualcosa” del futuro (in un caso le parole di Grisha ad Eren, nell’altro l’immagine di Zeke adulto). Capite benissimo come, una volta preso nota di ciò, il passo logico successivo venga spontaneamente: considerando che i due fatti sono sovrapponibili l’uno all’altro, è assolutamente plausibile ipotizzare che abbiano anche le stesse cause, e quindi, che anche l’interferenza di Kruger prima dell’iniezione sia dovuta alla presenza di qualche “osservatore” dal futuro. Ed ora arriviamo al fulcro della teoria. E se quella interferenza fosse dovuta proprio all’Eren del presente durante il viaggio con Zeke nei ricordi del Gigante d’Attacco? Cioè, e se una di quelle porte che stanno di volta in volta attraversando, conducesse al momento prima della trasformazione di Grisha in gigante, durante il discorso finale di Kruger, ed in quella circostanza Eren interferisse, volontariamente o meno, su Kruger? Direi che questa ipotesi fila abbastanza no? Oltretutto, quante altre occasioni avremo per risolvere gli ultimi quesiti rimasti veramente oscuri del manga? Isayama ha già sfruttato il viaggio nei ricordi per fare luce sulla motivazione per cui Grisha ha aspettato così tanto prima di rubare il potere del Progenitore, che sebbene fosse decisamente intuibile se non ovvia, non era mai stata esplicitamente citata in alcun modo, venendo lasciata come sottotesto ad altri fatti mostrati. Dunque, visto che lo strumento del trip onirico consentirebbe di mostrare la spiegazione alle ultime parole di Kruger in maniera naturale e senza fastidiose macchinazioni, perché Isayama non dovrebbe sfruttare quest’occasione? Ovviamente, nella lista delle cose che potrebbero essere spiegate dal viaggio di Eren e Zeke non c’è solo la frase di Kruger, ma anche tutti quegli altri elementi “wtf” o semplicemente di “difficile spiegazione”, e visto che siamo a fine manga, quale momento sarebbe più adatto se non questo? Nella lista potrebbero rientrare anche il sogno di Eren ed il criptico titolo del capitolo 1? Personalmente non saprei, in quanto credo che sarebbe molto meglio se Isa ce ne desse la chiave di interpretazione sul finale del manga, come conclusione all’intera storia.
Detto ciò, mi accorgo di essere alla nona pagina del documento Word. Nove pagine di analisi ad agosto. Nove pagine di analisi ad agosto, e per giunta pure sotto ferragosto. Questo coso non lo leggerà nessuno. Perchè c’ho perso così tanto tempo.
Ci vediamo il mese prossimo con NON un’analisi perchè so già da ora che sarò impicciatissimo. Ciao.
Ciao. Lo so, siamo a fine mese. Sicuramente tutti voi avrete già avuto modo di discutere del 119 e di fare le vostre teorie su come si salverà Eren, su ciò che succederà con Zeke, ed in generale su dove vuole andare a parare Isayama con la storia. Gli argomenti di discussione era così sexy e attacca-pippone, che vi sarete ormai stancati di spiegare al vostro cuginetto di 4 anni come tutto ciò che abbiate visto in questo capitolo sia soltanto un ricordo manipolato, portando come unica prova il fatto che Eren non abbia i pantaloni strappati. MA, visto che il capitolo era così sexy e attacca-pippone, non potevo esimermi dallo scrivere qualcosa. Tranquilli, stavolta sarà davvero una cosa rapida ed indolore: anch’io mi sono stancato di spiegare al mio cuginetto di 4 anni come sia assurdo pensare che tutto ciò che si è visto nel capitolo sia un ricordo manipolato, specie se basando il proprio ragionamento solo su un dettaglio grafico chiaramente sbagliato.
Dopo quest’introduzione (che in realtà era solo un modo simpatico per esporvi il mio punto di vista su quella spassosa teoria del complotto ), possiamo iniziare con le cose vere. Questo post avrà sostanzialmente la struttura di un “commento” al capitolo, niente di troppo impegnativo, solo brevi riflessioni personali (e sottolineo “personali”) sui “fatti” accaduti nel 119, cercando anche di fare previsioni su quello che succederà da qui a breve nel manga. Procediamo.
– LE MORTI Una delle cose che più ha scosso noi lettori è certamente il grande numero di morti mostrate nel capitolo. Sia chiaro, era quasi “scontato” che tutti quei personaggi sarebbero usciti di scena in tempi brevi, ma vedere così tante morti riunite in un solo capitolo ha creato un forte senso di “wtf” anche in me. Narrativamente parlando, Colt e Poruk avevano esaurito la loro funzione all’interno del fumetto, cioè, non sarebbero più stati protagonisti/fautori di svolte importanti per il flusso degli eventi, dunque la loro morte era abbastanza probabile considerando che Isayama non è esattamente quel tipo di scrittore che appesantisce i suoi lavori con fardelli inutili. Per quanto riguarda Pixis, Nile e tutti gli altri amiconi trinconi dell’esercito, la loro scomparsa era necessaria ai fini della trama, visto che praticamente era certo che Zeke avrebbe usato il potere dell’urlo nel 119 (o nei capitoli successivi al 118). Anche in questo caso, è da notare come i due personaggi di Pixis e Nile sarebbero potuti diventare di troppo nell’attuale situazione del fumetto, considerando la funzione esclusivamente “politica” e discorsiva che caratterizza i due. Oltretutto, i brevi (ma per niente banali o inutili) momenti di visibilità concessi a Nile nel 118, sapevano molto di un addio al personaggio. Insomma, nessun fulmine a ciel sereno in quanto a morti, ma come detto poco sopra, ciò che “urta” il lettore, è il ritmo con cui si susseguono queste dipartite. Personalmente mi aspettavo che nel 119 ci avrebbero lasciato “solo” Pixis & co, immaginando che Zeke avrebbe usato il potere dell’urlo per l’appunto nel capitolo. Ovviamente, credevo che anche Poruk e Colt si sarebbero levati dai coglioni a breve, ma non così tanto a breve (lol). Devo essere onesto, così tante perdite insieme mi hanno stranito non poco, dandomi l’impressione che Isa abbia voluto improvvisamente spingere sull’acceleratore senza una ragione chiara. E qui arriviamo al secondo punto del nostro commento.
– UN RITMO INUSUALE Come già detto, questo capitolo si contraddistingue certamente per il suo ritmo estremamente serrato dovuto alla grande mole di eventi mostrati, che certamente avrebbero potuto essere “spalmati” senza problemi in più capitoli. Perchè dunque tutta questa fretta? Cioè, perchè ammucchiare così tanta roba in un solo capitolo? Considerando che il 119 sarà il primo capitolo del volume 30 e che ogni volume ha 4 capitoli, direi sia lecito pensare che Isayama voglia far accadere qualcosa di grosso entro la fine del volume 30 (cioè entro i prossimi 3 capitoli). Mi spiego meglio. La velocità del capitolo 119 sarebbe dovuta ad una questione “organizzativa”, cioè, per fare in modo che nel volume 30 ci sia spazio per un certo fatto che Isa voglia ad ogni costo inserire, magari anche in vista dell’ormai prossimo finale. Si tratterebbe dunque di un elemento di pesante rilevanza ai fini della trama, di una tematica che richiederebbe un po’ di tempo per essere sviluppata a pieno, o comunque, di un qualcosa la cui “durata” non è ben chiara nella mente di Isayama. Se così fosse, questo “qualcosa” di cui stiamo parlando porterebbe ad un plot twistone (o ad una svolta) bello grosso, e considerando le tempistiche che un’opera di narrativa dovrebbe rispettare per raggiungere i risultati ottimali in termini di effetto sul lettore, il momento più opportuno per mostrare suddetta svolta sarebbe a fine volume (in altre parole, plot twist nell’ultimo capitolo del volume 30, il 122). Per concludere il discorso, mi lancio in un’illazione su cosa possa essere questo twist. Vista la situazione corrente, visto il finale alle porte, direi che non sarebbe così assurdo pensare di vedere il potere del Gigante Progenitore all’opera: che sia finalmente la volta buona per assistere alla proverbiale marcia dei colossali?
– EREN Come ultimo punto di questo post molto a cazzo di cane, vediamo di tirare un po’ di teorie su ciò che potrebbe succedere ad Eren nel prossimo capitolo. Andiamo velocemente, che tanto ne avrete parlato/sentito parlare fino alla nausea di Eren Beyblade. Al momento, le situazioni che vedo più possibile avvenire sono 3:
(i) Eren ha trasferito la sua coscienza come ha fatto più volte Reiner in passato. È l’ipotesi più diffusa ed accreditata dalla community al momento, non c’è da stupirsene: è una teoria a costo 0 che non si basa su troppe ipotesi e ricalca un altro avvenimento successo in passato per ben 2 volte. Tutto molto bello, se non fosse che è un po’ scontatuccia e brutta come possibilità. Personalmente quindi la scarterei, pur constatando che è comunque la strada più sicura che si possa percorrere.
(ii) Eren ritorna in vita in un modo analogo a quello di Zeke. Sebbene anche questa ipotesi si rifaccia a qualcosa già accaduta in una situazione analoga in passato, presenta un pochino di incertezze in più rispetto a (i) per la natura ancora ignota di quello stesso evento di riferimento. D’altro canto, questa possibilità è molto più in linea con il contesto e potrebbe presentare svolte molto molto interessanti dal momento che Eren è in procinto di attivare il potere del Gigante Progenitore. Sì insomma, io faccio il tifo per questa
(iii) Eren è realmente morto. Anche questa possibilità non è da escludere, ma solo per una questione di “effetto narrativo”. Difatti, da quanto successo a Zeke nel capitolo 115, possiamo affermare con buona sicurezza che il portatore di uno dei 9 giganti non possa morire prima di aver fatto ereditare il suo potere, o equivalentemente, se uno shifter dovesse morire allora verrebbe riportato in vita in maniera ancora non troppo ben definita (ricordiamo che il “non troppo ben definita” è anche il motivo che ci porta a dubitare dell’ipotesi (ii)). Facciamo finta per un attimo di avere abbastanza elementi per supportare quest’idea: sarebbe un plot twistone tremendo se il protagonista fosse morto così, de botto, ad un metro dal traguardo. Ovviamente si avrebbe ancora l’attivazione del potere del Progenitore in un modo o nell’altro, magari tramite il contatto di Zeke con la testa Beyblade di Eren, cosa che sarebbe figa accadesse, perlomeno per vedere il modo in cui la scena verrebbe censurata nell’anime. Ma in fin dei conti, siamo onesti: per quale buon motivo il potere del Progenitore dovrebbe attivarsi al contatto fra Zeke ed il cadavere di Eren? “Perché il cervello rimane attivo anche per pochi istanti dopo la morte di una persona”. Davvero credete che Isayama si riduca ad usare una motivazione come questa?
Posto che il potere del Gigante Progenitore sarà una cosa che vedremo sicuramente, siamo costretti a mettere da parte il sensazionalismo dovuto ad il plot twist della vita. Ritorniamo quindi nel concreto: Eren non è ancora morto, e se lo fosse, tornerà in vita a breve in un modo o in un altro.
Concludo questo “commento al capitolo” (?) con un’osservazione che reputo essere valida qualsiasi sia il destino di Eren. Considerando tutta l’attenzione raccolta attorno al personaggio, direi che il momento è adatto per un focus sulla controversa caratterizzazione di Eren. In altre parole, credo sia ragionevole aspettarsi un flashback che ci faccia capire cosa passi per la zucca del nostro simpaticissimo protagonista.
Bene, non ho più cose da dire. In realtà cose da dire ne avrei ancora, ma onestamente, siamo a fine Luglio e nè io ho voglia di continuare a scrivere, nè voi avreste voglia di leggere ciò che ha scritto un tizio a caso riguardo una cosa relativa all’inizio del mese. Evito di tediarvi ulteriormente. Ci sentiamo il mese prossimo (AKA fra qualche giorno visto che siamo a fine mese, lol) con il 120. Ciao.
Come preannunciato dal 116, questo mese ci tocca il capitolo di bbotte: Eren contro Reiner e Galliard, o meglio, più in generale, Eren (e amichetti rivoltosi che però sono inutili) contro le forze di Mahle. In realtà sul capitolo non ci sarebbe molto da dire, visto che per l’appunto sono mazzate, che per loro natura si commentano da sole, per cui mi limiterò a fare le solite osservazioni sulle cose che ho reputato più interessanti in questo capitolo. Visto che gli argomenti di cui andrò a discutere sono piuttosto eterogenei e non troppo vasti, l’analisi non avrà l’usuale struttura a paragrafi, bensì, sarà più che altro un elenco di cose organizzato secondo il sempreverde schema a CDC [NdR: cazzo di cane]. Insomma, “un’analisi” poco analisi e molto scazzata
PICCOLO ANNUNCIO PRIMA DI INIZIARE: Pochi giorni dopo la pubblicazione di quest’analisi, uscirà un piccolo post dove vi esporrò una mia ipotesi circa quali potrebbero essere le intenzioni di Eren. Ero indeciso se includere o meno questa teoria all’analisi che state per leggere, poi però mi sono reso conto che quel tipo di contenuti non poteva farne parte, in quanto è a tutti gli effetti un’illazione, e come tale, non può trovare luogo in un post dove analizzo e faccio riflessioni su “cose materiali” ed effettivamente accadute in un capitolo. Effettivamente, è solo una questione di forma, ed in passato mi è capitato di inserire cose del genere in varie analisi, però in questo caso, visto che il topic è molto “caldo”, vorrei dargli maggiore importanza, dedicandogli un post a sé.
Cazzate a parte, iniziamo a dire cose.
– EREN Le battaglie sono le “scuse” migliori che può trovare un autore, per mostrare le abilità ed i punti di forza “materiali” di un certo personaggio. Così, anche Isayama sfrutta lo scontro del presente capitolo, per sottolineare una volta per tutte (come se non fosse già abbastanza chiaro) quale sia il vero asso nella manica di Eren. Non il gigante primordiale, non il potere di indurimento del gigante martello, bensì, avanzare sempre e comunque. Pur avendo la possibilità di allontanarsi di soppiatto, Eren decide di affrontare in uno scontro diretto Reiner, e persino una volta ritrovatosi faccia a terra, circondato dai suoi avversari, non si dà per vinto, continuando a lottare con ciò che gli rimane. Insomma, quel “continuo ad avanzare fino a quando ogni mio nemico sarà annientato” del capitolo 100, non era solo una cosa figa da dire per farsi il badass .
– REINER Parlando di Eren e dalla sua indole, è impossibile non considerare la sua controparte, nonchè secondo protagonista del fumetto, Reiner. Come ormai sappiamo più che bene, al contrario del detentore dello SnK, Reiner non vede l’ora di “andare a dormire”, lasciarsi andare. Nonostante questo, in molte occasioni ha mostrato un atteggiamento in apparenza sensibilmente differente da come ci si aspetterebbe da qualcuno che attende la morte allo stesso modo di come si attende un pacco da amazon. Difatti, persino nella battaglia di Liberio, nella sua fase più “bassa” emotivamente nella storia (ma che indubbiamente, finora in termini di caratterizzazione è la vetta più alta mai toccata dal personaggio), nel momento del bisogno “si attiva”, riuscendo efficacemente a svolgere il suo lavoro come guerriero (?) e salvare Poruk da morte certa. Anche in questo capitolo, Reiner continua a fare il suo lavoro, tuttavia, è chiaro come l’atteggiamento che presenta è molto diverso rispetto a quello dell’arco di Mahle. Non più un “attivarsi” per fare il suo dovere da guerriero, bensì, la consapevolezza del proprio essere, di quello che sta facendo, di quello che ne sarà. La consapevolezza di essere un soggetto di Ymir, che prima o poi morirà venendo divorato da un suo simile, e che questo destino è comune a tutti gli altri fratelli eldiani legati dalla maledizione del potere dei giganti. Ebbene, se prima il “lasciarsi andare” a cui accennavo all’inizio era legato a quel complesso, contorto, ed incompleto puzzle che era la sua mente, ora possiamo leggerlo nell’ottica dell’aver accettato il proprio sè stesso, come soggetto di Ymir, come guerriero, come soldato, come persona. Arrivati a questo punto è lecito che vi chiediate, “come mai il parallelo con Eren?”. Semplicemente, perché il primo passo verso questo suo nuovo atteggiamento, è proprio dovuto al suo incontro/scontro con lo Yeager a Liberio che a sua volta, ha già raggiunto durante la sua “latitanza” a Mahle, questo tipo di consapevolezza di sè e di ciò che lo circonda. Da notare come anche Eren debba moltissimo a Reiner: se il guerriero di Mahle non avesse fatto il suo dovere a Shiganshina distruggendo il Wall Maria, Eren probabilmente non sarebbe mai venuto a contatto con il suo vero sé, con quello che è ora.
– GAVI E MAGAT Sebbene non sia proprio per niente fan di Gavi (d’altronde, chi lo è? ), ho trovato molto toccante la scena della sua ricongiunzione con Magat per diverse ragioni: (i) mette in luce il lato umano di due personaggi, che prima di questo momento erano stati mostrati pochissimo come “persone”. (ii) è in perfetto accordo con il processo di distruzione-ricostruzione del personaggio di Gavi: il gesto di affetto di Magat arriva proprio nel momento in cui è narrativamente più efficace per la caratterizzazione della cadetta guerriera. (iii) motivazione più importante: nel momento in cui Magat abbraccia Gavi, noi lettori ci dimentichiamo completamente che i due personaggi in questione sono un mahleano ed un eldiano. Brividi.
– “UN NUOVO HEROS” Altra cosa che mi ha colpito molto di questo capitolo, è il fine ultimo che si prefigge il capit- generale Magat, dietro la conquista del gigante progenitore. Da quel che dice, sembra infatti che il motivo principale che spinge lui e l’esercito di Mahle (di cui ora è a capo, o comunque, vi occupa una posizione molto importante al suo interno) ad attaccare Paradi per prendersi il Primordiale, non sia legato ad una questione di egemonia militare, o ad altre di tipo “politico”. Al contrario, l’intervento delle forze mahleane è più da intendere come una missione per salvare il mondo, come lo stesso Magat dice: “il destino del mondo grava sulle nostre spalle…”. Di primo impatto, queste parole suonano molto come la vecchia solita retorica eroistica di Mahle, atta a mascherare intenzioni ben meno onorevoli, tuttavia, questa volta c’è qualcosa di diverso. Questa volta sembra davvero che Mahle sia scesa in campo effettivamente per “salvare” qualcosa, tant’è che persino Eren e quelle altre persone di cacca dei volontari anti-mahleani apparentemente non si aspettavano questo genere di attacco, in quanto dal loro punto di vista “il gioco non vale la candela”. Questa volta niente eroismo di comodo, Mahle ha il dovere morale di fare qualcosa, perlomeno nel rispetto di Vili Teiber, e del suo ultimo desiderio: riportare la “pace nel mondo”. E niente, sotto questo punto di vista, considerando anche che personcina poco raccomandabile è il nuovo Eren, i mahleani sembrano dei figoni, e proprio non riesco a non fare il tifo per loro. Peccato che prima o poi la guerra finisce, e dopo che il nemico comune sarà sconfitto, cosa terrà uniti gli alleati di oggi? O meglio, cosa non dividerà gli alleati di oggi? Ammettendo sempre che il nemico sarà sconfitto.
Beeeeene, mi pare di non avere altro da dire. Questo mese stranamente siamo a sole 2 pagine (in realtà sono 2 e qualcosa, ma arrotondiamo per difetto). Non so perchè, ma tutto ad un tratto i capitoli di mazzate sono diventati i miei preferiti
Ciao, sono il Sensei. Grazie a Dio, questo mese sul capitolo non c’è molto da dire, quindi vi beccate un’analisi fast e light, che ho anche altri impicci a cui dover dare conto. Tranquilli, anche impicci che riguardano la locanda e Shingeki. Ho già detto abbastanza
La struttura di quest’analisi sarà la solita che uso quando sono particolarmente scazzato, cioè sarà composta da diversi punti in cui faccio osservazioni very interessanti (spero) su cose di cui avete già parlato perché sono passate due settimane dall’uscita del capitolo in inglese . Bene, senza ulteriori indugi e battutine discutibili, iniziamo l’analisi.
— CONSIDERAZIONI GENERALI —
Rispetto ai suoi immediati predecessori, il capitolo 116 sembrerebbe essere un pò “mosciarello”. In effetti, sebbene abbia come al solito un’egregia costruzione narrativa, di fatto può benissimo essere definito come “di transizione”. Ovviamente stiamo sempre parlando di Shingeki no Kyojin, manga di Hajime Isayama, autore che riesce a trasformare in oro persino la polvere: anche il più inutile dei capitoli presenta interessanti spunti da poter approfondire. In questo 116, il focus sono principalmente le caratterizzazioni dei personaggi presenti, in particolare quelli femminili, che di fatto hanno tirato le fila degli eventi del capitolo. Andremo ad approfondire questo aspetto negli altri paragrafi di questa mini analisi, dove ci occuperemo del le caratterizzazioni delle varie donzelle nello specifico. Prima di andare oltre però, ci tenevo a sottolineare una certa cosa. Con l’arrivo dei mahleani sul campo di battaglia, tutti gli attori del dramma sono finalmente presenti in scena: l’atto finale può avere inizio. Non fraintendetemi però: credo che quella che sta per avere luogo non sia veramente la “battaglia finale”, piuttosto, direi che è un buon modo per iniziare ad avviarci verso essa (altra necessaria specificazione: con “battaglia finale” non intendo per forza una battaglia propriamente detta, bensì, il “culmine narrativo” prima del finale).
— I PERSONAGGI FEMMINILI —
Questo 116 è molto “girl power”, nel senso che praticamente, tutto ciò che succede nel capitolo, ha per protagonista un personaggio femminile. Pertanto come già anticipato prima, in questa sezione andremo a concentrarci sulle caratterizzazioni delle feminucce al centro del capitolo, ed in particolare, parleremo di Yelena, Gavi e Peake.
– YELENA Credo che con questo capitolo, la personalità di Yelena sia ormai stata definita quasi completamente, lasciando poco spazio per ulteriori sviluppi. Un personaggio che vive in relazione di un unico obiettivo, di un’unica persona, seguendo la sua ideologia quasi come un fanatico religioso. Se prima ci stupivamo di quanto fosse brava a mentire così spudoratamente a Pixis, o di quanto potesse essere risoluta nell’eliminare chiunque ostacolasse i piani, ora possiamo capire il perchè: nulla di quello che faceva era sbagliato, in quanto finalizzato a compiere il volere del suo dio. Insomma, Yelena, dal canto suo, è sempre stata dalla parte del giusto, perchè ha sempre seguito la sua fede. Perchè è sempre stata dalla parte di Zeke. Una volta osservata questa caratteristica fondamentale della “struttura” del personaggio, anche le sue espressioni, i suoi sguardi, acquistano un nuovo valore. Non più gli occhi e le parole da “professionista della menzogna” (per citare la traduzione dei nostri amici del Digital Team), bensì di chi ha fede, e crede con tutto sè stesso in qualcosa.
– GAVI Una piacevole sorpresa degli ultimi capitoli, è lo sviluppo preso dal personaggio di Gavi. Sembra infatti, che la cadetta guerriera stia sempre più uscendo da quella dimensione dualistica di bene e male, mahleani e demoni, che l’ha sempre caratterizzata finora, diventando, capitolo dopo capitolo, una “persona vera”. Al contrario di Yelena, che (come abbiamo detto nel paragrafo precedente) non hai mostrato titubanze nel sostenere i suoi ideali, Gavi ora appare quanto più spaesata possibile, mettendo in dubbio ogni sua concezione fino alla radice. “Perchè dei demoni hanno dei sentimenti? E perchè riesco ad empatizzare con loro, sebbene sia una mahleana onoraria?” Insomma, una Gavi piuttosto distante dalla solita stronzetta dei capitoli di Mahle. Una Gavi i cui pregiudizi indotti dalla “madrepatria” iniziano a sgretolarsi, senza più paraocchi o filtri sul mondo. Una Gavi che finalmente mostra quel che è: una bambina persa nella foresta (citando ancora la traduzione del Digital Team).
– PEAKE Per tutti quelli che ancora avessero dei dubbi a riguardo, questo capitolo mette chiarezza su un importantissimo elemento del manga. Peake Vera Best Girl di Shingeki no Kyojin. Altro che Histroia o Mikasa. Per inciso, non che lo sia diventata nel capitolo 116: Peake è la best girl del manga, sin da quando è stata Peake. Ciò che volevo intendere, è che ormai non è più lecito avere dubbi su una cosa simile, e tutti coloro che osano dire il contrario sono meritevoli di gogna pubblica. Bene, su Peake ho finito.
Seriamente, non ho molto altro da dire sul personaggio. Per quel che mi riguarda, sarebbe inutile aggiungere parole a quanto mostrato da Isayama nel capitolo: le motivazioni di Peake sono chiarissime, e non nel senso che riusciamo a prevedere le mosse che sta per compiere, bensì che, tenendo a mente tutto quello che abbiamo visto su Peake finora, il personaggio risulta estremamente credibile e naturale nel modo in cui Isa lo dipinge in questo capitolo. Peake non ha fiducia in Mahle, perchè sa che la “madrepatria” sfrutta quanto più possibile gli eldiani a sua disposizione, trattandoli come oggetti, e per cui, non si illude che un giorno, prima o poi, il popolo di Ymir venga semplicemente “perdonato” o “lasciato stare”. Però, crede nelle le persone che ha intorno, nei compagni con cui ha condiviso battaglie e dolore, a prescindere dalla loro etnia, dall’essere mahleani o eldiani. E se combattere per i suoi compagni significa sostenere Mahle, allora ben venga favorire gli interessi del regno. Dunque, è per questa ragione che in quel momento è li a Paradi a mettere in gioco la sua vita, sfidando il potere dei Giganti ed un’intera nazione: per i suoi compagni. Che gran personaggio che è Peake.
Bene, arrivati a questo punto possiamo concludere l’analisi. Ci diamo appuntamento a fine mese con qualche commentino sui nuovi episodi dell’anime, e, ovviamente, a maggio con il capitolo 117. Ciao
Ogni capitolo di SnK, anche quello più inutile a livello narrativo, presenta numerosi spunti di riflessione di cui poter discutere, perlomeno di carattere “stilistico”. Potete immaginare quindi, come aumenti inverosimilmente la quantità di pippe mentali che si possono fare su un capitolo come il 115, forse quello con il più grosso carico di informazioni ed interrogativi da più di un anno a questa parte. Ci sono molte cose da dire, molte. Ho tanta paura che ne uscirà uno sproloquione di quelli cattivi e bastardi, tipo quei post che scrolli velocemente per vedere dove finiscono, e quando arrivi in fondo non ricordi più neanche di cosa trattassero. Insomma, roba di lunghezza alla video di Sabaku. Io vi ho avvisati.
Come al solito, suddividerò l’analisi in diverse sezioni, in base agli argomenti trattati. Siccome questo mese mi sento molto professional (e siccome si prospetta un’analisi mooooooolto lunga), qui di seguito riporto anche un “indice” di suddetti paragrafetti, con tanto di descrizione delle (tante) cose che dico in essi, così potete farvi un’idea di cosa può essere per voi più interessante leggere (anche se so che, da grandi miei fan quali siete, leggerete comunque tutta l’analisi. Vero? )
(i) La rinascita di Zeke Cerco di dare una risposta alle domande riguardanti ciò che è avvenuto a Zeke (è morto o no? Da dove sbuca quel gigante? E la bambina?). In pratica, è il motivo per cui state leggendo questo post .
(ii) Il destino di Levi Pippe mentali su quello che succederà di qui in poi a Levi. Come gestirà ora il personaggio Isayama, viste le sue condizioni attuali, e l’incalzare degli eventi?
(iii) Le regole del capitolo perfetto Analisi generale del contesto da un punto di vista squisitamente narrativo, con tanto di “speculazione” finale su ciò che potrebbe accadere nell’immediato futuro del fumetto.
— LA RINASCITA DI ZEKE —
Il mese scorso, dopo aver elaborato il contenuto dell tavola finale del capitolo, ho seriamente temuto che Isayama non ci mostrasse subito gli effetti di quanto avvenuto. Ritornate quindi con la mente al capitolo scorso, ed immaginate. Immaginate di dover aspettare più di un mese per sapere cosa fosse successo a Zeke e Levi. Immaginate di arrivare ad Aprile, ed essere rimasti ancora con l’immagine mentale dei due che volano con le budella al vento. Ecco. Immaginate che sofferenza. Ma per fortuna, Isayama è un dio buono, e non abbiamo dovuto aspettare che un mese per scoprire i destini della coppia più scoppiettante della serie (capita la battuta? scoppiettante perchè sono una coppia e scoppiano xdxdxd). In questa sezione, come detto prima, mi soffermerò esclusivamente sulle conseguenze che il boom ha avuto su di Zeke, o meglio, su quanto successo a Zeke dopo l’esplosione: la sua morte/non morte, il gigante che appare a caso, Ymir che gli riscostruisce il pisellino con la terra. Insomma, tutto quello a cui nessuno di noi era pronto, e che ha reso il capitolo uno dei più estranianti in assoluto in tutto il manga. Pronti?
Per avere un quadro degli eventi più chiaro, ricapitoliamo un attimo ciò che è successo materialmente in quegli istanti, per poi passare ad analizzare nel dettaglio ogni fase della vicenda. Quello che speriamo di fare è cogliere il significato dell’accaduto, traendone dunque una “regola generale” con cui trattare situazioni analoghe. In soldoni, quello che nel capitolo succede a Zeke si può schematizzare in questo modo:
1) Zeke muore (?) per via dell’esplosione della lancia tonante.
2) Compare improvvisamente un gigante puro che, dopo essersi aperto il ventre, infila all’interno delle sue viscere il (mezzo) corpo esanime di Zeke.
3) All’interno del gigante puro succede qualcosa, e Zeke ritorna in vita. Al contempo, anche il suo corpo quasi totalmente smembrato, si rigenera completamente. Il tutto avviene mentre il vapore che circonda il gigante, viene risucchiato all’interno dello stesso (NOTA: in realtà non sappiamo se quest’ultima cosa succeda durante “tutto” il processo di “rinascita”, o solo nella parte finale, cioè esattamente nel momento in cui Zeke esce dal gigante).
4) Zeke esce fuori dal ventre del gigante, tutto fvesco (cit.) e con il pisello all’aria.
Ed ora, veniamo all’analisi in dettaglio dei punti sopra elencati. Andiamo con ordine.
1) ZEKE VIVO O MORTO? Innanzitutto chiediamoci, Zeke è realmente morto, oppure era in una specie di limbo/stato di pre morte? Dal mio punto di vista, credo proprio che Zeke in questo capitolo sia morto. Certo, dopo poco è resuscitato, quindi ce l’abbiamo ancora in mezzo ai coglioni (per fortuna), però sono abbastanza convinto che nel momento in cui quel gigante puro se lo infila nel ventre, il comandante dei guerrieri avesse già tirato le cuoia. Il flusso di coscienza ad inizio capitolo con i flash degli ultimi snodi rimasti oscuri della sua vita (il passaggio del gigante bestia, la formazione del corpo anti-malheano, la realizzazione dell’esistenza del fratello Eren ed il suo incontro con lo stesso a Mahle), ma soprattutto, il primo piano nella tavola numero 20 (21 nella numerazione delle pagine del reader attuale del Digital Team), a mio parere, sono delle ragioni più che sufficienti per sostenere la tesi della morte. Che poi, siate onesti: a chi di voi non si è raggelato il sangue, alla vista di quella tavola poco sopra accennata? La bocca semi aperta, il viso contratto, gli occhi freddi, vuoti. Una rappresentazione incredibilmente potente della morte. Ovviamente, quella che ho appena esposto è una mia visione dei fatti (supportata da osservazioni concrete), e pertanto, potrebbe anche essere smentita nel futuro del fumetto (in quel caso, sapete che figura dimmerda ). Difatti, nulla vieta che in realtà Zeke in quel momento fosse ancora “vivo”, anche se onestamente, questa eventualità non mi piacerebbe molto. Inoltre, ci sarebbe un altro buon motivo per sostenere l’ipotesi della morte di Zeke, ma di questo ne riparliamo alla fine del paragrafo.
2) DA DOVE SPUNTA QUEL GIGANTE PURO? Probabilmente, il punto più oscuro di tutta la vicenda. Neanch’io ho realmente capito da dove venisse, o chi/cosa fosse quel gigante puro che abbiamo visto. Vi propongo perciò due osservazioni che ho avuto modo di fare (e che per giunta vanno in contrasto tra loro):
(i) Il gigante ha la stessa faccia di uno dei giganti puri comparsi nel capitolo 113 (cioè, uno dei soldati di Levi trasformati tramite il vino corretto). Nello specifico, mi riferisco al gigante che Zeke/gigante bestia fa a brandelli, in modo da procurarsi dei proiettili da usare contro Levi. Siamo quindi indotti a pensare che i due giganti siano in realtà lo stesso, tuttavia, c’è una contro-osservazione che a tal proposito bisogna necessariamente fare: i due giganti in esame hanno corporature sensibilmente differenti. Difatti, il gigante responsabile del ritorno di Zeke, ha chiaramente una bella panciotta post abbuffate natalizie, mentre al contrario, il gigante del capitolo 113, è visibilmente più esile. Resta il fatto che la faccia dei due è molto, molto simile (quasi uguale). Onestamente, se quello del 115 fosse un gigante diverso, non capirei il motivo di ritrarlo con quasi la stessa faccia di un altro gigante già esistente. (ii) L’espressione del gigante puro, è la stessa della bambina che rigenera il corpo di Zeke (che è comunque anche la stessa del gigante a cui accennato poco sopra ). Triste, cupa, e “tirata” verso il basso. Non è una grande osservazione, in realtà, ma è l’unico elemento che abbiamo per ricollegare il gigante alla bimba (oltre ai capelli chiari, ovviamente). Dunque, si potrebbe pensare che il gigante sia una “manifestazione” (presa nell’eccezione più larga possibile) della bimba?
