Il capitolo 124 non presenta un vero e proprio elemento in evidenza su cui concentrarsi, bensì porta avanti la vicenda lasciata in sospeso, muovendosi attraverso richiami e sviluppando un nucleo tematico già trattato nel manga.
Quindi, in questa analisi non scenderò troppo nel merito delle situazioni, parlando in generale di tutto ciò che abbiamo letto nel capitolo. Iniziamo.
— Hajime Isayama: passione scrittura circolare —
Leggendo il 124, appare chiarissimo come ormai siamo alla frutta, di quanto manchi poco alla fine dei giochi. Questo capitolo più di ogni altro, porta alla conclusione o a sviluppi cruciali determinate situazioni e personaggi basandosi, come ogni narrazione consistente dovrebbe fare, esclusivamente su ciò che Isayama ha seminato in passato. Il primo livello di “comprensione” a cui queste chiusure narrative arrivano a noi lettori è quello di “citazione”, ed in effetti, a conti fatti, sciogliere un certo nodo richiamando un qualcosa già avvenuto in precedenza è esattamente una “citazione”. Ma si badi bene, una citazione dietro cui si cela molto di più, perchè Isayama nel capitolo 124 non ha semplicemente buttato scene a caso dai vecchi capitoli del manga, tutt’altro. Ogni “citazione” si pone a tutti gli effetti come naturale punto di arrivo del percorso tracciato da quel certo personaggio o situazione. Andiamo a vedere nello specifico le principali “citazioni” più o meno velate del capitolo (perlomeno, quelle che io sono riuscito a rintracciare ).
– Gabi che si lega i capelli.
Chiara citazione al capitolo 106, in cui Eren fa esattamente la stessa cosa (cioè, si lega i capelli davanti ad uno specchio). I personaggi di Eren e Gabi, più volte nel corso del manga si sono intrecciati come storyline, ma soprattutto in quanto a caratterizzazione. Non è un caso che prima della sua crescita, Gabi fosse in tutto e per tutto l’Eren dei povery, con il suo odio e la sua rabbia nei confronti degli eldiani dell’isola di Paradis. D’altronde, la sua voluta somiglianza con Eren è anche sottolineata da Armin nel capitolo 112 (“sei identica ad uno che conosco”). Pertanto, considerando che il gesto di Eren del capitolo 106 era una chiara “attestazione narrativa” dell’evoluzione del personaggio, la citazione in esame può essere letta come una parallela legittimazione della crescita di Gabi. Isayama, accostando i due personaggi in questione, mette in risalto le caratteristiche per cui divergono, le differenti strade che hanno preso in conseguenza dei loro vissuti. In entrambi i casi, i personaggi si preparano a combattere per lo stesso motivo: salvare ciò che più sta loro a cuore. Quello che cambia è lo spirito con cui Gabi ed Eren hanno deciso di perseguire queste strade.
– Gabi che salva Kaya
Inutile specificare il chiarissimo richiamo al salvataggio di Kaya da parte di Sasha nel capitolo 36. Ma quanto è bello che Kaya, messa alle strette dal gigante di Nile, invochi l’aiuto della sorella, riferendosi naturalmente a Sasha, ed al suo posto arrivi in soccorso Gabi? Un modo perfetto per delineare il rapporto fra i due personaggi, due sorelle che a causa di un muro di sospetti e rancore non hanno mai realmente accettato il loro rapporto, ma che ora finalmente riescono a congiungersi: il rischioso salvataggio di Gabi prima e le parole di Kaya dopo, fanno sciogliere quel muro, disgelando il loro rapporto (da cui il titolo del capitolo, che letteralmente vuol dire esattamente “scioglimento di dubbi e rancore”. Per maggiori dettagli a tal proposito, si vedano le note alla traduzione del Digital Team, che potete trovare alla fine della loro versione del capitolo).
Prima di andare avanti, è d’obbligo evidenziare anche il rimando al capitolo 111 individuato dalle parole di Nicolò, che riporta in luce la tematica del mondo come una foresta, in cui chiunque vi si trovi può suo malgrado essere trascinato in una spirale di odio e sangue: l’unica soluzione sicura per “salvarsi” da questa foresta, è uscirne.