Detto questo, mettiamo su una bilancia le due possibilità, per “misurarne” pro e contro. Il collegamento fatto in (i) è molto “comodo” ed efficace, perchè ci permette di non far scomodare eccessivi deus ex machina. Semplicemente, chiudendo un occhio sulle dimensioni, si potrebbe pensare che quel gigante distrutto da Zeke nel capitolo 113, in realtà non fosse morto, e sia andato a salvare il proprio “padrone” nel momento del bisogno (sul “perchè” sia andato, ne parliamo più avanti). Se invece volessimo sostenere la tesi riportata in (ii), verremo incontro a molti più scogli da dover superare. Come ha fatto a “manifestarsi” la bimba? Da dove è spuntato il gigante? Si è creato da un qualcosa, oppure si è materializzato dal nulla? In SnK finora, siamo stati abituati a due rigide regole nell’ambito dello “studio” dei giganti: – alla base del gigante deve esserci materialmente un eldiano che si trasforma; – la trasformazione deve essere innescata da qualcosa (tipicamente, introducendo nell’organismo di un soggetto di Ymir, del liquido spinale di un altro soggetto di Ymir). Per assurdo, supponiamo che l’ipotesi in (ii) sia quella corretta. Se volessimo ragionare seguendo le due regole sopra elencate, allora dovremmo assumere che lì nelle vicinanze ci fosse stato un eldiano a caso, che ancora più a caso si fosse trasformato in gigante per andare a salvare Zeke. Non saprei, mi sembra un pò forzatella come cosa È chiaro quindi, come questa ipotesi sia moooolto pericolosa, perchè andrebbe contro praticamente ai perni su cui si basa il mondo dei giganti. Non fraintendetemi, potrebbe anche essere che il gigante di questo capitolo sia tipo anomalissimo (AKA non rispetta nessuna delle condizioni scritte prima), e sia stato creato dal nulla direttamente da Nostra Madre Santissima Ymir, con l’unico scopo di salvare Suo Figlio Zeke. Ma questo vorrebbe dire creare delle eccezioni alle regole di sopra, o, se preferite, aggiungere altre leggi che riguardano il fenomeno della creazione dei giganti. Considerando che siamo a fine manga, introdurre ora un elemento così grosso (e oltretutto, quasi ad hoc per salvare il culo a Zeke) è una mossa molto rischiosa, A MENO CHE Nostro Signore Isayama non ce la contestualizzi e motivi adeguatamente, al suo solito. In ogni caso, visto che la nostra mente (perlomeno la mia ) non può andare oltre, per il momento stiamo sul sicuro, ed optiamo sulla (i). Come detto prima, anche qui ci sarebbe un ostacolo da superare, ovvero, il fatto che quel gigante era stato praticamente smembrato in mille pezzi da Zeke, e per cui, sarebbe dovuto morire. Ma amen, in fin dei conti, l’assunzione che il gigante sia sopravvissuto allo spappolamento di Zeke, non è neanche troppo forte. Quindi go for (i).
3) LA BAMBINA Credo siamo tutti d’accordo nel dire che, la bambina che Zeke vede durante la fase di “ricostruzione” del proprio corpo, sia la dea Ymir (o Christa?). L’ovvia domanda che ci poniamo è: – per quale motivo è comparsa proprio in questa occasione? E la risposta sembrerebbe altrettanto ovvia: – perchè il corpo di Zeke era distrutto, e non si sarebbe potuto rigenerare tramite il solito potere curativo dei giganti. Per dare più valore a questa ipotesi (perchè pur sempre di ipotesi si tratta), facciamo un passo indietro. Lo scorcio del cielo notturno stellatissimo, da postare su tumblr con tanto di frase poetica a caso, non è nuovo nel manga. Difatti, come tutti noi ben ricordiamo, la stessa visione “mistica” compare anche ad Ymir (non la dea, ma quella che si scopava Historia), dopo aver assorbito i poteri del Gigante Mascella, e dunque, contestualmente all’essere tornata in forma umana. Quando un eldiano è in forma gigante, il suo corpo “umano” e quello da “gigante” sono connessi tra di loro anche fisicamente. Nel corso del fumetto, è stato reso chiaro che questo legame fisico (evitiamo doppi sensi molto inquietanti plz ), dipende linearmente dal tempo della trasformazione: più tempo un eldiano rimane in forma gigante, più il suo corpo (umano) si legherà a quello del gigante. Detto in altri termini, significa che il corpo dell’eldiano, si fonde grudualmente con quello del gigante, man mano che la trasformazione perdura nel tempo. Questo fatto dovrebbe valere sia per i giganti puri, sia per gli shifter (dove con shifter, indico quegli eldiani che possono “shiftare” dalla forma umana a quella gigante. In pratica, i possessori dei 9). Dunque, quando Ymir divora Marcel e assorbe il potere del suo gigante, dovrebbe tornare in forma umana, MA d’altro canto il suo corpo si è completamente fuso con quello del suo titano, visto che sono passati un bel pò di annetti (circa 60) dalla sua trasformazione. In altre parole, il suo corpo umano, facendosi tutt’uno con quello del gigante, si è disintegrato, distrutto completamente. In definitiva, affinchè torni umana, il corpo di Ymir deve essere rigenerato in qualche modo. Ebbene, ciò che succede ad Ymir in quella occasione, è la stessa cosa che succede a Zeke in questo capitolo: entrambi non possono più rigenerare il loro corpo con la solita abilità curativa, a causa delle enormi mutilazioni ricevute, tuttavia DEVONO tornare umani per ragioni legate al potere del gigante (quelle di Ymir sono palesi, mentre per quanto riguarda Zeke, ne parleremo nel dettaglio in seguito). Possiamo quindi affermare con una certa sicurezza, che quando si verifica una situazione del genere, il risultato è quello a cui abbiamo assistito in questo capitolo.
– ESTERNO: un gigante introduce l’eldiano da dover rigenerare dentro il proprio corpo, dove avviene il “miracolo” (notiamo che nel caso di Ymir, al momento della rigenerazione già si trovava dentro un gigante puro, ovvero il SUO gigante puro. Questo dovrebbe valere anche per qualsiasi altro eldiano che torna umano dopo essere stato un gigante puro).
– INTERNO: lo shifter che sta subendo il processo di rigenerazione, viene trasportato con la mente in quel “luogo ignoto” (per usare le parole di Zeke, visto che non so bene come descriverlo), fatto di sabbia/terriccio e con il cielo stellatissimo a cui abbiamo fatto riferimento prima. Qui l’eldiano assiste alla “rappresentazione onirica” della sua rigenerazione, cioè, lo shifter “vede” quella certa bambina ricreare il suo corpo con la terra circostante. Sempre da quanto dice Zeke, osservare è l’unica cosa che è in grado di fare in quello stato onirico (?). Notiamo esplicitamente un interessante parallelo: Ymir ottiene i suoi poteri facendo un patto con il “Demone della Terra”, mentre gli eldiani vengono “ricostruiti” (nella rappresentazione mentale della rigenerazione) proprio tramite la terra. Such wow. C’è da aggiungere però, che il modo in cui Isayama scrive “terra” nei due contesti (nel nome del demone, e nella frase di Zeke) non è uguale. In particolare, la “terra” del demone si riferisce alla “terra in generale, nel suo complesso”, mentre invece, Zeke usa la parola “terra” relativa alla “terra che si può lavorare” (ringrazio Jake8 del Digital Team per la gentilezza nell’avermi tolto questo dubbio :)). In ogni caso, la connessione rimane pur sempre valida, visto che abbiamo a che fare sempre con lo stesso oggetto, calato in contesti diversi.
Coooomunque, non indugiamo oltre su questo punto. Proseguiamo con l’analisi, che c’è ancora tanto da dire
4) RINASCITA Su questo punto non c’è molto da dire, a parte il fatto che il ritorno di Zeke, è tale e quale ad un parto vero e proprio: lo shifter esce dal ventre del gigante, esattamente come un neonato “esce” dal grembo materno. Addirittura, Zeke è anche nudo (per ovvi motivi), proprio come se fosse nato una seconda volta. Insomma credo che il termine “rinascita” sia quello più adeguato per descrivere ciò che è accaduto a Zeke in questo capitolo (non a caso l’ho usato nel titolo del paragrafo).
Arrivati qui, abbiamo analizzato nel dettaglio tutte le circostanze dietro questo bizzarro episodio, tuttavia, capite benissimo anche voi che manca ancora qualcosa. Ok, Zeke è resuscitato (perlomeno, questo è quanto abbiamo assunto all’inizio del paragrafo), ma… perchè?
PERCHÈ ZEKE VIENE SALVATO? Perchè non viene semplicemente lasciato morto al suolo?
Anche in questo caso partiamo dai fatti. Zeke, con ogni probabilità, vede una rappresentazione di Ymir, o comunque, dell’essere da cui si è originato il potere dei giganti. Dunque, è lecito supporre che il motivo per cui Zeke sia stato salvato, risiede nella natura del potere dei giganti in generale. Dopo un pò di riflessioni (AKA seghe mentali ), parlando della questione anche con il collega ant, posso dire di essermi fatto una certa idea sul motivo dell’intervento di questo deus ex machina (partendo dal presupposto che Zeke sia morto, ovviamente).
– E se uno dei possessori del potere dei 9 giganti, non potesse morire prima dei celeberrimi 13 della maledizione di Ymir? –
Mi spiego meglio. Sappiamo che, quando un eldiano possessore di uno dei 9 giganti muore senza passare il proprio potere a qualcun altro, allora quel potere viene ereditato da un neonato a caso del popolo di Eldia. E se questo valesse solo nel caso in cui gli shifter arrivino alla fine del proprio “mandato” senza aver passato il potere? In altri termini, questo corrisponde a dire che, il potere del gigante viene ereditato da un neonato random, SOLO quando l’eldiano precedentemente in possesso di quello stesso potere, muore dopo 13 anni, per effetto della maledizione di Ymir. In tal caso, se uno shifter dovesse morire prima dei 13 anni senza passare il potere (condizione necessaria affinchè tutto fili), allora il suo gigante non verrebbe ereditato da nessun eldiano in generale, neppure neonati. Ma allora, che fine farebbe quel potere? Da qui, la mia ipotesi: uno shifter non può morire durante i 13 anni in cui è “attiva” la maledizione, a meno che la morte non arrivi proprio contestualmente al passaggio del potere da gigante (AKA se lo shifter in questione viene magnato da un altro gigante che ne assorbe i poteri. In questo caso il primo shifter muore, però avrebbe passato il potere, quindi il problema del passaggio non sussisterebbe). Pertanto, dato che Zeke muore senza aver passato il suo gigante bestia, ecco che scatta il meccanismo di “autoconservazione” del potere dei giganti. Quasi come a causa di una “volontà” superiore (niente di nuovo in SnK), il gigante puro più prossimo al cadavere di Yeager, viene fatto agire per intervenire sull’ingranaggio fuori posto, che minaccia di distruggere la perfetta macchina della sopravvivenza del potere di Ymir. Dunque, il corpo di Zeke viene ripristinato nel modo descritto al punto 2), e vissero tutti felici e contenti. Questa che avete letto, è l’unica soluzione che mi viene in mente per dare un senso alla resurrezione di Zeke. O perlomeno, l’unica che sia plausibile e coerente con il solido mondo costruito da Isayama nel corso di questi (quasi) 10 anni di serializzazione. In ogni caso, bisogna necessariamente notare che, tutto il giro di ragionamenti fatti in quest’ultima parte del paragrafo, è in relazione all’ipotesi della morte di Zeke. Se invece volessimo pensare che Zeke fosse ancora vivo (in fin di vita, in un limbo, o tutte le cazzate alla The OA che volete, l’importante è che il suo stato sia NON morto, ma non nel senso che è zombie, nel senso che è non… vabbè avete capito.) allora in realtà cambierebbe molto poco. Difatti ci sarebbe sempre la domanda: “perchè quel gigante è intervenuto proprio in quel preciso momento?”, la cui risposta sarebbe la stessa che abbiamo dato poco sopra (cioè, per fare in modo che non morisse, così da poter far ereditare il potere a qualcuno o facendosi divorare, o morendo a causa della maledizione). Ovviamente si tratta di un’ipotesi, e come tale, potrebbe benissimo essere falsificata anche dal prossimo capitolo. Però ammettetelo, l’ipotesi dell’autoconservazione del potere dei giganti è figa, no? Come dite? Non ve ne può fregare di meno visto che è la settima pagina ed ho parlato praticamente di un solo argomento? Oooops. Ora capite il senso dell’indice all’inizio, no?
— IL DESTINO DI LEVI —
Una cosa di questo capitolo che mi ha lasciato profondamente perplesso, è ciò che è successo a Levi. Difatti, sembrerebbe che il capitano più amato dalle fangirl, abbia riportato pesanti ferite e menomazioni in seguito all’esplosione. Si parla di roba non troppo simpatica, al minimo una cicatrice da vero villain da fanfiction di deviantart (che non è una cosa figa perchè le cicatrici fanno male), danni agli organi interni, e due dita all’aria. Nei casi proprio da 0 simpatia, ma anche più verosimili, si parla di un’intera mano, o di una porzione di braccio in meno. Capite benissimo che abbiamo comunque a che fare con ferite molto serie, e considerando che Levi non è uno shifter, e quindi non può ricorrere alla vasca di rianimazione dei Saiyan come il suo amichetto Zeke, ci vuole del tempo affinchè torni perlomeno a reggersi in piedi autonomamente. Considerando come ormai tutti gli eventi della storia si stiano raccordando verso un’unica grande situazione, ed il ritmo della narrazione si stia facendo sempre più serrato ed incalzante, direi che da qui (cioè dal momento in cui Zeke si fa esplodere nel nome di Al-Xaver) alla fine, non passerà molto tempo. Ergo, esiste la probabilità che Levi non possa ritornare in scena per la fine. Quindi, quale sarà il suo destino? Almeno 4 scenari distinti: (i) Levi muore in seguito alle ferite riportate dall’esplosione (un pò com’è successo a Sasha, non muore sul colpo); (ii) Espediente narrativo per farlo tornare in gioco, quindi un altro deus ex machina; (iii) In realtà non è vero niente che la storia (intesa come “tempo” in cui hanno luogo gli eventi all’interno del manga) sta per finire, e c’è abbastanza tempo per Levi per riprendersi (almeno parzialmente); (iv) È il modo che Isayama ha scelto di concludere il personaggio: non volendo farlo morire (Levi è il secondo personaggio preferito dai giapponesi, e Isa ha già ammazzato il primo, cioè Erwin => oltre a Levi, morirebbe a seguire pure Isa), ha deciso di toglierlo in questo modo dalla narrazione.
Qui di seguito, i miei pareri su ognuno dei punti: (i) Non credo muoia ora, in quanto sono ancora convinto che manterrà la promessa fatta ad Erwin a Shiganshina. Tuttavia, nel caso non abbia soluzioni adeguatamente motivate e coerenti per farlo sopravvivere, allora ben venga che muoia in questa situazione. (ii) Come già detto al punto precedente, accetterei una sua ripresa improvvisa, solo se adeguatamente motivata. (iii) Dipende dal modo in cui riorganizzerebbe la situazione Isayama. (iv) Isa ha avuto il coraggio di uccidere Erwin e Sasha. Se ha in progetto di eliminare un personaggio, lo fa e basta.
Secondo voi invece, cosa riserba il futuro del manga per Levi?
— LE REGOLE DEL CAPITOLO PERFETTO —
In quest’ultimo punto, allarghiamo il nostro campo visivo, in modo tale da riuscire a vedere la situazione corrente del manga in maniera quanto più generale possibile (in pratica questo è il solito paragrafo in cui ciancio della struttura narrativa del fumetto, e termino con l’ancora più usuale spompinata ad Isayama. Insomma, un grande classico delle mie analisi ). Nel capitolo 113, eravamo rimasti (al livello “materiale” intendo) con Levi e Zeke in quella che sembrava essere una prateria, qualche albero qua e là, ed un fiume in lontananza. Nel capitolo 114, i due compari si sono spostati da quel punto, avvicinandosi al fiume poc’anzi citato. Cambiamento più importante, il tipico clima mite e sereno che non ha mai abbandonato il lettore dal ritorno su Paradi, ora viene sostituito da un cielo uggioso, accompagnato da leggera pioggia. Alla luce del capitolo 115, queste scelte di “scenario”, possono essere lette sotto una luce diversa, non solo in relazione alla pura estetica del capitolo, bensì anche rispetto a precisi motivi di trama e narrazione. Esemplificando, è vero che la situazione climatica sopra descritta ben si accosta con quanto accaduto alla fine del 114, ma dalla lettura del 115, possiamo trovare altre ragioni per scegliere quel particolare setting. Partiamo proprio dalla pioggia. Abbiamo già detto poco fa che la pioggia è una più che adeguata cornice per i fatti del capitolo 114/115, in quanto sottolinea la gravità dell’esplosione della lancia tonante, e l’alone di “funerale” intorno alla figura esanime di Zeke. Ma non solo. Infatti, verso la metà del capitolo, Yelena dice una certa cosa a Pixis, riferendosi a Zeke: “[…] E voi in tutta risposta alla sua benevolenza, avete tentato di pugnalare alle spalle… il dio che salverà il mondo… per questo verrete puniti.” Questa frase, sebbene sia a tutti gli effetti un delirio di superiorità, rappresenta anche un interessante espediente narrativo di Isayama, per evidenziare il significato di ciò che sta per accadere nello stesso capitolo. Poco dopo infatti, finisce di piovere, il cielo si sgombra, il sole squarcia le nubi che fino a poco prima dominavano la scena: Zeke è risorto. Da questa prospettiva, le parole di Yelena hanno tutto il suono di un’anticipazione velata di quello che sarebbe successo di lì a poco, e al contempo, conferiscono al ritorno di Zeke quasi un carattere provvidenziale, religioso. Passiamo ora a concentrarci sul luogo in sè. Il “luogo del delitto” si trova vicino ad un fiume. Nell’esplosione, Levi viene scaraventato nella parte opposta rispetto quella verso cui viene proiettato Zeke. Si trovano per cui in posizioni diametralmente opposte (circa), ed in particolare, il corpo di Levi è sulla riva di quel fiume. Che fortunata coincidenza che ci sia un corso d’acqua in cui potersi buttare, la via di fuga perfetta per fuggire da una situazione altrimenti disperata. Ah, le coincidenze della vita Ovviamente, è chiaro come sia il fiume che la posizione di Levi, siano tutti dettagli studiati da Isayama, in modo da permettere alla situazione di sbloccarsi. Anche questo mese, Isa si dimostra padrone del manga, mostrando le sue grandi doti di scrittura e pianificazione degli eventi (visto che quel fiume è lì da due capitoli). Ma quanto cazzo è bravo Isayama? (solita domanda retorica che mi ritrovo a dover rinnovare ogni mese. Mannaggia, mai un capitolo dimmerda ). Comunque, giusto per spirito di speculazione, secondo voi dove può portare il fiume in cui si sono gettati Hanji e Levi? Indizio: Eren, gli Yeageristi, l’intero esercito di Eldia (compresi Pixis ed i nostri amiconi dell’armata ricognitiva old times), i volontari anti-mahleani, i guerrieri di Mahle, Gavi, Falco e Zeke sono/stanno andando tutti verso Shiganshina. Altro indizio: a Shiganshina scorre un fiume.
Non so perchè, ma credo proprio che quel fiume porti a Shiganshina
Beeeeeene, siamo finalmente giunti al termine di questa infinita analisi. Credetemi, stavolta è stata davvero lunga e difficile, non solo per la quantità di cose da dire, ma anche per il poco tempo a mia disposizione, che mi ha impedito di concentrarmi sull’analisi quanto volessi . Come al solito, vi invito a commentare per lasciarmi le vostre impressioni, o i vostri insulti, nel caso non vi piaccia particolarmente quello che ho detto. Ci diamo appuntamento come al solito al mese prossimo, con l’analisi del 116. Sempre se non muoio
Ciao. Ahimè, questo mese ho avuto parecchi impicci, ergo meno tempo per scrivere, ergo vi beccate un’analisi versione lite. Ovviamente non c’è assolutamente alcuna relazione con il fatto che il 29 gennaio sia uscito Kingdom Hearts 3. Ma proprio nessuna
Il 114 è uno di quei capitoli che aggiunge carne al fuoco, per cui abbiamo alcune cosette di cui dover necessariamente discutere (versione lite o meno), dunque iniziamo senza altri preamboli.
— LA CARATTERIZZAZIONE DI ZEKE —
Il capitolo 114 mantiene la promessa fatta dal suo predecessore il mese scorso, andando realmente a scavare nel personaggio di Zeke Yeager, individuando le sue motivazioni, ma soprattutto, rivelando una volta per tutte la sua missione. Fino ad ora, il comandante dei guerrieri di Mahle, è stato costantemente tenuto sotto una fitta cupola di fumo, che lo ha reso uno dei protagonisti più imperscrutabili del manga. Cosa avrà in mente Zeke? Quale sarà il suo scopo? Quali sono le ragioni delle sue azioni? Ebbene, quest’ultimo capitolo di SnK ci viene in soccorso, dando una risposta apparentemente completa, ma soprattutto plausibile e coerente (anche se queste preoccupazioni erano di natura puramente “burocratica”, visto che sappiamo quanto sia bravo Isa nella scrittura), alle domande poc’anzi accennate. Dunque, cosa possiamo dire riguardo la caratterizzazione del nostro (secondo) gigante bestia preferito? Zeke Yeager era un bimbo come tanti altri. Era un pelino più sveglio dei bambini della sua età, ma nonostante questo, nel suo ambito non brillava affatto, anzi, si può dire che la carriera militare non faceva affatto per lui. O meglio, mi correggo: il ruolo dell’arma “umana” da sfruttare in guerra non era per lui. Ciononostante, lui continuava ad andare avanti in quell’ambito, perchè aveva una missione. Recuperare il Primordiale e riportare in auge l’impero Eldiano? No, affatto. Questa era solo una motivazione di facciata per giustificare il suo vero scopo. Far contenti mamma e papà. Ogni bimbo vorrebbe soddisfare le aspettative dei genitori, renderli felici facendo ciò che vorrebbero, e così era anche per il piccolo Zeke. Nessuna volontà di diventare un guerriero, cittadino onorario di Mahle, o “salvatore” degli eldiani oppressi. Solo riuscire a fare quello che papà e mamma vogliono. Insomma, capite benissimo quanto potesse essere fuori luogo la presenza di Zeke fra le fila dei cadetti guerrieri in quel momento, tanto da far pensare ad uno spettatore esterno: “Che diavolo ci farà qui…”
Piccola parentesi a proposito di queste parole, dette da Magath a Xaver proprio in relazione a Zeke. Nel capitolo 93 lo stesso Magath, sempre riferendosi a Zeke, dice: “Ti tengo d’occhio da oltre 20 anni ma… sei rimasto lo stesso moccioso pieno di misteri” All’epoca tutti noi (me compreso), pensavamo che con quest’affermazione, Magath intendesse sottolineare la genialità di Zeke, una superiorità intellettiva tale da rendere impossibili da comprendere i suoi reali scopi. Ebbene, alla luce di quanto accaduto nel capitolo 114, quelle parole prendono un significato assolutamente diverso, ma allo stesso tempo, incredibilmente coerente e solido. Ma quanto cazzo è bravo Isayama.
Coooomunque, riprendiamo il discorso.
L’incontro di Zeke con Xaver, cambia le carte in tavola. Il piccolo Yeager, ha finalmente trovato una persona che riesca a comprenderlo, ma soprattutto, che non lo consideri in relazione a secondi fini, quindi nè come una pedina da usare nel proprio piano (come i genitori), nè come qualcuno da proteggere disperatamente, anche al costo di rinnegare la propria identità etnica (come i nonni). E d’altra parte, anche Xaver ha trovato qualcuno in cui scappare, qualcuno in cui traslare la figura del figlio morto per propria colpa. Zeke ha trovato un padre, e Xaver ha (ri)trovato un figlio. Entrambi ne sono consapevoli. Ed è per questa ragione che Zeke sceglie di denunciare Grisha e Dina: per sopravvivere, così da poter stare con le persone che realmente lo amano.
Arrivati a questo punto, abbiamo un’idea precisa dello sviluppo del personaggio di Zeke, e pertanto, possiamo tirare le somme sulla sua caratterizzazione (fino a questo punto, ovviamente). Al netto di quanto visto e detto, possiamo effettuare una quasi completa rilettura del personaggio di Zeke Yeager. Prima di questo capitolo infatti, io stesso vedevo il comandante dei guerrieri come un freddo calcolatore, uno stratega slegato da tutti e tutto (sebbene il capitolo 81 non lo faccia sembrare così distaccato dal ricordo paterno). I suoi obiettivi rimanevano un mistero, ma era certo che avesse una missione, un qualcosa da inseguire e portare a termine a qualsiasi costo, per ragioni a noi ignote. Il 114 invece, ci consegna un ritratto alquanto diverso di Zeke, mostrandoci la sua umanità, e provando che anche lui è capace di provare gli stessi sentimenti di qualsiasi altro personaggio. In definitiva, come al solito in SnK, ne risulta un personaggio a tutto tondo, con una caratterizzazione coerente e credibile. Ancora una volta, Isayama si merita only love reactions
— EUTANASIA, L’UNICA SALVEZZA PER GLI ELDIANI —
Altra cosa su cui vorrei soffermarmi, è la “soluzione finale” perseguita da Zeke.
“Con il potere del primordiale… è possibile fare in modo che il popolo di Ymir non concepisca più figli?”
Difatti, sembra che il gigante primordiale abbia il potere di rimodulare a proprio piacimento il DNA del popolo di Ymir, e dunque, si potrebbe fare in modo che ogni eldiano venga “modificato” in modo tale da impedirne la procreazione. A questo punto, non sembra anche a voi che la soluzione proposta da Zeke, sia un pò troppo eccessiva? O meglio, se realmente il gigante primordiale può riscrivere il DNA degli eldiani, allora non sarebbe più immediato pensare di fare in modo che nessun eldiano sia più in grado di trasformarsi?
Evidentemente, no. Se Zeke non ha pensato a questa opzione come prima cosa, vuol dire, senza troppi fronzoli, che l’eliminazione del potere del gigante è una cosa che non si può fare, persino con la facoltà di agire sul DNA (ovviamente, Isayama fa pensare a Zeke subito l’opzione giusta per motivi narrativi, per far scorrere meglio il capitolo). Dunque, supponendo che ciò che voglia fare Zeke sia liberare gli eldiani dalla “maledizione” del potere dei giganti (condizione che caratterizza il popolo di Ymir), allora la proposta dell’eutanasia è il modo più rapido e diretto per conseguire lo scopo. Anche dopo anni, ma soprattutto dopo aver ereditato le memorie, e quindi le ricerche di Xaver (per inciso, questo dovrebbe anche essere il motivo per cui ne sa così tanto sui giganti), Zeke non ha cambiato idea circa il suo piano, e questo dovrebbe essere abbastanza per provare che si tratta effettivamente dell’unica salvezza per il popolo di Ymir, e per il mondo (?).
Però, supponendo che quanto abbiamo detto sia corretto, è necessario osservare un’interessante conseguenza del ragionamento di sopra: la trasformazione in gigante è un qualcosa di così insito negli eldiani, che neanche modificando il DNA di questi si potrebbe fare qualcosa per eliminare tale componente. Personalmente, non ho molti argomenti sulla cosa di cui vi ho appena parlato, però sarebbe bello parlare con chi di voi invece ne sa qualcosina in più. Faccio appello a quelli studiati nell’ambito della biologia (o che semplicemente abbiano trovato la pagina giusta di wikipedia ), è possibile che in un essere vivente ci sia una “condizione fisica” (non so come altro chiamarla) che non sia contenuta nel DNA, ma che venga comunque trasmessa da padre in figlio? Ovviamente, l’eventuale risposta a questa domanda non cambierebbe nulla nel contesto del manga, perchè SnK è pur sempre un’opera di fantasia, e come tale è lecito che l’autore possa prendersi delle “licenze poetiche” anche nell’ambito scientifico.
Ci sarebbe un’ultima cosa da dire riguardo il piano di Zeke, ma ora in realtà non ho più molta voglia di tirare avanti sto papiello . Ci risentiamo il mese prossimo (meno di un mese, visto che siamo già al 25) con il capitolo 115 (che dovrebbe essere il primo del nuovo volume).
Questo mese non ho molto (eufemismo per dire “affatto”) tempo libero, non posso analizzare a fondo il capitoli scendendo nei dettagli. Quindi, vi beccate un post di considerazioni sparse su quel che ne penso delle ultime cose accadute nel #113.
– Così come l’ignoranza porta alla violenza, al capitolo 112 “ignoranza”, segue il 113 “violenza”. In effetti, questo capitolo si concentra sulle strette conseguenze del 112, mostrandoci l’evolvere degli eventi messi in moto dal suo predecessore. Pensate che Isayama scelga una soluzione del genere anche per il 114? In tal caso, quale pensate possa essere la naturale evoluzione della “violenza”? Ignoranza -> Violenza -> ???
– A quanto pare, tutti coloro che hanno ingerito il liquido spinale di Zeke, riescono a percepire il suo urlo indipendentemente dalla propria posizione rispetto al gigante bestia. Quindi il solo sentire l’urlo, non porta automaticamente alla trasformazione. Pertanto, che sia Zeke a decidere chi far trasformare in gigante fra tutti coloro che hanno ingerito il suo sperma, oppure dipende dalla posizione (tipo che l’urlo lo “sentono” tutti ma trasforma soltanto gli eldiani in un certo raggio d’azione) oppure una combinazione di entrambi?
– Questo capitolo ci dà la conferma dell’ipotesi che Zeke ed Eren abbiano un piano tutto per loro, che va oltre la “fazione pro-Yeager” o i volontari mahleani (tranne Yelena, forse). Difatti Zeke, prima di venire attaccato da Levi, se ne esce con “Spero che ti ricordi ancora il luogo e l’orario esatto, Eren”. A questo punto è naturale chiedersi, per quale motivo Eren cerca Zeke con la sua truppa di paxxerelloni sovvertivi, se già sa precisamente dove si trova Zeke ad una certa ora. Mettendoci anche che sempre Zeke, poco prima di quelle parole dice: “Soltanto noi possiamo capire… vero Eren?”, direi proprio che i due fratellini hanno un piano tutto loro, che si cura poco della presenza degli yeageristi o di altri elementi esterni. Inoltre, osservazione a margine, se Eren e Zeke si sono dati appuntamento in un certo luogo di Paradi, direi che questo sia proprio Shiganshina. Difatti, dovrebbe essere un luogo che sia l’uno che l’altro conoscono, ma Zeke, perlomeno da quel che sappiamo noi, non è stato in altri posti se non a Shiganshina. Ed in quale posto ha voluto recarsi (e si trova attualmente) Eren? (escludiamo i villaggetti del cazzo nella parte sud del Wall Rose e del castello di Utgard, dove Zeke dovrebbe essere stato solo di “passaggio”, o che semplicemente, sono stati distrutti)
– Possiamo notare come nel capitolo, Isayama ci abbia tenuto ad accentuare la posizione di “spettatore” di Shadis: non ha nessuna qualità se non la testardaggine, e rappresenta il passato che non accetta l’innovazione, rimanendo attaccato alle proprie usanze nonostante la naturale evoluzione degli eventi. La conseguenza nel non adattarsi al nuovo, è venire travolti da esso, spezzarsi cadendo al suolo. Se poi questo “nuovo” è rappresentato dal figlio di Grisha, l’umiliazione per l’istruttore è doppia (osserviamo anche come Eren e Shadis vengano esplicitamente messi a confronto da Flocke). In realtà, l’umiliazione è ben più che doppia per il povero Shadis, che nel giro di due tavole viene completamente distrutto come personaggio: (i) una recluta pro-Yeager esprime l’idea che, a suo parere, Shadis dovrebbe istruire i cadetti ad usare meglio le armi da fuoco. Poco dopo arriva Flocke (suo ex studente), spara un colpo di fucile e sbaglia clamorosamente mira, pur avendo l’obiettivo davanti a sé. (ii) Sempre Flocke invita i cadetti a picchiare Shadis. Gli studenti sono increduli, ed esitano dal soddisfare la richiesta. Ma la risposta molto coatta di Shadis, è un incentivo più che sufficiente per far cambiare idea ai presenti: tutte le reclute pestano a sangue Shadis, che ora versa sanguinante al suolo. Sottolineo “TUTTE” le reclute. Che dire. Molto tragicomico.
– Introspezione su Zeke, finalmente. In realtà non so se sia un bene o un male, visto che potrebbe andare a perdersi l’alone di “grigio” che circonda il personaggio e che, onestamente, è la cosa che lo rende più di tutti un personaggione di quelli che si ricordano. Ciononostante mi fido di Isayama, ed indipendentemente dal modo in cui ha intenzione di sviluppare un certo personaggio, o una certa situazione, so che non deluderà le aspettative di noi lettori accaniti. Comunque, parlando di cose “materiali”, dopo 26 capitoli abbiamo l’onore di conoscere il “tizio degli occhiali di Zeke”, Xaver. Notiamo come abbia la fascia da mahleano onorario, e dunque sia un guerriero. Perciò mi sembra naturale ipotizzare che sia il precedente possessore del Gigante Bestia (come, tra l’altro, il nostro amichetto Shorts aveva ipotizzato nel nostro gruppo di snk su telegram) sembra che i due fossero molto legati, ed osservando che: (i) Xaver non sembri proprio essere un parente di Zeke; (ii) anche Zeke stesso è stato affiancato al suo successore (Colt); il collegamento è immediato.
Basta così, ho parlato anche troppo. Ci si sente il mese prossimo (forse). -Sensei-
Vi ricordate a che punto eravamo l’anno scorso con snk? Era il periodo del capitolo 100 (uscito proprio a dicembre del 2017), uno dei momenti più importanti ed emblematici di tutta la storia fino a quel momento. Tutti noi lo abbiamo aspettato impazientemente, l’hype era insostenibile, ma quando uscì, l’attesa venne ricompensata più che adeguatamente. A distanza di un anno, continuo ad aspettare il prossimo capitolo di Shingeki così come si aspetterebbe l’arrivo del messia, con ancora più ansia, con ancora più hype, di quelle che avevo un anno fa. Solo che ora stiamo parlando di capitolo “ordinari”, non di numeri tondi come il 100. E niente, anche in questa analisi non riesco a trattenermi dall’elogiare Isayama per il modo in cui sta gestendo la storia: quando un’opera riesce così tanto a coinvolgere i lettori, significa che l’autore sa fare veramente molto bene il proprio mestiere. Panegirici a parte, iniziamo a dire cose sull’ultimo capitolo uscito di Shingeki no Kyojin, “Ignoranza”
Questo capitolo si presenta come un unico “monolite” narrativo, che reggendosi sull’ormai brevettata struttura composta da crescendo emotivo + climax squarcia-stomaco (detto in maniera del tutto riduttiva), mostra le dirette conseguenze dei “fatti” mostrati nei capitoli precedenti. Capirete quindi, che siamo davanti ad uno di quei capitoli che non si presta molto bene alla mia classica suddivisione in paragrafetti, ragion per cui ho deciso di raggruppare tutte le mie considerazioni sulle “cose” materialmente successe, in un unico paragrafo (l’ultimo per essere precisi). Bene, detto questo possiamo partire con l’analisi vera e propria.
— ESSERE LIBERI: LA VIRTÙ DELL’IGNORANZA —
C’era una cosa che tutti noi (ed intendo proprio TUTTI), stavamo aspettando sin da quando Isa ha “riportato” il centro dell’attenzione a Paradi, e cioè, il confronto fra Armin, Mikasa ed il “nuovo” Eren. Ebbene, il 112 viene incontro a questa nostra fantasia erotica, dimostrandoci quanto cazzo non fossimo emotivamente pronti. Il dialogo fra i tre si presenta in maniera molto poco “dialogica”, e non mi riferisco (solo) al fatto che sostanzialmente è un monologo di Eren intervallato da lamenti di Mikasa e urletti di Armin. Una cosa che traspare sin dalle prime parole di Eren, è che il motivo per cui si trova in quella stanza a parlare con i suoi due amici d’infanzia, non ha niente a che vedere con il “dialogo”, ed anzi, Eren non ha assolutamente nessuna voglia di dialogare con Armin e Mikasa. Il nostro eroe è lì in veste di maestro di vita, che da grande uomo vissuto quale egli è, ci tiene a voler mettere in chiaro il motivo delle sue azioni, precisando come esse siano frutto di una profonda maturazione ideologica. In breve, ha una semplice e chiara lezione su cui vorrebbe istruire i suoi cari amici:
“Nulla ci allontana dalla libertà più dell’ignoranza”
Sia Armin che Mikasa, non sono altro che degli schiavi, asserviti l’uno alla volontà del nemico, l’altra ai suoi stessi istinti atavici. Nessuno dei due si rende conto di questo stato di schiavitù mentale, dimostrando anzi di non avere neanche il dubbio di essere non-liberi, e continuando a pascolare nella loro ignoranza. Eren però è diverso. Lui è libero. E di sua spontanea iniziativa, in massima libertà, ha scelto di attraversare l’oceano, infiltrarsi a Mahle, e di incontrare il fratello Zeke. Tutto questo lo ha reso superiore, cosciente di ciò che realmente significa, per l’appunto, “essere libero”. Dunque, in virtù di tale crescita, è legittimato ad accusare gli amici d’infanzia, a ferire i sentimenti di coloro che gli hanno sempre dato man forte nei momenti di difficoltà: in fondo non sono nient’altro che un inutile rammollito, ed un inutile cane da guardia.
E quindi? Che senso ha avuto tutta questa sceneggiata? Perchè Eren desiderava così tanto impartire questa lezione ai suoi (non più) amichetti? Se guardiamo la situazione in maniera più profonda, il motivo del suo discorsetto sembra non avere alcun senso “materiale”, ovvero, si potevano benissimo evitare tutte quelle parole, visto che non avrebbero comunque portato a nessun cambiamento dei progetti di Eren (AKA non sarebbe cambiato nulla se Armin e Mikasa fossero stati presi con la forza da Floch & co). Perchè quindi mettere in piedi tutta quella sceneggiata? Dal mio punto di vista, penso che Eren, più che “volere”, avesse “bisogno” di dire quelle cose ad Armin e Mikasa. Credo infatti che fino a quel momento, Eren sentisse mancare un “pezzo” alla sua caratterizzazione, come se la sua evoluzione nell’Eren “libero” non fosse completamente terminata, finchè il mondo non fosse venuto a conoscenza della sua nuova prospettiva, frutto di quella stessa maturazione interiore. Detto in altri termini, Eren sentiva la necessità di presentare il suo nuovo io, per contestualizzare e dare senso alle sue azioni, e, in definitiva, di tracciare una linea netta con il vecchio Eren di 4 anni fa. E quale palcoscenico migliore per presentare l’Eren 2.0 se non quello dei più cari affetti personali? Rompere con Armin e Mikasa, le persone che più di tutte per lui rappresentano la “famiglia”, vuole dire rompere con le proprie vecchie convinzioni, con il proprio passato. Vuol dire disfarsi della “forma” che la sua persona ha impresso per tutti quegli anni nelle persone a lui più care, l’idea di sè che Armin e Mikasa si erano costruiti nel tempo. Solo in questo modo avrebbe potuto realmente eliminare qualsiasi vincolo con il vecchio Eren, solo in questo modo sarebbe realmente potuto essere libero.
Ma in fin dei conti, cosa lo renderebbe così libero? Cioè, quali elementi materiali ha per definirsi tale? A tal proposito, è molto eloquente lo scambio finale di battute fra Armin (mazzuliato male) ed Eren:
– “E’ questa la libertà che desideravi tanto? La libertà di ferire Mikasa? Sei solo lo schiavo di un bastardo.” – “Chi pensi che sia lo schiavo?”
Con due balloon, Isayama riesce a riportare il discorso sul piano della mera materialità. Quali garanzie ha Eren stesso di non essere a sua volta uno “schiavo” condizionato da fattori esterni, esattamente come coloro che ha brutalizzato a parole (e non solo nel caso di Armin ) fino ad un attimo prima? > “gne gne stai zitto, lo schiavo sei tu!!!!!”
Beh, che dire
— UNA RAPIDA ESCALATION —
Non so voi, ma è da quando abbiamo abbiamo avuto per la prima volta le “prove” (anche se in realtà era solo un sospetto che confermava delle ipotesi) che Zeke fosse realmente implicato in qualcosa, che sento come la sensazione che la trama abbia preso un’accelerata improvvisa. Fino a questo punto infatti, Isayama non ha fatto altro che creare un enorme castello di carte, il cui instabile equilibrio prometteva una rovinosa caduta da un momento all’altro. Ebbene, le parole di Nicolò alla fine dello scorso capitolo, sono state l’equivalente del togliere le carte alle fondamenta di questo gigantesco castello in bilico, dando il via al violento crollo di tutto ciò che con il tempo era stato accuratamente messo in un incerto equilibrio. Dallo scorso capitolo in poi dunque, la fitta nebbia sulle intenzioni di Zek & co. (?) inizia a diradarsi, facendo scorgere una vaga forma in lontananza, la promessa che qualcosa sta per avvenire. Ed in questo capitolo, la caduta si fa materiale: la fazione pro-Yeager dimostra l’esistenza di un presunto (e sottolineo, presunto) piano collettivo ai danni della nazione di Eldia, e Zeke interrompe il suo bluff, scendendo in campo a viso aperto.
(NOTA: quanto detto non implica che Zeke e la fazione pro-Yeager abbiano gli stessi scopi e stiano dalla stessa parte. O meglio, Floch e compagnia bella sono certamente sotto l’influenza di Zeke in maniera indiretta, visto che in buona sostanza, il loro punto di riferimento è Eren, che però in effetti è sotto l’influenza di Zeke. Per quanto riguarda Zeke, in questo momento sta seguendo una linea d’azione parallela a quella degli Yaegeristi, che però non significa assolutamente che abbia i loro stessi scopi finali, ed anzi, a mio parere è molto probabile che il gigante bestia abbia degli obiettivi molto più “personali”. Su di questi, come al solito, non oso fare ipotesi )
Insomma, sembra che ormai la storia abbia preso un grosso slancio in avanti, verso quella che dovrebbe essere la… la… la conc… conclu… No, mi rifiuto di dirlo, Shingeki non può finire. Ok che tutte le cose belle prima o poi si concludono ma… ma… Fa male. Molto male. E fa ancora più male se un personaggio che tira le redini degli eventi allo stesso modo di come sta facendo Eren al momento, se ne esce dicendo: “Andiamo nel luogo in cui tutto ha avuto inizio, il distretto di Shiganshina.”
…In cui tutto ha avuto inizio.
Una fitta al cuore.
E se ciò non è abbastanza per muovere i vostri sentimenti di pietra, vi porto all’attenzione del seguente fatto. In questo momento a Paradi, sono presenti tutti gli attori del dramma, compresi Kiyomi Azumabito, ed i guerrieri di Mahle. Nello scorso capitolo, Isa ha concentrato tutti i personaggi principali nel ristorante dove lavora Nicolò, ed in questo 112 li sta facendo tutti muovere verso Shiganshina assieme ad Eren e quelli che dovrebbero essere i “cattivi” del gioco. In un altro scenario abbiamo Zeke, che inizia a muovere le sue pedine con l’intento di incontrare Eren (naturale supposizione, direi), che è a sua volta determinato ad incontrare il fratello. In tutto questo bisogna inserire anche la restante parte dell’esercito rimasta fedele alla monarchia, con Pixis che sta progettando un piano per catturare Zeke, sfruttando proprio l’intenzione di Eren di incontrarsi con il fratello nell’hotel in cui è al momento “rinchiuso” (insomma, si fa per dire ). Notate anche voi con quale pericolosità gli eventi stanno per raccordarsi in un comune punto di convergenza?
Ad onor del vero, si nota comunque che alla conta dei personaggi in moto verso questo punto comune mancano ancora: – il corpo di gendarmeria (i cui membri hanno sicuramente assorbito il liquido spinale di Zeke); – Annie (potrebbero esserci dei collegamenti con i guerrieri di Mahle?); – Kiyomi (che nel caso abbia seguito i consigli di Pixis, dovrebbe essere in viaggio per tornare al porto, o essere già lì); – Histroia (probabilmente sta ancora guardando il tramonto ).
Per cui, nonostante si inizi ad intravedere una luce alla fine del tunnel, ci sono ancora cose da fare, questioni da sviluppare, personaggi da allineare.
Però ecco, quella lucina lì in fondo esiste. E fa paura.
Beeene, anche sto mese è giunto il momento di dare un taglio ai pipponi. Avrei voluto parlare anche un pò del comportamento di Levi, considerando il fatto che non si vede praticamente quasi mai assorto nei pensieri come in quest’ultimo capitolo. Ma ormai siamo quasi alla quinta pagina di analisi, e mi sono rotto le palle di scrivere
Che bello questo capitolo. Non leggevo un capitolo di snk così bello dal mese scorso. A parte battute scroccate dal gruppo di telegram (grazie a rosario o a chi cazzo era, non ricordo ), iniziamo a cianciare sull’ultimo chapter di snk, “Figli della foresta”.
— SGUARDI —
Una delle cose che più apprezzo della tecnica narrativa di Isayama, è che i personaggi del suo fumetto non hanno bisogno di balloon di testo per parlare: le loro espressioni, i loro occhi, riescono ad esprimere molte più cose di quanto mai potrebbe fare un testo scritto, ed il 111 è uno dei casi in cui questa caratteristica del manga viene maggiormente alla luce. Difatti, il capitolo gira intorno ai contrasti emotivi, mettendo ogni personaggio dinanzi ad una situazione disarmante, e lasciando che siano i loro sguardi a testimoniare il conflitto interiore che in essi ha luogo. Gli occhi di Pixis stridono all’idea di non poter vendicare l’amico ed anzi, di dover scendere a patti con i suoi assassini, così come quelli di Kiyomi si “strizzano” per la vergogna di dover preferire il denaro alla dignità della propria famiglia. Naturalmente, il “piatto forte” del capitolo, è la sezione in cui finalmente la famiglia di Sasha viene a conoscenza della vera identità di Mia AKA Gavi (AKA maquandocazzomuoribruttazoccola). Isayama fa centro anche questa volta, ed il crescendo emotivo è costruito perfettamente. L’espressione sbigottita del cuoco mahleano, che a mano a mano realizza di avere davanti l’assassino della sua amata (?), in contrasto con il viso disteso ed anzi, sollevato di Gavi che non fa altro che fraintendere il suo interlocutore, crea l’atmosfera perfetta per la situazione. Si passa quindi agli occhi del signor Blouse, dapprima raggelati dalla scoperta, si fanno via via più naturali, scaldati da una fermezza che porta quasi all’assoluzione di colei che ha tolto la vita a sua figlia. Ma il dolore resta, e la ragione che porta il signor Blouse a cercare di far uscire i bambini dalla foresta, non è un collante abbastanza forte per tenere insieme tutti i pezzi. Così, alla prima “scossa”, tutto quel fragile ordine creato finisce per venire meno: la conclusione sono le lacrime di un’intera famiglia che ha dovuto perdere una figlia due volte. In lontananza una Gavi disarmata dalla reazione del padre di Sasha, sbalordita dal volto di Kaya. Che forse, per la prima volta, Gavi sia andata oltre l’etichetta dei “demoni eldiani”, e abbia visto qualcos’altro nei suoi diabolici consanguinei?
— “IL VINO DI CUI SI PARLA NELL’ESERCITO” —
E veniamo alla parte preferita da tutti voi (e anche un pò da me ), cioè, LE PIPPE MENTALI. Il capitolo di questo mese, non è uno di quelli che concede molto materiale per speculazioni, anzi, l’unico elemento su cui si può realmente “teorizzare”, è la presenza del liquido spinale nel vino. Ok, detto così sembra quasi un fatto da quattro soldi, ma in realtà (cosa che non devo certo venirvi a dire io, visto che si sente a pelle) è un colpo di scena bello grosso, e che si porta appresso moltissime implicazioni. Innanzitutto, è la conferma che Zeke stia effettivamente tramando qualcosa alle spalle degli eldiani, e che per i suoi intenti si stia facendo forte dei mahleani all’interno delle mura. Per quanto riguarda Nicolò, il fatto che sappia del vino implica che sia dalla parte di Zeke? Forse. Anche se in realtà, potrebbe anche essere che “sappia”, ma nulla di più.
– “Cosa conteneva quel vino?” – “Probabilmente… il liquido spinale di Zeke.”
Il fatto che sia “probabilmente” e non “certamente”, vuol dire che potrebbe esistere anche la possibilità che non sia in quel modo, e cioè che il vino non sia corretto con il liquido spinale di Zeke. Ma questo, implica che Nicolò non sa esattamente quali siano le bottiglie di vino contenenti il liquido di Zeke, e quali no. Concludiamo dunque, che solo alcune bottiglie di vino sono corrette, e che la loro distribuzione nel privè degli ufficiali, è un pò a cazzo di cane. E secondo voi Zeke si permetterebbe un piano a cazzo di cane? Quindi può anche darsi che gli “agenti” di Zeke siano altri mahleani che lavorano in quel locale (dal capitolo 108, sappiamo che c’è almeno un altro mahleano nel ristorante), e che Nicolò sappia alcuni dettagli del (presunto) piano dello Yeager maggiore, proprio dai suoi compagni. A questo punto, per rispondere alla lecita domanda “in che modo Nicolò ha raccolto l’informazione sul vino dagli altri mahleani?” si apre la via per due scenari: (i) il piano gli è stato rivelato in nome del potere dell’amicizia; (ii) lo ha scoperto fortuitamente, all’insaputa dei suoi compari di Mahle.
Entrambe le eventualità sono un pò “meh”, perchè in un caso gli agenti di Zeke sarebbero degli inaffidabili, nell’altro degli incapaci. E non so quale delle due cose sia meglio. Pertanto, questo ragionamento ci porterebbe a pensare che Nicolò sia parte attiva delle macchinazioni del gigante bestia, e che dunque sappia il piano in quanto ingranaggio della pianificazione. D’altronde però, ci siamo già convinti del fatto che Nicolò non sappia quali bottiglie contengano lo sperm- il liquido spinale di Zeke, e pertanto, trascurando il caso banale che il cuoco abbia avuto dimenticanze (come abbiamo già fatto prima), ritorniamo al punto di partenza, e cioè, all’ipotesi che le bottiglie di vino con il liquido seminal- spinale di Zeke siano distribuite a cazzo di cane. E secondo voi Zeke si permetterebbe un piano a cazzo di cane? Eccoci quindi davanti ad un “loop” di congetture, da cui si può uscire soltanto andando contro una delle assunzioni che abbiamo messo alla base del nostro ragionamento: è davvero sicuro che i camerieri mahleani sapessero della sbor- liquido spinale di Zeke nel vino? Con questo intendo dire che non sarebbe assurdo pensare che nessuno dei mahleani di quel ristorante sappia nei dettagli cosa stia facendo, bensì, abbia ricevuto solo l’ordine di far bere un particolare tipo di vino agli alti ufficiali dell’esercito (magari anche sotto certe condizioni, non è un elemento che ci è dato sapere per il momento). Seguendo questo pensiero quindi, quel “probabilmente” indica il fatto che Nicolò si sta riferendo ad una sua personale teoria, di cui comunque, non ha certezza assoluta. E quindi? Beh… Ve lo avevo detto che questa parte sarebbe stata una pippa mentale Ok, forse una lezione la possiamo imparare, ovvero, che il piano di Zeke tiene conto di un gran numero di “partecipanti”, e che le informazioni (probabilmente, visto che si tratta di una mia ipotesi che potrebbe essere falsificata già nel prossimo capitolo) non vengono distribuite allo stesso per tutte le pedine. Però in tutto questo, c’è una cosa che abbiamo dato per scontato, senza esserci posti troppe domande in merito. Siamo realmente sicuri che il piano sia di Zeke?
— IL PIANO DI ZEKE (?) —
Perchè deve necessariamente essere stato Zeke a mettere il suo liquido spinale nel vino? Mi spiego. Il fatto che il liquido spinale sia suo, porta certamente a pensare che ci sia proprio Zeke dietro l’operazione di correzione del vino, tuttavia, è per l’appunto un “pensiero”, un’ipotesi. Perchè non potrebbe essere stato qualcun altro che dispone di una grande quantità del liquido spinale di Zeke? Rispondere “perchè Zeke vuole fare qualcosa” non vale, perchè in realtà non abbiamo la minima idea di cosa realmente stia progettando Zeke, dunque, cercare di confermare l’assunzione di partenza ( = “Zeke ha messo il suo liquido nel vino”) basandosi sull’intenzionalità del gigante bestia, non porta a conclusioni univoche. Difatti, prendiamo un personaggio del tipo descritto poco sopra, e cioè, qualcuno che abbia a disposizione una quantità non indifferente di liquido di Zeke (condizione necessaria per sostenere l’ipotesi), e mettiamo che questo abbia intenzioni un minimo sovversive nei confronti del mondo (cosa che al momento è abbastanza comune nel manga ). Se supponiamo anche che l’ipotetico personaggio in questione abbia un minimo di sale in zucca, allora viene naturale ipotizzare che questi possa aver sfruttato l’insicurezza e la diffidenza che il governo ha nei confronti di Zeke, per arrivare ai suoi fini. Se il nemico è stato scovato, allora non c’è motivo di continuare a cercare altre minacce, vero? Tutta questa situazione però, rimane un pò vaga, perchè la condizione dell’avere a disposizione molto liquido spinale è considerevolmente “costosa”. Consideriamo però quello di cui stiamo parlando: siamo in un mondo appena uscito dal medioevo, che fino a 4 anni prima non conosceva neanche la tecnologia della fotografia. In quale modo quindi, i nostri cari amiconi di Paradis potrebbero rendersi conto della presenza o meno del beneamato liquido spinale nel vino? Detto in altri termini, e se nel vino non ci fosse alcuna traccia del liquido spinale, se fosse tutta una farsa di un certo personaggio che cerca di far additare Zeke come il cattivone della situazione, in relazione alla concretizzazione di un certo piano non meglio definito? Ok, è una cosa un pò “astratta” da pensare, ma al momento, anche qualsiasi ipotesi riguardo le “vere intenzioni di Zeke” sono un pò astratte, visto che abbiamo molti pochi elementi su cui basarci, e visto che si tratta del personaggio più enigmatico dell’intera opera. Ciononostante, io vorrei seriamente credere che sia tutta una pensata di Zeke, che il vino sia “contaminato”, e che ora metà delle alte sfere dell’esercito sono potenzialmente alla mercè del gigante bestia: non credete anche voi che in questo modo la situazione si farebbe molto molto più interessante?
Ah approposito. Se questa eventualità (cioè che gli ufficiali abbiano ingerito il liquido di Zeke) fosse realmente confermata (basterebbe la conferma che nel vino ci sia liquido spinale, visto che nel 108 Isa ci ha mostrato Nicolò che, con aria molto da assassino di Detective Conan, porta il vino agli ufficiali chiedendo ad un compare mahleano se quello fosse “il vino raccomandato”), allora, secondo voi, quali situazioni potrebbero aver luogo? In che modo Zeke potrebbe agire, assumendo che sia lui la mente dietro “l’avvelenamento” del vino?
Beeeeene, ed anche per stavolta ho terminato la vogl- gli argomenti di cui parlare. Come avete potuto notare, nel primo paragrafo sono stato un pò smielato, e (forse) ho esagerato con i paroloni, tuttavia, tenete conto del contesto a cui facevo riferimento. Insomma, li l’analisi non era tanto da fare sulle cose quanto sulle sensazioni che Isayama voleva far trasparire. Detto questo, è giunto il momento di darci appuntamento al mese prossimo (anche se io onestamente spero di no, perchè scrivere ste cose mi porta via un pò di orette, ma anche perchè in generale la vita fa schifo e spero di morire prima. Anche se forse in questo modo non potrei vedere la fine del manga. E questo sarebbe un problema).
Ciao, sono il Sensei, un nuovo admin della baracca qui. Benvenuti in questa nuova rubrica della Locanda, in cui io ciancio un po’ dell’ultimo capitolo uscito di Shingeki no Kyojin, dicendo la mia sui punti che reputo più rilevanti. In generale, quando devo scrivere qualcosa, parto col dire “ok, quattro parole e via, veloce ed indolore.”, ma nella maggior parte dei casi, le “quattro parole” si trasformano in uno sproloquio di quattro pagine (circa, se mi va male anche 6), per cui, mi scuso in anticipo con voi per la prolissità. Per essere più ordinato e pulito, ogni mia analisi sarà divisa in varie sezioni, ognuna denotata con un titolo diverso che si ricolleghi all’argomento specifico trattato nella stessa sezione. Cercherò di mantenere un certo ritmo con questa nuova rubrica, ma non posso assicurarvi niente dato che la vita è il nemico. Nel caso non foste la prima volta che sentite il nick “Sensei” su questa pagina, posso assicurarvi che non c’è assolutamente alcun legame fra me e quell’altro individuo. Lo giuro. … Beeeene, fine della burocrazia.
Iniziamo a parlare del capitolo?
Il paragrafo che segue, è una sorta di considerazione generale sull’andamento di shingeki da quando siamo tornati a Paradi (cioè da 5 capitoli, per l’appunto). Se vi state chiedendo il motivo per cui non ho semplicemente chiamato il paragrafo “considerazioni generali” o cose del genere, avrete la risposta nell’immediato futuro. Il tempo di scrivere un certo post
— SHINGEKI NO KYOJIN, GLI ULTIMI 5 CAPITOLI —
Gli ultimi capitoli di snk, sono un crescendo continuo. Sia chiaro, Isayama è sempre stato molto bravo a scrivere il suo fumetto, e anzi, personalmente reputo snk uno degli shonen manga meglio scritti degli ultimi tempi. Ogni capitolo di shingeki si fa ricordare per qualcosa, e anche quando succede poco o niente di storia, Isayama lascia sempre il segno, grazie soprattutto alla sua grande cura per i dettagli e per la narrazione. Tutte cose risapute, comunque, non sto dicendo assolutamente nulla di nuovo. Il punto a cui voglio arrivare è che, sebbene snk sia di per sè un fumetto che mantiene sempre livelli piuttosto elevati, l’ultimo arco narrativo a cui stiamo assistendo, non ha eguali. Abbiamo raggiunto un punto in cui tutte le certezze, anche quelle più basilari, sono crollate rovinosamente, ed ogni previsione sugli eventi futuri del manga è quasi una scommessa. Tutto ciò che accade ha plurime interpretazioni, ed un personaggio che in un capitolo sembra sincero, in quello dopo entra a far parte nell’ormai lunga schiera degli “impostori” del manga. Equivalentemente, personaggi con certe motivazioni, certi credi, si vedono costretti dall’incombere degli eventi ad agire contro la propria volontà, contro quelle certe motivazioni, contro quei certi credi. Ed è così, che Levi è costretto a collaborare con Zeke, o Hanjie deve assumere il ruolo di Sannes. E’ così che Yelena non sembra più essere una fedelissima collaboratrice di Eldia, Eren è il nuovo “villain” del fumetto, e Armin diventa eterosessuale (vero adolescente con gli ormoni, che mentre succedono tutti quei casini, si fa le seghe sui ricordi di Annie ). La situazione è quanto più complessa possibile, e sebbene non si capisca bene dove Isa voglia andare a parare, è chiaro che ogni elemento della storia al momento, è pronto a schizzare via da un momento all’altro, ad esplodere (talvolta letteralmente, come questo capitolo dimostra ).
“Che cosa succederà fra i militari fedeli ad Eren e l’altra parte dell’esercito?”
“Quali piani avranno Pieck e compagnia?”
“Come si comporteranno Mikasa e Armin riguardo la questione Eren?”
Ma soprattutto, la possibilità che a mio modesto parere può verosimilmente rendere ancora più caotica la situazione:
“In che modo Gavi e Falco si inseriranno nella principale spirale di eventi?”
Non so voi, ma tutto questo, personalmente, mi mette un pò di hype per i prossimi capitoli. Giusto un pò.
Bene, finito questo (necessario) mega preambolo sullo stato attuale del fumetto, possiamo addentrarci nelle questioni relative al capitolo 110.
— L’ARTE DI SAPER MESCOLARE LE CARTE —
Il punto centrale del capitolo, come si può intuire dal titolo (il titolo del capitolo, non del paragrafo, lol), è la tonalità di grigio in cui ogni personaggio è sempre più immerso. Come detto nel paragrafo di prima, la lista dei bugiardi in snk ormai è lunga, ed Isa non si fa alcun problema ad allungarla, anche soltanto insinuando il dubbio che un personaggio stia mentendo. Esaminiamo con ordine tutti gli “indiziati” che l’ultimo capitolo ci mette innanzi, provando anche a capire dove le loro ipotetiche menzogne possano condurre.
– ZEKE
Il personaggio non ha bisogno di molte parole. Il capitolo inizia con un suo racconto sui retroscena della missione per la riconquista della coordinata, ed in particolare, del modo in cui abbia trasformato tutti gli abitanti del villaggio Ragako in giganti (anche se io questa storia del gas l’avevo gia letta da qualche parte… chissà dove…https://www.facebook.com/…/a.17958…/1890638931208245/… ). Levi ci tiene a precisare che Zeke è un pezzodimmerda. Zeke ci tiene a precisare che Levi non ci capisce un cazzo e che in realtà gli importa della gente che ha sfruttato malamente condannandola a fine certa, perchè era l’unico modo per non far insospettire Mahle e portare Eldia alla rinascita. Ma Levi non è convinto. Voi siete convinti invece? Personalmente, direi che è legale dubitare di qualcuno che inneggia pedissequamente la propria lealtà verso un popolo, se quello stesso qualcuno in passato ha inneggiato pedissequamente la propria lealtà verso un altro popolo che poi ha tradito (NOTA: a quanto pare, Zeke sembra aver realmente tradito Mahle, viste le reazioni degli altri guerrieri all’indomani della battaglia del ghetto di Liberio, ma soprattutto, per tutta la baracca che ha messo in piedi con la storia dei volontari anti-mahleani) Però, se (ipotizziamo che) Zeke non sta nè dalla parte di Eldia, nè dalla parte di Mahle, allora da quale parte è? La risposta “agisce per fini personali” è molto pericolosa, perchè implica: “quali sono e cosa comportano questi fini?” Per il momento comunque, questa rimane la nostra miglior “stima” che possiamo fare sull’orientamento del personaggio di Zeke, che più di chiunque altro è rappresentativo dell’ambiguità e dell’imperscrutabilità caratteristica di quest’ultimo arco narrativo del fumetto.
– YELENA
Sotto i riflettori dal capitolo scorso, al momento è tipo la cattiva della situazione a Paradi. E’ chiaro che dietro le sue parole ed il suo atteggiamento ci sia qualcosa, e la storia del “anche se vi ho riempito di cazzate, l’ho fatto perchè vi voglio bene <3<3<3<3” non convince molto, ed anzi, è proprio il suo spirito di eccessiva “apertura” e sincerità nei confronti di Eldia, l’elemento che la rende innaturale agli occhi di Pixis, così come a quelli del lettore. Supponendo per un attimo che Yelena abbia davvero dei piani che vadano contro quelli che lei stessa dichiara apertamente, non riesco proprio a non dire che questi si legano strettamente a Zeke. Detto meglio, se diamo per buono che Yelena stia mentendo al governo eldiano, e lo stia facendo per coprire delle azioni relative ad un piano che va contro gli interessi di Eldia (cioè che Yelena sostanzialmente sia una triplo (?) giochista), allora credo proprio che quelle stesse azioni rientrino in un disegno di Zeke, cioè, in quei “fini personali” poc’anzi accennati. Difatti, non so quanto sia probabile che Yelena agisca per un conto squisitamente personale, anche perchè mi sembra un personaggio piuttosto “sospeso” e cioè, la cui esistenza (narrativamente parlando) è in funzione di quella di un altro personaggio (in questo caso, presumibilmente Zeke). Ciò non toglie comunque, che potrebbe realmente essere dalla parte di Eldia (cioè, che sia fedele al volere delle autorità eldiane), ma per ragioni a noi ignote, sia costretta a nascondere determinate informazioni. Onestamente, non so quanto quest’ultima ipotesi sia plausibile, in quanto Isayama ultimamente sta spendendo un bel pò di tavole per rendere quanto più aleatorie possibili le vere intenzioni dell’anti-mahleana.
Comunque vadano le cose, c’è da osservare che sia Zeke sia Yelena, rientrano perfettamente nella definizione di “professionista della menzogna” data da Pixis: “[…] sa amalgamare sapientemente il falso con la verità.” A questo punto, si potrebbe pensare che l’elenco dei pinocchi si possa interrompere qui, tuttavia, ritengo che ci sia un altro personaggio su cui è necessario spendere qualche parola.
– ONYANKOPON
“Sai come si distingue un bugiardo alle prime armi da un professionista della menzogna? Solo il secondo sa amalgamare sapientemente il falso con la verità.”
Che cosa ci fa Onyankopon in questa sezione? Apparentemente, il personaggio non sembra destare particolari dubbi sulla sua onestà. Ed è proprio per questo motivo che è sospetto. Ok, non facciamoci prendere dalla frenesia “mi sembra molto sospetto per quello starnuto”, e cerchiamo di trovare reali indizi a carico delle nostre ipotesi. Il fatto che sembri realmente “pulito”, può essere (come ho detto prima) una valida prova per sostenere la sua colpezza? Ni. Cioè, retroattivamente, dopo che un certo personaggio è stato sgamato, allora senza ombra di dubbio possiamo dire che “era l’ultimo dei sospettati” non fa altro che rafforzare la solidità delle proprie conclusioni. Ma per l’appunto, questo ragionamento funziona solo al fine di “rafforzare” delle ipotesi già ben fondate su altre prove, in quanto sostanzialmente, il “sembrare apposto” non è molto oggettiva come cosa . E quindi, sulla base di cosa stiamo portando in causa il buon Onyankopon? In realtà non lo so (in realtà lo so, ma voglio solo fare un pò il misterioso. Ci metto un pò di righe, ma alla fine lo dico, lol), ma proviamo comunque a supporre che il pg stia mentendo ad Eldia, ed immaginiamo la situazione risultante. Al momento il personaggio (scusate rega, ma non so proprio quale altro appellativo usare, visto che se faccio riferimento al fatto che ha la pelle un pò scuretta finisco per passare per razzista. Vi beccate personaggio e basta ) è a piede libero per Eldia, visto che Hanjie crede nella sua sincerità, per cui, potrebbe venire a conoscenza delle prossime mosse di Eldia, dei suoi movimenti, e delle sue decisioni. Cose da non poco insomma, se immaginiamo che stia facendo da tramite con qualcuno (per il momento, mettiamo da parte questa domanda). Altra conseguenza diretta dell’ipotesi di Onyankopon doppio/triplo giochista (e a mio parere, quella che potrebbe rendere la stessa congettura estremamente interessante), riguarda la posizione di Hanjie. Già da ora, il nuovo leader dell’armata ricognitiva ha molto peso addosso: il popolo la accusa di nascondere informazioni rilevanti, l’armata ricognitiva pullula di invasati acab pronti ad assassinare il presidente pur di sostenere quell’altro paxerellone di Eren (che ricordiamo, fa sempre parte dell’armata). Insomma, non tira proprio una bella aria per lei. Immaginate ora se si macchiasse anche della colpa di aver reso possibile il passaggio di informazioni sensibili a terzi. Sentite anche voi la puzza del mare di merda in cui sprofonderebbe la capitana?
Bene, arrivati a questo punto vi sarete resi conto che abbiamo cianciato tanto di Onyankopon, senza mai parlare realmente del nostro man in black (si lo so, è bruttissima come battuta, ma non mi venivano altri termini per descriverlo che non ci facessero chiudere la pagina ). E’ difficile accusarlo di qualcosa, senza ricadere nel problema menzionato all’inizio, per cui, mi limiterò a fare una banale osservazione circa un curioso particolare del capitolo in esame, e che ha per protagonista, ovviamente, Onyankopone.
– Pixis: “Sai come si distingue un bugiardo alle prime armi da un professionista della menzogna? Solo il secondo sa amalgamare sapientemente il falso con la verità.”
*cambio di scena*
– Onyankopon: “Sospettare di noi dopo tutto questo tempo… non nego di essere profondamente deluso!”
*Onyankopon sta mescolando due mazzi di carte*
Di solito, quando Isa vuole tagliare una sequenza per passare ad un’altra, a meno che non ci siano motivazioni a livello “registico”, aspetta sempre di finire la tavola, e dopodichè introduce la nuova scena, partendo dall’inizio della nuova tavola. In questo caso invece, taglia malamente la sequenza di Pixis e Yelena verso la fine della tavola, ed introduce in maniera piuttosto antiestetica, il discorso fra Onyankopon e Hanjie. Ok, può darsi che non gli bastasse lo spazio a disposizione in tutte le tavole e necessitasse di inserire una cosetta da qualche altra parte, è plausibile. Ma se osserviamo anche che questo troncamento è fatto in corrispondenza delle parole di Pixis riguardanti l’amalgamare vero e falso, e nella sequenza in cui veniamo forzatamente trasportati, Onyankopon sta materialmente “amalgamando” due cose (i mazzi di carte), allora, direi che è naturale associare il discorso del “professionista della menzogna” ad Onyankopon stesso. Certo, quella che sto facendo non è altro che una supposizione personale, ma dal mio canto, visto che poco è lasciato al caso in snk, che quella transizione di sequenza è un pugno nell’occhio, e che Isa è un simpaticone a cui piace lasciare bricioline qua e là, allora, direi che quest’ipotesi vale perlomeno di essere contemplata. Poi ovviamente, siccome così come ho appena detto Isa è un simpaticone, può anche essere che la scena sia stata messa lì appositamente per essere ricollegata al discorso di Pixis, ma non avere realmente nessun legame con essa. In questo caso, ahahahah Isa, che amabile canaglia che sei
— “OFFRITE IL VOSTRO CUORE” —
Siamo quasi giunti alla fine di questo papirone. Lo so, questa è la quinta pagina, siamo già andati oltre la media, ma vi prometto che sto per finire. Forse.
Senza dubbio, il momento più forte e significativo del capitolo, è quello in cui la folla inferocita davanti al cancello del quartier generale del governo, in risposta alla cruenta morte del presidente Zackley (ci mancherai tantissimo Vecchio Cuore, Vero Artista. Riposa in pace ), inneggia quello che ormai è diventato (grazie all’anime) il “motto” dell’armata ricognitiva, “offrite il vostro cuore”.
Onestamente, non mi sarei mai aspettato di sentire in un contesto del genere questa frase, che assume una connotazione del tutto diversa da quella a cui siamo abituati (faccio riferimento a ciò che ci sta dietro la frase, e quindi allo spirito di sacrificio in sè dell’armata. “Abituati” è un pò un parolone, visto che nel manga sarà stata detta al massimo 3 volte, e fra l’altro sempre e solo da Erwin, lol), una connotazione estremamente destabilizzante, e che sa molto di “inversione” di ruoli. L’armata ricognitiva, che ha sempre combattuto per la libertà dell’umanità, e per superare le barriere, non solo materiali, entro cui gli eldiani sono sempre stati rinchiusi, ora si ritrova nell’assurda situazione in cui, agli occhi dell’opinione pubblica, riveste il ruolo dell’elitè che prende decisioni favorevoli solo ai propri interessi, e non si cura di quella stessa “umanità” per cui ha realmente “offerto il cuore”. (Ovviamente è chiaro che con “armata ricognitiva” mi riferisco unicamente ai componenti “storici” dell’armata, escludendo i pischelletti nuovi entrati) Come se dopo aver soverchiato il vecchio regime dei Reiss, ora l’armata stessa, o comunque, tutta la parte dell’esercito coinvolto nel colpo di stato, è diventato l’equivalente di quello stesso sistema elitario ed oscurantista, dal punto di vista del popolo. Ma il bello di tutto ciò, è che la ragione per cui quest’inversione ha avuto luogo, esiste ed è comprensibile. Le motivazioni dei “secessionisti” della legione e del popolo inferocito, per quanto possano essere non condivisibili, sono tangibili e reali, e non manipolazioni (perlomeno non completamente) o altre macchinazioni.