– Shadis che fa il figo
Finalmente, in questo capitolo anche Shadis ha il suo (dovuto) momento di sintesi narrativa. Nel capitolo 113, le reclute del 109° corpo di addestramento si chiedono a che serva fare una simulazione della difesa di Shiganshina da un eventuale attacco dei giganti, e più in generale, a quale scopo l’istruttore Shadis continui a farli addestrare nel combattimento contro i giganti. Nel capitolo 124, quelle stesse reclute si trovano a dover affrontare l’assedio della città da parte dei giganti. Per loro sarebbe tutto perduto se non ci fosse stato lui, l’istruttore Keith Shadis, che con una “spadata” old-style, salva la situazione, riportando il manga al 2010. Ma la “pars costruens” dedicata a Shadis non è ancora finita. Difatti, in una tavola successiva, ci viene riportato l’esito dello scontro fra il cocciuto istruttore e “l’orso”, a cui Shadis stesso aveva fatto accenno nel capitolo 118. Ebbene, Shadis ha infine gettato la spugna, ammesso le proprie mancanze ed accettato l’incalzante cambiamento che 9 anni prima lo aveva costretto ad abbandonare il suo posto da comandante dell’armata ricognitiva. Ed è così che lo vediamo guidare le sue reclute usando la stessa manovra che ha decretato il successo di Erwin come comandante: non più un attacco a capofitto degno del testardo orso refrattario ai cambiamenti qual era, bensì un più saggio “slalom” per attirare i giganti verso una trappola. Personalmente, sono davvero rimasto soddisfatto di questa poco aspettata rivincita di Shadis, che così raggiunge a sua volta lo status di personaggio “in via di conclusione”. E naturalmente, inutile dirlo, lo fa coerentemente con le sue radici ed i suoi trascorsi. Morale della favola: Isayama è bravissimo a chiudere i cerchi anche quando il cerchio rappresenta l’evoluzione di un personaggio secondario come Shadis.
— La situazione attuale + Bingo card prossimo capitolo —
In questo lungo paragrafo vorrei fare il punto della situazione attuale, dal momento che il capitolo ha silenziosamente portato la trama del fumetto di molto avanti.
Tutti (o quasi) i soldati di Marley sono morti, così come i Giganti Puri di Zeke.
Pieck, Magat, e Zeke sono momentaneamente “dispersi”, ovvero non sappiamo dove siano, come stiano e che tipo di intenzioni abbiano.
Reiner sta dormendo.
Insomma, a Shiganshina non sembra ci siano altri “nodi” da sciogliere, tutte le principali situazioni di interesse narrativo sono state portate a termine, tanto che potremmo dire a pieno titolo che la battaglia di Shiganshina sia conclusa. Il che è strano.
Onestamente, pensavo che questa battaglia fosse un viaggio diretto verso il finale del manga, certamente con le dovute deviazioni per prendere fiato, ma di fatto un crescendo narrativo sempre più incalzante e ansiogeno. Sembra invece che il viaggio designato da Isayama per giungere alla conclusione dell’opera preveda degli scali intermedi, un percorso con più respiro e con più tempi. Ed è così che questo capitolo chiude una situazione e ne apre altre due. Ciò che più sorprende però, non è il movimento del fumetto verso queste due nuove strade, bensì esattamente in cosa consistano queste strade.
Sebbene prima o poi Annie sarebbe dovuta uscire dal beneamato bozzolo, non avrei mai immaginato che Isayama riuscisse ad incastrare questa situazione nello scenario corrente. A maggior ragione, non avrei mai pensato che Isayama, a questo punto, tirasse fuori la questione della madre di Connie. Per dirla tutta, non mi aspettavo affatto che Isa riprendesse questa situazione, che per me poteva benissimo essere chiusa anche senza ulteriori rimaneggiamenti. A tal proposito credo di essere in buona compagnia: ammettetelo, chi di voi aveva immaginato che Connie se ne uscisse a casissimo con “gne gne e a mia mamma non ci pensa nessuno????????”.
Con quest’ultimo capitolo, SnK ha preso un’inaspettata direzione, una via che ancora non so ben identificare e contestualizzare. Certamente, come già accennato poc’anzi, dietro questa mossa vi è la volontà, da parte di Isayama, di prendere un percorso più ampio, al fine di far salire a bordo quanti più passeggeri possibile sulla locomotiva diretta verso la conclusione del manga. Ergo, questi momenti di distensione servono a creare lo spazio necessario per riuscire a raccogliere tutti i fili narrativi lasciati in sospeso, in modo da poterli sviluppare e portarli alla loro dovuta conclusione. Insomma, Isayama sta recuperando gli ultimi pezzi del mosaico che per motivi di forza maggiore non erano ancora stati inclusi, per poter finalmente mettere il punto alla sua storia.
C’è da dire però, che sia la questione di Annie che quella della madre di Connie sono abbastanza delicate da gestire, se non altro perché entrambe le situazioni sono estranee a questo contesto, e quindi potenzialmente potrebbe succedere di tutto. In uno scenario così sarebbe molto facile fare un passo falso, il che consisterebbe in un problemino non da poco per Isayama, visto che siamo a fine fumetto: se c’è una cosa che ci ha insegnato questo 2019, è che le stronzate di scrittura commesse nell’ultima fase di vita di un’opera si ripercuotono malamente su tutta l’opera stessa. Ma d’altronde, queste sono solo pippe mentali visto che l’autore di cui stiamo parlando è Hajime Isayama, che da 10 anni continua ininterrottamente a soddisfare ed oltrepassare le aspettative di noi lettori con la sua magistrale capacità di scrittura: anche se il futuro del manga in questo momento può sembrarci incerto, possiamo fidarci ciecamente di Isayama.