“C’è un ordine. Per questo ruolo c’è un ordine da rispettare… Una volta che non tocca a te, qualcun altro prende il tuo posto e ricomincia a recitare. Ecco perché noi non spariremo mai da questo mondo”
Ebbene, considerando questi ultimi risvolti di trama, le parole di Sannes di quasi 55 capitoli fa, suonano quasi come una profezia, un flashforward.
Arrivati a questo punto, non so che altro aggiungere. Non mi sarei mai aspettato di vedere una situazione tanto paradossale, di assistere ad una mossa così coraggiosa da parte dell’autore, quale quella di destrutturare fino alle fondamenta il suo fumetto, per capovolgerlo letteralmente in ogni suo aspetto. Ma la cosa che più è degna di lode in tutto questo, è che sebbene tutto il contesto narrativo sia stato completamente ribaltato, esso rimane comunque coerente con sè stesso. Non c’è assolutamente nulla di forzato, nulla di fuori posto, incoerente o innaturale.
“Offrite il vostro cuore” non è altro che l’ennesimo esempio della maestria di Isayama.
Bene, siamo giunti al termine dell’analisi. Come avrete notato, mi sono soffermato maggiormente ad esaminare gli aspetti più puramente narrativi del capitolo, piuttosto che parlare di “cose di trama”, sia perché il capitolo 110 non lascia molto alla speculazione vera e propria, ma soprattutto in quanto è davvero un reato non dare il giusto spazio alle finezze narrative di quel volpone di Isa. Con questo mi congedo da voi. Se reputate quello che avete letto degno della vostra considerazione e volete farmelo sapere, o pensate che abbia sparato solo cazzate, non esitate a farmelo sapere lasciando un commento (e magari mettendo una reaction, tipo che nel caso avessi detto stronzate, anche grr va benissimo ). Detto ciò ho davvero finito. Alla prossima.
-Sensei-
P.S. a ben pensarci però, c’è una cosa molto brutta che sta venendo fuori ultimamente in snk: sta finendo. Cioè. Shingeki no Kyojin sta finendo. Non ci voglio neanche pensare.
P.P.S. Quasi dimenticavo. Ringrazio moltissimo gli amici del Digital Team per la traduzione offertaci. Ancora una volta si riconfermano il miglior team di traduzione per quanto riguarda snk (come se ci fossero dubbi ).
P.P.P.S. comunque, alla fine, le quattro parole si sono fatte 7 pagine. Vi è andata piuttosto male, ma se vi può consolare, poteva andare peggio. Potevano essere 8 pagine.
Questo mese le cose di cui vorrei parlarvi sono veramente tante, ed il capitolo si meriterebbe un lungo approfondimento, ma purtroppo, il tempo a mia disposizione si fa sempre meno. Lo so, sono le stesse parole che dico ogni mese, ma fidatevi, non si tratta di scuse o altro per venire meno agli impegni (ormai abbastanza onerosi) presi con voi ormai più di un anno fa. Se avessi tempo libero, le analisi di snk sarebbero in cima alle mie priorità. Ok no scherzo, non proprio in cima, ma comunque nella top 3… ok, facciamo che è nella top 5. Quello che ci tenevo a dire, è che a me dispiace moltissimo non potermi più dedicare alle analisi come un tempo (quando già ero schiacciato dagli impegni della vita vera, anche se in quei casi, erano più gestibili e “leggeri” di quelli attuali), e spero voi capiate, che l’instabilità degli ultimi mesi, non dipende da me (come volontà, perlomeno). Dopo questo monologo strappa lacrime degno della migliore tragedia greca (?), iniziamo a parlare in maniera molto veloce del capitolo (quella che segue non è una vera e propria “analisi”, bensì è un semplice post di impressioni che vogliono aprire ad uno dei nostri soliti dibattiti)
— YELENA E ZEKE —
Al contrario delle aspettative, il soldato riconosciuto da Pieck, non era uno dei nostri simpaticoni di Paradis, ma un fedele soldato dell’esercito di Mahle. Fedele non a Mahle (ovviamente, sarebbe stato troppo banale ), bensì al nostro amichevole zingaro di quartiere, Zeke. Facciamo dunque conoscenza di Yelena, ovvero, come Zeke passa il tempo libero quando Pieck è a lavoro (). In ogni caso, lasciamo perdere le battutine, e andiamo subito al dunque della questione. La cosa che più mi ha colpito, è il modo in cui Pieck riesce a ricollegare al soldato misterioso, l’identità di Yelena:
– “Come hai capito che era quel soldato di Mahle?” – “Perchè mi aveva incuriosito. Lei… era molto devota a Zeke.”
Dopo tutte le pippe che ci siamo fatti su Zeke per mesi e mesi, è quasi impossibile non vedere altro dietro queste parole. Perchè essere devoti ad un rispettabile capo militare dovrebbe suscitare “curiosità”? Ma se questo stesso capo militare fosse un presunto doppio giochista, con potenziali intenzioni sovversive? Direi che in quel caso il sospetto sia più che lecito. Pertanto, credo che con questo capitolo, la teoria (già piuttosto convincente, e di cui abbiamo parlato a più riprese) secondo la quale Pieck e Magath sappiano, o comunque, immaginino qualcosa riguardo la NON fedeltà di Zeke, prenda molti punti a favore. (Ah si, Zeke è vivo ed è in un’alleanza piuttosto coatta con gli isolani. Tuttavia, sono cose che chiunque abbia letto le mie analisi dovrebbe sapere. Scusate, avevo voglia di fare lo sborone )
— IL PROIETTILE OMICIDA —
Come gia scrissi sul nostro gruppo di telegram,
“O muori da personaggio secondario, o vivi tanto a lungo da morire come personaggio secondario”
Alla fine ce l’ha fatta: Isa è riuscito ad uccidere Sasha. Nessuna lacrima di editor o lettera intimidatoria da otakummerda l’ha potuto fermare questa volta, e dopo più di 70 capitoli, completa l’omicidio della patatara. Sull’argomento non c’è nulla da teorizzare, tuttavia, volevo portarvi alcune mie riflessioni che partono dall’accaduto, ma che si riferiscono alle dinamiche dell’intero fumetto. E’ interessante notare come, in generale, il personaggio di Sasha sia effettivamente morto nel lontano capitolo 36: da allora, sebbene sia materialmente presente nella storia, le sue azioni sono del tutto di secondaria importanza, ed anzi, sembra quasi che il personaggio si muova in circostanze costruite in modo tale che la sua partecipazione non interferisca nelle situazioni principali. Si noti infatti come da quel momento in poi, il suo ruolo all’interno del party sia stato quello del cecchino, un mestiere poco ingombrante, che permette all’autore sia di dare un’utilità al personaggio, sia di non inserirlo forzatamente all’interno delle sue storie. Insomma, un personaggio dalla fittizia utilità, che anche quando sembra dover essere determinante per qualcosa (tipo dover abbattere le protezioni del gigante corazzato), viene tolto dai giochi per un motivo o per un altro (tipo che viene ferita mentre sta per attaccare. Ciliegina sulla torta: per le stesse ferite non è presente nella parte immediatamente dopo la battaglia di Shiganshina, nè al meeting per discutere dei diari di Grisha. Ok, in quel caso nessuno era realmente importante apparte i soliti capoccia, ma c’è da notare quanto Isa sia stato sadico a non volerle dare neanche quel contentino). In ogni caso, questo mi porta a pensare, che probabilmente Isa non ha cambiato affatto i suoi piani a lungo termine per il manga. Certamente, nel tragitto si è concesso qualche deviazione o ritocco come, per l’appunto, quello della morte di Sasha. Ma proprio questo elemento, potrebbe significare che nella sua testa, il plot è fissato sin dall’inizio, senza sostanziali modifiche. Mi vengono in mente quelle parole dello stesso Isa, secondo cui dopo l’inaspettato successo della serie, il finale era stato cambiato, perchè eccessivamente drammatico. Che bello se fosse tutto un inganno, e se in realtà Isayama se ne sia fottuto altamente dei funz tanto fedeli che lo hanno fatto arrivare a fine mese sino ad ora. #teamfinaledrammatico
Bene, mi pare di non aver più nulla da dire. Come al solito, lascio ora la parola a voi. Sentitevi liberi di esprimere ciò che ne pensate delle questioni esposte, oltre alle solite dimostrazioni d’affetto nei miei confronti, per aver pubblicato con più di 10 giorni di distanza un post di quattro righe su cose di cui sicuramente già avevate discusso. Ricordo ancora i bei vecchi tempi, quando già 5 giorni di ritardo erano considerati inammissibili.
Ciao a tutti, e bentrovati a quella che probabilmente è una delle mie ultime analisi di snk. Lo so, avete già il nodo alla gola dopo un inizio del genere, ma fatevi forza, questo mese abbiamo tanto di cui parlare (?).
Capitolo davvero ottimo a mio dire, che, sebbene essendo sostanzialmente incentrato sulle mazzate, riesce lo stesso a portare alla luce interessanti spunti di riflessione. Ovviamente, non sto neanche a parlare di quanto sia strutturato bene in quanto ad andamento narrativo e ad altre robe simili da artistoide del cazzo (qual è Isa): non ricordo nemmeno un’analisi di cui mi sono lamentato di una cosa del genere. Comunque, bando alle ciance.
— IL COMANDANTE ZEKE – OVVERO: COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA NARRAZIONE DI ISAYAMA —
Ormai è abbastanza palese: Isayama sta giocando tutte le sue armi “narrative”, per poter rendere quanto più ambiguo possibile il comportamento di Zeke, oltre che il contesto nel quale viene mostrato. Prima ci fa chiaramente intendere un’alleanza con Eren, poi ce lo fa scomparire proprio quando più sarebbe servito ai Mahleani. “E’ dalla parte degli isolani” dice il web. Ora prende parte allo scontro (con le sue solite ignorantissime pietre, che non ho idea da dove cazzo abbia preso), e viene pure mazzuliato male da Levi, che in teoria dovrebbe essere un suo alleato. Quindi è dalla parte di Mahle? Arrivati a questo punto, credo che, senza perdere di generalità, possiamo tranquillamente definire in breve il corrente arco narrativo con la semplice domanda: “Ma cosa cavolo ha in mente Zeke?”. E sto parlando seriamente. Sin dall’inizio di questa nuova parte, il nostro Isa sta dando alla posizione del comandante dei guerrieri, tanta importanza ed autoritarietà nel contesto in cui si muove, quante ombre e chiaroscuri, sul versante dei suoi reali obiettivi. Ricordiamo tutti il dialogo con Colt riguardo alle sue abilità fuori dal comune, o ancora, le parole del generale Magath, che definiscono il primogenito di Grisha come del tutto imperscrutabile nelle intenzioni: “Ti osservo da oltre 20 anni ormai… e ancora la maggior parte del tempo, non riesco a capire cosa pensi…” Mai parole furono più profetiche e simboliche. Niente da fare, Isayama è davvero bravissimo nel modellare la realtà del fumetto, per enfatizzare determinati aspetti delle sue creazioni, in modo che queste abbiano il più grande impatto possibile sul lettore. Difatti, materialmente Zeke non ha fatto/detto/pensato nulla (non contando il guanto da baseball di Eren, che è comunque un elemento che lo tira in ballo “indirettamente”, sebbene del tutto inequivocamente), ma il modo in cui Isa ce lo mostra, tutta la “polvere narrativa” che circonda il personaggio, non fa altro che dargli maggior lustro e spessore: così come stanno le cose ora, è innegabile che sia uno dei personaggi più sadicamente meglio caratterizzati dell’intero manga, pur non avendo alcun reale “merito”, se non quello di aver buttato qualche occhiata sexy sotto i tipici occhiali annebbiati alla detective Conan (e ovviamente, saper parlare di culi al momento giusto ). In breve, quello che sto dicendo, è che se tutti noi (me compreso) vediamo Zeke come un cazzutissimo trickster pronto a capovolgere le sorti dello scontro mettendolo al culo a tutti i contendenti, è perché vogliamo vederlo in questo modo. Ed Isayama ne è ben consapevole. Anzi, mi sorprenderei del contrario: tutta questa lacerante attesa, questo filtro attorno alle azioni e alle parole del capo-guerriero, DEVE essere l’ennesimo machiavellico piano di quella checca mestruata che è l’autore, ben conscio di quanto il fandom si stia arrovellando il cervello sulle reali intenzioni del personaggio. E quindi torniamo alla domanda: “Ma cosa cavolo ha in mente Zeke?”. Sapete che vi dico? Vi dico che ormai non me ne frega un cazzo. Davvero. Non mi importa se Isayama ci sta davvero prendendo per il culo, giocando con le nostre opinioni, o comunque, in generale, creando volutamente un ambiente quanto più incasinato possibile per prenderci alla sprovvista. Qualsiasi sia il suo intento al momento, ci sta riuscendo dannatamente bene, consegnandoci mese dopo mese, capitoli sempre meglio scritti, di impressionante tensione e crescendo narrativo. Ben venga che ci trolli su Zeke, o su Annie, o su qualsiasi altra cosa: ultimamente shingeki no kyojin sta raggiungendo dei picchi assurdi.
Bene, ed ora, vi darò le mie personali impressioni su una questione centrale negli ultimi capitoli, il cui fulcro può essere racchiuso in un’unica semplice domanda:
— “MA COSA CAVOLO HA IN MENTE ZEKE?” —
Giusto per essere incoerente con quanto detto nel paragrafo di prima, vorrei parlarvi delle mie personali opinioni sulla questione a cui avevo appena messo la parola “fine” (moralmente, perlomeno). Ad essere precisi comunque, gia il mese scorso avevo parlato di questo argomento, ma siccome l’analisi del #102 ve la siete schifata tutti malissimo (brutti bastardi che non siete altro :(((() trovo opportuno ripetermi. Credo sia verosimile che un’alleanza con Zeke possa esistere. Ma non una “globale”, del tipo “tutti insieme appassionatamente”, bensì, uno di quegli accordi privati, strettamente connessi da una condizione di “dare e ricevere”. Come avrete capito, con tutto questo giro di parole, intendo che ad essere “alleato” di Zeke, è il solo Eren, che quindi, preso da un ammirevole spirito di collaborazione e rispetto nei confronti dei suoi compagni eldiani (sia vivi che morti), ha reputato opportuno agire di testa sua, elaborando un piano (?) o comunque, progettando un certo schema d’azione, che coinvolga anche il suo amorevole fratellone. Oserei dire che, oltre ad essere “verosimile”, quest’idea è anche “abbastanza” probabile, visto che rimette insieme un bel pò di pezzi sparsi da Isa negli ultimi capitoli (a partire dal proverbiale guanto di baseball. Prima ho detto che oltre a occhiatacce et simila, Zeke non è imputabile per nulla. Ebbene, questo è l’unico elemento reale che potrebbe incastrarlo, tuttavia ci tengo a sottolineare che in qualsiasi verso si voglia vedere tale “indizio”, questo non viene ricollegato “materialmente” a Zeke, che di suo ci mette solo il sex appeal da maschio alfa. Lo so è una sottigliezza, ma una sottigliezza narrativamente importante, per comprendere il modo in cui Isa sta portando avanti la caratterizzazione del personaggio). Inoltre, sempre nell’ultimo capitolo, osserviamo come Eren e Zeke non si cachino di striscio, giusto una mezza occhiata, ma soprattutto, cosa ben più importante, si faccia attenzione alla frase ad effetto magistralmente elaborata, che Isa fa dire a Zeke: “Non è Eren Yeager il mio nemico” Ok, qua si sfocia in quelli che sono veri e propri cavilli, ma ricordiamoci chi è l’autore di sto manga. Tipetto un pò sadico . Quindi, volendo ricapitolare in maniera seria e conclusa il MIO parere (evitando le solite moleste battute): Zeke ed Eren hanno un accordo, uno di quelli subdoli di cui solo loro due sono a conoscenza. Non sappiamo ancora quali siano i dettagli, ma soprattutto, le finalità per cui è avvenuta questa ipotetica riunione familiare. Gli altri compari dell’armata ricognitiva, non dovrebbero sapere nulla, e ciò giustificherebbe l’apparente scontro con il buon gigante scimmia. Uso volutamente la parola “apparente”, perchè può anche trattarsi tutto di un inganno elaborato congiuntamente dalle due parti, anche se ad essere onesto, non so quanto mi farebbe piacere vedere Levi allearsi con Zeke. Ci siamo già dimenticati di Erwin?
— QUESTIONE TEMPI —
Ultimo dettaglio su cui vorrei concentrarmi è il “tempo che sta per finire” di Levi. Durante la battaglia infatti, Zeke per provocare Levi, se ne esce con le seguenti parole: “Prima tu Levi… Vieni fuori, lo so che non hai più molto tempo.” Tanto per cambiare, le parole del gigante scimmia sono quanto più equivoche possibili, e si aprono ad una moltitudine non indifferente di interpretazioni. Innanzitutto partiamo con il chiederci se queste parole, sono in collegamento con quelle dette da Jean poco dopo, ovvero: “E’ quasi giunto il momento!” Dal mio punto di vista, credo che ci si riferisca a due cose distinte, dato che, in quest’ultimo caso, Jean fa palesemente riferimento all’imminente arrivo di qualcosa di programmato (ovviamente, secondo dei piani gia ben definiti dagli invasori), mentre invece Zeke sembra riferirsi a qualcosa di più a lungo termine, come se sapesse che l’Ackermann ha un “limite” di tipo temporale, che ormai è agli sgoccioli (per darvi un’idea, una cosa analoga al limite dei tredici anni degli shifter. Con questo non sto dicendo che Levi sta per morire, ma che deve fare i conti con una “scadenza” dall’indefinita natura). Tuttavia, devo necessariamente fare una “piccola” annotazione: questo è il modo in cui ho inteso il rapido scambio di parole e sguardi, nel momento esatto in cui ho letto la tavola dove avviene la scena imputata. Ripensandoci a mente lucida però, non so quanto questa visione sia valida, e ciò che mi fa insidiare il dubbio, è soprattutto un certo dettaglio, di cui sin da subito si nota la “dissonanza” con l’ambiente in cui si trova, ma che si lascia correre proprio in virtù della sua natura di “piccolezza”. Evitando ulteriori giri di parole, mi riferisco allo stilosissimo orologio da taschino, di cui Levi fa mostra quasi “in risposta” alle già citate parole di Zeke. Infatti, che senso ha far comparire Levi con un orologio, se il limite di tempo che incombe su di lui è a lungo termine? Con gli orologi si controllano scadenze imminenti, cose che succederanno nel giro di (relativamente) poco tempo. Quindi sarebbe del tutto privo di senso accostare ad una frase del genere, un Levi che guarda che ore sono (“registicamente” parlando intendo). Proviamo quindi a cambiare radicalmente punto di vista: davvero Zeke, come ho detto prima, voleva “provocare” il suo avversario? E se invece fosse un “segnale”, qualcosa del tipo “sbrigati a fare quella cosa, che quell’altra cosa sta per arrivare”? Direi che in questa evenienza, controllare l’ora per potersi regolare con i tempi, è una cosa abbastanza sensata da fare . Quindi, se questo fosse il giusto modo di vedere le cose, allora saremmo davanti ad un colpo di scena: l’orologio ci dice che (oltre ad essere le 18:55) Zeke e Levi (e quindi TUTTA la suicide squad) sono in combutta. Secondo questa interpretazione, l’armata ricognitiva, Eren e Zeke, sarebbero in una specie di alleanza (per il momento, ignoriamo per quali motivi), in relazione al conseguimento di un indefinito risultato (anche su questo, per ora non ci facciamo domande). Ovviamente, quando si vuole qualcosa, ci si deve organizzare per ottenerla, ergo, si crea un piano (sto dicendo cose banali per tenere meglio il filo del discorso, ma anche per farmi il figo ). Per cui, in definitiva, sempre seguendo il filo delle nostre pippe mentali, Zeke stava avvertendo il suo alleato di mettere in atto la sua parte di piano, ma rimanendo vago in modo tale da non far insospettire l’esercito mahleano (o perlomeno, ciò che ne rimane) e i suoi “compagni” shifter. Ok, lo capisco, prima ho detto che Zeke era solo alleato con Eren, ed ora me ne esco con un’idea completamente opposta. Credo che quindi sia necessario fare alcune osservazioni, per mettere ordine fra tutte le robe che ho tirato fuori in queste pagine (tanto per la cronaca, questa sarebbe la quarta pagina di un documento world. Il bello è che ce ne stanno quasi altri due. Ora capite perchè ho difficoltà a trovare il tempo per scrivere le analisi? )
– OSSERVAZIONE 1: nel secondo paragrafo, ho dato i miei personali pareri su Zeke, che come avrete potuto constatare da soli, sono in totale disaccordo con quanto sto dicendo in quest’ultima parte dell’analisi. Questo, perchè ci tengo ad essere il più preciso possibile, senza trascurare ogni possibile evenienza (anche perchè stiamo parlando di roba alquanto importante ), tuttavia ci terrei a fare una certa precisazione: nella sezione dove esprimo il mio punto di vista sul problema Zeke, ci sta la versione “Zeke x Eren” perchè onestamente, è quella che trovo più coerente con il contesto (sia vecchio che nuovo), oltre che la più interessante (anche se in effetti, questa interpretazione lascia dei buchi che invece sono coperti dall’altro scenario di alleanze). Come ho anche ripetuto, nulla impedisce che Zeke sia in combutta con tutta la suicide squad, o addirittura, che sia dalla parte di Mahle.
– OSSERVAZIONE 2: togliendo tutte le varie pippe sull’orologio e sui tempi, si può comunque evincere una cosa interessante da tutto questo, e cioè, che Zeke sapeva “qualcosa” riguardo Levi. Infatti, aldilà di ogni considerazione su ciò che sta dietro quel “non hai più molto tempo”, rimane comunque il fatto che Zeke sa effettivamente “cose” riguardo Levi. Per quel che è la versione ufficiale degli eventi, Mahle non ha più avuto alcun tipo di rapporto con i paradisiani (non contando le navi affondate) dopo il ritorno in patria dei guerrieri, quindi come potrebbe Zeke essere aggiornato sul conto del nano? E niente, sono costretto a ripetere nuovamente l’ormai famoso ritornello “Zeke sta dalla parte di Paradis”. In effetti, non so quale altra via ci sarebbe per definire il modo in cui il nostro beneamato stratega, sarebbe venuto a conoscenza di determinati dettagli sugli avversari di Paradis, e se anche ci fosse, perchè tacere ai propri compari le sue scoperte? (perchè ricordiamo che l’esercito di Mahe non sa un cazzo su Eren e compagnia) Comunque, preciserei che quanto appena detto, ci indica solo che Zeke NON è dalla parte di Mahle, ma non se sta con tutta l’armata ricognitiva, o con il solo Eren (ovviamente, se fosse dalla parte SOLO del fratello, l’intento del gigante bestia con quelle parole, sarebbe stato di provocare Levi. Al contrario, nell’evenienza che l’accordo fosse con tutti i paradisiani indistintamente, allora rientriamo nel caso ampiamente eviscerato poco fa).
– OSSERVAZIONE 3: sebbene abbia esordito dicendo che non me ne fregasse più nulla di Zeke e degli impicci legati al suo schieramento, l’analisi in realtà gira proprio intorno a questo argomento. Scusate, ma la tentazione di fare altre inutili seghe mentali, era troppo forte.
Eeeee siamo alla fine. Vi ringrazio di essere giunti fino a questo punto (se avete letto tutta l’analisi, ovviamente ). Come ormai ben sapete, non sono sicuro se userò ancora questo format per parlare di snk. Sicuramente, quando uscirà un capitolo di quelli belli pieni di wtf, cercherò di trovare il tempo per scrivere qualcosa di decente (per intenderci un’analisi “canonica” come questa), ma per i capitoli “normali”, credo che scorporerò le mie opinioni in piccoli post sparsi durante il mese. Sia ben chiaro quindi che CONTINUO A PARLARE DI SNK, anche se in altri modi. In ogni caso, è pur sempre la perdita di un punto di riferimento per me e per voi, perchè non ho la sicurezza che tanti piccoli post, possano avere la stessa presa che invece ha un unico papirone di 5 pagine. Ovviamente non per la lunghezza, ma per ciò che rappresenta: una specie di fuoco attorno a cui riunirsi per poter parlare insieme. Un evento. In ogni caso, ora sto sfociando nelle fregnacce sentimentalistiche che temevo avrei sfoderato alla fine. Tra l’altro, non sono neanche sicuro se sarà la fine.
Detto questo, nella speranza di poter ancora scrivere analisi del genere (distruggendo tutti sti discorsi sulle “ultime analisi”, e quindi facendomi fare una colossale figura dimmerda), direi che è il caso di congedarmi.
Questo mese sarò veloce, che la vita è breve, e lo diventa sempre di più alla fine del semestre. Per fortuna che in questo capitolo non succede un cazzo A posteriori, rivedendo quello che ho scritto, mi sembra più un post di discussione che un’analisi, e per cui, non sarebbe tanto corretto chiamarla in questo modo. Ma sono uno a cui piace la continuità, e sticazzi che salto l’analisi di un capitolo. Quindi, questo mese vi beccate un post di discussione a tradimento. Buona lettura
– Niente da fare, il gigante martello è proprio la cosa più shonen di snk. In questo capitolo, viene messo nero su bianco quelle che erano le osservazioni che anch’io feci il mese scorso sui suoi poteri. Ci viene confermato quindi che si tratta effettivamente di un uso “creativo” e del tutto overpower del potere dell’indurimento, che permette al gigante di materializzare tutto ciò che vuole. Compreso il suo corpo. Ok, non proprio, ma la sostanza rimane quella: il martellozzo al suo massimo potere, permette perfino di essere materializzato “fuori” dallo shifter, in modo tale che possa essere controllato a distanza da esso (ovviamente, deve sempre esserci un collegamento materiale con l’utilizzatore, che in questo caso è un lungo cordone di materia (carne forse?) simile ad un cordone ombelicale). Insomma, il suo potere sembra quasi non avere limiti, una roba da vero cheater. Ma sarà davvero così? Oppure esiste qualche condizione da rispettare, che “bilanci” questa sua apparente invincibilità?
– Finalmente, dopo un bel po’ di “vedo non vedo”, isayama ci ha mostrato i nostri vecchi amiconi di Paradis. Mi è piaciuto molto il modo in cui li ha resi, in quanto ognuno di loro, a modo suo, sembra più “vecchio”, più maturo. Insomma, sembra che il tempo sia davvero “passato” durante il timeskip, al contrario di quanto spesso accade in molti altri shonen, dove usualmente i salti temporali vengono denotati con “audacissimi” cambi di look dei personaggi, quali per esempio, il cambiamento della posizione di una bendana. In ogni caso, mi auguro che non sia solo una questione di aspetto, e che il tempo, non abbia solo fatto crescerli di “faccia”, ma anche di comportamento.
– Ok, ora passiamo al piatto forte del capitolo. Il ritorno di Zeke. (che sostanzialmente non sarebbe nulla di concreto, dato che è solo una tavola e mezza. Questo è indice di quante cose siano successe nell’ultimo capitolo ) “Non devono fuggire. Annientateli.” Poche parole, molte pippe. Da quale parte sarà il comandante dei guerrieri Mahleani? Voleva solo creare un diversivo per sembrare dalla parte dei suoi commilitoni, oppure ce l’ha davvero con gli Eldiani? Vi dirò innanzitutto ciò che ne penso, così poi non devo rispondere a tutti allo stesso modo . Sappiamo di per certo che i fratelli Yeagar sono in combutta (a meno di trollate di Isa), per via degli espliciti hint dei capitoli precedenti. Ma Levi e compagnia invece? Credo sia verosimile che Eren abbia contratto di testa sua con Zeke, cioè senza tirare in ballo i suoi commilitoni: difatti, sembra che Eren si sia ormai preso un bel po’ di libertà nei confronti dei suoi compari, dato che all’apparenza, sta un po’ facendo il cazzo che gli pare (riporterei sia il “torna a casa” di Mikasa, ma anche le più recenti parole di Floch: “Eren ci ha indicato di combattere”). Quindi, in breve, da quest’ottica, Zeke sarebbe avversario dell’armata ricognitiva, ma non di Eren, oppure ancora, sta “parzialmente” con gli Eldiani (il giusto che basta per venire incontro al suo ipotetico patto con Eren), ma loro non ne sono a conoscenza. Oltretutto, vi immaginate Levi fare un patto con l’uomo che ha giurato di uccidere a costo della vita? Detto ciò, lascio a voi la parola. Lo so che ne avete già parlato da qualche altra parte, ma ora avete l’occasione di farvi sentire di fronte a tutti gli altri commensali. Sfruttatela. Fatelo per lo Zio .
Ok, siamo giunti alla fine dell’analisi. Questo mese ho scritto davvero poco, e come ho detto sopra, sembra più un post di discussione, sia per lunghezza che per il modo in cui ho trattato i vari temi del capitolo. Ok, non c’era molto da dire, ma allungare il brodo com’è mia consuetudine, non mi andava stavolta, anche perché per me questo è un periodo molto pieno (come avrete potuto tranquillamente capire dalla cadenza con cui pubblico le analisi). Bene, torno a cercare di fare qualcosa della mia vita. Noi ci sentiamo il mese prossimo, sempre se sopravvivo.
Nuovo mese, nuovo capitolo, nuova analisi sempre dal vostro Sensei della Locanda di Zio Aristofano Si lo so, inizio piuttosto zuccherato, ma siccome ultimamente abbiamo fatto un botto di like, mi sembrava giusto far capire ai nuovi commensali del banchetto dello Zio, chi era che portava i piatti a tavola .
Dopo la bomba narrativa del capitolo 100, Isayama impacchetta un più che interessante capitolo 101, che vede portare avanti alcuni dei punti lasciati appesi nei precedenti capitoli, promettendo interessanti sviluppi a breve.
Ma evitiamo altri preamboli, e iniziamo a discutere in maniera un pò più “sistematica” del capitolo. Come al solito, divido la mia seguente fatica in più paragrafetti, in modo tale che possiate concentrarvi su quello che più vi interessa (no, non è vero, in realtà spezzo il commento in paragrafi per un mio feticcio personale: ho una passione segreta per le cose divise a parti/episodi. Aiuto.) Buona lettura
— PANICO E DELIRIO A LIBERIO —
La situazione nel ghetto di Liberio, precipita completamente: la folla, terrorizzata dall’improvviso attacco nemico, si fa largo attraverso le macerie, senza curarsi di trascinare con sè poveri innocenti, e le stesse facce emozionate di chi fino ad un attimo prima non riusciva a trattenere le lacrime alle parole di Vili, ora sono prive di alcuna fattezza umana, animali in fuga per avere salva la vita. E si ritorna alle ormai famose tematiche di snk. La vita come una lotta continua per la sopravvivenza, in cui tutto è lecito, e nessun valore esiste realmente. Apprezzo sempre moltissimo il carattere “realistico” ed impietoso, con cui questa tematica viene portata avanti nel fumetto, e di cui, questo capitolo porta forse uno degli esempi più lampanti. Mi riferisco ovviamente, alla quasi-morte di Udd, che sembra essere finalizza a farci capire, a quale “bestialità” sia arrivata la situazione. A questo punto però, è lecito chiedersi, l’estremità della situazione porta all’esasperazione di certi atteggiamenti, oppure alla scoperta della vera natura dell’uomo? Ok, era una domanda retorica buttata lì un po’ per farmi il figo, dato che possiamo ben immaginare cosa intendeva quel simpaticone di Isa Insomma, le prime tavole del capitolo ci restituiscono quell’ormai proverbiale messaggio alle basi di tutto Shingeki no Kyojin: il mondo è un posto spietato, che in fondo non contempla altra legge se non quella della giungla.
— WARHAMMER —
Come i più svegli di voi () avranno già potuto vagamente intuire dal titolo, in questo paragrafo butto giù due parole sul gigante martello, che finalmente ci viene mostrato in tutta la sua sgravezza. Prima però, vorrei togliermi un sassolino dalla scarpa. Si, è ora delle mie solite divagazioni inutili, giusto per allungare un pò il brodo .
COSE DALLA DUBBIA UTILITA’ RIGUARDO VILI, CHE DOVEVO DIRE NELLA SCORSA ANALISI
In seguito alla morte di Vili nello scorso capitolo, in molti ipotizzarono che lord Teiber non fosse il vero possessore del Warhammer, soprattutto per via delle sue parole nel capitolo 97 (quando chiede a Magath chi fosse il detentore del potere, secondo il suo parere da “esperto”). Secondo il fandom, l’ultimo gigante “da sbloccare”, doveva essere in mano ad uno dei due personaggi sul palco insieme a Vili, ovvero, il soldato corpulento e la “governante”. Nello scorso commento, non ho parlato della questione perché avevo intenzione di riprenderla successivamente con un post di discussione, ma siccome nella sezione commenti avete parlato solo di quello, non cacandovi di striscio praticamente tutto ciò che avevo scritto (a parte qualche fedelissimo/a commensale del banchetto dello Zio ), ho ritenuto non necessario un ulteriore post sul martellozzo (oltre che sostanzialmente non avevo il tempo materiale di scriverlo, dato che ero impegnato ad oziare durante le vacanze ). In ogni caso, dal mio punto di vista (che già avevo espresso in risposta a qualcuno dei vostri commenti) il tutto faceva sembrare che effettivamente non fosse Vili il nono shifter, tuttavia, mi puzzava troppo l’enfasi con cui aveva portato avanti il racconto sulla guerra dei giganti, quasi come se lui stesso vi avesse preso parte. Ma veniamo al dunque. Con questo capitolo, scopriamo che il vero possessore del Martello era realmente la donna vestita da governante, a cui ho fatto riferimento prima. Questo vuol dire che Vili stava solo facendo una parte, e che tutto ciò che abbiamo visto era realmente uno “spettacolo”, oppure c’è effettivamente qualcosa sotto, e Vili ha realmente ereditato le memorie del Martello, pur non avendo ricevuto il potere stesso? Oppure ancora, sono solo io che voglio aprire inutili discussioni su un topic già esaurito, solo per accampare scuse dietro il fatto che aveva sparato cazzate su Vili? A ben pensarci, l’eccessiva emotività del non-Armin poteva essere dovuta alla consapevolezza che sarebbe morto di lì a breve, e per l’accuratezza del suo racconto storico, si potrebbe pensare che *POSSIBILE STRONZATA* gli fossero stati “indotti” dei flash mnemonici dal vero possessore del martello (per intenderci, il contrario di quel che accade quando Eren tocca Historia o qualsiasi altro eldiano di sangue reale). Poi può anche essere che la sorella sia una davvero brava a raccontare cose, e tipo che oltre al martello, i Teiber si passano da generazioni anche la vena artistica . In ogni caso, come al solito, mi farebbe piacere sapere la vostra sulla questione nei commenti, anche se in effetti, non so quanto altro ci sia da dire. Detto questo,
RIPRENDIAMO IL DISCORSO PRINCIPALE (FORSE)
Come già precisato, il gigante martello si è rivelato essere la sorella di Vili, cioè, la governante sul palco, che nello scorso capitolo abbiamo visto in compagnia di quello che, agli occhi degli ultimi fatti, altro non era se non un semplice soldato (da notare come Isa ce lo faccia vedere morto, proprio come se volesse dire: “vedete, era uno stronzo qualsiasi”, in risposta a tutti coloro che dopo il numero 100, lo tirarono in ballo fra i possibili candidati a shifter del martello. Come se ci fosse tanta scelta, comunque ). Ed ora, per il potere conferitomi da Galeazzi, procediamo ad analizzare le features di questo nuovo Gigante. Innanzitutto, direi che è senza dubbio quello più “shonen” fra tutti i 9: potere sgravissimo dal non chiaro funzionamento, aspetto così tamarro da far tremare qualsiasi mega iper leggendaria bio digievoluzione del male (fidatevi, sono pure andato su wikipedia a verificare i nomi di ogni possibile digievoluzione ), ma soprattutto, il martello. Poteva mancare ad una creatura del genere, la proverbiale arma scrausa dalla dubbia utilità e coerenza? E bravo Isa. Erano 100 capitoli che aspettavo una cosa del genere… oppure potevamo anche farne a meno . A parte scherzoni ed altre cose very funny, il “nuovo” gigante, si discosta davvero tanto dal canone a cui eravamo abituati, ed a ben pensarci, tutti i giganti visti finora potevano essere ricondotti a caratteri “realistici”. Ciononostante, l’eccezione rappresentata dal martellozzo, può essere tranquillamente giustificata. Ci ricordiamo tutti che Zeke può trasformarsi in una scimmia, vero? Ed anche il gigante di Frieda, sebbene fosse quasi “normale”, aveva quei particolari occhi a rinnegan che la distinguevano dai suoi “simili”. Insomma, sangue regale = skin da account premium. Discorso analogo per i suoi poteri, all’apparenza molto distanti, ed anzi, del tutto diversi dalla tipologia “standard”, ma in realtà, facilmente riconducibili agli altri, sempre se consideriamo l’appartenenza regale del suo possessore. Direi che si può vedere ai poteri del martellozzo, come alla versione offensiva dell’abilità di cristallizzazione di Reiner ed Eren: così come questi creano sui loro corpi o nelle loro immediate vicinanze corazze o barriere, così il warhammer cristallizza (non si sa se con qualche limitazione) ciò che lo circonda per attaccare il nemico, quasi come se si creasse delle “armi”. Per intenderci, un’abilità molto simile all’alchimia di Fullmetal Alchemist, come mi ha fatto notare il mio collega ant (ovviamente non sto dicendo che la tizia può usare l’alchimia per fondere bambine con cani, ed il paragone è solo per dare un’idea di quel che è il potere). Quindi sto dando per scontato che il martellozzo riesca ad interagire con l’esterno. E’ una cosa che ci spaventa? Ni. Come ho gia detto, anche Eren, Annie e Reiner sono in grado di cristallizzare cose fuori ma sempre a contatto con il loro corpo. Ecco, forse per il warhammer la condizione del “contatto” (perlomeno, contatto diretto) per il processo d’indurimento, non è necessaria, viste le punte accuminate che chiaramente crea dal terreno (quelle con cui blocca Eren all’inizio dello scontro). Comunque, credo che questa differenza sia “giusta”: in qualche modo, gli shifter di sangue reale devono pur distinguersi da quelli normali, no? Come di mio consueto, lascio la palla a voi, chiedendovi la vostra opinione sulla questione. Basta che rimanete nei limiti del decente con la lunghezza delle risposte (*coff* *coff* Christian e Chiara *coff* *coff*).
— UCCELLI IN GABBIA A CHI? —
Ed arriviamo alla cosa più “such wow” del capitolo: l’ingresso in scena dell’armata ricognitiva. O perlomeno di Mikasa. E c’è anche uno che somiglia a Jean. Comunque. A prima vista, sembra che i nostri amiconi non si siano girati i pollici durante questi quattro anni, considerando le loro nuove divise, e gli apparenti miglioramenti al dispositivo di manovra tridimensionale per la soppressione anti-uomo del buon Kenny. Insomma, credo che il “medioevo alternativo” in cui li avevamo lasciati, sia passato da un bel pezzo. Ma passiamo oltre queste prime impressioni, e concentriamoci su quello che credo sia l’interrogativo più interessante di questo capitolo: “Torna a casa, Eren.” Le parole di Mikasa, nella loro brevità, aprono ad una serie di interpretazioni che possono potenzialmente portare a papironi di indefinita lunghezza. Pertanto, siccome la vita è breve, e questa è la quinta pagina che scrivo, elencherò brevemente ciò che possono significare le parole di Mikasa. Il resto lo lascio a voi nei commenti Partiamo dal senso più spicciolo: Eren ha abbandonato per un certo periodo i suoi commilitoni, lavorando come lupo solitario. In quale contesto è avvenuto questo distacco? E soprattutto, per quale motivo? Iniziamo trattando solo la parte materiale del problema, cercando poi di capire i retroscena della vicenda.
1) Paradis aveva già pianificato l’assedio di Mahle. Eren inizia ad agire da solo quando con i suoi compari è già in terra nemica.
2) Paradis non aveva in programma nessun attacco, ed Eren va da solo a Mahle. I suoi compari lo seguono poco dopo (è sottinteso, che una volta arrivati a Mahle, Eren e l’armata si mettono d’accordo per cooperare).
3) Paradis aveva già preparato, o comunque, aveva messo in conto l’invasione, ed Eren ha preceduto tutti sui tempi andando da solo a Mahle.
Passando alle motivazioni, personalmente, credo sia abbastanza verosimile che Eren si sia allontanato, per spingere i suoi commilitoni a partecipare alla sua missione. Come se Eren avesse piani diversi dagli altri, e per costringerli a mettere in atto il suo progetto, si sia staccato, non lasciando scelta ai suoi compagni (ovviamente, Eren immaginava che l’esercito non l’avrebbe lasciato in mano al nemico, per via del potere della coordinata). Questa prospettiva ben si allinea con tutti e tre gli scenari sopra proposti, anche se c’è da dire, che nel secondo prende una “gravità” maggiore rispetto agli altri due. Altra ipotesi che farei, è quella secondo cui, prima di affondare le zanne nel corpo nemico, Eren abbia voluto conoscerlo meglio. Credo che a supporto di questa idea, giochi un ruolo importante il “recupero” delle memorie paterne. Queste potrebbero averlo portato ad interrogarsi sulla natura di chi prima considerava alieno ed inavvicinabile, mettendolo sulla strada dell’apertura e della comprensione (ma non del ripensamento, visto il bordello che sta combinando ). D’altronde, anche alla fine della parte “classica” di snk, avevamo potuto vedere un Eren più incerto sui passi da seguire, o su questioni che prima erano per lui verità assolute. Un Eren con una visione più sfumata del mondo a discapito del suo tipico dualismo, compagno fedele di quasi tutto il fumetto. In ogni caso, credo che dietro a quel “torna a casa”, ci sia senza dubbio un’incomprensione, una divergenza di opinioni, che abbia sfaldato il rapporto che Eren aveva in precedenza con gli altri, o che, più in generale, gli abbia fatto ritenere più opportuno lavorare da solo (o comunque, agire con pochi che appoggiavano la sua causa, ammessi che ce ne fossero). Che è una cosa un po’ tanto generale. Però appunto per questo, è più facile che sia vera . Si potrebbe anche pensare ad una via meno disfattista, per esempio, magari Eren doveva avere il ruolo da infiltrato, o comunque, in un primo momento ha seguito le istruzioni prese di comune accordo, ma in seguito ha deciso di esagerare, facendo più o meno di testa sua (il che presuppone comunque sempre un mezzo-distacco). Come ho già detto, in quest’ultima parte sono stato piuttosto vago, per poter “analizzare” la maggior parte delle situazioni possibili (sapete com’è, questa cosa la chiamo pur sempre “analisi” ); ciononostante, può anche essere che in realtà tutte le cose che ho detto si rivelino solo mie pippe mentali, per cui, ci terrei particolarmente a discutere di questo specifico argomento con voi. Magari insieme possiamo riuscire costruire qualcosa di sensato.
:)))))))))
Bene, fine momento sdolcinato. Sapete, il discorso fatto all’inizio, quello sui nuovi follower. Anche se, per essere arrivati qui in fondo, devono essersi sorbiti tutte (o quasi) le mie cazzate. Quindi addio serietà ed integrità “professionale” da admin onnisciente. A proposito di cose che finiscono, anche il commento al capitolo è terminato. Lo so, è sempre brutto quando succede, ma tutto ha una sua conclusione. Uscite fuori, vivete la vita con le persone che amate. Ma ricordate sempre di non fare i cretini con gli scoiattoli. Gli scoiattoli sono gente diabolica, e non credo abbiate molte dimensioni di riserva in cui rifugiarvi. Dopo questo avvertimento, è tempo di congedarmi.
Alla prossima dal vostro -Sensei-
P.S. Un + a tutti coloro che capiscono la citazione degli scoiattoli
Lo stavate bramando, l’hype era ormai insostenibile, l’attesa sembrava non finire più, ma finalmente, eccolo arrivare. Il commento del Sensei al capitolo 100. Probabilmente, c’era anche qualcuno che stava aspettando con ansia il capitolo 100 di per sè, ma ammettetelo, ormai seguite snk solo per leggere le mie pippe mensili. . Iniziamo a parlare del capitolo, prima che la cosa degeneri. Anche perchè altrimenti allungherei il brodo ancora di più, e siamo tutti a conoscenza dei miei problemi di prolissità .
PREMESSA INIZIALE:
Prima di entrare nel vivo della questione, ci tengo a precisare una cosa. Questo capitolo non contiene molti elementi (nuovi) su cui si possa speculare. Sostanzialmente, il suo punto forte risiede nelle sensazioni che riesce a trasmettere: credo che tutti noi siamo stati pervasi da quella tensione tipica del “sta per esplodere qualcosa”, fino al punto di rottura, in conclusione del capitolo. Generalmente, in capitoli simili, Isayama prepara il terreno “emotivo” mettendo in luce determinati dettagli sulla caratterizzazione dei suoi personaggi, in modo tale che, ciò che materialmente avviene, sia immerso in un contesto più ampio di quello della semplice contingenza degli eventi. Dove voglio arrivare con tutto questo preambolo? Semplice. Mi paraculo per quando verrete a dirmi che parlo sempre di Eren, Reiner e di come siano caratterizzati bene. Mi spiace rega, anche a me dopo un po’ rompe il cazzo trattare sempre le stesse cose. Ma Isayama è troppo bravo a gestire questi personaggi, non riesco a trattenermi . Da notarsi, avevo detto che avrei iniziato subito, ma mi ritrovo già a fare divagazioni. Bene così.
— TOPI PERICOLOSI —
Il capitolo si apre con un mini flashback di Magath e Vili, che discutono sul modo in cui affrontare il nemico infiltrato. A quanto pare, sembra che non sappiano nulla sulla sua/loro identità, ed anzi, sostanzialmente, l’unica cosa di cui sono al corrente è che ci sia un qualcuno a minacciarli, qualcuno che sembrerebbe essere molto vicino e molto pericoloso. L’unica mossa che si possono permettere (o che credono di potersi permettere) è preparare una “trappola”, sperando che esca/escano alla luce. Ora io mi chiedo, come fanno i nostri due distinti signori, a sapere degli infiltrati di Paradis? Un’idea molto allettante che potrebbe venire in mente, è che Zeke, facendo la parte del quattro giochista, abbia informato Magath/Vili della presenza del fratellino a Mahle. Sappiamo di per certo che gli Yeager bros sono sulla stessa barca, quindi se così fosse, sarebbe una trappola da parte del Gigante Bestia. Ciononostante, sono poco propenso a pensare che le cose stiano in questo modo. Difatti, ciò significherebbe che Zeke sta dalla parte dei paradisiani mentre fa credere alla sua “madrepatria” di essere un infiltrato nei loro ranghi. In situazioni come questa, l’infiltrato (reale oppure fittizio) avrebbe la principale funzione di passare quante più informazioni possibili alla sua fazione (che poi suddette informazioni siano false, è un altro discorso). Ma in questo caso, Vili e Magath non sanno assolutamente nulla sui propri nemici (o perlomeno, nel momento del flashback, anche se credo che la situazione non sia cambiata di molto), e quindi l’idea in questione è abbastanza zoppicante. (Ad onor del vero, un’informazione in realtà ce l’hanno, ovvero il nome di Eren. Che poi questa informazione non sia il massimo dell’utilità ai fini della prevenzione contro eventuali attacchi nemici, è un altro discorso ) Quindi, rimane l’interrogativo di come facciano i “capoccia” di Mahle a sapere dell’infestazione dei topi. Non abbiamo molti sentieri definiti su cui muoverci per fare ipotesi sensate su questo dubbio. Astraendo la questione in generale, direi che non è assurdo pensare che siano stati proprio gli stessi “paradisiani” a far percepire la loro presenza in campo nemico. Difatti, questi avrebbero potuto progettare una trappola, facendosi dapprima notare, curandosi di non far trapelare indizi sull’entità della loro potenza. Dunque, Hanjie e compagnia, hanno immaginato che, per stanare i “topi”, le “grandi” menti di Mahle avrebbero studiato una qualche mossa in modo tale da attirare la loro attenzione e farli uscire allo scoperto. Insomma, il teatrino di Vili, sarebbe stato orchestrato in maniera indiretta, dalla fu suicide squad. In effetti a ben pensarci, il piano di Vili, non è così conveniente per Mahle, dato che i guadagni della fazione di Paradis sono ben superiori a quelli dei Mahleani. Al momento questa è l’unica cosa che mi viene in mente. Ovviamente, siete obbligati a dirmi la vostra nei commenti, pena: il posto con in mezzo la gamba del tavolo al banchetto dello Zio.
— IL DESTINO DI VILI —
La primissima sezione del capitolo tuttavia, non serve tanto a metterci a conoscenza dei retroscena delle “manovre” di Mahle, quanto ad anticipare la morte di Vili. Con questa mossa, che definirei un vero colpo da maestro di Isa, non solo vengono ricollegate perfettamente inizio e fine del capitolo, creando un senso d’attesa nel lettore verso un dato evento che avrebbe dovuto consumarsi a breve, bensì si allarga ancora di più la già ben complessa figura di Vili. Il capofamiglia dei Teiber infatti, sa gia quale sarà la sua fine, ed anzi, è lui stesso che si mette nelle fauci del nemico, per il bene comune. Un atto molto poco da “Teiber”, considerando l’inerzia dei passati possessori del Martello, e che mette fortemente in risalto l’unicità di Vili. Ma non per questo la sua figura è contornata da un’aura di eroismo, ed al contrario, Isa ci tiene a sottolineare la sua umanità, mettendo sotto i riflettori le sue remore, le sue paure. Insomma, un altro esempio della maestria di Isa nel caratterizzare i personaggi del suo fumetto.
— IL GIGANTE DELL’AVANZATA —
Ed arriviamo alla fine. Una delle cose che mi ha maggiormente colpito di questo capitolo, è la nuova caratterizzazione di Eren, che sebbene fosse gia percettibile dagli scorsi capitoli, solo in questo prende forma compiuta. “Tu avevi detto, «vi ucciderò nel modo più doloroso possibile», quella volta. È per questo che sei qui?” “Ho detto una cosa simile? Dimenticala, ti prego.” Eren passa da una visione del mondo dualistica, alla consapevolezza che “aldilà del mare o all’interno delle mura, siamo gli stessi”. Vivendo sotto lo stesso tetto del “nemico”, perde la sua distintiva rigidità dettata dall’odio e dal rancore per ciò che successo in passato, riuscendo ad immergersi nelle vesti degli aguzzini del suo popolo, e quindi, arrivando alla comprensione del loro punto di vista. La sua mentalità si è aperta a tal punto, che, addirittura, arriva a dichiararsi “uguale” a chi, poco prima, aveva ammesso di essere l’effettivo omicida della madre, nonché l’artefice di ogni male suo, e dei suoi simili. Ma ciò non tocca la sua indole originaria. L’empatia per il nemico, non cambia la sua “natura”, né blocca la sua “avanzata”. Perché se c’è una costante in Eren Yeager, qualcosa di insito che lo caratterizza nel profondo, è proprio “avanzare”, impedendo a chiunque di farsi fermare nel suo cammino. E così è anche questa volta, nonostante la comprensione del nemico, nonostante i suoi nuovi occhi grigi. Continua ad avanzare, come ha sempre fatto, fino a quando non annienterà ogni nemico che gli si oppone. Perché lui è il gigante dell’avanzata.
Eeeeee Per questo mese è tutto. In settimana arriveranno robe extra, come per esempio, post di discussioni sui temi più hot degli ultimi capitoli. Si, lo so. Avevo detto che l’analisi sarebbe uscita prima questo mese, e invece è quella più in ritardo di sempre. Da questa esperienza dunque, possiamo trarre una lezione importante: impegni << scazzo
Bentornati alle consuete analisi dei capitoli mensili di Snk, by il vostro Sensei (che ultimamente non ha neanche il tempo di respirare, ma fa uno sforzo per scrivere qualcosa di decente su quest’ultimo capitolo, dato che se lo merita. E anche perché voi lo meritate ).
Bando alle ciance.
— KIYOMI, DELLA FAMIGLIA AZUMABITO —
Sembra molto ambiguo il modo in cui Isa ci mostra l’esponente della nazione di Hizul. Difatti, è come se ci tenesse particolarmente a buttare ombre sul personaggio in questione, a discapito della sua impeccabile apparenza. In questo capitolo, anzi, è quasi palese che il personaggio c’entri qualcosa con i tumulti in corso sullo sfondo di Mahle, per come Isayama la inserisce negli eventi. Visita Vili prima della sua esibizione, mostrandosi anche molto vicina alla sua causa, tuttavia, si allontana dal Teiber, tirando un sospetto “andiamocene”, e con lo stesso sguardo in cagnesco di chi ha appena sentito il tipico discorso da fangirl: “ommioddio Levail-sencio a appena guarda to Eruvino, si amana lo ha confermato Isagliama <33333”. Si lo so, sto parlando di uno sguardo “strano”. Ma gli sguardi sono importantissimi in SnK. Soprattutto quando Isa ce li sbatte davanti ogni 3 vignette . (Che poi tecnicamente, con Kiyomi “ogni 3 vignette” non è solo un modo di dire, dato che è praticamente dalla sua comparsa che Isa le fa costantemente assumere questa doppia faccia). Nel caso in cui, tutte queste pippe si rivelassero fondate, come ho accennato prima, significherebbe che Kiyomi ha un certo ruolo nell’indefinito caos che, silenziosamente, sta avvenendo dietro le quinte. Non so ben dire, o immaginare, quale sarà la parte da lei recitata, ma sono abbastanza certo (per le ragioni che ho avanzato prima), che non ci dimenticheremo presto della vecchia giappo. In ogni caso, a tal proposito, vorrei sottolineare un elemento che reputo molto interessante, e che potrebbe essere un punto di contatto fra Kiyomi e la simpatica cricca di Paradis. Isayama, a questo punto del manga, ha chiarito quasi tutto ciò che era stato lasciato in sospeso durante la narrazione. Fa eccezione, un “piccolo” dettaglio, saltato fuori nelle prime battute di snk, e cioè, la discendenza di Mikasa. Non suo flashback infatti (quello in cui incontra eren per la prima volta), vediamo la madre “affidarle” il simbolo della sua casata di provenienza (cioè, la famiglia a cui apparteneva la madre). Neanche a dirlo, si trattava proprio della stirpe degli orientali, che dovrebbe coincidere con la gente di Hizul. Per tutto il resto di snk, questo dettaglio è rimasto in sordina, perdendo apparentemente utilità ai fini della trama. Ma sappiamo tutti che Isa, da buon macellaio qual è, non butta via niente. È dunque questo il momento in cui l’esistenza del personaggio di Mikasa servirà a qualcosa (oltre che a ‘svuotare” gli otakummerda )?
— L’EROE DI MAHLE —
Vorrei anche brevemente soffermarmi sul personaggio del 145esimo discendente di Ymir (che ora, oltretutto, ha anche un nome). Prima personaggio dall’imperscrutabile volere, poi meschino sovrano che, disinteressandosi del bene del suo popolo, fugge dalla minaccia della rivolta, lasciando ciò che resta della patria in mano ai nemici, ed infine, eroe nazionale, garante della sicurezza e degli equilibri di un intero continente (e oserei dire, anche dell’intera umanità, data l’entità del potere del progenitore). Continua il tratteggio di questa enigmatica figura, che da sempre rappresenta uno dei principali misteri del fumetto di Isa. In ogni caso, ci terrei a precisare una cosa in merito. Sostanzialmente non stiamo scoprendo nulla di realmente nuovo o sconvolgente sulle azioni di questo personaggio (perlomeno, niente di così sconvolgente). Inedito è invece, il modo in cui ci viene fatto vedere. In un modo o nell’altro, finora non era mai stato mostrato come un “benefattore” o addirittura “salvatore” di interi popoli, bensì, come già detto, alla stregua di qualcuno che non fa altro che nascondersi dal nemico per avere salva la pelle, o che segue una propria contorta ideologia, a discapito del suo popolo. Dunque è questo l’ultimo “livello” a cui sarà presentato il personaggio di Karl? La risposta è incerta, tuttavia, mi è sembrato che durante la sua “performance”, Vili Teiber si facesse portavoce di Isayama, ovvero, che le sue parole, con tanto di riferimenti visivi, fossero equivalenti a quelle che l’autore avrebbe detto nel caso avesse dovuto descrivere dal suo punto di vista il personaggio. Ovviamente, sto parlando di mie impressioni. La sezione commenti esiste apposta per insultarmi
— TUMULTI NELL’OMBRA —
Ed arriviamo alla ciccia del capitolo. Sarò diretto: chi cazzo è il soldato che chiama Zeke e compagnia? Direi che è lapalissiano affermare che sia un infiltrato, allo stesso modo di come lo è Eren, tuttavia non mi concentrerei più del necessario sul capire chi sia effettivamente: Floch/Jean/Connie/qualsiasialtropersonaggiobiondocheconosciamo, poco importa, ciò che è interessante constatare invece, è che ci sia realmente un piano ben orchestrato in moto (anche se di questo, non ci è ancora dato sapere lo scopo). Analizzando quel che è successo, sembra che abbiano voluto rinchiudere Poruk e Pieck in una botola nascosta, in modo tale da impedire loro di trasformarsi in giganti (un classico dei piani made in Paradis), e quindi, al fine di far uscire di scena quelli che potevano essere gli elementi piu problematici. Tuttavia, non posso dire con totale sicurezza se questo piano (o per meglio dire, “parte” di piano) ha realmente avuto successo. Difatti, sembra che, prima di cadere nella trappola, Pieck si sia accorta di qualcosa. Quei pannelli in cui lo shifter del cargo mostra un insolito “interesse” per i membri del team Panzer, credo che non si limitino solo a farci capire che a Pieck piacciono le “cose” di gruppo (if you know what i mean ). Analogamente al discorso sugli sguardi very grr di Kiyomi fatto in precedenza, anche questo rapido scambio di battute dovrebbe avere una ricaduta non banale sulla trama (non che conoscere le preferenze sessuali di Pieck sia cosa banale ), che, unito anche alle osservazioni fatte dalla stessa guerriera in precedenza, riguardo l’aspetto a lei già noto del soldato misterioso, ci permettono di avanzare con adeguata sicurezza, l’ipotesi che Pieck abbia fiutato qualcosa, e che in qualche modo, sia riuscita a far capire ai “panzerotti” che la situazione non era così regolare come sembrava all’apparenza. Prima di chiudere questo paragrafo, vorrei farvi notare altre due cose che, in maniera sottile canno una parziale risposta ad alcuni dubbi sollevati dagli scorsi capitoli:
1) Zeke che viene lasciato libero di andare dal soldato/infiltrato, è come la conferma che questi sia dalla parte dei cattivi (o dei buoni, dipende). Oppure no. Oppure è Isa che ce lo sta volutamente facendo pensare insistendo con queste “coincidenze”, che magari sono realmente coincidenze. Sarebbe una bella bastardata, anche se, visto che sarebbe la prima volta che una cosa in snk succede per caso, non credo proprio che nulla del genere accadrà. Quindi zeke vero fratello maggiore che aiuta il suo fratellino a fare casino.
2) Mentre tutti i generali sono nella platea ad ascoltare le parole di Vili, Magath invece, sorveglia dall’alto la situazione, assicurandosi che tutto sia apposto. Non credo sia neanche necessario dire che c’è DAVVERO del “fuoco sotto la cenere”, e che Magath e Vili, siano più o meno consci del pericolo. La vera domanda è, come pensano si muoveranno i “topi” infiltratisi nella “casa”?
NOTA SULLA POSIZIONE DI EREN:
Parlando del soldato misterioso, ho dato per scontato che fosse dalla parte di Eren e compagnia. In realtà sappiamo solo che è contro Mahle, tuttavia, per come lo ha introdotto graficamente Isa (ovvero non mostrandone tutti i lineamenti, oscurando parte del suo viso), è molto probabile che sia un personaggio che già dovremmo conoscere, e di cui, al momento, vuole celare la vera identità. Quindi in buona sostanza, se è di Paradis, è dalla parte di Eren. In realtà, a voler essere precisi, non sappiamo neanche se Eren e la sua combriccola si stiano muovendo sinergicamente. Quello che vorrei dire, è che non sappiamo se Eren e gli altri di Paradis siano dalla stessa parte. Certo, mi sembra abbastanza strano uno scenario del genere, ma volendo, potrebbe anche essere che, in seguito ad una frattura a noi (ancora) ignota, Eren si sia diviso dall’armata ricognitiva, e stia agendo per il proprio tornaconto, come un lupo solitario. Anzi, si potrebbe anche pensare che, se così fosse, gli scopi di Eren e degli altri, siano opposti, e che quindi, siano in conflitto fra loro. Personalmente, non so quanto questo possa essere verosimile, al contrario, credo piuttosto che siano tutti felicemente dalla stessa parte (anche perché le lettere che ha fatto inviare a Falco, devono pur essere arrivate a qualcuno. Ok che che l’avevamo lasciato mezzo sociopatico mezzo depresso, ma non credo sia arrivato al livello di mettersi like da solo ai propri post su feisbuc. Forse.). D’altro canto comunque, sarebbe estremamente interessante vedere una situazione così complessa e “frammentaria”, in cui nuovamente, i punti di vista si moltiplicano, ed il confine fra bene e male, si fa ancora più sfumato.
— I DUE PROTAGONISTI —
Infine, vorrei dedicare un piccolo spazio a questi due personaggi, in quanto credo che, arrivati a questa situazione, si meritano entrambi un pò d’attenzione. E’ incredibile come Isa sia riuscito, in maniera del tutto naturale, a rendere quello che era “l’eroe” del racconto, come il nemico principale, e quello che era il villain, come il protagonista. Un gioco di ombre e luci raffinatissimo, che approfondisce in maniera ragguardevole, lo spessore di entrambi. Due protagonisti, che però non sono affatto eroi. Un guerriero che cercando disperatamente di essere qualcos’altro, non si riconosce più in sè, vivendo per inerzia. Un soldato che ha sempre desiderato di uscire dalla gabbia, ma che per farlo, ha dovuto rivestire gli stessi ruoli dei suoi aguzzini anni prima. L’aggressore diventa la vittima, e la vittima diventa l’aggressore. Ma tutto questo, sempre dipendentemente dal punto di vista che si adotta. Nulla ci impedisce di immergerci nei panni dell’uno o dell’altro, in modo tale da condannare le azioni di una parte, giustificando quelle dell’altra. Davanti a tutta questa costruzione, non si può non lodare la capacità narrativa di Isayama.
Eeeee anche per questo mese è tutto. Lo so, ormai le analisi arrivano a ridosso degli spoiler dei nuovi capitoli, ma purtroppo, il tempo ed i ritmi che ho, non mi permettono di dedicarmi troppo alla scrittura dei miei papielli. Questo mese ho cercato di riprendere il mio solito stile, puntualizzando tutti i dettagli che mi passavano per la testa, quindi, spero di essere stato perlomeno allo stesso livello del Sensei di 4 capitoli fa. Alla prossima (sperando che ci sia )
Anche questo mese, purtroppo, a causa dei noti impicci privati, non potrò immergermi nel solito commentone. Anzi, non posso neanche portarvi una specie di surrogato come il mese scorso. Insomma, dovrete accontentarvi di considerazioni sparse.
Spero comunque di attirare la vostra attenzione, e di creare spunti di riflessione su cui discutere.
– Ciò che più mi ha colpito nella primissima parte del capitolo, sono state le espressioni dei personaggi in gioco. Mentre i militari pianificano le strategie da mettere in atto una volta sbarcati su Paradis, sembra che Reiner, Zeke e perfino Magath, siano presenti nella stanza solo fisicamente. È vero, ormai siamo abituati allo sguardo vuoto ed arido del Corazzato, e neanche l’espressione vaga e distaccata di Zeke genera molto interesse. Al contrario, è inedito l’umore che sembra avere Magath, come se ci fosse un carico sulle sue spalle sue spalle, che gli impedisce di comportarsi altrimenti (è curioso notare che anche Reiner sembra accorgersi dello stato dell’alto ufficiale di Mahle, come se Isayama volesse farci accorgere di questo dettaglio tramite la nostra Hannah Baker versione seconda guerra mondiale).
– I pannelli con Zeke e Colt che giocano a baseball sono geniali. Connettono due diverse sequenze per associazione, e nascondono un significato che solo più tardi nel capitolo verrà reso esplicito. E poi sono la riconferma della superiorità del gigante bestia su tutti gli altri esemplari della sua specie (meno uno. Per tutti gli impuri, rivedetevi la top 5 dei best titans evah. C’avevo pure fatto un post in pagina per ricordarvelo. Se non avete ricollegato vi meritate Armin come successore di Erwin.)
– Come era palese pensare (anche se qualche giorno prima i capoccia del digital team mi avevano fatto venire i dubbi), Vili Teiber è confermato come attuale possessore del martellozzo da guerra. Più in avanti vi darò le mie impressioni sulla sua caratterizzazione
– Casa e topi. Queste metafore fatte apposta per essere sgamate dal lettore, ma che comunque sono molto fighe, sono molto fighe. Mi pare abbastanza ovvio che stesse parlando dell’esercito di Mahle, o comunque di Mahle in generale. In ogni caso, fuor di metafora, Magath ed il suo nuovo amichetto, sanno che qualcuno si è infiltrato, o che insomma, c’è qualcuno nell’esercito che rema contro il regno. Per cui, la riunione segreta fra gli jaegar bros, è stata rovinata ancor prima che desse i suoi frutti (forse)
– Avete letto bene, “riunione segreta”. Ormai credo sia sotto la luce del sole che Zeke è in combutta con il fratellino (da vero fratellone di buon cuore quale è): quel guantone con tanto di palla da baseball a metà capitolo (ricollegata ai pannelli con zeke e Colt che giocano a cui ho accennato prima) parla chiaro. Ma anche alla fine del capitolo, quando poco prima dell’inizio della cerimonia, Zeke da il permesso a Reiner di allontanarsi, sebbene il copione fosse un altro. Devo ammettere che, sebbene non ci fossero indizi troppo netti, non mi aspettavo una cosa del genere. Aspetto i papiri di Chiara e Christian
– Vabbè rega, avevo altro da dire però dovete considerare tre cose
1) Sono straimpicciato con lo studio e con tutti i cazzi con cui la vita vera ti trapana il culo
2) Devo finire sto commentino dimmerda entro la fine del mese
3) Ho letto il capitolo appena uscito, e quindi onestamente, non mi ricordo tutto nei minimi dettagli
Detto ciò, con la speranza di non ridurmi di nuovo a questo livello (ma con la sicurezza che farò anche di peggio) vi saluto.
Dopo il nulla cosmico del numero #96, SNK torna con un capitolo che ci ripaga del mese di sofferenza e di dolori gastro-intestinali. Con quest’ultimo capitolo, Isa spinge il piede sull’accelleratore, facendo prendere agli eventi della seconda parte del manga una svolta davvero interessante. Come al solito, il commento sarà suddiviso in varie sezioni, per facilitarne la lettura.
NOTA: scordatevi una parte dedicata a Reiner. Arrivati a questo punto, dovrebbe essere chiaro quel che gira per la mente di quel simpaticone, inoltre, detto onestamente, mi sono un po rotto il cazzo di ripetere ogni volta le stesse cose.
Stacce.
— C’È POSTA PER MR. KRUGER —
Certamente, ciò per cui questo capitolo più si fa sentire, è la rivelazione dell’identità del soldato misterioso, la cui figura tanto aveva incuriosito nei precedenti capitoli. Ebbene, a dispetto di quello che anch’io credevo a tal proposito, la teoria che vedeva Eren nascondersi dietro il militare invalido, è stata confermata.
In questo paragrafo mi concentrerò in particolare su due punti, sviluppandoli in altri due stilosissimi sub-paragrafetti. Ho una grande passione per la suddivisione in paragrafi
1) EREN E MAHLE
Con la rivelazione, cadono tutte le pippe fatte in precedenza sull’inattivita degli eldiani a paradis, che al contrario dimostrano di avere la situazione sotto controllo. Difatti la sicurezza mostrata dal vecchio Eren, che quasi sembra un’altra persona rispetto alla checca instabile a cui eravamo abituati, oltre che la sua stessa presenza in territorio nemico, portano a pensare che l’allegra combriccola di Paradis abbia dei piani ben precisi.
Eren è la risorsa più preziosa di Eldia, quindi, se i “paradisiani” hanno reputato opportuno il suo utilizzo, devono aver per forza dei piani di guerra ben congegnati, in modo tale che, come minimo, la vita di Eren sia “al sicuro”.
Inoltre, come il buon senso vuole (e come fra l’altro anch’io ho detto in giro ) nessuno è così stupido da mandare nelle fauci del nemico il proprio asso nella manica. Per cui, potrebbe anche rappresentare una tattica per prendere in contropiede i propri nemici.
In ogni caso, Paradis è sul piede di guerra: onestamente, non mi sarei aspettato una così grande aggressività da parte dei nostri amiconi d’oltreoceano.
2) LA LETTERA
Un altro punto interrogativo portato da Eren, è la lettera. La nostra buona vecchia checca cigliona, afferma che la missiva è indirizzata alla sua “famiglia” per avvertire di stare bene. Ovviamente, sappiamo che le sue parole non corrispondono al vero, e quindi, l’identità del destinatario rimane un mistero. Da quel che ho visto in giro, il fandom si sta sbizzarrendo nel dare una risposta al quesito. Qui di seguito, le ipotesi più probabili:
– I compagni di Eren (Hansie, Armin ecc)
L’associazione più diretta che si fa con le parole di Eren, è ai suoi compagni. In effetti avrebbe senso inviare una lettera per aggiornare i propri compari, quelli che ad ora possono essere considerati a pieno come la sua nuova “famiglia”. Questo implicherebbe in primo luogo, la presenza della suicide squad a Mahle, per ovvie ragioni. Non credo esista un servizio di poste che congiunga Mahle a Paradis
C’è da dire però, che la loro presenza sarebbe ovvia anche senza tener conto della lettera: penso che in ogni caso debbano essere lì, in quanto, come ho detto prima, sembrano essere pronti ad un’imminente azione, che di certo non sarà portata avanti dal solo Eren (per quanto pompato). È d’obbligo quindi che il successore del progenitore (?) sia supportato da qualcuno.