Parlando del “futuro” dell’opera, che ne dite se facciamo un pò di previsioni per il prossimo capitolo?
Basiamoci proprio sulle due nuove situazioni del 124, e chiediamoci il loro senso, in che modo potrebbero essere utili alla narrazione in questo momento.
Partiamo dalla più “semplice” da trattare, cioè, il rapimento di Falco da parte di Connie.
A cosa potrebbe servire spostare l’attenzione sulla madre di Connie? Innanzitutto, le cose ovvie (credo ): Falco non morirà, ci sono due chiarissimi motivi per cui questo personaggio non può lasciarci. Il primo è che il cadetto è appena “resuscitato”, e quindi farlo morire ora sputerebbe in faccia a ciò che ci è stato raccontato negli scorsi capitoli. Il secondo è per via della tematica della foresta introdotta dal capitolo 111 e ripresa anche da Nicolò in questo capitolo [ne ho parlato in volata nel paragrafo precedente NdA], che in buona sostanza si traduce in termini narrativi come: “bisogna lasciare i bambini fuori dai conflitti degli adulti”, ergo “Gabi e Falco non devono morire”. Ovviamente, si consideri anche che non c’è neanche un solo motivo per far morire Falco, quindi in definitiva, diamo per assodato che rimarrà in vita.
L’implicazione più importante di quanto detto, è che Falco non verrà divorato dalla madre di Connie, e quindi in buona sostanza, che qualcuno/qualcosa impedisca a Connie di fare quello che sta facendo, o ancora, che cambi idea riguardo le sue azioni. A questo punto però viene spontaneo chiedersi a che serva questa farsa, visto che chiaramente lo scopo principale per cui è stata imbastita l’intera situazione (cioè far “resuscitare” la madre di Connie) non verrà raggiunto. L’idea più popolare vuole che serva ad uccidere il personaggio di Connie, ma personalmente, non vedo come questo potrebbe verificarsi: non mi sento di dire che esista qualche possibilità che il soldato troverà la morte in questa impresa, visto che materialmente non abbiamo nessun indizio che ci porti verso questa direzione. Ovviamente, come già detto poco sopra, questo scenario è abbastanza imperscutabile, quindi nulla vieta che nel capitolo 125/126 assisteremo alla morte del personaggio di Connie. Per il momento però, vista la mancanza di “tracce”, non me la sento di puntare su questa possibilità. Una cosa su cui invece punterei, è l’evenienza di rivedere in questo contesto Hanji e Levi. Difatti, parlando con un amico dell’ultimo capitolo, questi mi ha fatto notare che tutti i nostri simpaticoni dell’armata ricognitiva, dovendosi recare al villaggio Ragako, si sposterebbero nella parte interna delle mura, e dunque esiste la non indifferente possibilità di un loro incontro nel tragitto proprio con Hanji e Levi. A pensarci, sarebbe un modo piuttosto “compatto” per far rientrare in scena i personaggi in questione, un utile aggancio che Isayama potrebbe sfruttare per ricollegare dei personaggi assolutamente fuori dalla situazione corrente. Ovviamente, dovrà anche succedere qualcosa fra Connie, Armin e tutti gli altri dell’armata in soccorso di Falco, ma non riesco a fare supposizioni ragionevoli, quindi preferisco non dire altro, ed evitare di lanciarmi in ridicole illazioni.
Detto questo, passiamo a fare ipotesi su ciò che potrebbe con il ritorno in ballo di Annie.
Onestamente, non ne ho la più pallida idea.
Bene argomenti finiti, possiamo chiudere l’analisi.
A parte le stronzate, credo che per il momento Annie dobbiamo metterla un pò da parte, visto che si è appena svegliata dal letargo e non ha alcuna idea di quel che è successo nel mondo negli ultimi 4 anni. Probabilmente, vista la volontà di Isayama di prendersi una lunga boccata d’aria prima di buttarsi nel finale, avremo un “timeskip” di un pò di tempo, in modo da riorganizzare la situazione generale, rimettere insieme i cocci sparsi per terra, e far affrontare al meglio ad i protagonisti la “battaglia finale”. Direi che il salto temporale in questione possa essere anche di giorni, ma non troppi, direi al massimo 2. Quindi al massimo 2 giorni di riorganizzazione generale, e dopodichè dritti verso il climax finale.
Ricordo che il tutto dovrebbe durare altri 6 capitoli, considerando che il fumetto “dovrebbe” finire nel volume 32, ed il capitolo 124 è il secondo capitolo del volume 31 (ogni volume contiene 4 capitoli di solito).
Vabbè mi sono rotto di continuare a scrivere, fine dell’analisi. Stavolta davvero .
L’analisi di questo mese è stata un pò meh. Lo ammetto, stavolta non avevo la benchè minima voglia di scrivere cose sul capitolo 124. Ma eccoci qua. Almeno siamo rientrati nei limiti dell’umano con “sole” 4 pagine di pippe. Traguardi.
Ciao.
-Sensei-