– Zeke
Questa è l’ipotesi che reputo più ”stuzzicante”. Anche se a primo impatto può sembrare assurdo, in realtà la cosa ha delle radici piuttosto robuste. In primo luogo, durante la sequenza finale in cui Eren consegna la lettera a Falco, Isayama ci mostra un Zeke versione uomo d’affari alla Wall Street. Conoscendo Isa che non spende mai tavole invano (vedasi il caso di Eren) è un buon indizio che ci porta a pensare verso questa soluzione (anche se potrebbe anche essere che il significato che ha quel pannello con Zeke indichi un confronto generico fra i due esponenti principali delle fazioni rivali. Entrambe le ipotesi vanno bene).
Altro elemento che potrebbe farci pensare a Zeke, sono le parole di Eren. Affermando che la lettera è per la sua “famiglia”, potrebbe benissimo riferirsi in modo sarcastico allo stesso Zeke che, tecnicamente, è l’ultimo parente di sangue rimastogli.
Personalmente, è l’ipotesi che più mi piace, perché porterebbe ad uno scenario molto interessante. Difatti, il contenuto di un’ipotetica lettera a Zeke, dev’essere necessariamente di sfida. Una sorta di lettera di provocazione, atta a gettare sabbia negli occhi di Mahle, e a farli cadere in confusione. Insomma, sarebbe l’inizio di una grande partita a scacchi, che darebbe una scossa non indifferente alla storia.
— HERO(S) —
Ultimo elemento su cui mi concentro (anche se ci sarebbe la posizione dei Teiber a Mahle che meriterebbe qualche parola) è il personaggio di Heros.
Della questione, due elementi in particolare ottengono subito la nostra attenzione, e cioè, la “vittima” di Heros, e i suoi vestiti.
Per quanto riguarda il primo “indiziato”, suona strano che il nemico sconfitto sia il “demone della Terra”. La propaganda di Mahle ci dice che questi è stato l’origine dei poteri di Ymir, quindi, come mai questi continua ad essere presente nella storia del continente fino a quel momento (100 anni prima della storia attuale, ovvero, quando Mahle vinse la guerra dei giganti), e qual è stato il suo ruolo? Inoltre, possiede le fattezze di un normale gigante, al contrario dell’altra rappresentazione in cui è il tipico demone da manuale. Verrebbe da pensare quindi, che potrebbe trattarsi di un’immagine allegorica, in cui il demone sconfitto da Heros, non sarebbe il “vero” demone (ammesso che sia mai esistito), ma rappresenterebbe in realtà la razza dei giganti in generale. Da questo punto di vista, la storia di Heros sarebbe uno dei soliti racconti di propaganda di Mahle, per dare maggior lustro all’impresa del rovesciamento dell’impero di Eldia.
E a questo punto arriviamo alla seconda questione, e cioè i vestiti di Heros. Gli indumenti che indossa, fanno pensare che sia un personaggio tipizzato, in quanto questi fanno parte di una generica tenuta da soldato (fra l’altro, come fa notare sul nostro gruppo di SNK il buon Hystorico vecchio cuore, questi possono essere ricollegati con le reali tenute dei miliziani napoleonici. Volendo fare un parallelo con la nostra storia, al momento il mondo di SNK sarebbe nella prima parte del Novecento, e quindi, i corrispettivi delle reali guerre napoleoniche, avrebbero dovuto avere luogo effettivamente 100 anni prima dei fatti narrati in SNK. Pertanto, presupposto che la nostra storia possa essere grosso modo sovrapponibile a quella del mondo di isa, i tempi coincidono) Dunque, si potrebbe pensare che sia un racconto metaforico con intenti celebrativi e propagandistici, in cui Heros, cioè Mahle in generale, sconfigge il demone della terra, ovvero i giganti in generale.
Altro elemento che porta Heros sul livello di un eroe fittizio, è il suo stesso nome. Fate una rapida ricerca su Google, avrete modo di vedere come con “Heros”, nella cultura greca, si indicava il tipico eroe umano, capace di imprese impossibili e del tutto straordinarie (per intenderci, tipo Ercole. Che poi, è anche lo stesso esempio che fa Wikipedia ).
Si tratta pertanto dell’ennesimo racconto di comodo di Mahle?
Si. Ma no.
In parte, credo sia indubbio che il governo abbia filtrato il racconto ed orchestrato la sua diffusione, ovviamente a fini propagandistici. Tuttavia, credo che ci sia un fondo di verità nella questione. Così come ogni leggenda ha una sua radice veritiera, penso che dietro all’Heros di Mahle, ci fosse davvero qualcuno in carne ed ossa, che ha portato avanti un’impresa tanto grandiosa contro gli eldiani, da far sì che la sua figura venisse celebrata ed esasperata in questo modo. O perlomeno, è quello che mi piacerebbe pensare
Bene, detto questo, mi dileguo. Questo mese ci sarebbe davvero molto da dire sul capitolo, ma purtroppo, il mio tempo libero diminuisce sempre più. Spero che possiate compensare voi alle mie mancanze, scrivendo le vostre impressioni sul capitolo nella sezione commenti. Purtroppo, non so se potrò rispondere a tutte le domande o controbattere a tutte le osservazioni che di solito molti di voi fanno.
Settembre porta con sè molti impicci ed accolli, e per mia sfortuna, non me ne posso defilare.
Nella speranza di poter scrivere anche solo quattro cazzate (come in questo caso), vi do appuntamento al mese prossimo.
“Per quel che concerne il suo passato [di Reiner], ci sono un altro paio di elementi che potrebbero essere raccontati, ma arrivati a questo punto, credo che siano superflui, […]. Si potrebbe parlare delle dinamiche che lo hanno portato ad essere il “soldato” del 104°, quindi, della via di uscita che Reiner ha intrapreso per poter sopperire alle sue mancanze. Ma a mio parere, questa condizione è stata gia ben eviscerata in passato, e quindi, sarebbe inutile ed anzi ripetitivo, descrivere quella fase.” (Dall’analisi del capitolo 95)
Grazie Isa per avermi ascoltato, accontentandomi con addirittura un intero capitolo di flashback di Reiner. Mortaccitua. Io non so seriamente che dire su un capitolo come il 96. Provo a tirare giù qualcosa, ma non garantisco alcun risultato. Purtroppo, questa volta non avrete modo di vedere i miei soliti stilosissimi paragrafetti, in quanto sono inutili in capitoli estremamente monotematici come questo. Bando alle ciance, ed iniziamo, che sto mese finiamo presto
Il nostro gigante corazzato, ormai, è diventato il protagonista di questa seconda parte. In qualsiasi modo la si voglia vedere, Reiner è al centro degli eventi, ed anche la storia che ci ha accompagnato per tutti questi anni, e che abbiamo sempre visto con certi occhi, ora prende un altro volto, e d’improvviso, i cattivi diventano buoni, e viceversa. Anzi, mi correggo. Da sempre Isa ci vuole convincere che un bianco ed un nero non esistono. Il mondo di snk è sempre stato grigio, e sin dalle prime battute del manga, Isayama ci mostra come quello che da un punto vista è il “cattivo”, dall’altro è “buono”. Molto esemplari, sono le parole di Reiner a fine capitolo “Salvare il genere umano” È Reiner il guerriero, o Reiner il soldato che parla? O entrambi? Questo capitolo può anche essere scontato è privo di ulteriori spinte narrative, ma è di una forza ideologica impressionante. Sulla questione non ho più nulla da dire, in quanto, come ho detto il mese scorso (e ricordato all’inizio), sarebbe inutile continuare a soffermarsi su cose di cui si è già parlato a pacchi, come lo sfumato limite fra il guerriero ed il soldato, o il bene ed il male.
Prima di lasciarvi, vorrei però farvi notare l’attenzione di Isa per i dettagli. Difatti, sembra che non voglia lasciare nulla al caso, o comunque, senza una spiegazione: anche quella che potrebbe essere tranquillamente vista come una “bugia” fatta ad hoc, acquisisce la sua ragion di essere. Il racconto dell’uomo con cui parlano i tre guerrieri (cioè il tizio che si suicida), viene ripreso pari pari da Berthold, quando Eren ed Armin gli chiedono delle sue origini. L’esperienza traumatica dell’attacco dei giganti nei villaggi fuori mano nel Wall Maria, viene riportata parola per parola nel capitolo 16 (durante il flashback dell’addestramento del 104° corpo). Quella che abbiamo di fronte è ovviamente una piccolezza, ma come ho detto prima, dimostra l’attenzione di Isayama verso tutto il complesso narrativo di Shingeki no Kyojin.
Per questo mese, non ho più altro da aggiungere. D’altronde, sarebbe stato impossibile anche per me scrivere papiri su un capitolo del genere xD Detto questo mi congedo. Alla prossima dal vostro -Sensei-
Commento veloce ed indolore (si spera ) sull’ultimo capitolo di snk, sia perchè non c’è moltissimo da dire sul #95, ma anche siccome questo mese ho gia rotto abbastanza i cojoni con Shingeki ().
— ZEKE E MAHLE (ANCORA) —
Anche in questo capitolo, uno degli aspetti più interessanti che si possono analizzare, è senza dubbio il comportamento di Zeke. Di nuovo. Zeke infatti, riunisce gli altri 5 guerrieri per conferire con loro in “privato”; sostanzialmente, quello che appare essere come una discussione sui piani di Mahle riguardo la conquista di Paradis, in realtà è un vero e proprio test ideologico. Così come anche il buon Reiner afferma, la prima cosa a cui il regno tiene, è la lealtà nei suoi confronti (d’altronde, chi meglio del corazzato può portare in luce questa lezione?). In ogni caso, quello che si evince maggiormente dalla situazione, è che Mahle si fida ciecamente di Zeke, al punto che gli affida l’incarico di sondare l’affidabilità dei suoi compagni, come se quasi non fosse uno di loro. E Zeke ricambia la fiducia: difatti, sembra che lo shifter del gigante bestia, non abbia mai preso una posizione propria in questo ambito, neanche a favore di suoi “simili”, restando invece, sempre in linea con l’ideologia voluta da Mahle. Questo corrisponde a dire, che le parole del comandante dei guerrieri, riecheggiano i dettami del regno. Le uniche volte in cui sembra “mollarsi” con le sue posizioni, sono:
– Quando è da solo contro l’armata ricognitiva a Shiganshina, durante la manovra suicida di Erwin. Fra se e se, inizia ad empatizzare in parte con gli eldiani “rinchiusi” dentro le mura (sottolineando quasi la “sfortuna” che hanno avuto a non aver consapevolezza dei propri “peccati”, e quindi rammaricandosi per il loro destino), anche se, una volta capito che questo convincimento lo avrebbe portato ad essere ideologicamente “simile” al padre, e contro il suo status di Mahleano, lo rifiuta completamente; – Il più recente scambio di battute con Colt, in cui sembra per un attimo “uscire dal personaggio” e dire al suo successore che prima o poi, avrebbe compreso i suoi segreti.
In sostanza, Zeke si dimostra sempre fedele a Mahle con i fatti: anche durante l’incontro fittizio, sebbene sapesse che le interferenze di Mahle erano solo di tipo “acustico”, non ha fatto nulla per far capire agli altri guerrieri cosa stava succedendo (per esempio con gesti o altri messaggi non orali), lasciando che il regno li esaminasse per quel che realmente erano. Ciononostante, sembra che invece, nel profondo, abbia un qualcosa che lo porta ad andare oltre il guerriero, e in alcuni casi, anche a divergere dal pensiero canonico al quale invece si attiene nella pratica. Questo tuttavia, non vuol dire che ha dei sentimenti reversivi nei confronti della sua “madrepatria”. Dal mio punto di vista infatti, possiamo vedere questo atteggiamento di Zeke come quello di un professionista, che svolge il suo mestiere con coerenza e lealtà. A questi può anche capitare di fare dei pensieri non del tutto in linea con il proprio “lavoro”, ma non porta mai queste elucubrazioni a galla, rimanendo invece ligio al dovere. In poche parole, Zeke segue una sua deontologia professionale, che non lo porta mai ad opporsi con i fatti a Mahle. (Ovviamente, tutto questo è relativo a ciò che finora abbiamo visto. Tutto è ancora in gioco, ma per il momento, questo è ciò che penso riguardo la caratterizzazione del personaggio)
— IL GIGANTE IGNOTO (ANCORA) —
Altro elemento di interesse in questo capitolo, è la rivelazione del nono (almeno nominalmente): il gigante martello. Stiliamo quindi finalmente, l’elenco completo dei 9 titani:
Sebbene non vi sia stata alcuna esemplificazione delle sue abilità, il nome restringe il cerchio, inquadrandolo in un ambito perlopiù militare (è vero, un martello può essere usato anche per scopi edili, però credo che, in questo caso specifico, la sua applicazione più importante debba essere bellica. Infatti, durante la rivoluzione, il suo carisma, o la sua posizione, devono essere stati tali da portare gran parte degli eldiani contro il governo legittimo. Non so voi, ma io non ce lo vedo un gigante muratore con così tanta influenza ). Inoltre, si possono finalmente scartare alcune delle più fantasiose teorie della community, come quella secondo cui dovesse essere alato, o avere un potere in grado di convertire la trasformazione in giganti puri. Sulla famiglia Taybar, al momento, non c’è molto da dire. Sono delle figure con una certa influenza sul campo internazionale, per il ruolo in primo piano che sembra abbiano avuto durante la rivoluzione. Per questa ragione, la loro importanza è riconosciuta da tutti gli stati continentali, e Mahle non osa mettere naso nei loro affari, lasciando intoccati i loro privilegi aristocratici. Per cui, se Mahle non agisce in alcun modo contro i Taybar, non è per una sorta di riconoscenza o rispetto, quanto per “diplomazia”: andare contro quest’importante famiglia, significa contrariare anche gli stati nemici del regno, senza contare che figure di una così alta rilevanza nel contesto mondiale, hanno ben più utilità da vivi, come strumenti per influenzare la politica estera (così come in effetti dovrebbe accadere in un prossimo futuro). Si noti come, inoltre, i Taybar abbiano un simbolo diverso da tutti gli altri eldiani. Probabilmente, in antichità, ogni clan (o famiglia di nobili eldiani, che dir si voglia) aveva un proprio simbolo, ma dopo la guerra civile e la caduta dell’impero eldiano, tutte queste effigi sono cadute con le proprie famiglie di appartenenza, eccezion fatta per i Taybar. Significa quindi, che questo clan è stato l’unico ad opporsi realmente di propria iniziativa al governo eldiano dell’epoca? Ditemi la vostra nei commenti
— REINER BRAUN (ANCORA) —
Protagonista di questo capitolo, è nuovamente la coscienza di Reiner, a cui è dedicato persino il titolo, che nasconde implicazioni più interessanti di quel che sembra. Difatti, è vero che c’è effettivamente qualcuno che dà del “bugiardo” a Reiner, cioè Gavi, tuttavia, non sembra che la cadetta voglia davvero definirlo come un “bugiardo”, bensì, con le sue parole vuole solo indicare la sensazione che il cugino le stia nascondendo qualcosa. Sostanzialmente, Gavi non vuole dare del “bugiardo” a Reiner, tuttavia, noi in realtà sappiamo che il corazzato lo è per davvero. In definitiva, chi dà dell’impostore a Reiner, non è un personaggio del fumetto, ma siamo noi. O meglio, Isayama ha scelto di chiamare il capitolo in questo modo, proprio per “materializzare” le nostre sensazioni su questo personaggio. Dopo quanto abbiamo visto negli scorsi capitoli, siamo noi che reputiamo Reiner un bugiardo, ed Isayama, con questo capitolo, non ha fatto altro che dare maggiore forza e sostanza a questa impressione. In ogni caso, Vorrei fare anche quattro chiacchiere sul personaggio di Reiner in sè. In questo capitolo vediamo, o anzi, comprendiamo, il vero momento del crollo psichico del guerriero: realizzare che in realtà non era arrivato alla sua prestigiosa posizione per veri meriti, ma grazie alle buone parole di Marcel, porta Reiner ad uno stato di completa scissione. Infatti, la certezza del giovane di ESSERE un guerriero, crolla, gia minata alle fondamente in seguito all’incontro col padre. Dopo la caduta della motivazione principale che lo ha portato a seguire la strada del mahleano onorario (cioè ricreare il nido familiare ricongiungendosi al padre), arriva anche la falciata di scoprire che neppure la forma che ha comunque acquistato in seguito ai suoi sforzi è autentica. Tutti gli ideali e le certezze di Reiner, erano solo frutto di illusioni, di menzogne. Il giovane guerriero, arriva al punto di non riconoscersi più, e la morte di Marcel, non è nient’altro che la conferma delle sue inquietudini. Il sacrificio del compagno, attesta l’incompetenza e la non preparazione di Reiner per il suo ruolo: essa è come un’epifania per il corazzato, che capisce di non essere nessuno, di aver mentito a sè stesso fino ad allora. Di essere un bugiardo.
Non so se Isayama continuerà a parlare del personaggio in questo modo. Certamente, vedremo un’ulteriore evoluzione di Reiner, ,in relazione alle future vicende di Paradis. Per quel che concerne il suo passato, ci sono un altro paio di elementi che potrebbero essere raccontati, ma arrivati a questo punto, credo personalmente, che siano superflui, dato che ormai abbiamo un quadro completo della psicologia del guerriero. Si potrebbe parlare delle dinamiche che lo hanno portato ad essere il “soldato” del 104°, quindi, della via di uscita che Reiner ha intrapreso per poter sopperire alle sue mancanze. Ma a mio parere, questa condizione è stata gia ben eviscerata in passato, e quindi, sarebbe inutile ed anzi ripetitivo, descrivere quella fase.
Ed anche per questo mese, abbiamo finito. Spero che l’analisi sia stata di vostro gradimento, e come al solito, se avete qualche appunto da farmi, sentitevi liberi di commentare
Siete abituati ad un Sensei più loquace, tuttavia questo mese sono abbastanza impicciato con lo “studio”, per cui mio malgrado, sono costretto a scrivere solo “due” paroline sull’ultimo capitolo. Partiamo subito con i soliti paragrafi.
— TONO GENERALE —
Dobbiamo farcene una ragione. Ormai siamo a Mahle, scordiamoci per un pò di tempo i nostri amichetti dentro le mura. Isayama ci mostra il trionfale ritorno degli eldiani reduci di guerra, concentrandosi, per cui, sulle relazioni fra le varie categorie di personaggi. Posizione privilegiata, ha ovviamente (come succede da un bel po di capitoli a questa parte) il rapporto che sussiste tra mahleani ed eldiani (ma in generale, fra eldiani e tutte le altre popolazioni). In ogni modo, Isayama ci sta urlando addosso un semplice concetto: sebbene siano passati centinaia di anni, e sembra che il popolo di Ymir si sia integrato alla perfezione nell’esercito, questo continua ad essere visto di malocchio da alcuni, con timore da altri. Sguardi e parole, evidenziano in maniera molto chiara la posizione di “disagio” nella quale riversa Eldia. Un popolo demonizzato, che sembra vivere un “senso di colpa”, per le sue azioni passate (complice la propaganda di Mahle, ed anche le condizioni penose a cui sono stati condannati), come dimostra il modo in cui i “guerrieri” sono considerati dalla stessa razza eldiana (mettere la propria vita a disposizione di Mahle ed essere scelto come erede di uno dei 7 giganti a disposizione del regno, è l’onore più grande per un eldiano del continente, proprio in quanto vuol dire essere riconosciuto come “mahleano onorario”). Inoltre, danno maggior peso alla posizione di Eldia i dubbi di Falco: vale la pena vivere per soli tredici facendo gli interessi dei propri oppressori?. “L’oscuro destino” di cui Reiner parlava alla fine dello scorso capitolo, è messo sempre più in vista da Isayama.
— REINER BRAUN —
Personaggio centrale nel capitolo, è Reiner, a cui è dedicata l’intera sezione finale. Si veda come Isa stia puntando i riflettori sempre più sull’attuale corazzato, la cui caratterizzazione è in costante rimodellamento. Vorrei soltanto precisare una cosa a riguardo: è molto interessante il modo in cui venga messo a paragone con l’Eren dei primi periodi. Entrambi, infatti, si fanno portavoce di un sentimento comune, quello della liberazione dallo sconosciuto nemico, che è visto come il male assoluto, un qualcosa da eliminare alle radici. Questa caratteristica è il loro punto forte, tutto ciò che li porta ad elevarli sopra gli altri: il loro spirito combattivo, la loro volontà instancabile di annichilire il “male”, è tutto ciò che hanno dalla loro parte. Si, insomma, sono cani che abbaiano. Ma lo fanno forte. (e troppo ) Questa similitudine porta a galla anche uno dei temi centrali del fumetto, e cioè, la relatività dei punti di vista. Chi sono i cattivi? Gli eldiani che hanno oppresso per secoli le popolazioni di un intero continente, o i mahleani che stanno ricambiando la moneta, e che si avventano su chi è completamente all’oscuro della verità? Comunque, da notare nel flashback di Reiner, un fiero Zeke sbarbato, che potrebbe benissimo passare per Colt. L’ennesima dimostrazione di quanto Isa faccia schifo a disegnare
— CONSIDERAZIONI SUL NONO —
Così come anche il buon Giacomo Rossi mi fa notare, come mai sembra che il nono gigante sia stato escluso dalla lista di quelli da far ereditare? Quando Zeke puntualizza che i tempi per la successione dei poteri si avvicinano, e che numerosi conflitti sono imminenti, tutti i cadetti danno per scontato che verranno ridotti da 7 a 6. Perché mai il nono non dovrebbe essere ereditato al contrario degli altri? Dobbiamo anche considerare che il settimo cadetto (Galliard), ha ereditato il potere di Ymir, e non quello del nono. Se pensiamo che Mahle appena abbia la disponibilità di trasmettere un gigante, lo faccia, allora in quel momento, il nono gigante era ancora “occupato”. Bisogna considerare però, che sono passati 5 anni, e che quindi, se davvero il gigante misterioso era ancora in mano a qualcuno, le parole di Zeke sull’avvicinarsi delle scadenze, cadrebbero. Si potrebbe immaginare che l’abbiano passato ad un altro eldiano. Ma perché non a Galliard? Era uno dei 7 cadetti, quindi a lui sarebbe comunque spettato un gigante. E anzi, Galliard stesso poteva anche avere la possibilità di ottenere il nono, dato che Mahle ha “arruolato” tanti cadetti quanti erano i giganti a sua disposizione. Per cui, logicamente, ad uno dei 7 sarebbe finito il gigante ignoto. Ma perché allora, se Mahle poteva farlo ereditare prima da Galliard, ha preferito passarlo a qualcun altro? Quindi ritorniamo al punto di partenza. Il nono, quando Galliard ha ottenuto i poteri di Ymir,non era ancora stato passato. Quindi era ancora posseduto dallo stesso shifter del flashback di Reiner? Magari, la scadenza del nono era più lontana rispetto a quella degli altri, e quindi non l’hanno fatto ereditare per non “sprecarlo”? Se così fosse, allora perché non mandare il “vecchio” shifter assieme alla nuova generazione di guerrieri a Mahle? Magari il regno ha seguito le regole di Risiko, e ha lasciato un “carrarmato” in patria per proteggere i confini. In ogni caso, mi fermo qua con le pippe mentali. Anche se mi piacerebbe, al momento non dispongo del tempo per “applicarmi” a risolvere questo problema, dato che come vi ho già detto, sono parecchio impicciato con lo studio. Per cui pensateci voi, e fatemi sapere la vostra opinione nei commenti
Eeeeee niente, per il momento basta così. Ci sarebbero più cose da dire, specialmente sulla caratterizzazione di Reiner, ma non posso dilungarmi. Spero vi abbia soddisfatto come al solito Alla prossima dal vostro
-Sensei-
P.S. Gavi è comparsa da soli 4 capitoli, e ha gia rotto i cojoni. Spero che muoia presto.
P.P.S. Comunque vi faccio notare che i nuovi cadetti sono 5. Significa che non si ha bisogno di far ereditare almeno due giganti. Uno sappiamo di per certo che è quello di Ymir, dato che è stato trasmesso a Galliard appena 4 anni fa (quindi ha ancora 9 anni di vita). Per cui, c’è un altro gigante che ha ancora una “lunga” aspettativa di vita. Che sia proprio il nono? Questo in qualche modo, corroborerebbe l’idea che tale gigante non è stato passato ai tempi, proprio in quanto aveva ancora parecchio tempo disponibile. Dopodiché, sarebbe stato trasmesso poco dopo, o nello stesso periodo del Titano ganascia. In questo modo i conti dovrebbero tornare, però non saprei se le cose sono andate davvero così. In ogni modo, credo che i prossimi capitoli ci daranno sempre più informazioni, e quindi, sono fiducioso che il mistero andrà dipanandosi fra non molto. O perlomeno, spero EDIT: mi era sfuggito che attualmente i giganti a disposizione di Mahle non sono più 7, ma 5. Uno è stato passato di sicuro recentemente (cioè la ganascia), un altro è l’ignoto, su cui non si hanno certezze sui tempi di trasmissione. Siamo sicuri solo sui restanti 3, che devono essere passati sicuramente a i 5 cadetti in questione. Potrebbero essere anche 4 i giganti da far ereditare, dipende tutto dai tempi del nono.
P.P.P.S. Lo so, forse è esagerato fare così tanti p.s.. Però fa molto scena post-credits dei film Marvel. Sapete, quando state fino alla fine per vedere se compare Thanos, e poi alla fine c’é solo la roba più inutile del mondo? Ecco
Salve a tutti e bentornati all’analisi del Sensei sui capitoli mensili di SnK.
Questo mese, è la volta degli spiegozzi. Isayama continua ad informarci sulla situazione globale a Mahle, offrendoci quella minestra ormai riproposta da due mesi: “bisogna conquistare Paradis sennò i nostri vicini ci aprono il culo”. Bisogna sottolineare però, che questa volta, il contesto in cui viene sottoposta la questione, è del tutto differente da quello degli scorsi capitoli. Non si tratta, infatti, delle didascalie di un narratore, o di idee di un soldato, ma di parole dette in un consiglio militare, e quindi, con una certa valenza ufficiale. In fin dei conti dunque, era necessario ritornare sull’argomento, in quanto mancava finora quell’ufficialità dovuta ad un’azione militare del genere (anche se cheppalle però xD). Ciononostante, il capitolo non è una medicina amara da mandare giù perché necessaria a far quadrare i conti, ma anzi, riesce efficacemente a creare un nuovo “contesto” narrativo, grazie all’accostamento del doveroso spiegozzo-time, con il nuovo complesso di relazioni fra personaggi. Più nello specifico, mi riferisco ai due “veterani” del manga, cioè, Zeke e Reiner, il cui rapporto con gli altri interpreti con cui noi non abbiamo (ancora) la benchè minima familiarità, è calato così bene, che il tutto sembra davvero naturale. Per farvi un esempio concreto, mi hanno dato la stessa impressione di Han Solo e Leia in Star Wars 7. Non c’è bisogno che aggiunga altro. Spero.
Detto questo, iniziamo la nostra analisi, andando, come ormai faccio da un bel pezzo, a sviluppare il commento in più paragrafi.
— ZEKE E MAHLE —
La prima cosa che salta all’occhio in questo capitolo, è il rapporto di Zeke con Mahle. La cosa è particolare, in quanto sembra che il primogenito di Grisha, venga considerato a tutti gli effetti come un “normale” Mahleano. Siede nei vertici militari e da consigli ai suoi superiori, con i quali si confronta alla pari. In ogni caso, è un qualcosa che non deve stupire, considerando tutto ciò che lo ha portato a quella posizione, e la sua ideologia, completamente in linea con quella degli “aguzzini” del suo popolo (come anche è sottolineato nella prima sequenza del capitolo). È a Zeke che spetta l’infamante ruolo di aggiornarci sugli affari di Mahle, e sulle loro posizioni nei confronti di Paradis, sempre in virtù della sua importanza fra i ranghi militari del regno. Nel capitolo, inoltre, ci vengono anche esplicati i poteri da gigante di Zeke, ed è proprio su questo che vorrei soffermarmi nel paragrafo corrente. O meglio, non proprio dei suoi poteri nello specifico (a cui mi dedicherò in un’altra sezione), ma del modo in cui lo Jaegar cerchi di mantenere il segreto circa l’origine delle sue particolari abilità. Infatti, sebbene Zeke sia del tutto a favore della causa di Mahle, sembra restio a far parola del suo sangue reale. Vuol dire che in fin dei conti non è poi così fedele al regno? In realtà credo che la spiegazione sia un’altra. A mio parere, non si tratta di voler nascondere una certa verità ai Mahleani, al fine di danneggiarli. Infatti, sembra che Zeke, da bambino, nel momento del tradimento dei suoi genitori, abbia raccontato ai Mahleani anche della vera natura della madre (come riporta Kruger nel capitolo 90, anche se sembra solo una sua supposizione), sebbene questi non lo abbiano creduto. Allora qual è il motivo? Probabilmente, teme ciò che Mahle farebbe di lui se si sapesse la verità. Sempre secondo Kruger (nel capitolo 90), il governo sfrutterebbe fino in fondo un eldiano di razza regale come Dina, facendo in modo che il suo sangue non vada “perduto”. In soldoni, se Mahle sapesse di Zeke, questo verrebbe trasformato in un toro da monta, costretto a riprodursi costantemente per tenere viva la sua discendenza. Voi direte, e che problema c’è a passare una vita a riprodursi in continuazione? () Credo che bisogna aver presente, che il progresso tecnologico mahleano, abbia portato a metodi meno “primitivi” e più efficaci per arrivare allo stesso scopo (cioè, la trasmissione del proprio patrimonio genetico), e qualcosa mi suggerisce anche, che la suddette tecniche, non siano il massimo della comodità, o del “piacere”, come nel primo caso . Insomma, il motivo per cui Zeke teme per la propria incolumità, e di conseguenza, copre la sua vera identità, sembrerebbe essere fondato. Poi nulla vieta che in realtà Mahle sia rimasta ancora al metodo “naturale”, per quanto riguarda la replicazione del DNA. Quindi, Zeke non a caso stava parlando di culi in questo capitolo (Ovviamente, non ci sarebbero solo motivi legati alla riproduzione, ma anche di studio, per comprendere al meglio i segreti del suo codice genetico)
— I 9 GIGANTI. DI NUOVO. —
Rieccoci nuovamente a dibattere su quello che è ormai, uno degli argomenti più discussi della “community”. Proprio quando pensavamo di conoscere le identità di tutti i giganti, ecco che Isa ci gioca l’ennesimo scherzone. E siamo di nuovo a quota 8. Tanto rancore ed odio per te, Hajime. Qui di seguito, la lista aggiornata. Chissà quando verrà il giorno in cui non dovrò più elencarli.
A questo punto, avrei “due” parole da spendere in merito a quest’elenco, nello specifico,in relazione a due giganti. Inizialmente, volevo scrivere due cosine a testa, poi però la situazione mi è sfuggita di mano, e quindi ho deciso di dedicare a loro, due paragrafi a parte. Scusatemi.
— IL GIGANTE IGNOTO —
Dall’ultimo capitolo, apprendiamo che il gigante posseduto da Ymir, in realtà era lo stesso di Galliard (sì, per il dolore di tutte le fangirl yuriste, Ymir è morta ), quindi rimane un posto vacante fra i nove. Di questo nono gigante, non sappiamo praticamente nulla: mai alcun accenno, mai alcuna avvisaglia; l’unica informazione sul suo conto in nostro possesso, è che dovrebbe essere nelle mani di Mahle. E’ un dato di fatto: i mahleani infatti, riuscirono a sottrarre durante la guerra civile, 7 dei 9 giganti ad Eldia. I 2 giganti rimasti al popolo di Ymir, sono noti (il gigante dell’avanzata ed il progenitore), per cui, il titano sconosciuto dovrebbe essere fra i 7 posseduti da Mahle. Questo aumenta l’alone di “curiosità”, attorno al nostro gigante, in quanto, converrete con me nel constatare che è molto strano che durante la guerra contro l’alleanza medio-orientale, questi non è stato messo in ballo in alcun modo. Certo, può darsi che avesse gia fatto la sua parte, e che, si fosse ritirato dal fronte nel momento in cui Isayama ha portato la nostra attenzione sulla battaglia, però rimane comunque strano che in questo capitolo, lo stesso Isa si sia curato di fare i dovuti riferimenti a tutti i giganti in possesso da Mahle, tranne di questo simpaticone di cui stiamo parlando. Si potrebbe pensare anche che sia morto, ma questo avrebbe poco senso, in quanto, in ogni caso il suo potere dovrebbe gia essersi trasmesso ad un altro eldiano, all’interno dei confini di Mahle (vi ricordo che il passaggio avviene in maniera casuale, senza tenere conto dello spazio, secondo la concezione dei “sentieri” che uniscono le genti del popolo di Ymir), perchè Zeke, quando fa la “lista dei cattivi” (cioè, dei giganti a Paradis), non ha esitazioni nel non inserirlo, e questo quindi, indica che Mahle sa con sicurezza che attualmente, il nono non si trova all’interno delle mura. Per cui, anche se fosse morto, il suo erede si troverebbe sempre a Mahle, e quindi, una mossa del genere, che non porta a nessun cambiamento della situazione iniziale, a mio parere sarebbe del tutto inutile. Possiamo quindi scartare l’idea in esame. Continuando a “buttare” ipotesi, si potrebbe pensare che AL MOMENTO il gigante ignoto, non sia a Mahle. Nulla vieta infatti, che nel corso del tempo possa anche essere passato dalla parte di qualche altra nazione, magari ceduto come atto di diplomazia, oppure rubato. Personalmente, credo che invece il gigante misterioso sia proprio a Mahle. E’ pur sempre una possibilità quella che Mahle non sia più in possesso di tale titano, ma la vedo molto inverosimile. Infatti, sapendo che Mahle considera imperdonabile la perdita di un gigante, in quanto questi sono l’ultimo baluardo del potere della nazione, figuriamoci se si azzardano a cederlo. La possibilità del furto è meno opinabile, anche se pur sempre improbabile, dato che, da quel che sembra, Mahle finora ha dettato legge nel continente, incontrastata dai suoi avversari, sino agli ultimi sviluppi: direi che per una qualsiasi nazione avversaria, sarebbe stata un’impresa particolarmente “ardita”, infiltrarsi per rubare uno dei 7 giganti. Inoltre, da quel che sappiamo,il popolo di Ymir vive solo nel regno di Mahle e a Paradis, per cui, anche se l’avessero rubato, dopo la morte dello shifter, a chi sarebbe tornato il potere, se non ai propri “padroni”? Per cui, non rimane altra ipotesi se non quella che il nono faccia parte dell’arsenale bellico dei mahleani, sebbene Isa, per un motivo o un altro, non ce l’abbia ancora voluto mostrare. In ogni caso, l’unica cosa su cui non piove minimamente, è che Mahle sa certamente dove si trovi al momento, o nelle sue fila, oppure (per quanto improbabile) in qualche altra nazione scrausa.
A questo punto, avrei dovuto proseguire normalmente, ma a causa di alcune questioni dell’ultimo minuto, mi sono trovato costretto ad allungare il brodo. Per cui, vi introduco alla sezione extra del commento:
I POTERI DEL GIGANTE IGNOTO (AKA piccola parentesi necessaria sui poteri del nono, scritta in fretta e furia perché aggiunta 10 minuti prima dell’uscita da me programmata l’altro ieri.)
Le “mie” parole sul nono gigante, finiscono qui. Difatti, credo che al momento sia legittimo solo parlare della sua posizione, in quanto è l’unico elemento di cui si può discutere senza cadere in illazioni nonsense. Purtroppo, a quanto pare sono l’unico che la pensa in questo modo, dato che già vedo gente battersi per teorie del tutto assurde, senza alcuna fondamenta. Vorrei concentrarmi su una di queste idee, la cui gravità (in termini di cazzate dette) è tale, che mi sembra doveroso doverla confutare. “Il nono gigante ha il potere di far ritornare in forma umana i giganti puri.” Quella che a primo acchito potrebbe sembrare un’idea interessante, in realtà, ragionandoci un po’ su, appare molto insussistente. Infatti, se Mahle avesse un gigante che ha il potere, sostanzialmente, di invertire la trasformazione degli eldiani, allora questi non sarebbero neanche riusciti ad arrivare a Paradis. Stiamo parlando del potere definitivo, di qualcosa che abbatte completamente le abilità del gigante progenitore. Se ci fosse stato un gigante con questo potere (che non fosse il progenitore, ovviamente) nelle mani di Mahle durante la guerra civile, la forza militare del 145° re si sarebbe limitata solo al suo gigante, e allo SNK (forza contata in termini di giganti controllati). Inoltre, anche le minacce dello stesso 145° re non avrebbero più avuto senso: che paura fa un esercito di giganti colossali che può facilmente essere messo a nanna da un solo titano? E ancora, perché tutti questi problemi per conquistare l’isola di Paradis? Tanto basta il nono gigante, e tutto diventa easy. Per cui, è del tutto assurdo pensare non solo che Mahle possegga un gigante con questi poteri, ma che addirittura, un titano del genere esista (non contando ovviamente il progenitore). Inoltre, volendo parlare di questa teoria andando nel suo specifico, i sostenitori di essa portano avanti la concezione secondo cui i mahleani non usano il nono gigante, in quanto, se gli eldiani ghettizzati venissero a conoscenza di un titano con simili poteri, la situazione politica degenerebbe, e per questo motivo lo tengono nascosto. In realtà, se il nono gigante rispecchiasse questa descrizione, esso sarebbe una grande arma sociale di Mahle, che utilizzerebbe per cogliere il favore degli eldiani rimanenti, e sfruttare i loro giganti come “braccia da lavoro”, evitando che questi, comunque, rimangano per sempre condannati a questa condizione. Ok, i mahleani ce l’hanno con Eldia e gliela vogliono far pagare. Ma sono passati un po’ di annetti, e soprattutto in una situazione di crisi come quella che sta vivendo al momento, sarebbe da stupidi non sfruttare il nono per eliminare i risentimenti degli eldiani, ed al contempo usarli come veri e propri strumenti da lavoro. Insomma, arrivati a questo punto, si può ben capire che la teoria esposta, è piena di buchi. Anzi, rispetto a questa ipotesi, è più plausibile, che il nono gigante sia alato (e poi invece il mese prossimo Isa mi smonta malissimo xD)
— IL GIGANTE BESTIA —
Vorrei spendere due parole pure su Zeke. Questo mese infatti scopriamo finalmente il suo potere. Ne avevo parlato nel commento del capitolo scorso, teorizzando sulla sua abilità relativa al far trasformare eldiani in giganti puri. A quanto pare però, mi ero allontanto un bel pò dalla verità dei fatti, e avevo proposto una soluzione che non implicava eccessiva artificiosità per l’attivazione di questo potere, in rapporto ai suoi effetti nel villaggio di Connie. Reputavo troppo articolato ed inverosimile che Zeke fosse andato da ogni singolo abitante ad iniettare di persona qualcosa in vena, ma a quanto pare, così invece è stato. Certo, nulla vieta che prima li avesse storditi, magari utilizzando anche il metodo che avevo indicato (per chi non ricorda, avevo ipotizzato un qualcosa di simile ad una bomba nervina, che facesse effetto su lunga distanza, evitando quindi un contatto diretto), però rimane il dato di fatto, che la modalità in cui Zeke ha innescato la trasformazione, dipendesse da un’interazione fisica, diretta con lo sventurato. Insomma, ero solo io che mi facevo un sacco di pippe mentali . Però tutta questa storia mi ha fatto sorgere un dubbio: come mai il liquido spinale di Zeke non fa trasformare direttamente in gigante? Finora abbiamo sempre visto che, quando ad un eldiano viene iniettato del liquido spinale, egli si trasforma in un gigante, sempre e comunque. Come mai nel caso di Zeke no? Sarà un effetto particolare del suo liquido spinale, oppure lo stesso liquido è stato trattato in precedenza con sostanze chimiche (cioè, estratto da Zeke, modificato da scienziati di Mahle per questo scopo, ed infine consegnato a Jaeger come siero da iniettare)? Oppure ancora, si tratta dei “sentieri” a cui accennava Kruger qualche capitolo fa? Siccome esiste una connessione immateriale fra tutti gli eldiani, secondo voi, è possibile che, chiunque assorba il liquido spinale di un gigante SENZIENTE ancora in vita, non si trasformi a sua volta in gigante, ma piuttosto, entri nello stato catatonico in cui sembravano essere gli eldiani dello scorso capitolo, usati come “bombe” da Mahle? Fatemi sapere ciò che ne pensate nei commenti.
Bene, anche per questo mese è tutto. Mi scuso se sono stato un pò nebuloso in alcune parti, ma gli impegni hanno ridotto all’osso il mio tempo utile per scrivere qualcosa di decente. A meno che la vita non ci giochi brutti scherzi, noi ci sentiamo il mese prossimo con la prossima analisi. Un saluto dal vostro
Sarò onesto con voi. Questo mese non avevo molta voglia di fare l’analisi. Il 92 può essere compiutamente definito come un “capitolo di assestamento”, in quanto nulla di inaspettato succede, e si limita unicamente a chiudere la situazione lasciata aperta lo scorso mese. Sostanzialmente, si potrebbe dire che siamo davanti alla seconda parte del capitolo 91, il prologo di questa nuova sezione del manga di Isayama. A tal proposito, una recente intervista all’editor, uscita in prossimità del capitolo, rivela che la storia del fumetto si sarebbe inavvertitamente allungata, in quanto ci sono stati (e ci saranno, presumo) molti eventi che sono sfuggiti ad Isayama in quanto grandezza, con la conseguenza che questi hanno preso spazio maggiore di quello programmato. Non so voi, ma questo capitolo, a mio parere, è una prova delle parole del nostro Isa: esso non è altro che “la coda” dello scorso numero, in quanto, probabilmente, in origine doveva essere un tutt’uno col 91 (anche se effettivamente, il contenuto dei capitoli, è abbastanza lungo, e anche soltanto pensare di riuscire a “condensarlo” in un’unica parte, sembrerebbe piuttosto “forzato”) Per chiunque volesse vedere con i suoi occhi l’intervista, eccovela: http://www.mangaforever.net/…/lattacco-dei-giganti-le…
Prima di parlare nello specifico delle (poche) novità che questo capitolo ci offre, siccome sto notando molta confusione nella comprensione degli ultimi eventi, trovo opportuno fare prima il punto della situazione. Se non siete interessati, potete tranquillamente skippare il seguente paragrafo, e andare a quello che più vi interessa (utilizzerò lo stesso metodo del mese scorso, e strutturerò l’analisi in vari paragrafi, al fine di aumentare la fruibilità del mio operato).
— RIEPILOGO SITUAZIONE —
Con questo paragrafo, come ho gia detto, cercherò di chiarire la situazione a tutti coloro che ancora non hanno ben compreso ciò che sta succedendo al momento nel mondo di Isayama. Per fare questo, suddividerò questo paragrafo in due sezioni, dove tratto gli elementi che, a mio giudizio, possono aver portato questa confusione.
– TEMPO E SPAZIO Ci troviamo 3 ANNI DOPO l’arrivo dell’armata ricognitiva all’oceano. Ancora non conosciamo cosa sia accaduto durante tutto questo tempo ad Eren e compagnia a Paradis. Sappiamo invece, quel che è avvenuto al di là dell’oceano: Mahle è entrata in conflitto con le altre nazioni del continente, in quanto, il fallimento del piano per l’ottenimento del potere del gigante progenitore e le perdite di parte dei suoi giganti senzienti, hanno indebolito l’antico regno, e di conseguenza, una volta diffusasi la notizia, gli stati avversari hanno visto l’occasione di far crollare definitivamente Mahle. Per cui, alleandosi fra di loro, hanno dichiarato guerra ai mahleani, generando il famoso conflitto di cui tanto si sta parlando negli ultimi due capitoli. La guerra dura da 4 ANNI, in particolare, come anche il buon Zeke sottolinea in questo capitolo, da quando lui e Reiner hanno fatto ritorno in patria con la cattiva notizia. Da questo possiamo capire che la guerra è iniziata nello STESSO ANNO in cui il popolo delle mura, ha completato la messa in sicurezza del Wall Maria (sostanzialmente, poco tempo dopo la fine della battaglia di Shiganshina, per cui, il primo anno di guerra si svolge “parallelamente” agli eventi descritti dopo la sconfitta di Zeke). E’ da un bel pezzo che ripeto questo ritornello, che ha avuto spazio anche nell’analisi dello scorso capitolo (dove ho persino riportato la mia famigerata time-line). Spero di essere stato chiaro.
– PERSONAGGI E CONTESTO Un’altra cosa che può lasciare straniti, è il nuovo complesso di personaggi, che, intrecciato anche ad un contesto del tutto alieno rispetto a quello a cui eravamo abituati, probabilmente, è ciò che rende più difficile la “digestione” di questa sezione. I protagonisti di questa nuova parte sono dei giovani soldati messi sotto esame dal governo, per verificare chi di loro è più adatto ad ereditare il potere di uno dei giganti senzienti ancora nelle mani di Mahle. Sostanzialmente si deve decidere chi prenderà il posto degli attuali utilizzatori dei poteri da gigante, e quindi, chi saranno i nuovi Reiner, Berthlold e compagnia (ovviamente, dico Berthold solo per far capire meglio, perchè tecnicamente, il suo “successore” sarebbe Armin). La scelta degli eredi ricade in questo momento, in quanto il tempo a disposizione dei loro “colleghi”, si sta esaurendo. In particolare, a Reiner e a Zeke rimangono solo 4 anni di vita, così come probabilmente anche a tutti gli altri utilizzatori del potere (per essere precisi, Eren, Pieke, Galliard, e, nel caso fossero ancora vive, Ymir e Annie) tranne Armin, che ha ancora a disposizione 9 anni circa.
NOTA BENE: In tutto questo, ho dato per scontato che la storia abbia preso la prospettiva di Mahle, e quindi, che ora come ora, i protagonisti non siano più Eren e tutti gli altri stronzi di Paradis, ma gli altrettanto stronzi marmocchi di Mahle. Quindi, come avevo detto nel capitolo scorso, d’ora in poi la storia dovrebbe seguire le gesta di Black Frieda & co lasciando in disparte la suicide squad di Hansie, almeno fino al raggiungimento di Paradis da parte delle forze di Mahle. O perlomeno dovrebbe essere così. Poi è capace che nel prossimo capitolo Isayama ci faccia vedere quello che sta succedendo dentro le mura, imbruttendoci tutti (me per primo), anche se onestamente, non credo sia una mossa molto sensata.
— L’URLO DI ZEKE —
Finalmente vediamo come funziona il potere di Zeke che provoca la trasformazione in giganti puri di “normali” eldiani. Ebbene signore e signori, un semplice urlo. Con un urlo alla “non si entra nell’angolo rotture della Lidl”, Zeke ha l’abilità di far trasformare eldiani in giganti puri, anche se comunque, sembra che in quel momento, le povere “vittime”, non fossero “del tutto consapevoli di sè”(per usare un eufemismo ). Sembra infatti, che purchè la trasformazione possa portare ad effetti concreti, i soggetti debbano essere tramortiti, o drogati, o insomma, rincoglioniti . A tal proposito tuttavia, mi sorge un dubbio: a Ragako (il villaggio natale di Connie) Zeke si è preso la briga di andare a drogare uno ad uno tutti gli abitanti? A questo punto direi che Isayama non andrà a riprendere cose avvenute 60 capitoli fa per spiegarcele per filo e per segno, e quindi tocca a noi, trovare la motivazione più plausibile affinchè una cosa del genere avvenga. Di certo, fra inebetire qualcuno ed iniettargli del liquido tramite punture, c’è molta differenza, ed è palese che la prima opzione risulta più facile e veloce da mettere in atto. Però qui si sta parlando di drogare più persone nello stesso lasso di tempo e senza un contatto diretto, e quindi la situazione prende ulteriori complicazioni. Perchè proprio nello stesso momento e senza interazione diretta? Vedetecelo voi Zeke, entrare nelle casette dei vari “ragakiani” a rincoglionirli uno per volta, senza essere notato. Direi che è piuttosto forzato, no? Personalmente, io sarei più dell’idea dell’utilizzo di un qualche agente tossico diffuso per aria. Sostanzialmente, un’arma chimica, una specie di “gas nervino” (ovviamente, non un gas nervino propriamente detto, ma qualcosa di simile, come una bomba che diffonda fumi tossici che portano a quello stato chiunque li inali). Potrebbe sembrare fuori contesto, ma bisogna ricordare che nel continente, esistono cannoni in grado di distruggere giganti con un solo colpo. Questa critica quindi, potrebbe cadere. Ciò che invece mina quest’idea, è la ragione per cui, se Zeke era in possesso di armi del genere, non le ha utilizzate a Shiganshina contro l’armata ricognitiva. Era solo perchè aveva finito le scorte di tale ordigno? Chissà. Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. Altra cosa interessante, è che Zeke non ha bisogno di trasformarsi in gigante per utilizzare quel potere. Mi sembra abbastanza strano, visto che finora, l’unica abilità da gigante che ogni utilizzatore è stato in grado di usare in forma umana, anche se inconsapevolmente, è quella della rigenerazione. Onestamente, data la sua unicità, la cosa mi ha stupito e non poco. Ma così è. Quindi stacce.
— I DEMONI ELDIANI —
Per tutto il capitolo, i vari personaggi hanno sottolineato come gli eldiani siano una razza maledetta. Sia l’atteggiamento dei soldati dell’alleanza medio-orientale, sia i richiami all’antica crudeltà del popolo dei giganti da parte degli stessi mahleani, sottolineano che la cicatrice lasciata da Ymir centinaia di anni prima, continua a fare male, e che le tensioni interraziali, sono tutt’altro che finite. Se Isayama continua a sottolineare questo aspetto, probabilmente, vuol dire che la tematica costituirà la base delle future vicissitudini, o comunque, troverà ampio spazio.
— RIOTTENERE LA COORDINATA —
In conclusione, Isa riprende il discorso sul fatto che i giganti, sostanzialmente, siano “armi” passate. Sia esplicitamente con le parole del narratore, sia implicitamente con Reiner che viene ferito più volte, ci è data la prova di quanto sia estremamente importante ed urgente per Mahle, l’ottenimento del potere del gigante progenitore e delle risorse naturali di Paradis. Per cui, vista l’estrema necessità che Isa ha attribuito alla cosa, come se tutto il resto fosse secondario rispetto alla conquista della Coordinata, credo che l’autore non si dilungherà troppo in altre sequenze di intermezzo, ma che andrà dritto al punto, mostrando solo le cose strettamente necessarie per la costruzione di questa tanto agognata saga finale.
Bene, anche questo mese ho finito. Come avrete potuto notare, non ho speso molte parole questa volta, in quanto, ciò a cui porta questo capitolo, sono semplici osservazioni, che lasciano la strada chiusa per riflessioni più ampie. O perlomeno, è quello che ho potuto constatare io. Per cui, se pensate che ci sia qualcosa che meriti la mia attenzione, non esitate a farmelo sapere. O a rinfacciarmi di non essermene accorto
Se il commento vi è piaciuto, come al solito vi invito a lasciare un like, e a commentare dandomi i vostri pareri Alla prossima dal vostro -Sensei-
P.S. Ma quanto cazzo è bello il gigante quadrupede in questo capitolo? Che maestosità. Che magnificenza. Che Cuore. Assolutamente il migliore dei 9 giganti
Nuovo mese, nuovo capitolo di SnK, nuovo commentone by il vostro Sensei della Locanda di Zio Aristofano.
Dopo essere stati portati “Al di là delle Mura” dal capitolo 90, ecco che ora Isayama ci porta col nuovo capitolo “Al di là dell’Oceano”. Devo dire che, onestamente, questa volta Isa ha stupito anche me: mai mi sarei aspettato un radicale passaggio d’attenzione, ma soprattutto, un timeskip così lungo (imbruttendo tra l’altro tutti coloro che si sono lamentati dei “miseri” 7 mesi dello scorso capitolo). Se il #90 ci aveva lasciato straniti a causa del contesto completamente differente di fine capitolo, questo mese Isayama dà il colpo di grazia, facendoci a tratti dimenticare di leggere lo stesso fumetto (meno male che i disegni dimmerda rimangono. Almeno un pò di continuità c’è stata ). In soldoni, siamo dinanzi ad un capitolo così lontano da quello che mi (e ci) aspettavo, che non saprei da dove cominciare l’analisi. Quindi fatemi forza, che ne ho bisogno.
NECESSARIA (altra) PREMESSA: questa volta l’analisi è davvero bella lunga, ma il vostro Sensei vi vuole bene, e per facilitarvi la lettura, ha diviso il qui presente papiello in diversi paragrafi. Quello che segue ora è una premessa che spiega il motivo di questo cambio di stile. Ovviamente, invito tutti voi a leggerlo, ma se siete interessati alla sostanza, potete andare direttamente alle parti che più vi attirano. Buona lettura.
L’apertura del capitolo è molto emblematica: difatti, è come se riprendesse il filo dello scorso capitolo, tramite l’immagine di Falco che tende la mano verso l’infinito, allo stesso modo di Eren rivolto verso l’oceano, mentre si interrogava su cosa avrebbe atteso il suo popolo oltre la distesa d’acqua. Cosa c’è al di là dell’oceano? Isayama, contro ogni aspettativa, ci da subito la risposta. Nel continente, è in corso una guerra che vede il regno di Mahle scontrarsi con un un’alleanza di stati formata, presumibilmente, dai regni di quei “Re Continentali”, dei quali il Gufo ci aveva dato un accenno nei capitoli scorsi. Mahleani ed Eldiani, insieme in prima linea, devono far fronte, alla minaccia dell’alleanza Medio-Orientale, che ormai va avanti da 4 anni. Sul fronte vi sono anche dei giovani cadetti, che comunque non sono affatto ragazzini normali: infatti, stiamo parlando dei candidati al ricevimento dei poteri del gigante corazzato, schierati in prima linea, in modo tale da testare chi fra di loro è più meritevole di essere l’erede di Reiner. Ci vengono quindi presentati Falco, Gavi ed altri tizi di cui onestamente non ricordo il nome, ma che grazie ai sempre perfetti e curatissimi disegni di Isa, possiamo tranquillamente ricollegare ad altri personaggi gia visti, data la paurosa somiglianza. Ecco quindi che abbiamo Elvin Gump, Hansie jr, Dark Frieda e… quello/a. Comunque, i nostri giovani (ma gia fastidiosi) bimbi, ci mettono al corrente della situazione (in maniera piuttosto artificiosa anche), dopodichè succedono cose, Dark Frieda incita alla pedofilia, arriva un gigante a caso che salva la situazione e… fine. Questo è letteralmente tutto il contenuto del capitolo. O perlomeno quello che passa da una prima lettura. Dopo una serie di capitoli esplicativi, ricchi di numerosissime informazioni sul mondo di snk, ora invece, Isayama ce ne porta uno che all’apparenza non dice nulla di rilevante su quella che noi consideriamo essere la “storia principale”, ma che anzi, ci apre una finestra su mondi e vicende prima d’ora del tutto aliene al manga, tramite la descrizione di un “fatto”, che oltretutto, detto onestamente, viene narrato abbastanza goffamente e rigidamente. Insomma, sembrerebbe che Isayama stia inciampando. In realtà però, ci sono molti elementi interessantissimi che il nostro Isa non rivela esplicitamente, ma che possono essere colti, o comunque soltanto ipotizzati, da determinati particolari. Prima di iniziare con il vero commento però, vorrei precisare una cosa. Ormai sapete qual è il mio metodo di “analisi” del capitolo. Partendo dall’inizio e procedendo ordinatamente, riporto gli eventi salienti del capitolo, soffermandomi e riflettendo su ciò che trovo interessante, e riallacciandomi talvolta con altri elementi collegati. Questa volta però, non mi sento di portare avanti questo tipo di struttura, in quanto, a causa dell’eccessiva rigidità e monotematicità del capitolo, finirei per creare qualcosa che sembra divagare troppo. Sono costretto per cui, a parlare staccandomi dalla conseguenzialità dei fatti del capitolo. Vi avviso anche che ci saranno necessarie illazioni. Detto questo, siete pronti? (ve l’avevo detto che non sapevo da dove iniziare )
—TIMESKIP—
Una delle cose che più di tutte ha destabilizzato in questo capitolo, è il gigantesco ed inatteso timeskip. Bazzicando in giro nel webbe in cerca di anime con cui confrontarmi sul male psicologico che Isayama mi ha arrecato con il capitolo in questione, ho trovato molto confusione su questo argomento. Anche in pagina e sul nostro gruppo telegram (di cui vi lascio il link nella descrizione) ho parlato con qualcuno di voi che è rimasto molto confuso riguardo alla posizione cronologica del capitolo. Infatti, in molti credono che stiamo assistendo ad un flashback, ma in realtà non è affatto così. Siamo 3 anni più avanti dal capitolo, dato che, dalle informazioni a noi disponibili, sono passati 9 dall’inizio del piano per la riconquista del Gigante Progenitore messo in atto da Mahle (in soldoni, da quando Reiner, Berthold, Annie e Marcel sono sbarcati su Paradis). Per cui, se il regno ha iniziato le sue manovre nell’anno 845, ora ci troviamo nell’854. Contando che il mese scorso ci siamo lasciati nell’851, sono trascorsi 3 anni. Ancora confusione? Vi lascio parte della mia time-line, che aggiorno periodicamente su Nerdgt.it
ANNO 850 (dopo la battaglia di Shiganshina) – I 9 sopravvissuti dell’armata ricognitiva, vengono decorati con delle medaglie direttamente dalla regina Historia per aver riconquistato il Wall Maria – Zeke e Reiner tornano a Mahle, portando al governo la notizia del fallimento della loro missione – La voce del fallimento della missione di Mahle per la riconquista del Gigante Progenitore si diffonde. Una volta che i paesi nemici vengono a sapere la notizia, sfruttando l’indebolimento del regno, si alleano e dichiarano guerra contro Mahle. Inizia così un conflitto fra il regno di Mahle e l’alleanza medio-orientale, destinato a durare per altri 4 anni – Ad inizio inverno, l’esercito completa lo sgombero dei giganti nel Wall Rose – Ad inizio primavera, l’esercito annuncia che è stata completata la pulizia dei giganti all’interno del Wall Maria – Ad inizio estate, vengono costruiti degli ascensori nel distretto di Trost per consentire il passaggio di merci da una parte all’altra della muraglia. Inoltre, si inizia la costruzione di una strada diretta verso il distretto di Shiganshina – Un anno dopo la battaglia nel distretto di Trost, ad estate inoltrata, ai civili è consentito di insediarsi nuovamente nel distretto di Shiganshina
ANNO 851 – Dopo 6 anni, l’armata ricognitiva effettua per la prima volta una spedizione oltre il Wall Maria. – Grazie alle reminiscenze di Eren, l’armata ricognitiva riesce a raggiungere la costa di Paradis. Così, Armin corona il suo sogno di raggiungere l’oceano
ANNO 854 – L’esercito di Mahle (composto sia da Mahleani sia da Eldiani, fra i quali dei giovani candidati ad essere gli eredi di alcuni dei giganti posseduti dal regno) cerca di espugnare una fortezza slava
Se i 7 mesi dello scorso capitolo ci sembravano moltissimi, 3 anni sono davvero un’infinità, ed in questo lasso di tempo possono essere successe tantissime cose ad Eren & co. Al momento non ci è dato sapere nulla sul destino del popolo delle mura, ciononostante, possiamo comunque provare ad immaginare cosa sia successo, senza neanche staccarsi di troppo dai fatti del fumetto, divagando eccessivamente con l’immaginazione: concentriamoci quindi, su quel che NON è accaduto. Il capitolo 90 conteneva la promessa, da parte dei nostri protagonisti, di raggiungere Mahle, e di riuscire, una volta per tutte, a liberarsi di quelle invisibili catene che li imprigionano da centinaia di anni. Certo, c’è anche da dire che il tutto era condito dal monito di non esaltarsi subito per questa prospettiva, in quanto la libertà poteva essere più amara di quello che si poteva immaginare, ma sostanzialmente, il passo verso il ritorno in continente sembrava certo. Passano 3 anni: nulla di questo è accaduto. Come mai? Nella scorsa analisi (così come anche in quella prima ancora) vi avevo suggerito l’idea che Eren stesse iniziando a subire i primi sintomi della Volontà del Re. A mio parere, la mancanza di qualsiasi azione del popolo delle mura malgrado tutto il tempo passato, è un’ulteriore prova della mia teoria. Eren infatti è la coordinata, e il suo potere è fondamentale nella riuscita della sconfitta di Mahle, quindi, una sua indisposizione alla questione, potrebbe essere stata la chiave dell’immobilità del regno di Historia per tutto questo tempo. E quali possono essere le ragioni del rifiuto di Eren, se non la Volontà del Re? (Nelle mie altre analisi, ho portato molti più elementi a favore di questa tesi. Siete invitati a dar loro uno sguardo, se non vi ho particolarmente convinto)
— I 9 GIGANTI—
Con questo capitolo, veniamo a conoscenza dell’identità di tutti quei 9 famigerati giganti. Anche su questo argomento si è tenuta in pagina una discussione, ma in questo caso, vi è stata più chiarezza rispetto al timeskip Anzi, uno di voi, Giacomo Rossi, mi ha anche anticipato nello stilare l’elenco semi-definitivo dei giganti in questione.
Ho associato a Galliard (cioè, il gigante che compare alla fine del capitolo) la “Ganascia” per associazione con le sue caratteristiche fisiche (vedasi in particolare la mandibola, che ricorda una ganascia per l’appunto), ma anche perchè il gigante “Cargo”, visto il suo nome che indica la funzione da mezzo di trasporto, è quasi sicuramente il titano quadrupede (quello che io paragonavo ad un cane) di cui tanto abbiamo parlato in questi mesi. Ci sarebbe anche la possibilità che Pieke (il soldato che ha il gigante cargo) possieda il potere del gigante di Ymir, in quanto, così come la stessa eldiana ipotizzava nella lettera ad Historia, molto probabilmente è stata uccisa dai Mahleani, che ne hanno ripreso il potere. Sul gigante cargo, ci viene detto che è molto abile (da Colt, il fratello di Elvin Gump), caratteristica che rispecchia il gigante di Ymir, tuttavia, anche il quadrupede si è dimostrato agile a suo modo (vedasi sia il salvataggio di Zeke sia quello di Reiner), quindi nulla vieta che Pieke sia realmente il nostro amato cane. Ciononostante, nel caso volessimo considerare il cargo come il gigante di Ymir, allora un posto risulterebbe vacante. Seguendo questo ragionamento vedremo quindi un nuovo titano? Potrebbe, ma onestamente, l’idea non mi convince. Credo che a questo punto, non vedremo nuovi giganti “leggendari”, e quindi, l’ultimo posto fra i 9, può essere tranquillamente assegnato al quadrupede. Insomma, in un caso o nell’altro, è quasi certo che il cane sia fra i 9. Vorrei fare un’ultima considerazione: tutti i personaggi comparsi nel capitolo, che non dovrebbero conoscere nulla del popolo delle mura, si riferiscono ai vari giganti chiamandoli alla stessa maniera di come facevano Eren e compagnia. Esempio, il corazzato rimane corazzate, la femmina rimane femmina. Erano tutti nomi dati per le loro peculiarità fisiche dal popolo delle mura, ma ora, anche i Mahleani e gli Eldiani lontani da esso utilizzano gli stessi nomi. Sarà stato Reiner ad essersi portato come souvenirs della sua esperienza a Paradis, le varie denominazioni dei 9 giganti? Oppure c’è altro? Oppure ancora semplicemente Isayama inizia a rincoglionirsi? Chissà.
—I GIOVANI ELDIANI—
Centrali nel comparto dei personaggi, sono i giovani candidati a ricevere i poteri dei 9 giganti. Ciò che più colpisce di loro a primo impatto, è la stranissima somiglianza che presentano con altri protagonisti del fumetto. Se vi siete sciroppati tutta l’introduzione, avrete visto che, per scherzare, prima li ho chiamati in modo tale da metterli in contrapposizione con i loro alter ego delle mura. Ovviamente volevo puntualizzare la grande abilità nel disegnare di Isayama (), tuttavia, c’è da dire che due di questi personaggi sono fottutamente uguali ad altri che ben conosciamo da tempo: Udd e Gavi, cioè Hansie jr e Dark Frieda. Le due (o i due, dato che non ho capito se Udd sia maschio o femmina sempre grazie all’abilità di Isa) sono estremamente simili a, come avrete capito, Hansie Zoe e Frieda Reiss. Addirittura, Udd sembra essere anche vestito/a alla stessa maniera della sua controparte, con i tipici occhialetti. In realtà, su questo potrebbe esserci una giustificazione plausibile, in quanto, quei tipi di occhiali, non sono esclusiva del “nuovo” (o ex. D’altronde sono passati 3 anni, e la vita media in snk non è poi così lunga ) comandante dell’armata ricognitiva, ma anzi, sono abbastanza diffusi fra i militari del popolo delle mura (si veda Rico Brzenska, un’altra soldatessa che fa parte della scorta di Eren durante la missione per chiudere la breccia di Trost, e che ricompare nel volume 9, durante la saga del castello di Utgard). Sulla somiglianza con Hansie quindi, si può sorvolare. Discorso a parte invece per Gavi: la sua similitudine con Frieda, infatti, è allucinante, tanto da sembrare un suo clone. Potrebbe essere un caso, potrebbe essere il culmine della mediocrità grafica di Isayama. Ma potrebbe anche nascondere uno dei soliti plot twist da bestemmia di Isayama. In realtà, a tal proposito, avrei una teoria che mi ronza in testa, tuttavia, sapete che cerco sempre di ridurre al minimo le supposizioni basate su prove non prove. Se nel prossimo capitolo ci saranno degli elementi che, anche solo in parte, suffragano la mia ipotesi, allora ve ne parlerò. Promesso.
—IL FUTURO DI SHINGEKI NO KYOJIN—
Arrivati a questo punto io ho paura. Molta paura. Paura di cosa? Paura che da questo momento in poi, Shingeki no Kyojin non sarà più Shingeki no Kyojin. Infatti, credo che ora come ora, sia possibile che Isayama decida di cambiare completamente punto di vista, e di passare dalla parte degli invasori Mahleani. Secondo questa linea di pensiero, Isa ora dovrebbe concentrarsi sulla storia del nuovo gruppetto di protagonisti, accantonando quasi completamente le gesta della suicide squad di Paradis. In effetti, non sarebbe molto assurda come ipotesi, in quanto, questo cambio di scena, si incastrerebbe alla perfezione con i toni e le tematiche degli scorsi capitoli. Sostanzialmente, quei capitoli che ci sembravano “strani”, per la “puzza di fine” che avevano, ora avrebbero una solida giustificazione. Come avevo gia detto nella scorsa analisi, con il capitolo 90 venivano stravolte tutte le tematiche centrali del fumetto. Agli occhi dell’ultimo numero di snk, tutto ciò prende una profondità maggiore, in quanto, al momento, oltre alla fine dei valori fondanti del manga, quel capitolo ne segnerebbe anche la fine per quanto riguarda una parte di trama. Si badi, che con fine non intendo che non rivedremo più l’allegra combriccola di Eren, ma una sua temporanea stasi, una interruzione. E allora, se è una “pausa” quando riprenderanno questi eventi? Per come ora stanno le cose, Isayama dovrebbe seguire i nostri ragazzetti di Mahle fino allo sbarco su Paradis, in vista di una nuova missione finalizzata al riottenimento del potere del Progenitore. Quindi è qui, che gli eventi delle due “parti” si ricollegheranno, tuttavia, dubito fortemente che se le cose andranno così, la situazione sarà anche solo minimamente comparabile a quella a cui eravamo abituati. Ricordate di quando vi dissi della famosa intervista di Isayama, dove dichiarava che aveva cambiato il finale del fumetto in quanto troppo assurdo e bastardo? Ebbene, ora ho la netta sensazione che ci stesse trollando.
Salve a tutti, e bentornati alle nostre riflessioni sui capitoli di snk, le PRIME VERE analisi sul manga fatte da una pagina facebook, e, al momento, le UNICHE serie in circolazione. Cosa? Per quale ragione sto dicendo questo? Beh sapete, ve lo volevo ricordare spassionatamente, senza alcun motivo preciso… forse
Prima di iniziare, vorrei ricordarvi che finalmente ho completato la mia famosa time-line su tutte le robe accadute nel mondo di Isayama. Ho lasciato il link per essa nei commenti, ciò vuol dire che siete obbligati a leggerla e a mettere like . Scherzi a parte, mi piacerebbe moltissimo vedervi sostenere la time-line, in quanto ci tengo particolarmente . Bene, ora che ho spammato la mia ultima fatica, possiamo iniziare .
Capitolo tondo per Shingeki, che si avvicina al numero 100 e, sembrerebbe, alla sua conclusione. Questo capitolo infatti, ha un forte sapore di “fine”, o comunque, si differenzia moltissimo dagli altri, con la conseguenza che quello che lascia una volta conclusa la lettura, è una sensazione di “strano”. Ma andiamo con ordine, ed analizziamo il capitolo com’è nostra consuetudine fare, dall’inizio.
Il capitolo si apre nello stesso punto in cui avevamo lasciato la situazione il mese scorso. I militari sono ancora in riunione, a discutere sulle ultime scoperte dell’armata ricognitiva, ma si trovano davanti ad un problema: è meglio informare la popolazione delle mura sulla verità dietro ai giganti, oppure conviene lasciarli nella beatitudine della loro ignoranza seguendo l’esempio del vecchio governo? Per Dot Pixis, la decisione è categorica: bisogna assolutamente divulgare queste notizie al popolo, in quanto altrimenti, non ci sarebbe alcuna differenza con il vecchio regno. Si noti quindi come la figura di Pixis, rimanga sempre quella dell’uomo votato al bene collettivo, qualsiasi sia la situazione. Sia con la breccia del Wall Rose, sia con il colpo di stato di Elvin, sia con questa faccenda, Pixis si è sempre dimostrato essere un uomo con gli occhi voltati verso il popolo, ed anzi, aggiungerei anche, che è uno dei pochi militari di alto rango, che agisce dando la precedenza al bene dell’umanità. Vogliate scusarmi questa digressione, ma non avevo mai parlato prima d’ora di questo personaggio, e dunque, visto che la situazione lo permetteva, ho reputato calzante inserire la mia personale considerazione a riguardo. Tornando a noi. Il canale d’informazione scelto dal governo è il giornale Berg, dei quali responsabili avevamo fatto la conoscenza tempo addietro, durante la sequenza narrativa del colpo di stato di Elvin. La ripresa di questi personaggi marginali alla trama, testimonia una caratteristica del manga di cui gia avevamo discusso in passato, e cioè, la maestria con cui Isayama riesce a dosare la presenza nelle vicende dei personaggi secondari, non lasciando mai che questi diventino delle specie di espedienti narrativi, da usare unicamente per sbrigliarsi da un problema limitato ad una singola situazione, per poi scartare completamente. Ecco che quindi, ogni personaggio, anche quelli che sembrano aver esaurito la loro utilità, vengono (quasi) puntualmente “riciclati” per essere impiegati in altre circostanze. Si badi ovviamente, che, nella maggior parte dei casi, si tratta di piccolissimi ruoli, sufficienti per farci ricordare che questi personaggi continuano ad esistere. Detto questo, passiamo oltre.
Dopo la veloce carrellata delle reazioni del popolo alla verità sui giganti, veniamo introdotti alla cerimonia per la celebrazione degli eroi dell’armata ricognitiva, che hanno portato a termine la tanto agognata riconquista del Wall Maria. A tal proposito, vorrei soffermarmi velocemente su due elementi in particolare:
1) La caratterizzazione di Marlo. Il personaggio di Marlo Freudenberg è molto particolare, ed in questo capitolo, possiamo trovare la conclusione definitiva della sua caratterizzazione (anche perchè è morto ), che lo inquadra in ultima analisi, come quel tipo di individuo che vive nel proprio mondo di ideologie, e che muore proprio a causa di esso. Il militare infatti, nella propria vita ha sempre seguito una certa linea di pensiero, che però risulta non essere attinente con la dura realtà del mondo che lo circonda. Quando entra nel corpo di gendarmeria, lo fa perchè crede di poter cambiare qualcosa nella società sfruttando le sue sole forze, e non contando la corruzione ed il marciume che invece erano alla base del corpo militare. Quando si schiera dalla parte dell’armata ricognitiva durante il colpo di stato, durante la saga del colpo di stato, lo fa perchè vede nel corpo militare di Elvin la giustizia che invece pensava di trovare nella gendarmeria, e in virtù di questo principio, sceglie di arruolarsi in esso, non ascoltando i realistici consigli di Hitch, scontrandosi con la realtà, e decretando così la sua fine. Solo poco prima della morte, realizza il suo errore fatale, di aver slegato la sua “immagine” di giustizia, o comunque, la sua ideologia in generale, con il mondo reale. Ed ecco che Marlo si aggiunge alla ormai gia lunga lista di “personaggi-monito” stilata da Isayama dall’inizio del fumetto, cioè, quelli che sostanzialmente in snk, svolgono il ruolo di rappresentare una generica tipologia di personaggi. E Marlo incarna l’idealista, che vivendo seguendo le sue astrazioni mentali di idee o cose, muore a causa delle sue astrazioni mentali di idee o cose.
2) L’atteggiamento di Eren. E’ interessante come il buon Isa voglia dare sempre più, maggior peso ai risvolti comportamentali di Eren. E’ un elemento che avevo gia sottolineato il mese scorso, ed il fatto che quindi Isayama continui a seguire questa direzione, aumenta la mia sensazione che “gatta ci cova”. Quelli fra di voi che hanno letto la mia scorsa analisi, ricorderanno che ipotizzai che a mio parere, il motivo dietro a queste apparenti anomalie del comportamento, è da considerarsi legato all’innescarsi in Eren della “Volontà del Re”. L’ultimo capitolo per cui, non fa altro che dare maggior adito a questa mia ipotesi. Anzi, azzarderei dire che probabilmente, alla nuova psicologia di Eren, è stato aggiunto un altro tassello. Il flash mnemonico che lo fa bloccare mentre sta baciando la mano di Historia, mi puzza molto: infatti, questa reminiscenza lo porta al momento in cui, 5 anni prima, il padre disperato, corre nella cappella dei Reiss, per chiedere al Gigante Progenitore di bloccare l’avanzata dei giganti. Segue ovviamente la risposta negativa dell’erede della dinastia reale, a causa proprio della “Volontà del Re”. Quello che questa breve sequenza mi porta a pensare: e se Eren vedendo il comportamento di Frieda, si fosse reso conto di condividere la sua stessa condizione, e quindi, di essere dominato anche lui dal pesante volere del 145° Re? Certo, può anche essere che si sia fermato perchè era immerso nei ricordi paterni, però la situazione è piuttosto ambigua, e quindi, ho trovato necessario dover fare questa considerazione.
Ci sarebbe il discorso di Flock ai “veterani” dell’armata, ma evito di toccare l’argomento, perchè non porta a nulla d’interessante, dal mio punto di vista. In giro ho sentito dire che “finalmente qualcuno ha capito che significa far parte dell’armata ricognitiva”, ma in realtà è dal primo capitolo che Isayama evidenzia la reputazione da suicide squad che ha il corpo militare agli occhi della gente. Quindi sorvoliamo su questo segmento.
Arriviamo alla parte più criticata del capitolo, cioè, la mega transizione temporale, che vede gli eventi spostarsi di circa 7 mesi avanti. Isayama, in maniera molto sintetica, ci informa dei fatti salienti accaduti successivamente alla ripresa di Shiganshina. Li riporto citando la mia time-line (nei commenti troverete il link per la versione completa):
– Ad inizio inverno, l’esercito completa lo sgombero dei giganti nel Wall Rose
– Ad inizio primavera, l’esercito annuncia che è stata completata la pulizia dei giganti all’interno del Wall Maria
– Ad inizio estate, vengono costruiti degli ascensori nel distretto di Trost per consentire il passaggio di merci da una parte all’altra della muraglia. Inoltre, si inizia la costruzione di una strada diretta verso il distretto di Shiganshina
– Un anno dopo la battaglia nel distretto di Trost, ad estate inoltrata, ai civili è consentito di insediarsi nuovamente nel distretto di Shiganshina
In poche parole, assistiamo ad un vero e proprio time-skip, che ci porta ad un anno dall’inizio delle peripezie di Eren & co. in una contingenza del tutto diversa, a cui nessuno di noi è abituato: la vita all’interno del Wall Maria è finalmente ripresa, e quindi, la “preoccupazione” di dover riconquistare i territori persi, che finora è sempre stata più o meno, il motore principale della macchina narrativa del manga, ora non sussiste più. Persino la minaccia dei giganti si è affievolita, e, tranne pochi esemplari anomali, sembra che Paradis sia stata quasi svuotata completamente dai poveri condannati di Mahle. La situazione quindi, è quanto più lontana possa essere rispetto agli standard a cui Isayama aveva abituato il lettore, che, come risultato finale, rimane del tutto stranito dall’evolversi della vicenda, quasi estraniato. Ma Isa con noi non ha ancora finito, e se il senso di “strano” finora fatto provare non era abbastanza, ecco che butta il carico da 90: l’arrivo dell’armata ricognitiva all’oceano. Come gia dissi tempo fa nell’analisi del capitolo 88, l’oceano ha un significato importantissimo all’interno di snk, perchè è sempre stato associato all’uscita dalle mura, e quindi alla libertà. Ebbene, con questo capitolo Isayama ribalta completamente le carte in gioco, in quanto, così come Eren precisa, l’oceano non rappresenta più il raggiungimento della vera libertà, ma soltanto la linea di separazione con il vero nemico, il vero aguzzino del regno delle mura, Mahle. In definitiva, vengono messi in discussione quelle che fino al capitolo scorso erano considerate le basi portanti di tutto il fumetto: la minaccia dei giganti, e l’oceano come simbolo di libertà. Tutto questo nel giro di mezzo capitolo. Non so voi, ma per me, peggio di così Isayama non poteva fare (Ovviamente con “peggio” non intendo che sia qualcosa di negativo, ma solo che si è dato veramente da fare per smerdarci tutte le nostre convinzioni ) Fra l’altro, tramite le parole e i pensieri di Eren, viene rimaneggiato anche il concetto stesso della libertà. Chi assicura che una volta sconfitti gli oppressori di Mahle, i nostri eldiani possano riottenere la libertà? E anche se questo avvenisse, che garanzia si ha che la nuova condizione non porti ad una disgrazia maggiore, così come successe per la piccola sorella di Grisha? Insomma, il capitolo 90, di Shingeki no Kyojin, tramite la rielaborazione delle tematiche centrali del fumetto, porta l’opera di Isayama su un piano completamente differente rispetto a quello sul quale si trovava, ed al contempo, prepara il terreno per il gran finale, che mai prima d’ora è sembrato così vicino (anche al livello materiale, dato che “l’arrivo all’oceano” è sempre stato fatto immaginare come una delle grandi tappe del fumetto)
Bene, anche per questa volta è tutto. Come sempre, se la lettura vi ha interessato, vi invito a lasciare un like, e nel caso non vi fosse chiara qualcosa, o voleste insultarmi per qualcosa che ho scritto, sentitevi liberi di dire tutto quello che pensate nei commenti. Per voi sarà poco, ma per me e per lo staff, i vostri feedback sono molto importanti Al prossimo capitolo dal vostro -Sensei-
Bentornati al nostro consueto commento su Shingeki no Kyojin. Come avrete potuto notare, l’analisi questo mese è arrivata “leggermente” in ritardo rispetto al solito, ma ho una motivazione plausibile di cui ho anche le prove. Vi lascio il link del mio “alibi”, nel caso voleste verificarlo personalmente: https://m.facebook.com/…/a.1843023…/1842955245976614/… Bene, ora che ho spammato il mio commento su Sherlock, possiamo iniziare a parlare di Shingeki .
Dopo la “trilogia” di capitoli dei mesi scorsi (86-87-88) che ha scavato nel passato di Grisha riservandoci moltissimi colpi di scena, Isayama ci porta un numero 89 di “stasi”, che nasconde tuttavia degli elementi di non poca rilevanza. In particolare, il capitolo in questione, da un lato ci riporta al presente, facendoci assistere agli eventi seguenti al ritorno dei sopravvissuti dell’armata ricognitiva, ma dall’altro, copre alcuni punti incerti lasciati aperti nel corso della storia, condendo il tutto con un “wtf” finale, che sconvolge più o meno tutti gli schemi mentali che ognuno di noi può aver fatto finora sulla macrostoria del mondo di SnK. Ma procediamo con ordine, e iniziamo ad analizzare il capitolo dall’inizio.
Nella sequenza successiva, Isayama riprende il discorso Ymir. No, non Ymir la dea, ma quella che a momenti si scopava Historia. Insomma, l’Ymir dei povery . Vi informo sin da ora che non ho intenzione di prolungarmi su questa parte, in quanto reputo che ci siano argomenti più significativi da trattare all’interno del capitolo. Veniamo a conoscenza delle sue origini e dei suoi trascorsi all’interno nel regno di Mahle, dove un uomo (un eldiano quasi certamente), sfruttando la solitudine e la povertà che la sua condizione da orfana le imponevano, la sfruttò per il suo rendiconto personale, spacciandola per una sorta di discendente della dea Ymir. Com’era prevedibile, quindi, non vi era nessun collegamento materiale fra le due Ymir, e il motivo per cui la nostra portava quel nome, essenzialmente, era legato all’appartenenza ad un culto della sua omonima divinità. Viene anche presa in esame la questione riguardo la sua caratterizzazione, alla quale viene data finalmente compiutezza. Personalmente ho apprezzato questo mini-flashback, in quanto era pur sempre qualcosa di necessario (data l’attenzione di Isayama per la caratterizzazione dei personaggi), ed inoltre, il modo in cui il tutto è stato reso, ha contribuito a renderlo molto chiaro e scorrevole. Proseguiamo con l’analisi.
Veniamo alla parte “illustrativa” del capitolo, a cui prima avevo accennato. Da un piccolo frammento delle memorie di Grisha, ci vengono forniti ulteriori dettagli circa i giganti e la situazione generale all’interno di Mahle, che vanno ad aumentare ancor di più l’abbondante mole di conoscenze di cui già disponevamo. Nulla di troppo importante però, come ho detto, solo “dettagli”. Sostanzialmente, è rivelato che i mahleani continuano a tenere in vita gli eldiani rinchiudendoli in ghetti, unicamente per la caratteristica che questi hanno di trasformarsi in giganti di estremo potenziale distruttivo, e quindi, per sfruttarli come armi contro potenziali minacce. La loro posizione, tuttavia, “recentemente” è stata messa in bilico dalle difficoltà riscontrate nel controllarli. Di conseguenza, vista questa problematica che porta gli eldiani a rappresentare una minaccia anche per gli stessi mahleani, all’interno del regno è nata una fazione contraria al voler continuare a mantenere in vita la parte rimanente del popolo di Eldia, della quale invece vorrebbe disfarsi. L’elemento in questione, a mio parere, ha la funzione di abbozzarci la situazione di Mahle: infatti, questo tasselo, insieme a quello che vede il regno voler conquistare Paradis per ottenere le sue risorse naturali da utilizzare per progredire le proprie tecnologie belliche, sottintende che la posizione di Mahle nel continente è minacciata da altri stati, che quindi dovrebbero possedere armi o strumenti, in grado di contrastare il potere dei giganti, se non di superarlo. C’è da dire che comunque non credo che l’elemento in questione non ricoprirà una grande importanza nella storia del fumetto, se non a livello di motivazioni dei protagonisti. Ciononostante apprezzo questo tipo di dettagli, in quanto anche se sono piccolezze, ci fanno comprendere cose ben più ampie di quel che sembra (oppure sono solo io che mi faccio troppe seghe mentali ). Comunque, sempre riguardo alle nuove informazioni, finalmente viene riconosciuto un nome per la nostra categoria preferita di giganti (o perlomeno la mia ) i “mindless titan”, ai quali d’ora in poi si ci dovrà riferire come “giganti puri”.
Ed ora la parte interessante. Segue una delucidazione di Krueger a Grisha sulla condizione dentro le mura, che vede il Gufo parlare di questioni come l’eliminazione della memoria degli eldiani, oppure la non belligeranza del re. Tuttavia, c’è qualcosa che non quadra in tutto ciò. Come fa la spia eldiana a sapere cosa succede effettivamente al di qua della muraglia? Infatti, nessuno, se non il re (e i non-eldiani che però furono costretti al silenzio), avrebbe dovuto conoscere il particolare dell’eliminazione della memoria degli abitanti delle mura. Inoltre, una volta erette le cinta, questa informazione non sarebbe dovuta fuoriuscire, perché l’unico che potenzialmente avrebbe potuto fare ciò, era proprio il re, di cui però sappiamo il “carattere”. Inoltre, la possibilità che il 145° erede di Ymir abbia informato anche di questo dettaglio i “re continentali” (nella lettera di cui Kruger conosceva il contenuto), ai quali aveva rivelato il suo “patto” col gigante progenitore, a mio parere è da escludere. Così facendo, avrebbe contribuito a passare un’immagine di sé totalmente iniqua e scialba, e ciò l’avrebbe resa facile preda ai loro occhi. L’unica cosa che mi viene in mente, è che inizialmente, dentro le mura doveva esserci un altro gigante senziente, di preciso lo Shingeki no Kyojin. In un primo momento, questi sarebbe dovuto essere dalla parte del re, l’avrebbe dovuto seguire fino a Paradis, però, dopo aver capito le sue intenzioni, e dunque, che non avrebbe più combattuto per il suo popolo, avrà deciso di abbandonarlo, per tornare a Mahle, dove avrebbe cercato di portare avanti un piano finalizzato a rubare il potere del gigante progenitore, in modo tale da poterlo usare nella maniera che riteneva più idonea, e cioè, in difesa del suo popolo. Dunque, in sostanza, Kruger dovrebbe sapere questi dettagli per la memoria condivisa che ognuno dei discendenti dei 9 giganti dovrebbe avere. Questo ragionamento comunque, è basato sull’assunto che il dettaglio dell’eliminazione della memoria degli eldiani nelle mura, non facesse parte della informazioni contenute nella lettera. Può anche essere che effettivamente, il re Fritz, abbia portato al corrente i re continentali su tutta la questione, non curandosi di mettere in cattiva luce il suo regno. Il motivo che prima mi ha spinto a dire che Fritz avrebbe taciuto determinati elimenti, era perché credo che il rapporto che lega i due schieramenti non sia di tipo “amichevole”. In particolare, penso che l’unica cosa che li accomuna è l’essere eldiani, e il motivo per cui il 145° re abbia lasciato una lettera anche per loro, fosse per convincerli di non tentare di riportare in auge l’impero di Eldia (anche se il come avrebbero potuto farlo mi sfugge, dato che non predisponevano di alcun gigante senziente), e quindi in sostanza, di seguire la propria linea di pensiero di non belligeranza. Quest’idea comunque, è tanto valida quanto quella che vede il re Fritz e quelli continentali essere in un rapporto di amicizia, e dunque in vista di questo, lettera sarebbe anche potuta essere un “addio” ad un alleato. Il motivo per cui ho dato per buona la prima ipotesi, era che, semplicemente, era più in linea col tono “non amichevole” che sembrerebbe essere stato usato nella lettera. Nonostante tutto, l’idea che Kruger sapesse tutto grazie allo Shingeki no Kyojin rimane in piedi. A questa conclusione, infatti, si ci può tranquillamente arrivare anche senza prendere in considerazione il dettaglio dell’eliminazione della memoria degli eldiani nelle mura. Il solo fatto che Kruger sappia della lettera ai re continentali indica che le sue conoscenze vanno oltre quelle custodite da Mahle, perché abbiamo la prova che i mahleani non conoscono il contenuto della lettera, dato che continuano a credere nella minaccia del 145° re. Per cui, siccome molto verosimilmente Kruger non ha mai avuto rapporti con altri paesi al di fuori di Mahle, la conoscenza del contenuto della lettera, e dei dettagli della condizioni di vita dentro le mura, provengono dall’unica altra fonte per lui possibile, e cioè, la sua memoria da gigante. Per cui, lo Shingeki no Kyojin dovrebbe essere l’altro gigante non in possesso di Mahle. Oppure Isayama si droga ed è un’enorme incoerenza. Chissà.
Ed infine, passiamo alla parte finale. Sarò diretto. Cosa cazzo succede? Sarò breve sulla questione, in quanto voglio farne un post a parte in cui la eviscero compiutamente. Per il momento vi dirò unicamente che questo elemento porta in SnK il fattore “viaggio nel tempo”, in quanto Isayama fa nominare a Kruger Armin e Mikasa, proprio per far capire che vi fosse un’influenza del presente sul passato (quindi escluderei che fosse una specie di “clickbait”). Ho pensato a diverse soluzioni, una delle quali vede il potere del gigante progenitore influire sulle memorie degli eldiani senza limitazioni temporali, e quindi, anche agendo sul passato (per intenderci, una specie di potere alla Bran Stark). In ogni caso, la questione della rottura del piano temporale, a meno che non sia fatta a regola d’arte, porta sempre ad incoerenze e loop, per cui, inizio a temere seriamente per il futuro del fumetto. Speriamo che Isayama non ci deluda.
Bene, anche per questo mese è tutto. Mi scuso ancora per l’enorme ritardo, ma il commento di Sherlock, ed altri impicci personali, mi hanno occupato più del previsto. Spero di fare prima col numero 90. Un saluto dal vostro -Sensei-
P.S. prima di abbandonarvi del tutto per questo mese, vorrei mettervi una pulce nell’orecchio. E se anche le memorie del 145° re sono state influenzate dal futuro, in modo tale che sviluppi quella tanto decantata Volontà che ha portato il regno di Eldia alla fine? Fatemi sapere che ne pensate.
Bentornati al nostro ormai consolidato appuntamento mensile con i capitoli di Shingeki no Kyojin.
Il mio lavoro oggi si prospetta molto più arduo del solito, in quanto analizzare a fondo il capitolo che abbiamo di fronte è estremamente difficile: esso infatti racchiude tutto lo spirito e le tematiche principali del manga che, grazie anche alla sempre perfetta regia di Isayama (di cui ho parlato anche in altri commenti), lo rende di fatto una delle vette più elevate mai toccate dall’opera. Parlare di questo capitolo quindi, significa prendere in mano tutto il fumetto, analizzarne le sue radici più profonde, e per cui, necessita un lavoro più specifico, che non si adegua bene al format che uso di solito per trattare il manga. Ciononostante cercherò di portare a termine questo approfondimento, rispettando il mio solito modo di procedere, e utilizzando al meglio le risorse che questo piccolo “spazio” mi offre, perché al momento è tutto ciò di cui posso disporre.
Senza ulteriori indugi, partiamo quindi ad analizzare ciò che Isayama ci offre questo mese.
Inizio subito col dire, che il modo in cui questo capitolo si apre è il suo “biglietto da visita”: “L’Oceano… devo darti delle spiegazioni al riguardo. L’Oceano è una distesa d’acqua salata che occupa il 70% della superficie del nostro pianeta” Questa frase non a caso viene utilizzata per aprire proprio il capitolo che porta lo stesso nome dell’intera opera, perché l’oceano ha un significato fondamentale all’interno della macchina narrativa “isayamesca”. Sin dall’inizio, la “distesa d’acqua salata”, ha assunto il valore della riconquista della libertà (attorno al quale il fumetto si è sempre imperniato) in quanto, la privazione del mare, di qualcosa che di natura (letteralmente ) è appartenuto per ere all’umanità, è l’elemento determinante a far riconoscere ad Armin ed Eren, la condizione di iniquità e di miseria vissuta dall’uomo del loro mondo, dovuta alla “vendita” della propria libertà, per una fittizia e provvisoria tranquillità. L’oceano, quindi, incarna alla perfezione sia il punto di partenza che quello d’arrivo all’interno della narrazione del manga. Ed è per questo motivo che la sua presenza e collocazione all’inizio di questo capitolo, sottolinea l’importanza dello stesso, il suo essere “sintesi” di tutte le caratteristiche del fumetto. Altro significato individuabile nell’immagine del mare, potrebbe risiedere nel parallelo fra Grisha ed Eren, che, mossi entrambi dalla privazione della libertà del proprio popolo, per il primo l’oceano rappresenta l’inizio del viaggio, mentre per il secondo, è la meta ultima delle proprie peripezie. Insomma, Isayama ci ha permesso di dare moltissimi significati al mare in questa circostanza. Lo so, forse mi sono soffermato un po troppo su questo elemento che altro non è che un particolare, ma mi sembrava doveroso dovergli rendere l’importanza che merita (e poi ormai sapete che sono uno che parla assai ).
In ogni caso, passiamo a qualcosa di più ”materiale”. Come ho già detto, questo capitolo si caratterizza per racchiudere in sé tutto ciò che in sostanza comprende snk al livello di tematiche, finalizzato a dare un senso di “circolarità”, una base, all’intera avventura del mondo della combriccola di Eren. Ciononostante sono presenti anche degli elementi che si possono porre sul piano “concreto” del manga, cioè, delle “rivelazioni” di trama propriamente dette. Mi riferisco ovviamente a ciò che Eren (Kruger) definisce la “maledizione di Ymir”, per la quale, chiunque possegga il potere di uno dei 9 giganti, arriva a vivere solo per altri 13 anni. Nel commento del capitolo scorso, dissi che, da quel che ne potevamo sapere noi, non vi era un valido motivo affinche Kruger donasse il proprio potere a Grisha immolandosi, piuttosto che perseguire da solo la propria missione. Ebbene, Isayama tira fuori questo nuovo elemento, che non solo giustifica le azioni dell’infiltrato di Marley, ma da una scossa anche alla situazione attuale degli eventi del fumetto. Ovviamente non intendo una conseguenza materiale nel presente, bensì, credo che gli effetti che questa “maledizione” avrà per Eren & co, siano riscontrabili soprattutto su un punto di vista della caratterizzazione dei personaggi: il pensiero di una morte imminente in un modo o nell’altro, viene risentito da tutti, e sebbene per il momento Eren ed Armin non sembrino affatto disturbati al riguardo, questa condizione particolare, potrebbe portarli comunque in futuro a determinate azioni o scelte, consci di non avere ormai più così tanto tempo a disposizione. Inoltre, ci sarebbero anche da contare gli effetti che questo stato avrà pure su chi li circonda, soprattutto su Mikasa, la quale, essendo la più vicina ai due, è quella che più di tutti può risentire il colpo della loro assenza (ed infatti sembra gia più traumatizzata di loro) Vedremo quindi come la situazione si evolve. Questa informazione è davvero importante, anche perchè ci permette di stabilire con precisione determinati eventi dell’intera opera, pertanto sfrutto l’occasione per fissare le date degli eventi più importanti che precedono la storia del manga (A tal proposito ringrazio molto il mio collega ant, che mi ha aiutato a recuperare le date sparse nel capitolo 86):
– 1820 ANNI FA: Ymir ottiene il potere dei giganti – 1807 ANNI FA: 13 anni dopo aver ottenuto il potere, Ymir muore e divide il potere in nove pezzi, i Giganti primordiali, che creano il regno di eldia e sconfiggono Maley. Inizia la loro pulizia etnica (anche se la sua esistenza è resa incerta dalle parole del Gufo) – 107 ANNI FA: Dopo 1700 anni di pulizia etnica, Marley inizia la guerra civile entrando in possesso di 7 dei 9 giganti. Inizia la grande guerra dei giganti – 80 ANNI FA: Marley vince la guerra dei giganti.
In futuro credo che creerò una time-line vera e propria, che comprenderà la datazione non solo degli eventi più importanti o degli antefatti, ma anche tutto ciò che riguarda il mondo di snk.
Ritorniamo al capitolo. Grisha sembra non essere convinto di quello che sta succedendo, e si dimostra titubante nel prendere il posto del gufo, in quanto ancora non si trova pronto per quel nuovo mondo, quel crudele e sconosciuto nuovo mondo, così distante da quello a cui era abituato e verso il quale provava così tanto rancore, che rimane spiazzato al punto di vedere svanire tutte le sue convinzioni più ferree, incluso quel tanto decantato odio, divenuto ormai quasi il marchio di fabbrica degli Jaegar (xD). Questo elemento contribuisce a rafforzare la caratterizzazione di Grisha, e soprattutto, a dare un significato maggiore alle azioni seguenti al suo arrivo alle mura. Perchè Grisha non ha agito subito, ma al contrario ha temporeggiato fino a quando non era più possibile? Ecco perchè. Perchè sebbene, alla fine abbia comunque accettato la missione del Gufo, Grisha da quel momento in poi ha perso qualsiasi spinta, qualsiasi pungolo che lo stimolasse, o per meglio dire, che lo “attivasse” per compiere quello che invece DOVEVA fare. Così, in assenza di queste condizioni, Jaegar senior si è lasciato trascinare dalla contingenza, dalla vita all’interno delle mura, finchè ovviamente, non ha più potuto procrastinare i suoi doveri. Ed è così che è stato messo la parola “fine” alla storia di uno dei personaggi più misteriosi in assoluto del manga. Grisha Jaegar: padre di famiglia, dottore stimato, possessore di uno dei poteri più distruttivi in assoluto.
Sul significato della “coordinata” non ci spendo molte parole: ciò che viene detto è solo un chiarimento che da un senso più preciso e circoscritto al suo nome. Anche per quanto riguarda “Shingeki no Kyojin”, non c’è molto da dire. Anzi, mi correggo: forse c’è così tanto su cui discutere, che preferirei non esprimermi. Per il momento mi fermo sull’aspetto più superficiale della cosa, e cioè, che questo è l’ennesimo esempio, di quanto Isayama sia estremamente abile a giocare al meglio le proprie carte, di come riesca a sfruttare al massimo qualsiasi elemento presente nella sua opera (cosa che ho anche sottolineato precedentemente), persino il suo stesso nome. Arrivati a questo punto, sorge però irrimediabilmente un dubbio: “Shingeki no Kyojin” come titolo è stato scelto in vista di questa rivelazione, o la cosa è venuta durante la stesura del fumetto? “Ai posteri l’ardua sentenza”.
Anche per questo mese è tutto. Come sempre vi invito a mettere like se avete gradito la lettura, e a commentare per dire la vostra. Per me ed i miei compari il vostro feedback significa molto Alla prossima.
Bentornati al nostro appuntamento mensile con i commenti dei capitoli di Shingeki no Kyojin. Oggi mi occupo del numero 87 dal titolo “Frontiera”. Non siamo di fronte, ovviamente, ad un’altra “mazzata” a livello di rivelazioni, ma ciò non significa che questo sia inferiore rispetto all’86, e anzi, Isayama riesce a consegnarci un capitolo che non smorza affatto la tensione narrativa del flashback di Grisha, sia per la tipica regia dell’autore, ma soprattutto per il proprio contenuto, che va a completare quel mosaico iniziato nello scorso capitolo. Detto questo, attacco col mio solito pippone. Lo so, è lungo, ma tenete duro: prometto che se arrivate fino alla fine, la Locanda di Zio Aristofano vi regala una fornitura di biscotti per un mese (solo uno però, perché poi esce l’altro capitolo ).
Il capitolo si apre esattamente da dove l’avevamo interrotto, e cioè, dalla cattura di Grisha e Dina, traditi da loro figlio Zeke. A mio parere, è molto interessante questa scelta di Isayama, in quanto verrebbe spontaneo pensare che è molto inverosimile che un figlio si rivolti ai propri genitori (stiamo parlando di un bambino piccolo, quindi niente esplosioni ormonali adolescenziali ), tuttavia, la motivazione che ha spinto il giovane Jaegar a tradire mamma e papà, in effetti, ha una base molto solida (l’indottrinamento forzato di idee che porta ad una reazione avversa a quelle stesse), che fa si che la modalità dello smascheramento, non sia un semplice espediente narrativo (come ci si aspetterebbe invece), ma abbia una sua logica, conferendo inoltre a Zeke un abbozzo di caratterizzazione. E bravo/a Isayama.
Passiamo ora a cose più incisive nella trama. Grisha rivela tutti i segreti del suo gruppo di rivoltosi al governo di Mahle (o Marley che dir si voglia) dopo varie torture (che lo portano a competere con Ser Davos di GoT in quanto a numero di dita xD) e successivamente viene trasportato assieme alla sua allegra combriccola a Paradis, dove li aspetta la loro eterna condanna. Qui veniamo ad un punto molto interessante e importante per la comprensione della natura dei giganti, in quanto ci viene mostrato apertamente come degli individui “normali”, possano diventare titani (non che ci volesse chissà quale genio, dato che lo avevo anticipato anche io nello scorso commento xD). Mi permetto di schematizzare i punti più importanti della questione.
-CARATTERISTICHE DEL POTERE DEI GIGANTI
1) Il potere dei giganti è esclusivo del popolo di Eldia. Solo loro possono trasformarsi in giganti, perché è ciò che in realtà sono: gli eldiani infatti sono tutti dei giganti in forma umana. Da questo si arriva anche a capire che OGNI eldiano può trasformarsi in gigante.
2) La natura da gigante degli eldiani si manifesta in seguito all’iniezione (o comunque all’introduzione nell’organismo) del liquido spinale di altri giganti (il liquido spinale non deve essere di un eldiano nella sua forma umana, ma da gigante, in quanto con la trasformazione, si viene a creare un corpo da gigante che ha caratteristiche organiche del tutto differenti rispetto all’umano dal quale nasce, eccezion fatta per l’aspetto).
3) Quando un qualsiasi eldiano si trasforma in gigante, perde la propria coscienza e razionalità, diventando ciò che il fandom ha definito “mindless titan”
4) Un “mindless titan” riacquista coscienza, quando introduce nel proprio organismo il liquido spinale di un titano razionale, e quindi, di uno dei famigerati 9 giganti, in quanto essi sono gli unici che nascono come “giganti intelligenti”
5) Oltre all’intelligenza, i giganti ottengo anche tutte le altre caratteristiche del titano dal quale prendono il liquido spinale, come la capacità di indurire determinate parti del corpo.
Questo elenco comunque non è definitivo, in quanto ci sono molte altre cose da appurare, in particolare, il modo in cui sono nati i “mindless titan” all’epoca dei 9 giganti: se infatti, a quel tempo, i giganti erano solo 9, e tutti quelli erano razionali, se davvero l’introduzione nell’organismo di liquido spinale di un gigante, è l’unico modo possibile per l’attivazione del potere, allora tutti i giganti esistenti al momento dovrebbero essere razionali, e, soprattutto, solo 9 di numero. Ci dev’essere quindi un altro modo di cui noi siamo allo scuro. Ciò che potrebbe venire in nostro aiuto è l’esempio del gigante bestia, che prima col villaggio di Connie, poi con la battaglia di Shiganshina, ci dimostra come i giganti di questo genere possono nascere quasi con un “comando a distanza” (di questo argomento avevo già discusso nei commencuni di vomento non aggiungo altro, in quanto non voglio sbilanciarmi (è vero, col villaggio di Connie non abbiamo realmente visto che si trasformassero in questo modo, però vedo piuttosto inverosimile l’idea che Zeke si sia preso la briga di iniettare il liquido spinale ad ogni abitante singolarmente).
Proseguiamo velocemente.
Tutti gli eldiani vengono trasformati in giganti. Ma non sembra anche a voi che abbiano qualcosa di familiare? Ebbene gente, tutti (o quasi) quei giganti, sono gli stessi che attaccarono il distretto di Trost dal capitolo 4 (mi sembra). Devo dire che rivederli tutti insieme da una certa emozione, soprattutto UNO di quelli, di cui non vi parlerò in questo commento, in quanto è così ignorante e imbruttente, che necessita di uno spazio tutto suo
Occhi puntati anche su di lei, il gigante di Dina, che si rivela essere lo stesso che anni dopo mangiò la seconda moglie del marito. Altro che mindless titan, quella non vedeva il momento di vendicarsi di suo marito xD.
Infine, dopo il tipico discorso isayamesco de “il mondo è crudele quindi io sono stronzo” da parte del simpaticone di turno (che però è molto più profondo di quanto non lo faccia sembrare io, solo che è tipo la quattrocentonovantesima volta che ce lo ripete… daje), ci viene rivelata la vera identità del “gufo”. Questi altri non era che il compare del suddetto simpaticone, che, a sua volta, era colui che anni prima fu il responsabile della morte della sorellina di Grisha. Personalmente ho apprezzato questa scelta, che non è nuova nell’opera, in quanto più volte Isayama ricicla personaggi di questo tipo, che inizialmente giocano un ruolo “di sfondo”, ma che in seguito vengono ripresi e resi incisivi in un’altra situazione. Rimarrebbe la questione del perché il gufo abbia scelto di farsi mangiare da Grisha, piuttosto che avanzare da solo e infiltrarsi all’interno delle mura per completare quello che era il suo stesso piano. Questa sarebbe l’opzione più logica al momento, tuttavia sappiamo che le cose andranno diversamente, e quindi, ci dev’essere qualcos’altro che abbia fatto scegliere al gufo di sacrificarsi invece che fare tutto da sé. Comunque per ora non ci sono abbastanza elementi su cui basarsi per ipotizzare qualcosa di inattaccabile, e quindi preferisco non esprimermi (così so anche da dove cominciare il mese prossimo con il commento )
Bene, anche per questo mese abbiamo finito. Se c’è qualcosa che vorreste approfondire o se secondo voi ho detto castronerie, non esitate a lasciare un commento. Non dimenticate di mettere like al post se vi è piaciuto, per voi sarà poco, ma per me ed i miei collaboratori significa molto
Alla prossima dal vostro
-Sensei-
What's this
This is an archive containing all the stuff I made based on the manga Shingeki no Kyojin by Hajime Isayama. It is mostly in italian, except for the comic To the other side of hell, which is multilanguage. Apologize in advance for the bad english.